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Autore: saramermaid    22/10/2014    1 recensioni
Thadastian | Mini Long | Bas!The Flash
Dal testo:
"E frattanto mentre il suo respiro diventava regolare ed il suo petto si alzava ed abbassava per incamerare aria, Sebastian non sapeva nemmeno lontanamente quanto quell’incontro con Harwood avrebbe sconvolto radicalmente sia la sua vita che quella dell’altro, ma lo avrebbe capito molto presto e forse quello in fondo era semplicemente il loro personale punto di partenza. "
Genere: Angst, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Sebastian/Thad
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Superheroes



Capitolo Quarto









Le lancette dell’orologio scorrevano ormai senza sosta da diverso tempo, scandendo le ore con un lieve ticchettio sostanzialmente impercettibile, eppure all’interno dell’appartamento di Thad sembrava che tutto si fosse fermato. Il moro non riusciva ancora a credere ai propri occhi, nonostante i risultati genetici fossero impressi nero su bianco sulla pagina del suo computer portatile. Quando Sebastian si era presentato a casa sua, nel cuore della notte sostenendo che c’era qualcosa che non poteva aspettare e che lui doveva vedere immediatamente, non avrebbe mai pensato si trattasse della scoperta più sensazionale della storia.

Gli ci erano voluti alcuni minuti per realizzare la portata di ciò che erano riusciti a creare attraverso il loro lavoro costante in laboratorio ed altrettanti erano bastati per far schizzare l’entusiasmo di Thad alle stelle. La sua evidente emozione traspariva dalle dita che tamburellavano impazientemente ed in modo nervoso lungo il bordo della scrivania, mentre alle sue spalle Sebastian sembrava aver perso l’uso della parola o semplicemente cercava di concedergli qualche minuto per riordinare le idee. Erano finalmente riusciti a trovare le basi per poter creare un siero in grado di fare miracoli, scombinando le cellule cattive presenti nei filamenti di DNA per sostituirne di nuove, e se avesse potuto Thad era certo si sarebbe messo a saltellare per la gioia.

«E’ incredibile! Il dottor Wells deve assolutamente saperlo ed abbiamo altro lavoro da fare, bisogna inserire i nuovi geni nella catena di DNA, monitorare le eventuali mutazioni non previste e-»

«Harwood, per l’amor del cielo respira o ti verrà un infarto!» Lo bloccò il castano posandogli una mano sulla spalla per richiamare la sua attenzione e farlo smettere di gesticolare in modo concitato.

Thad sussultò appena a quel contatto, sentendo improvvisamente la lingua attorcigliarsi e le parole venir meno. «Oh. Emh si certo, scusa.» Biascicò in automatico osservando il leggero ghigno ironico presente sulle labbra dell’altro.

Erano stati entrambi così concentrati su quei dati da non essersi accorti della vicinanza dei loro corpi uno accanto all’altro, né del fatto che Sebastian avesse involontariamente racchiuso Thad in un abbraccio quando aveva posato la mano sullo schienale della sedia dove l’altro si era accomodato. Il più alto si scostò di scatto, quasi come se una scossa l’avesse colpito, recuperando la pendrive e spostando lo sguardo in direzione della porta. Da quella ridotta distanza il profumo del bagnoschiuma del moro gli arrivava alle narici e lui era certo che se fosse rimasto qualche secondo di più avrebbe fatto qualcosa di stupido e avventato.

«Sarà meglio che vada. E’ tardi e ho già scombussolato abbastanza la tua serata.» Mormorò con voce strascicata il castano, mettendo a tacere gli strani impulsi che il suo corpo sembrava lanciargli senza sosta.

«Resta.» Fu tutto ciò che rispose Thad in un sussurro, dando voce ai propri desideri e scrutando quelle iridi verdi in profondità nonostante l’evidente imbarazzo che provava.

Si morse poi le labbra con forza, riducendo ancora una volta le distanze, e passandosi una mano tra i capelli scuri in preda alla tensione. Non era sicuro di aver fatto la cosa giusta e all’improvviso iniziava a sentirsi un completo imbecille per aver dato ascolto ai consigli di Jeff. Era molto più probabile che uno come Smythe lo rifiutasse apertamente scoppiandogli a ridere in faccia, eppure decise di tentare in ogni caso. La sua mano tremante corse a stringersi attorno alla maglietta dell’altro tirandolo verso di sé per baciarlo.

Il contatto tra le loro bocche fu delicato e, proprio quando Thad stava per scostarsi, le braccia di Sebastian corsero attorno ai suoi fianchi stringendoli saldamente. In poco tempo il bacio si trasformò in qualcosa di più istintivo e passionale, portando Sebastian a mordere quelle labbra carnose per permettere alle loro lingue di intrecciarsi. Thad gemette a quel gesto, passando una mano in quella chioma ordinata e tirando qualche ciocca di capelli chiari, mentre sospingeva il chimico verso la propria camera da letto.

«Sebastian..» Sospirò con ancora gli occhi chiusi, sentendo chiaramente la lingua dell’altro muoversi sul suo collo abbronzato vezzeggiandolo con maestria ed arrossandolo in diversi punti.

Il respiro gli si bloccò in gola quando la sua schiena urtò accidentalmente la parete alle sue spalle ed istintivamente si spinse di più verso il corpo di Sebastian facendo scontrare i loro bacini. Gemettero entrambi a quel contatto improvviso e le mani di Thad corsero alla cerniera della felpa che l’altro indossava, tirandola verso il basso e facendola scivolare poi sul parquet lucido ai loro piedi insieme alla maglietta. Si prese tutto il tempo necessario per scrutare quel torace muscoloso e non poté fare a meno di pensare a quanto l’altro apparisse bellissimo in quel momento, con le labbra arrossate dai baci, i capelli in disordine e le iridi verdi scurite dal desiderio.

Fu sufficiente un solo battito di ciglia prima che Sebastian iniziasse a spogliarlo a sua volta, passando i polpastrelli sotto la maglia e seguendo la linea della schiena in un percorso lineare. Thad lo aiutò sollevando le braccia per sfilare l’indumento, mentre le mani dell’altro scendevano inesorabilmente verso il suo fondoschiena palpandolo senza ritegno e sospingendolo verso di sé. Le sue pozze castane si chiusero ermeticamente ancora una volta, cercando di non soccombere alle scariche di piacere accumulatesi nel basso ventre, e le sue labbra si fiondarono su quelle di Sebastian mordendole con forza e beandosi del gemito che ne scaturì fuori.

«Thad» Mormorò il castano indietreggiando fino a sedersi sul bordo del letto matrimoniale e tendendogli una mano in un chiaro invito che il moro colse perfettamente.

Era la prima volta che Sebastian lo chiamava per nome e con quel tono di voce basso e roco, constatò mentre sospingeva l’oggetto dei suoi pensieri verso i cuscini, costringendolo a distendersi sulla trapunta blu scuro. Le sue labbra si posarono lungo quel torace niveo, ai suoi occhi privo di imperfezioni, scendendo lungo la linea degli addominali che tracciò posandovi sopra la lingua. La pelle di Sebastian era morbida ed incredibilmente calda e Thad si prese tutto il tempo del mondo per esplorarla in ogni singolo dettaglio. I suoi denti si chiusero attorno ad un capezzolo roseo mordendolo appena e provocando un sonoro mugolio di apprezzamento in Sebastian.

Si beò del respiro sempre più irregolare dell’altro disteso sotto di lui e sospirò rumorosamente quando le braccia del castano corsero alla cintura dei suoi jeans slacciandola insieme alla zip; i palmi di quelle mani, frattanto, scivolavano delicatamente lungo le sue cosce man mano che Sebastian gli sfilava i pantaloni premurandosi di fare altrettanto con i propri. In poco tempo i loro corpi accaldati furono del tutto esposti e Thad fu scosso da un brivido lungo la schiena, prontamente cancellato dal passaggio della lingua di Sebastian lungo i suoi capezzoli turgidi e l’ombelico.

Non si era accorto che l’altro avesse assunto il comando della situazione, ma improvvisamente sembrava non avere importanza viste le attenzioni che il chimico gli stava dedicando spostandosi lungo l’inguine. Thad reclinò la testa sul cuscino bianco gemendo senza ritegno quando le dita di Smythe iniziarono a sfiorarlo con delicatezza e decisione. Le sue braccia si aggrapparono a quelle spalle muscolose, sentendo sotto la pelle i nervi distendersi grazie al suo tocco, e gli allacciò i polpacci attorno ai fianchi spingendo il bacino per chiedere di più.

L’ennesimo verso strozzato fuoriuscì dalle sue labbra martoriate dai denti quando l’altro iniziò a muovere il polso lungo il suo membro pulsante e bisognoso di attenzioni e quasi credette di morire quando Sebastian iniziò a stuzzicarlo anche con la bocca, passando la lingua su una vena particolarmente sensibile. Si sforzò di tenere aperte le iridi castane, scrutando con insistenza i tratti di quel volto che ultimamente popolava i suoi sogni e le sue fantasie e Thad si sentì ardere di desiderio sotto il peso di quello sguardo pieno di lussuria.

Artigliando qualche ciocca castana, riportò il viso dell’altro alla stessa altezza del suo; le loro bocche che si cercavano con naturalezza in quel frangente, mentre Sebastian iniziava a prepararlo con dedizione e calma turbato dal timore di fargli del male. Il bruciore che sentiva quando un primo dito entrò in lui era incredibilmente fastidioso, ma non aveva nessuna intenzione di fermarsi. Voleva Sebastian, lo desiderava, e fu sufficiente muovere il bacino affinché l’altro comprendesse inserendo un secondo dito per poi farsi largo in quell’apertura stretta. Thad mugolò di dolore cercando di rilassarsi ed attendendo che l’altro prendesse a muovere le dita. Passarono solo alcuni secondi prima che il castano iniziasse a ruotarle affondando con decisione in cerca della prostata.

«Sebastian!» Mormorò con un verso strozzato ed acuto quando l’altro trovò magistralmente quel punto in grado di renderlo molle come gelatina ed inarcò la schiena in preda alle scariche di piacere.

Sebastian, d’altro canto, gemette a causa di quella frizione tra i loro membri fin troppo tesi e sfilò le dita con un movimento fluido, provocando in Thad una sensazione di vuoto che venne colmata quando l’altro iniziò a farsi strada in lui lentamente. Si stava sforzando enormemente di fare con calma e di rispettare i tempi dell’altro, tuttavia con un’unica spinta affondò in quel corpo caldo ed invitante, racchiudendo l’urlo di Thad con un bacio infuocato e restando immobile per alcuni istanti. Questa volta fu inevitabile per lui arrendersi, socchiudendo quelle pozze color smeraldo fuso, e fu altrettanto naturale sentirsi completo. La sua mano destra percorse il bordo del lenzuolo candido fino ad incontrare quella di Thad, stringendola in una presa salda mentre iniziava a muoversi. Ben presto la stanza si riempì dei loro gemiti e le spinte si fecero sempre più decise portando entrambi al limite. Thad venne con un urlo strozzato seguito subito dopo da Sebastian che si riversò dentro di lui, crollando subito dopo sul suo petto.

Gli angoli delle sue labbra si distesero in un sorriso stirato e Thad si premurò di coprire entrambi con il piumone continuando a stringere Sebastian tra le sue braccia. Si addormentarono così, con i corpi ancora perfettamente in contatto, le dita intrecciate ed i cuori che battevano all’unisono. Per la prima volta nessuno dei due aveva dato ascolto alla testa, preferendo seguire ciò che l’istinto e soprattutto lo stesso cuore suggeriva. Le spiegazioni, i chiarimenti e le parole avrebbero dovuto attendere almeno fino al giorno dopo.







Il sole filtrava attraverso le tende aperte, colpendogli il viso e costringendolo a socchiudere gli occhi per evitare di ferirseli a causa della troppa luce. Sebastian sentiva la testa pesante, i muscoli indolenziti ed un innaturale senso di calore all’altezza del petto. Ancora in dormiveglia cercò di rigirarsi fra le coperte, accorgendosi improvvisamente di non riuscire a muoversi a causa di un peso che gli comprimeva il torace nudo. Le sue iridi verdi si sollevarono in automatico incontrando il volto profondamente addormentato di Thad e constatò che il peso che percepiva non era altro che le braccia del moro strette attorno ai suoi fianchi.

La portata di ciò che era realmente accaduto la sera precedente lo colpì in pieno e la sua fronte si aggrottò in un’espressione incerta. Nonostante i mille pensieri ingarbugliati ed i continui ammonimenti su quanto tutto quello fosse stato un errore, Sebastian non riusciva a pentirsene né a sentirsi in colpa. Per la prima volta in tutta la sua vita si sentiva bene, come se avesse trovato finalmente il posto giusto in cui restare, e fu del tutto naturale sollevare gli angoli delle labbra quando il suo sguardo si spostò ancora una volta sulla figura di Thad. La sua mano destra si sollevò passando tra quei capelli scuri ed iniziando a giocare con qualche ciocca fuori posto caduta sulla fronte.

Sentì Thad mugolare nel sonno e lo avvertì muoversi lentamente prima di spalancare quelle intense pozze castane che, fin da quando lo aveva salvato settimane prima, lo attiravano come una calamita. Lo vide trattenere uno sbadiglio ed arrossire leggermente di fronte alla consapevolezza dei loro corpi ancora nudi stretti sotto le coperte. Sebastian ridacchiò in risposta, mentre le sue dita si spostavano dai capelli al viso abbronzato dell’altro, tracciando con i polpastrelli la linea della fronte, del naso e spostandosi lungo la guancia accaldata.

«Buongiorno, pulce.» Sussurrò rompendo il silenzio della stanza e costringendo Thad ad inclinare il volto nella sua direzione prima di baciarlo con passione.

Le loro lingue si rincorsero come avevano fatto in precedenza e Thad si portò completamente sopra di lui, posando poi la fronte sulla sua quando la necessità di dover respirare li costrinse a separarsi. «Mi piace questo buongiorno.» Mormorò il moro in risposta incurvando le labbra in un sorriso compiaciuto che Sebastian trovò assolutamente sexy.

«Credo di poter fare qualcosa per migliorarlo.» Rispose con tono di voce sensuale ghignando apertamente e ribaltando le posizioni per portarsi sopra il corpo di Thad.

I loro bacini vennero di nuovo a contatto e Sebastian iniziò a percorrere con le labbra il torace dell’altro, mordendo quella pelle abbronzata con i denti e posandovi sopra la lingua per seguire un percorso immaginario lungo gli addominali. Thad sospirò stringendo la presa sui suoi capelli castani, tirandoli leggermente, mentre lui continuava a stuzzicargli con maestria l’ombelico e i fianchi. All’ennesimo sospiro Sebastian ritornò su, racchiudendo le labbra dell’altro tra le sue in bacio delicato e nettamente in contrasto con i loro corpi accaldati.

Un altro bacio fu invece posato sulla fronte mentre si lasciava cadere al fianco di Thad, scostando le coperte ormai del tutto sfatte. Sapeva, pur senza vederlo, che l’altro aveva un sopracciglio inarcato ed un’espressione corrucciata a causa di quel cambiamento improvviso, ma per quanto l’idea di restare lì fosse allettante dovevano andare a lavoro. Harrison aspettava con impazienza di visionare i risultati ottenuti e quella scoperta avrebbe potuto essere la sua ancora di salvezza. Improvvisamente il peso dell’identità segreta che nascondeva gli gravò sulle spalle, risucchiando quel barlume di felicità e di benessere che aveva provato grazie a Thad.

Indossò velocemente i propri vestiti sparsi per la stanza e, prima di voltarsi in direzione dell’altro, cercò di mascherare il suo evidente turbamento interiore. Si sforzò di sorridere a Thad mentre quest’ultimo seguiva il suo esempio stringendo i propri vestiti tra le mani. A Sebastian non passò inosservato il leggero tremore delle dita ed i denti che stavano visibilmente torturando il labbro inferiore in preda all’insicurezza. Sospirando gli si avvicinò lentamente, aiutandolo ad allacciare i bottoni della camicia e sistemandogli perfettamente il nodo della cravatta.

«Thad?» Lo richiamò sollevandogli il mento per poterlo osservare negli occhi. «Va tutto bene, scusa se sono diventato brusco, non volevo ferirti o far sembrare che quello che è accaduto non è importante.» Aggiunse racchiudendolo in un abbraccio rassicurante e confortevole sentendo l’altro rispondere a quel gesto con altrettanta dolcezza.

«Sono contento di sentirtelo dire. Avevo paura che tutto cambiasse e che-»

La sua frase venne prontamente interrotta dalle labbra di Sebastian posate delicatamente sulle sue in un bacio a stampo, prima che entrambi scendessero al piano di sotto chiudendosi la porta dell’appartamento alle spalle. L’aria mite di Ottobre li colpì in pieno viso mentre entrambi prendevano posto nella vettura di Thad e la macchina lasciava il vialetto alberato per inoltrarsi all’interno del traffico di Los Angeles. Le loro dita erano abilmente intrecciate sul cambio in una presa salda e Sebastian constatò come Thad sembrasse aver ritrovato il buon umore.

Si concesse un leggero sorriso, spostando le iridi verdi lungo la strada dal lato del passeggero, mentre il moro continuava a guidare in direzione della strada asfaltata che costeggiava il molo ed imboccando la corsia centrale già abbastanza trafficata. Era ancora mattino presto e la maggior parte degli abitanti di Los Angeles stava ancora dormendo cullata dal mondo dei sogni, tuttavia fuori dagli appartamenti e dalle case a schiera vi era un intero mondo che continuava ad andare avanti, constatò Sebastian. Per quanto riguardava lui ci stava ancora provando a lasciarsi i fantasmi del passato alle spalle e guardare oltre, ma era immensamente difficile dover lottare ogni giorno con l’altra parte di sé.

Se fosse stato meno codardo avrebbe stretto le mani di Thad tra le sue, rispecchiandosi in quei meravigliosi occhi castani, ed avrebbe confessato ogni cosa liberandosi finalmente di quel fardello diventato quasi insopportabile da gestire. Vista dall’esterno quella situazione sarebbe sembrata comica all’inverosimile; nei panni di Flash non si creava problemi ad essere coraggioso e lanciarsi nel pericolo pur di salvare vite umane, ma quando subentravano i sentimenti, le emozioni o le sensazioni si chiudeva a riccio lasciando fuori il resto del mondo. L’unica cosa di cui era certo era che non voleva perdere Thad; quel nanetto moro era riuscito ad entrare prepotentemente nella sua vita, stravolgendola radicalmente. Era bastato un sorriso, evidenziato dalle fossette ai lati delle labbra, e lui era stato fregato.

Non avrebbe mai dimenticato la sensazione di completezza quando i loro corpi si erano fusi in uno solo, né avrebbe mai potuto dimenticare quelle labbra carnose chiamare il suo nome con delicatezza e passione. Sebastian strinse leggermente i pugni, questa volta con determinazione, dicendosi che era giunto il momento per Thad di scoprire la verità e pregando che l’altro comprendesse, che gli dicesse che tutto sarebbe andato bene e che nulla sarebbe cambiato tra loro in quel rapporto che stava ancora nascendo. I suoi occhi si voltarono di nuovo ad osservare la strada; fu una frazione di secondo, il tempo di un battito di ciglia o di un sospiro lieve, e Sebastian si accorse con sgomento del camion che invadeva la loro corsia perdendo il controllo e puntando la loro auto.

«Thad attento!» Urlò in preda alla paura premendo le mani sul volante e sterzando verso il guard rail metallico.

L’auto strisciò contro quella barriera producendo scintille a causa dell’attrito e venendo sbalzata sull’altra corsia d’emergenza. Sebastian si lanciò sul corpo di Thad, proteggendo entrambi dalle schegge dei vetri che si rompevano, mentre la lamiera si accartocciava in diversi punti. Le sue mani erano sporche di sangue non suo e con orrore notò una profonda ferita sulla tempia dell’altro. Thad era incredibilmente pallido e l’espressione sofferente in volto denotava quanto in realtà la situazione fosse estremamente grave.

«Thad mi senti? Resta con me ti prego..» Esclamò disperato sfilandosi la giacca nel tentativo di bloccare, senza successo, l’emorragia.

Valutò le diverse opzioni a disposizione, sapendo perfettamente che sarebbero dovuti uscire da lì il più in fretta possibile vista la perdita abbondante di sangue da parte del moro. Le iridi verdi corsero velocemente verso le portiere bloccate ed incastrate ritornando poi su Thad. Sebastian prese un profondo respiro ed in quel momento agì senza pensare, posando la mano libera sui cardini dello sportello ed utilizzando una forza superiore alla media. Il metallo cedette sotto quel potere sovraumano, permettendo a Sebastian di tirare un Thad semi incosciente verso di lui. In pochi secondi grazie alla supervelocità del castano furono entrambi in salvo sull’asfalto umido, mentre le sirene dell’ambulanza si facevano sempre più vicine.

«Sebast-ian» Mormorò Thad in un rantolio sconnesso artigliando la mano attorno alla maglietta dell’altro. Ce la stava mettendo tutta per restare sveglio ma la testa era troppo pesante e si sentiva tanto stanco. Il paio di iridi verdi che tanto amava ed un camice bianco fu tutto ciò che vide prima che gli occhi gli si chiudessero trascinandolo nel buio totale dell’oblio.












A/N

Okay 4 recensioni, oltre 200 letture totali e ben 14 persone che seguono questa storia. Semplicemente vi adoro!! *-* Quando ho progettato questo capitolo non avevo assolutamente immaginato che sarebbe andata a finire con un leggero angst ed una scena decisamente bollente. Ma ormai sono perfettamente consapevole che tutte le mie previsioni vengono sempre stravolte dai miei Thadastian che prendono il sopravvento quando scrivo. Questo capitolo è il decisivo punto di svolta per entrambi: Thad deve fare i conti con ciò che sente per Sebastian dopo aver parlato con Jeff; Bas deve scendere a patti con se stesso convenendo che ormai anche lui sente qualcosa per Thad ed è giusto dirgli la verità su Flash. E credo sia perfettamente chiara la presenza dello scintillante rating giallo/arancione. A questo proposito spero di essermela cavata alla grande e se così non fosse fatemelo notare tranquillamente perché so che devo ancora migliorare con i dettagli a rating elevato. La scena finale poi è un ulteriore passo verso la soluzione di questo enigma, se così possiamo definirlo, e non abbiate timore perché questo momento drammatico servirà. Non aggiungo altro per qualsiasi cosa sono a vostra disposizione e potete lasciarmi una recensione quando volete. Vi lascio alla lettura! L'appuntamento è per il prossimo mercoledì!

xoxo

Sara
  
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