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Autore: MissYandere    22/10/2014    0 recensioni
"E così tu sei come me?" chiedo alla ragazza, mentre le sue ali d'angelo nere si spalancano e i suoi occhi rossi mi guardano:" si Sebastian. Ma io non ho padroni. Io sono libera."
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ciel Phantomhive, Grell Sutcliff, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*****Sebastian*****

Da quando la signorina Karin è corsa via, non l’ho più vista né sentita. Ho cercato ovunque: nella sua stanza da letto, nel salone, in giardino, nulla. Devo ammettere che sono parecchio curioso. Chissà cosa sta facendo… non so molto di lei, e questo mi dispiace. So solo che aveva contatti con una certa signora di nome Maryanne, ritrovata morta in casa sua, il corpo riportava segni di proiettili. “Sebastian!” L’urlo del mio Bocchan mi riporta bruscamente alla realtà, interrompendo i miei pensieri. Mi alzo dalla panchina nascosta fra i rami del vecchio salice e appoggio per terra il piccolo micino bianco che avevo in braccio… anche se con grande tristezza. Appena entro nell’ufficio del Bocchan lui è già in piedi, nervoso ma anche adirato. E’ esilarante osservare il suo viso severo, il suo occhio puntato su di me, riesco quasi a vedere delle fiamme di rabbia che vogliono incenerire il mio corpo fino all’ osso. “Si, Bocchan?”  Ciel prende il suo bastone e comincia a fare avanti indietro per la stanza:” Dov’è Karin?” mi chiede. Io scrollo leggermente le spalle:” Non ne ho idea, Bocchan. E’ uscita di corsa mezz’ora fa.” Dalla sua espressione capisco che ho scelto la risposta sbagliata. “Perché non me l’hai detto SUBITO?!” Rispondo con un lieve sorrisetto, sarcastico, pur di farlo arrabbiare:” Non me lo ha chiesto prima, Bocchan.”

*****Karin*****

Non so da quanto tempo sono sdraiata sul pavimento in legno, sporco di sangue incrostato, ma quando ho finito le lacrime e mi alzo, le mie gambe sembrano fatte di granito. Ho gli occhi arrossati. Non posso tornare da Sebastian in questo stato, potrebbe interpretare che sia colpa sua, o addirittura cominciare a investigare. Non appena riacquisto la possibilità di camminare, mi avvicino alle vecchie scale scricchiolanti. Mi appoggio al corrimano, così come facevo quando mia madre era viva. Quando sorridevamo. Quando la aiutavo a portare la cena. Voglio piangere ancora, ma non riesco… Quando entro nella mia vecchia camera non ho la minima idea del perché sono voluta tornare in questa casa. Ricordo ancora quel giorno…

*****Ciel******

Sistemo le ultime scartoffie, mentre aspetto che Lau arrivi. Non aspetto molto… Qualcuno spalanca la porta. Molto rumorosamente. Anche troppo:” Conte! Abbiamo novità!” esclama Lau, Lan mao attaccata al suo braccio con un espressione strafottente. Mi alzo, aspettando che il cinese parli. Solo dopo qualche minuto in assoluto silenzio Lau comincia a parlare:” Beh Conte, lei si sta cacciando in un grooosso guaio.˜”  lo guardo serio, cercando di non alzarmi e tirargli uno schiaffo. “Parla. Ora.” Lui accenna un sorriso, di quelli veramente odiosi, poi continua:” Ha mai sentito parlare della famiglia De Guertè?”

*****Sebastian******

Non ho idea di cosa sia successo dopo che Bocchan ha ricevuto Lau, cosa si siano detti. Ma, a parer del padroncino, non mi è dato saperlo. Sono solo un maggiordomo. Il mio compito è solo di ubbidire. Dopo aver scortato Lau e sua sorella all’ uscita, Bocchan mi ha subito dato un incarico:” Trova Karin.” Oh, come siamo diretti. Haimè, non posso rifiutare… dopotutto gli ho promesso fedeltà fino alla morte.

Sto camminando per la città semideserta, cercando dappertutto il suo odore inconfondibile. Dove potrebbe essere andata? Non ha conoscenze, amicizie… invece si. O meglio… ne aveva una. Raggiungo il portone con i nastri della polizia attaccati e lo spingo. E’ già aperto… buon segno. Subito le mie orecchie odono della musica da pianoforte, una dolce melodia un po’ incerta. Quando mi guardo attorno mi accorgo che non è molto arredato: un tavolo, la cucina e qualche sedia. Il pavimento è sporco, ed è pieno di ragnatele ramificate. Le scale che portano al piano di sopra sembrano instabili, ma decido di salire. Evito di appoggiare i guanti bianchi sul corrimano, essendo esso pieno di polvere, e non vorrei altre rogne dal padroncino. Al piano di sopra lo spettacolo cambia radicalmente: pareti rosa confetto, un letto a fiori, una specchiera impolverata, e… bambole. Bambole e peluche ovunque. Sparsi per terra, sul letto e sul pianoforte vicino alla finestra. E lei è lì… seduta su un piccolo sgabello, le sue incantevoli mani sembrano ballare sulla tastiera bianca e nera, come dolci ballerine. La melodia si velocizza, e sul volto di Karin scorgo per un attimo un sorriso sereno, quasi rassegnato. Non mi sembra cortese interromperla ora, nel bel mezzo del concerto. Così mi siedo sul letto, appoggiando le mani sulla morbida coperta a fiori colorati, in totale silenzio. Dopo che l’ultima nota svanisce nell’aria così come hanno fatto tutte le altre, mi alzo in piedi e applaudo. E credo proprio che non se lo aspettava.

Angolo dell’autrice: Ciao a tutti!!! Allora… questa volta ho scritto di più, perché non trovavo il giusto momento di staccare. (MUAAHAH) Vi chiedo solo di lasciare magari una mini recensione, ditemi cosa ne pensate, se volete datemi qualche consiglio… beh che dire. Alla prossima! With Love, -MissYandere-

   
 
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