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Autore: OneRepublicLover    23/10/2014    1 recensioni
CaptainSwan spelling:
Scrivere flashfic o oneshot partendo dai seguenti prompt, la pubblicazione può avvenire in qualsiasi momento, l’unica regola consiste nel rispettare la sequenza senza saltare lettere.
C Prompt Chocolate&Comfort
A Prompt Alcool&Angry
P Prompt Pants&Passion
T Prompt Trick&Trust
A Prompt Accord&Apologize
I Prompt Internet&Interest
N Prompt Night&Need
S Prompt Storm&Sadness
W Prompt Wood&Warmth
A Prompt Arms&Ache
N Prompt Neck&Neck
Iniziativa creata da: Alexies, CSLover, Alexandra_Potter, Lely_1324, Clohy e Pandina.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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I Owned Every Second That This World Could Give

Captainswan - [Alcool&Angry]
Era stato incastrato ancora una volta, e ancora una volta non voleva parlare per paura di perdere le persone che amava.
“Se minaccerai ancora una volta il mio amore, quasi certamente perderai il tuo”.
Era furioso con l’Oscuro, in un qualche modo riusciva sempre a rigirare le situazioni a suo favore.
“Hai minacciato il mio matrimonio, ora mi sarai debitore per la vita”.
Ma soprattutto era furioso con se stesso, come poteva anche solo aver sperato di avere in pugno Gold per ben due volte? Aveva funzionato la prima volta, infatti aveva aiutato lui ed Elsa a trovare la strega, ma lui aveva tirato troppo la corda e ora era suo schiavo.
Bevve un sorso dalla fiaschetta. Il rum era proprio quello che ci voleva, aveva un disperato bisogno di dimenticare e l’unico modo che conosceva era ubriacandosi. Era stato nell’ufficio dello sceriffo quella mattina, dopo aver aiutato Gold. Emma gli aveva ribadito di quanto fosse stata bene al loro appuntamento, e lui aveva sorriso. Era un sorriso vuoto, però. Quelle parole gli avevano scaldato il cuore, ma il non poterle dire la verità glielo aveva congelato. Aveva trascorso tutta la giornata alla ricerca della strega, ma non era stato trovato nulla di rilevante. Così, alla sera, si era recato al porto e appoggiato alla ringhiera si godeva la compagnia della fiaschetta e della rabbia che lo tormentava. Era perso nei suoi pensieri, per questo non la sentì arrivare.
“Eccoti finalmente, ti ho cercato ovunque. Che ci fa qui da solo? Eravamo tutti da Granny e mancavi solo tu!” Il pirata sospirò “Non avevo voglia di compagnia Swan, e sinceramente non ce l’ho nemmeno ora.” Non voleva ferirla ovviamente, era l’ultima cosa che desiderava. Trattarla male però era l’unico modo per allontanarla e non rivelarle cosa lo turbava. “So cosa stai facendo” gli disse, “mi tratti male sperando che me ne vada. So come funziona, di solito sono sempre io a farlo. Quindi Killian non me andrò finchè non mi dirai cosa ti passa per la testa, è tutto il giorno che sei strano.” Lui la ignorò e bevve un altro sorso di rum. “Killian…” ripetè lei.
Stava per bere di nuovo Emma gli prese la fiaschetta dalla mano e la gettò in terra “Smettila di bere e dimmi una volta per tutte cosa c’è che non va!” “Cosa c’è che non va Swan? C’è che ho rovinato tutto, ancora una volta. Se solo non avessi parlato con il maledetto signore Oscuro!!!” urlò. “Cosa? Cosa diavolo c’entra Gold?” Emma era sorpresa, si era immaginata qualunque cosa. Era arrivata pure a pensare che il pirata non aveva gradito la sua compagnia, dopotutto era la prima volta che uscivano solo loro due, senza mostri di neve o ladri da acciuffare. “Parli della mano? Avevi detto che ti aveva restituito ciò che ti aveva tolto.. cosa è successo?”. Finalmente Killian distolse lo sguardo dal mare e lo posò su i lei. I suoi occhi tradivano le emozioni che provava. Stava male a vederlo così, voleva aiutarlo. Questo gli diede la spinta a raccontarle tutto. All’inizio non fu facile ma poi le parole vennero fuori da sole, come un fiume in piena. Le raccontò di come pensava di aver in pugno Gold quando aveva scoperto del pugnale e di come ora la situazione si era ribaltata grazie alla sua ingenuità. Le aveva detto tutto, anche dove era stato quella mattina, questa volta non c’erano segreti tra di loro e ora si sentiva svuotato. Emma aveva ascoltato impassibile la sua confessione. Lo guardava e vedeva che sotto alla dura corazza che si era costruito c’era un uomo vulnerabile, che aveva sofferto e stava soffrendo tutt’ora. Ancora una volta lui aveva agito non pensando alle conseguenze, per lei, perché al loro appuntamento voleva abbracciarla con entrambe le mani. Sospirò e fece un passo verso di lui, annullando la distanza che li separava e lo abbracciò. Killian rimase interdetto dal suo gesto, ma non appena lei si strinse a lui le sue braccia la circondarono automaticamente, come animate da vita propria. “Riusciremo a trovare una soluzione insieme. Non sei solo, io non ti lascerò solo. Non mi arrenderò mai con te, come tu non ti sei arreso quando ero a New York”. La rabbia di Killian era svanita non appena le braccia della salvatrice lo avevano circondato. Sciolse l’abbraccio e la guardò. Nei suoi occhi vi era riflessa la determinazione con la quale aveva pronunciato quelle parole, e per la prima volta in quella maledetta sera sorrise.
Killian era proprio come lei, agiva da solo perché pensava di esserlo, quando in realtà era circondato da persone che gli volevano bene. Anche lei ci aveva messo molto per capirlo, ma con il tempo lo avrebbe fatto capire anche a lui. Gli diede un bacio sulla guancia “Forza ora, torniamo in città, magari gli altri sono ancora da Granny”. Si presero per mano e insieme si avviarono verso il locale.
 
   
 
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