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Autore: Suzerain    22/10/2014    1 recensioni
Si erano sorpresi un po' tutti quando, la sera prima, Art aveva telefonato in ufficio per avvisare che, causa un imprevisto, il giorno seguente avrebbe saltato il proprio turno al lavoro. V'erano stati attimi di silenzio imbarazzato prima che la notizia fosse effettivamente assimilata, e lui aveva ridacchiato, leggero e divertito; ma non gli avevano fatto storie né l'avevano rimproverato – figuriamoci: che Art fosse il tipo di persona che dà precedenza al lavoro indipendentemente dalla situazione nessuno l'avrebbe mai messo in dubbio. Non c'era nulla che potesse fargli cambiare idea.
~[NiceArt molto casuale e fluff.]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Art, Nice
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Stay with me, let loving start.
Autrice: _snowscene
Fandom: Hamatora (ハマトラ)
Pairing: NiceArt.
Personaggi: Nice, Art.
Desclaimer: Hamatora ed i suoi personaggi non mi appartengono, ma sono stati creati da Yukino Kitajima e Yuu Wazu.
I copyright appartengono anche a Touka Machida e Jun Kumagi, essendo la mia storia ispirata all'adattamento animato.
Ambientazione: Non specificata all'interno della serie originale (L).
Note dell'autrice: Avevo voglia di fluff, sebbene sia un genere che non sono per niente abituata a trattare. Ho deciso, pertanto, di provare a mettermi alla prova: mi sono data un prompt (“Mattina”) ed un tempo massimo (un'ora) e mi sono detta “Ohibò, vediamo che ne viene fuori”. Sarà che non essendo una fanfiction impegnata non ci ho sputato sangue e non l'ho riletta all'infinito, ma non mi schifa del tutto. E poi voglio più NiceArt nel mondo, perché sono una delle poche coppie che riescono ad andare dall'angst estremo al fluff schifoso, quindi (?) ecco.
 
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Si erano sorpresi un po' tutti quando, la sera prima, Art aveva telefonato in ufficio per avvisare che, causa un imprevisto, il giorno seguente avrebbe saltato il proprio turno al lavoro. V'erano stati attimi di silenzio imbarazzato prima che la notizia fosse effettivamente assimilata, e lui aveva ridacchiato, leggero e divertito; ma non gli avevano fatto storie né l'avevano rimproverato – figuriamoci: che Art fosse il tipo di persona che dà precedenza al lavoro indipendentemente dalla situazione nessuno l'avrebbe mai messo in dubbio. Non c'era nulla che potesse fargli cambiare idea.

Il sole è sorto da qualche ora quando lui si sposta di poco, cercando di evitare movimenti troppo bruschi, per cercare con lo sguardo l'orologio digitale poggiato sul comodino. Rinuncia quasi immediatamente però, considerato che Nice, il viso ancora poggiato sul guanciale, sceglie proprio quel momento per stringerglisi contro, strusciandosi in un gesto che, sulle labbra un sorriso spontaneo, Art interpreta come involontario. Ha il respiro regolare e gli occhi ancora chiusi, la pelle calda ed ancora arrossata in diversi punti, come quello che le sue dita vanno a sfiorare con delicatezza, lì, sul collo.
Nice rabbrividisce, ma ancora non si sveglia – c'è stata un'impercettibile variazione nel battito ed un mugolio assonnato, ma niente di più. L'albino, un sospiro che va sostituendosi al sorriso, richiude gli occhi e gli si avvicina, così da sentire sulle labbra il suo respiro; resta così per un po', osando stringerlo a sua volta e sfiorargli la schiena ancora nuda con la stessa mano con cui precedentemente l'ha stuzzicato, seguendone il filo con i polpastrelli. Lo fa più volte, senza nemmeno rifletterci su: è un gesto che ha sempre trovato naturale, una premura, se così la si vuole definire, che gli ha sempre rivolto quando si ritrovano così, a condividere un letto studiato per uno dalle lenzuola troppo piccole per coprirli entrambi.
Inspira, Art, il profumo di Nice. A lungo, lo imprime nella memoria perché nulla possa mai portarlo via, così che non sbiadisca – lo stringe, perché vuole ricordare per sempre il tocco e la sensazione delle pelli che si sfiorano, il suo calore. Si avvicina ancora e gli sfiora le labbra.
Nice mugola di nuovo, arricciando il naso per riflesso quando l'altro si allontana dalle sue labbra e gliene bacia la punta, gli occhi chiari che lentamente si aprono e cercano di mettere a fuoco il compagno e l'ambiente circostante; si allontana di poco e lo guarda, sbuffando.
« Stavo dormendo, Art. » sussurra. Art lo guarda appena imbarazzato, perché non era sua intenzione svegliarlo davvero – “E' presto”, gli dice, “scusami”, continua. Ma il castano sbuffa e poi ridacchia, allungando una mano verso i capelli di lui, attorcigliando una ciocca contro l'indice e giocandoci piano.
« Non fa niente. » riprende. « Puoi farti perdonare preparandomi la colazione. »
Ed allora Art si allontana e lo spintona via, borbottando che non ha intenzione di farsi sfruttare come Murasaki – che, ne è sicuro, sarebbe stato santificato, prima o poi; e Nice ride di più, approfittando di quel broncio leggero per avvicinarlo di nuovo e baciarlo piano, approfondendo il bacio a poco a poco e mordendogli il labbro.

Non c'era nulla che potesse fargli cambiare idea. Niente, a parte Nice.

 

   
 
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