_Your
Guardian Angel_
-Hey
Heiji! Buongiorno!-
Salutò quella mattina
Kazuha il migliore amico,
incrociandolo sulla strada per la scuola. Il buon umore per essere
stata
invitata al ballo da lui la sera prima non era ancora sfumato, quindi
letteralmente saltellò affiancandosi all’amico,
sicura che quella sarebbe stata
la volta buona per fargli capire quanto ci tenesse a lui.
-Hey..!-
Ricambiò lui, assorto
nei suoi pensieri e facendo sfumare
quindi tutto l’entusiasmo della migliore amica.
-Cos’hai? Mi sembri
distratto..-
Osservò la ragazza,
continuando a fissarlo preoccupata,
mentre un brutto presentimento si insinuava in lei.
-Mi conosci troppo bene!-
Scherzò Heiji, per poi
aggiungere sovraeccitato:
-Sono impegnato in un nuovo caso!
Da ieri sera!-
Kazuha alzò gli occhi
al cielo esasperata per l’ennesimo
caso che Heiji avrebbe inseguito in giro per il mondo, ma non si
scompose e
sorridendo chiese:
-E..?-
Heiji non stava più
nella pelle per parlarci, quindi
iniziò entusiasta:
-Avrai sicuramente letto sui
giornali di Christal quattro
assi!-
-Si, quella ladra che lascia
sempre un asso di cuori con
una C all’interno, vero?-
Il ragazzo annuì con
sguardo perso, non notando il tono
rassegnato dell’amica.
-Si, mio padre me ne ha parlato..
Stai lavorando a quel
caso?-
Domandò Kazuha, sicura
che fosse quello che voleva
sentirsi chiedere Heiji.
-Esatto!- Esclamò lui
-Mi ha assunto l’impresario Kusube
per proteggere la sua collezione di quadri. Christal colpisce sempre
uomini
pieni di soldi che non vogliono devolvere nulla in beneficenza e poi
usa i
soldi ricavati dalla vendita della refurtiva o la ricompensa per il
loro
ritrovamento per associazioni benefiche.-
Concluse agitando le braccia
euforico, lanciando quasi la
borsa piena di libri in faccia alla
migliore amica. La confidenza con cui Heiji chiamava quella ladra
“Christal”,
come se fosse una sua vecchia amica fece irritare ancora di
più la ragazza, che
puntualizzò acida:
-Resta pur sempre una ladra.-
-Quello si, ma ha un qualcosa che
mi affascina..-
Ammise il moro, mettendo le mani
in tasca e iniziando a
prendere a calci un sassolino per terra. In quel momento
suonò il cellulare di
Heiji e lui rispose serio:
-Pronto? Oh salve signore! Come?
Nel quartiere Rappongi?
Vado subito!-
Heiji riagganciò e
mise il cellulare in tasca, mentre i
suoi occhi si illuminavano radiosi.
-Ha colpito questa notte nel
quartiere Rappongi,
andiamo!-
Concluse prendendo Kazuha per
mano e iniziando a
trascinarla via, verso il quartiere in cui la famosa ladra era stata
avvistata.
-Ma Heiji, le lezioni!-
Cercò inutilmente di
protestare lei, rassegnandosi poi al
fatto che quel giorno non sarebbero andati a scuola.
*
Era un pomeriggio freddo e
ventoso a Tokio in cui
Shinichi sperava di poter restare in casa a leggersi un bel libro
ancora a
lungo, ma Ran aveva deciso che l’avrebbero passato per
negozi. Nonostante ciò
era più di mezz’ora che parlava al telefono con
Kazuha, quindi lui poteva
godersi a pieno le fiamme del suo camino e un buon libro di Conan
Doyle, finché
la fidanzata non gli porse il telefono e disse:
-Shinichi, ti vuole parlare
Kazuha!-
Il ragazzo alzò gli
occhi dal libro e domandò curioso:
-La Toyama? Cosa vuole?-
-Prendi il telefono, te lo
dirà lei tra poco.-
Rispose Ran preoccupata,
accoccolandosi sul divano
affianco a Shinichi, che prese il telefono e domandò:
-Toyama? Dimmi tutto!-
Il cervello del ragazzo aveva
già iniziato ad elaborare
mille motivazioni che Kazuha potesse avere per parlare con lui ed era
già
giunto alla conclusione che lo dovesse sgridare per qualche data che si
era
dimenticato.
-Kudo devi aiutarmi!-
Esordì agitata la ragazza
dall’altro capo del telefono, proseguendo subito dopo -Hai
presente che Heiji
sta indagando su quella ladra, Christal?-
-Si, la ladra dell’asse
di quadri, giusto?-
Rispose il detective lanciando
un’occhiata al giornale
spiegazzato davanti al fuoco su cui aveva letto qualcosa su quella
ladra quella
mattina.
-Si proprio lei!-
Esclamò Kazuha al
colmo dell’agitazione, per poi
aggiungere con aria disperata:
-Scopri chi è questa
ladra, ti prego!-
-Ma lo sta già facendo
Heiji..-
Ribatté il ragazzo
confuso, prendendo il giornale e
controllando che fosse proprio il nome di Heiji quello citato
nell’articolo.
-Appunto per questo. Risolvi il
caso tu Kudo.-
Lo supplicò Kazuha,
con un tono che dava ad intendere che
molto presto sarebbe scoppiata di nuovo a piangere.
-Perché dovrei?-
Ran guardò
interrogativa il fidanzato, che le rispose
agitando una mano per calmarla, nonostante il suo viso lasciasse
trasparire
apprensione.
Kazuha spiegò
velocemente di come ad Heiji fosse stato
affidato quel caso dal signor Kusube perché la ladra aveva
minacciato che lui
sarebbe stato la prossima vittima. Il problema non stava tanto nel
fatto che
lui si fosse concentrato solo su quel caso ma sul fatto che secondo
Kazuha si
fosse preso una vera e propria cotta per quella ladra.
Non faceva altro che parlare di
lei, del suo intuito
sorprendente, la sua agilità, la sua intelligenza e anche la
sua bellezza.
L’aveva intravista mentre la inseguiva quando era riuscito a
sventare un furto
e da allora pensava solo ed esclusivamente a lei, tralasciando
addirittura gli
studi e il kendo.
Ormai viveva solo per quella
donna.
Concluse la ragazza con un filo
di voce, mentre
continuava a passeggiare per la stanza senza sosta e cercava di
trattenere le
lacrime che stavano insistendo per uscire.
-Di cosa ti preoccupi Toyama?
È una ladra, Heiji non è
così stupido da innamorarsene!-
Cercò di
sdrammatizzare il ragazzo mettendola sul ridere,
ma la risposta di Kazuha fu perentoria:
-E se l’avesse
già fatto?-
Shinichi rimase in silenzio per
qualche secondo,
soppesando le parole della ragazza, poi rispose piano:
-Ma non è possibile
Toyama..-
-Shinichi.-
Iniziò Kazuha,
facendolo stupire per averlo chiamato per
nome.
-Per favore, vieni qui e fai
tornare da me Heiji.-
Lo supplicò, questa
volta lasciando andare tutte le
lacrime trattenute fino ad allora.
-Va bene To.. Kazuha. Prendo il
primo treno e arrivo.-
-Grazie.-
Mormorò la ragazza
prima di chiudere la conversazione e
scivolare lentamente per terra, immergendo la testa nelle ginocchia
nella
speranza di scomparire.
Nell’altra
città invece Ran, al colmo dell’ansia, chiese
al fidanzato:
-Shinichi,
cos’è successo?-
-Devo andare a Osaka.
Immediatamente. Vieni anche tu,
Toyama ha bisogno di qualcuno che la sostenga. Io devo fare rinsavire
Heiji
prima che faccia stupidate.-
Spiegò Shinichi
alzandosi in piedi e andando a prendere
il computer per controllare gli orari del primo treno per Osaka.
*
-Allora Kudo? Come
l’hai trovato?-
Chiese Kazuha preoccupata aprendo
la porta di casa sua al
ragazzo della sua migliore amica, che aveva appena incontrato Heiji per
soppesare le sue condizioni. Il ragazzo scosse la testa e si
buttò sul divano
esausto.
-E` impazzito, non
c’è altra risposta.-
Ran si accomodò
affianco a lui e chiese:
-In che senso?-
-Non lo riconosco più.
Toyama avevi proprio ragione.
Pensa solo a quel caso e vuole conoscere a tutti i costi quella
Christal.-
Kazuha scoppiò a
piangere e subito Ran gli corse affianco
e l’abbracciò nella speranza di riuscire a
consolarla.
-Ragazzi come posso fare? Quello
non è Heiji, non il mio
Heiji.-
Nella stanza cadde il silenzio,
interrotto solo dai
singhiozzi strozzati di Kazuha e dal mormorio confortante di Ran.
Finalmente Shinichi
parlò e propose:
-Kazuha, la soluzione secondo me
è una sola. E io sono
pronto a darti tutto il mio appoggio.-
*Angolo della disgrazia*
Vi rubo un attimo solo per dirvi
grazie! Grazie ai santi
che hanno recensito e letto il capitolo precedente nonostante tutto il
tempo
passato da quello prima! Grazie veramente!
Alla prossima!
Saru