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Autore: A lexie s    23/10/2014    5 recensioni
CaptainSwan spelling:
Scrivere flashfic o oneshot partendo dai seguenti prompt, la pubblicazione può avvenire in qualsiasi momento, l’unica regola consiste nel rispettare la sequenza senza saltare lettere.
-Chocolate&Comfort: Lui spostò la mano dalla sua schiena, facendole sentire la mancanza di quel calore, le toccò leggermente il labbro inferiore catturando una scia di cioccolata che era sfuggita al suo controllo e se la portò alle labbra.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Never give up

Captainswan – [Pants&Passion; 882 parole.]

“Bei pantaloni, Swan.” Disse, indugiando con lo sguardo sul tessuto che le fasciava le gambe in maniera perfetta. Si avvicinò piano, portando la mano destra sul suo fianco e lasciandole un bacio sulla guancia.
La barbetta ispida le punzecchiò la pelle, ma Emma non lo trovava fastidioso. In realtà, le piaceva quel contatto, aveva imparato ad amarlo con il tempo e lo cercava senza rendersene conto.
“Pelle, eh?” Sussurrò piano l’uomo al suo orecchio, lei rise ed annuì lentamente.
“Stavano bene con il mio giubbotto nuovo” rispose Emma, allargando le braccia in modo spavaldo, sistemò il colletto del nuovo giubbotto grigio e si avviò sul pianerottolo chiudendosi la porta alle spalle.
Lo sorpassò dirigendosi verso le scale, ma non sentendo i suoi passi si fermò per constatare quale fosse il problema.
“Che fai non vieni?” Si voltò con espressione accigliata, protendendo una mano nella sua direzione.
“Sei proprio sexy, Swan!”
“Sexy? Vedo che ormai fai parte di questo mondo a tutti gli effetti, hai un cellulare, nuovi abiti ed utilizzi anche nuovi termini. Dove lo hai sentito questo?” Chiese, indietreggiando fino a trovarsi di fronte al suo viso.
“E’ una storia divertente, in realtà, ma non credo te la racconterò stasera” le sfiorò piano il naso con il dito e rise spontaneamente. Si ricordò di quando l’aveva sentito dire ad Henry, la nuova ragazza lo aveva davvero colpito parecchio ed il ragazzo si era lasciato andare liberamente a quella esclamazione. Quando Killian gli aveva chiesto delucidazioni, lui aveva risposto imbarazzato e poi si era dileguato velocemente.
“Dovrei preoccuparmi?” Domandò spaesata da quella risata, spostandosi scocciata. Non sopportava essere all’oscuro delle cose, lo era stata per troppo tempo nella sua vita.
“No, dovresti chiedere ad Henry” asserì l’uomo, ridendo della sua espressione sconcertata, poi le afferrò la mano e si avviò insieme a lei al piano sottostante.
Il cielo era ormai buio, la luce proveniva soltanto dai piccoli lampioni che illuminavano il viale e l’aria era pungente, Emma si strinse nelle spalle e Killian lasciò la sua mano per passarle il braccio sulla schiena.
“A quanto pare, ho fatto bene ad indossare i pantaloni” constatò, stringendosi maggiormente nel suo abbraccio.
“Staresti bene con qualsiasi indumento.”
“Come siamo romantici oggi” lo prese in giro, alzando la mano per incrociare le loro dita sulla sua spalla, “piuttosto, dove andiamo stasera?”
“In un posto tranquillo” rispose evasivo, sciogliendo lo sguardo da quello di lei per voltarlo altrove.
“Sarebbe?” Lo interrogò, non lasciando cadere la conversazione.
“Okay, c’è una nave ormeggiata al porto. Ci sono andato con Henry qualche volta, quando non aveva recuperato la memoria e visto che si trova ancora lì e nessuno l’ha reclamata, stasera ho organizzato una cenetta a bordo.” Sorrise sghembo, mostrando una schiera di denti bianchi e lei rimase abbagliata per un attimo.
“E’ una grande idea, capitano” disse sinceramente. Vederlo di nuovo in mare, nonostante non si sarebbero spostati dal porto, le faceva piacere. I suoi occhi si accendevano sempre quando stava a contatto con il mare e lei era felice di regalargli momenti del genere.
Una manciata di minuti dopo, si ritrovarono al porto. La nave era lì come sempre, una figura imponente rispetto alle barchette di cui era circondata, certo non imponente come la Jolly Roger ma sarebbe stata comunque loro per quella notte.
Killian sciolse l’abbraccio e si avviò verso la passerella che gli permetteva di salire a bordo, “milady” si voltò verso Emma porgendole la mano ed aiutandola a salire.
“Forse mangiare fuori non è poi una grande idea, vista la temperatura di stasera” sussurrò, portando le braccia intorno a lei e stringendola contro il suo petto. Emma gli circondò il collo con le mani, facendole vagare piano sulla sua nuca prima di avvicinare le labbra alle sue.
Si baciarono lentamente, senza fretta, con una passione non dettata dall’urgenza ma dal voler fondersi insieme piano, assaporando quel momento.
Aprirono gli occhi contemporaneamente, rivedendo il proprio riflesso nell’altro. Erano solo loro lì, nessun problema, nessun altro pensiero. Loro che si stringevano, si guardavano e poi fronti che si toccavano e nasi che si sfregavano piano.
Emma gettò uno sguardo dietro di lui, e vide il tavolino tondo al centro del ponte. La tovaglia bianca, la rosa rossa al centro adagiata su un grazioso vaso azzurrino e le portate già servite, accuratamente coperte così che non potesse vedere di cosa si trattasse.
“Chi ha detto che dobbiamo mangiare fuori?!” Sussurrò lentamente, sorpassandolo ed avviandosi verso il tavolino. Appoggiò le portate sul carrellino lì vicino e le trasportò dentro, adagiandole sulla brandina spaziosa che si trovava al centro della stanza.
Una serie di candele accese adornavano il tutto, regalando una luce soffusa e accogliente.
Killian rimase a guardare, appoggiato allo stipite della porta.
“Che stai facendo?” Chiese poi, lo sguardo illuminato da un lampo di malizia ed il solito sorriso sghembo.
“Sto sistemando per la cena” rispose con fare ovvio, alzando le spalle ed avvicinandosi a lui.
“Sotto coperta, Capitano!” Rise, tendendogli la mano e tirandolo verso di sé. Lui l’accolse spontaneamente, strofinando il naso sul suo orecchio, “dovresti sapere, amore, che sul letto mi piace fare altro” le alitò piano, provocandole un brivido lungo la schiena.
Lei sorrise e si avvicinò a sua volta al suo di orecchio, “chi ha detto che non lo faremo?!” Chiese retoricamente, prima di mordicchiarglielo, sentendolo gemere sulla sua guancia.


Angolo autrice:
Salve a tutti! *^*
Siamo giunti al terzo prompt, ancora c'è molta strada da fare, ma scrivere queste shot mi sta divertendo parecchio. Il tempo in questa oneshot non è ben definito, penso ad un futuro (spero prossimo xD).
Volevo ringraziare tutte le persone che seguono la raccolta, chi ha commentato e chi legge solamente. 
Ed un ringraziamento anche a tutti quelli che stanno aderendo all'iniziativa, mi rende felice vedere che c'è partecipazione. 
Alla prossima! :* 
 
 
 
 
  
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