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Autore: merda_totale    22/10/2014    0 recensioni
Non so bene cosa significhi l’espressione “Brancolare nel buio”, so solo che io quella notte, lo stavo facendo.
Brancolavo per le vie di Londra del tutto priva di una meta;camminavo e pensavo,neanche ricordo a chi o cosa la mia mente era troppo annebbiata dall’alcool che ormai avevo in corpo mi ricordo solamente che era qualcosa molto importante qualcosa che mi avrebbe decisamente cambiato la vita, ma ve lo giuro,non ho per niente idea di cosa fosse.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Non so bene cosa significhi l’espressione “Brancolare nel buio”, so solo che io quella notte, lo stavo facendo.

Brancolavo per le vie di Londra del tutto priva di una meta;camminavo e pensavo,neanche ricordo a chi o cosa la mia mente era troppo annebbiata dall’alcool che ormai avevo in corpo mi ricordo solamente che era qualcosa molto importante qualcosa che mi avrebbe decisamente cambiato la vita, ma ve lo giuro,non ho per niente idea di cosa fosse.

 

Va bene, non posso iniziare a raccontarvi la mia storia partendo dal presupposto che voi già mi conosciate e sappiate a che cosa stavo pensando quel fatidico sabato sera quindi mi presento: Mi chiamo Ginevra e vengo da Roma,vivo a Londra da quasi due mesi e mi ci sono trasferita con la mia migliore amica (anche se non ci piace definirci così) Laila,lei è Brasiliana ma si è trasferita in Italia verso i sedici anni e siamo diventate subito amiche,Lei è veramente molto importante per me,e mi vergogno a non riuscire a dirglielo.

Non voglio fare il poema con scritto come sono fatta:occhi capelli e tutto,vi basta sapere che sono una donna,ho un altezza,un peso,due braccia,due gambe e una testa; provatemi a immaginare voi,come più vi piaccio.

 

A Londra io e Laila abbiamo trovato un loft molto grande che grazie a qualche lavoretto qua e la e ad altri due inquilini riusciamo a permetterci,o per meglio dire i nostri due ex coinquilini perché essendo fratello e sorella ci hanno avvertito che siccome il padre è gravemente malato devono tornare assolutamente a Berlino a fine mese,infatti se non vogliamo perdere il nostro “rifugio” sarà meglio che ci iniziamo a muovere a cercare dei sostituti.

 

Io e Laila la mattina abbiamo trovato un lavoro nella caffetteria vicino casa apriamo il negozio serviamo la colazione e a mezzogiorno finisce il turno lei il pomeriggio va a studiare moda all’università io invece lavoro come commessa al negozio di profumi di un centro commerciale,non ho mai trovato una facoltà all’università che mi affascini particolarmente quindi,con grande sconnesso da parte dei miei genitori e anche di Laila ho pensato di prendermi del tempo per scoprire che cosa veramente io voglia fare della mia vita.

 

Bene ora che mi sono presentata vorrei raccontarvi quello che successe prima di quella notte tutto fa luce ad un mese e mezzo prima ad un normalissimo Mercoledì di novembre.

La mia svegli aveva appena suonato e segnava le sette in punto, mi alzai ed andai alla finestra,scostai le tende e notai che i primi fiocchi di neve della stagione si erano ormai integrati al suolo, mi piaceva la neve e ne ero felice.

Come tutte le mattine andai in bagno e mi vestii pronta per un intensa giornata di lavoro, in cucina trovai Laila già vestita e pronta per andare al bar intenta a preparare il caffè,molto zuccherato,come piaceva a noi,lo bevemmo in fretta e ci recammo alla mia macchina:era un pik up comprato al mercato nero di quinta mano pagato quanto normalmente si pagano due pacchetti di sigarette, permanentemente non funzionante tranne le poche volte in cui dio si ricorda la mia esistenza.

Quel giorno fortunatamente il mio catorcio rosso scolorito partì e ci recammo all’ “Hope Bar” strano nome no?

 

Parcheggiai la macchina in un posto non troppo lontano dal bar e entrammo,quella mattina faceva particolarmente freddo e il ghiaccio formatosi sulle strade non aiutava di certo il mio scarso equilibrio.

Entrammo nel bar e un atmosfera calda e accogliente ci accolse; il locale era in piena preparazione pre-apertura,c’era chi dava una passata di scopa per terra,chi sistemava i dolci in 

vetrina, chi allestiva il bancone, chi puliva la macchina del caffè e chi preparava la cassa.

Ci recammo a prendere i nostri grembiuli e Laila andò a salutare Melany,una ragazza Irlandese molto dolce e simpatica che in poco tempo ci ha conquistate(specialmente Laila);io invece mi diressi a salutare Mike e Simon due fratellastri che lavoravano insieme a noi al bar.

Laila,Melany e Vanessa(la proprietaria del bar) si occupavano del reparto cucina, Io Mike e Simon servivamo ai tavoli e ci occupavamo a turni della cassa;Vanessa era una donna sulla cinquantina, era del Madagascar,Grassa quanto dolce e simpatica,era diventata un po’ la nostra madre Londinese,a volte, quando il negozio chiudeva, ci insegnava qualche canto e ballo tipico del suo paese,non sappiamo molto della sua vita è una donna abbastanza riservata,si interessa molto della vita degli altri e non pensa mai alla sua,persino il motivo per cui ha chiamato il suo bar “bar della speranza” è un mistero.

 

   
 
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