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Autore: Kerri    23/10/2014    3 recensioni
"Perché forse, in un certo senso, non ci eravamo lasciati alle spalle quello che ritenevamo di aver abbandonato. Perché, sotto sotto, una parte di noi rimase sempre così: timorosa del mondo intorno e- non importa quanto ci disprezzassimo per questo- incapaci di staccarci l’uno dall’altra".
Killian è scomparso misteriosamente. Da poco, Emma aveva finalmente ammesso di provare qualcosa per lui, di non essergli del tutto indifferente e Killian è felice, felice come non lo era stato da tempo. Tuttavia qualcosa o qualcuno, è deciso ad immischiarsi e cancellare i suoi piani. Non vuole rivelare ad Emma la verità, non può metterla in pericolo. Decide di mentirle e anche se la donna se ne accorge, non lo blocca. Subito dopo però se ne pente. Ma si arrenderà e lo lascerà andare? O vorrà scoprire la verità? Perchè Killian l'ha lasciata? E' in pericolo?
E' una storia d'amore, d'amicizia, di rimpianto e di perdono. Emma dovrà confrontarsi con sentimenti nuovi e con nuove avventure per raggiungere il tanto meritato lieto fine.
Il tutto è ambientato subito dopo la fine della terza stagione.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Arrivarono ai piedi del castello quando il sole stava ormai tramontando. Emma era veramente stanca e Flynn se ne accorse. Le propose di andare da Raperonzolo e chiederle un posto al caldo dove dormire, ma Emma rifiutò. Non voleva abbandonarlo, gli disse. Forse, però, era lei che aveva paura di restare di nuovo sola, sola con le sue paure, sola con i suoi dubbi.
Killian dove sei?
Si accamparono nei boschi, questa volta però neanche il fuoco era permesso. Le guardie si sarebbero potute accorgere del fumo e allora per Flynn, sarebbe stata la fine. Emma tirò fuori dalla borsa quel po’ di carne che era avanzata. Con l’aiuto della magia la riscaldò e i due la divisero. Mangiavano in silenzio, a volte rivolgendosi occhiate fugaci e imbarazzanti. Flynn aveva sorpreso più di una volta quei due occhi verdi che lo fissavano, orgogliosi e allo stesso tempo così fragili. Il giorno dopo, Emma sarebbe dovuta entrare di nuovo nel castello per aggiornare Raperonzolo su tutto ciò che era successo. Questo era il loro piano ed Emma sperò tanto che funzionasse. Si rannicchiò sul mucchietto di foglie che aveva raccolto, proprio come aveva fatto Killian durante il loro ultimo viaggio nel passato. A quel ricordo, rabbrividì. Si strinse ancora di più le ginocchia al petto e chiuse gli occhi. Come se fosse la cosa più naturale e logica del mondo, la sua mente disegnò il suo volto, i suoi occhi e quel sorriso beffardo che tanto le era mancato. Stanca, si addormentò. Una domanda si ripeteva all’infinito nella sua testa, sempre con lo stesso tono, un disco rotto.
Killian dove sei?
 
 
Aprì gli occhi. Aveva freddo, molto freddo. Si guardò intorno, non capendo dove fosse. Tastò le pareti di pietra, umide e fredda. Nell’aria galleggiava un odore di muffa. Vagava per la cella, cercando una via d’uscita. Doveva uscire, era tutto ciò che sapeva. E doveva portare Killian con sé. Puntò gli occhi verso un’informe massa nera che giaceva ai suoi piedi. Cominciò a prendere a pugni le pareti, sapendo che non avrebbe ottenuto così ciò che voleva. L’aria cominciò a diminuire, faticava a respirare, stava soffocando. Si portò le mani alla gola. Le pareti sembravano muoversi, restringersi. Si accasciò. Prima di chiudere definitivamente gli occhi, notò qualcosa: un piccolo stemma rosso. L’aveva già visto da qualche parte ma non riusciva a capire dove. L’aria non arrivava più ai polmoni, tutto intorno girava e girava e girava. Una risata malvagia squarciò il silenzio.
Rabbrividì.
Chiuse gli occhi.
E poi il buio.
 
Si alzò di scatto. Goccioline di sudore le imperlavano la fronte. Prese un profondo respiro e poi un altro ancora e un altro. Lentamente il cuore riprese il suo ritmo regolare. Rabbrividì e si strinse le ginocchia al petto, dondolando avanti e indietro. Era tutto così reale.
Ripensò all’incubo, l’odore di muffa, l’umidità, la pietra fredda, Killian. Doveva salvarlo. E poi quella risata e l’immagine del piccolo stemma rosso le brillò nella mente. Guardò all’orizzonte il castello che si ergeva in tutto il suo splendore. E di colpo, ricordò. Ecco dove l’aveva visto: nel castello.
Killian era lì, da qualche parte.
Probabilmente rinchiuso nella stessa cella che aveva visto poco prima. Perché adesso ne era sicura, non era stato solo un sogno.
Svegliò Flynn e lo informò di ciò che aveva appena scoperto. Non avevano più tempo da perdere, Emma non poteva neanche considerare l’idea di rimettersi a dormire dopo quell’incubo. Probabilmente da un momento all’altro il cielo si sarebbe tinto di rosa, o forse no. Non le importava che ore erano, tutto ciò che voleva era salvarlo. E sarebbe andata all’Inferno pur di farlo.
« Emma, aspetta! »
Si voltò di scatto. Insomma, perché non riusciva a capire che non potevano perdere tempo? Che Killian era lì?
« Flynn, lui è lì! Dobbiamo salvarlo! »
« Emma, non posso tornare in paese. Le guardie mi arresterebbero e probabilmente arresterebbero anche te e a quel punto saremo tutti rinchiusi in una di quelle celle accogliente che mi hai descritto poco fa! Bello no? »
Emma sbuffò. Doveva ammettere che aveva ragione.
« Metti un mantello, un cappello o quello che ti pare! Se non ti riconoscono, andrà tutto bene! » commentò stizzita.
« E dove lo trovo un mantello adesso, secondo te Miss-ho-istinti-suicidi? »
Quell’uomo stava veramente mettendo a dura prova la sua pazienza. Per un attimo, rimpianse le battutacce orribili di Killian e anche la sua solitudine. Ma fu solo un secondo, perché si rese conto che senza di lui, non sarebbe arrivata fin lì.
« Forse ho un’idea » disse, ricordando il suo ultimo viaggio nella Foresta Incantata.
« L’ultima volta che sono venuta qui, è stato nel passato – Flynn la fissò a bocca aperta – lo so, lo so è una storia piuttosto lunga da spiegare, forse puoi chiedere a Killian non appena lo liberiamo… comunque, il punto è che Tremotino (sì, conosciamo anche l’Oscuro, davvero Killian non ti ha detto niente?) ci ha fatto un incantesimo per evitare che gli altri ci riconoscessero e cambiassimo così il passato. Se riesco a concentrarmi, forse riesco a farlo anche su di te! » disse eccitata, fremendo dalla voglia di partire.
Flynn non era molto sicuro ma, al momento, era l’unica soluzione che avevano.
« Sei sicura di saperlo fare? » chiese implorante.
« Ti mentirei se ti dicessi che l’ho già fatto prima… » disse Emma stendendo le mani verso di lui e chiudendo gli occhi.
« Aspetta! »
« Che c’è? » chiese, ancora ad occhi chiusi.
« Puoi farmi un bel naso? »
Sì, adesso stava veramente rimpiangendo Killian.
 
 
 
« Sai, i tuoi amici non mi hanno per niente deluso. » disse una voce terribilmente familiare e viscida.
« Che cosa intendi? » biascicò Killian con voce roca.
« La biondina, com’è che si chiama? Oh non importa, è stata avvistata in paese proprio pochi minuti fa. Era insieme ad un uomo dai capelli rossi, mai visto prima…»
Capelli rossi? Chi diavolo era? E Flynn?
« Sono contento che quell’altro tale, Flynn o come si chiama, abbia deciso di andarsene. Non era una compagnia raccomandabile per la mia povera signora. Ha sofferto tanto per quel ladruncolo da quattro soldi! »
La sua voce sembrava veramente preoccupata ma a Killian risuonò più falsa di qualsiasi altra cosa.
« Ladruncolo da quattro soldi? – disse beffardamente, alzando un sopracciglio – io e te sappiamo chi ha davvero rubato le corone. »
Ammiccò nella sua direzione e incrociò le braccia, aspettandosi una sua reazione.
Quello non si mosse. Sorrise colpevole come un bambino colto in flagrante mentre ruba biscotti appena sfornati.
« Adesso, se non ti dispiace, devo andare ad accogliere la tua amichetta e il suo nuovo fidanzato. Non essere geloso, amico. Dopotutto chi non resiste ai rossi? » disse accarezzandosi i capelli color rame.
Qualcosa gli salì in gola e lui tentò di ricacciare tutto dentro. Poi si avventò verso le sbarre.
« Non osare torcerle un capello » mormorò arrabbiato, minaccioso. Stringeva i denti, lo sguardo fissò negli occhi dell’altro. Capitan Uncino era tornato. Adesso però, difendeva le persone che amava, non più sé stesso.
Hans ghignò divertito.
Si allontanò da lui e si avviò verso l’uscita.
« Sta’ tranquillo, pirata. Non le farò nulla…Dopotutto, oggi mi sposo » gridò.
A quelle parole Killian capì che doveva trovare un modo per uscire da quella maledetta cella.
 
 
 
« Flynn! Flynn! Vieni subito qui! » gridò Emma, stanca di dover fare da balia a quell’uomo mai cresciuto.
Era entrato in una locanda, desideroso di bere qualcosa di caldo dopo tanto tempo. Voleva approfittare del suo “momentaneo momento disponibile”, così l’aveva chiamato. Ma Emma aveva fretta, troppa per stargli dietro e assecondare ogni suo capriccio. Ogni secondo che passava, Killian poteva trovarsi in chissà quale situazione pericolosa e lei non era lì con lui.
Dopo aver provato svariate volte l’incantesimo di camuffamento ed esserci riuscita, aveva deciso di fare qualcosa anche per i suoi vestiti, memore sempre del suo viaggio con Killian. All’epoca fu lui a trovarle dei vestiti adatti. Ripensandoci, non l’aveva mai ringraziato veramente per ciò che aveva fatto. Perché era sicura che senza di lui, avrebbe combinato sicuramente più danni di quanti ne avesse effettivamente commessi e con la sola differenza che non avrebbe saputo come affrontarli. Sì, doveva decisamente ringraziarlo. Evitando però di gonfiare ulteriormente il suo ego smisurato. Con Killian era così, bisognava procedere per gradi, piano piano.
Ma chi stava prendendo in giro, era lei che aveva avuto bisogno di tempo, non di certo Killian.
Dio, quanto lo odiava!
Per lui sembrava tutto così dannatamente facile!
Persa nei suoi pensieri, si lasciò trascinare da Flynn nella locanda. Si abbassò il cappuccio del mantello, sospirando. Adesso che ci pensava, avrebbe potuto semplicemente far apparire un mantello per Flynn piuttosto che trasformarlo in un tizio magrolino e lentigginoso. Vabbè, tutto tornava utile… Alla fine si era solo esercitata con la magia, sia in un modo che nell’altro.
« Flynn, il tuo amico è rinchiuso in chissà quale cella in quel maledetto castello e tu entri in una locanda?! » disse con un tono più minaccioso di quanto avesse voluto.
« Shh, aspetta! » disse, liquidandola con un gesto della mano.
Aveva già detto che Killian le mancava più di qualunque altra cosa? Si ripromise che non l’avrebbe più preso in giro, anche quando sarebbe diventato insopportabile. E lui sapeva essere insopportabile più di chiunque altro. O almeno così credeva prima di incontrare Flynn e la sua fidanzata, la Regina Aspetta-non-so-che-fare-vado-non-vado-m’ama-non-m’ama.
Sospirò e lo seguì.
Si incamminarono verso il bancone dove due uomini stavano bevendo il loro – uno,due, tre, quattro, cinque…- quinto boccale di birra.
Maschi.
Riuscivano a bere birra perfino alle prime luci dell’alba.
« Hey ragazzi, cosa si festeggia? » chiese Flynn con voce baldanzosa. Chissà perché avrebbero dovuto festeggiare qualcosa. Ad Emma parevano dei tipi che bevevano così ogni santo giorno. Eppure Flynn sembrava sicuro. Chissà forse li conosceva… Quelli, mezzi ubriachi, lo squadrarono dalla testa ai piedi, con un sorriso sornione sul volto.
« Non lo sai, straniero? » disse uno.
« Devi essere proprio uno straniero! » rise l’altro e scoppiarono a ridere.
Emma corresse mentalmente “ mezzi completamente ubriachi”
« Flynn, andiamocene! » disse Emma a denti stretti, trattenendosi dal colpire tutti con un pugno in faccia. Flynn compreso.
« Oggi è un giorno speciale per noi! » disse una donna che era apparsa, quasi per magia, dietro il bancone.
Flynn, o meglio l’uomo dai capelli rossi, la guardò curioso.
« Come mai? » chiese.
« La nostra amata regina finalmente si sposa! » disse la donna, riempiendo il sesto bicchiere di birra ai due uomini.
Flynn impallidì.
Strinse le labbra.
Si voltò e uscì.
Questa proprio non ci voleva.
Emma lo seguì e finalmente si diressero al castello, in un silenzio tombale.
 
 
« Hai capito qual è il piano? » chiese Emma nervosa. Erano arrivati finalmente. Emma riusciva a scorgere la grande porta d’oro dell’entrata e le due guardie enormi che l’ultima volta l’avevano “gentilmente” accompagnata dalla regina.
« Flynn! Mi ascolti! » disse, scuotendolo. L’uomo non aveva parlato durante tutto il tragitto ed Emma poteva benissimo immaginare perché. Sospirò, forse per la centesima volta quel giorno.
« Senti, ascoltami! » disse ormai senza pazienza. « Io l’ho vista ok? Ho visto i suoi occhi quando le ho mostrato che Killian era con te! Ho visto le lacrime che ha versato, ho visto il sorriso che aveva quando parlava del vostro primo incontro! Lei è cotta di te, fidati! »
Flynn abbassò lo sguardo. Se da un lato le parole della ragazza gli avevano riscaldato il cuore, dall’altro si sentiva tradito e umiliato. D’altronde, avrebbe dovuto saperlo fin da subito, non era consigliabile innamorarsi della regina. Soprattutto se sei un uomo qualunque. Avrebbe dovuto ascoltare quella maledetta vocina, oh se avrebbe dovuto!
« E allora perché oggi si sposa? » chiese, con un tono di voce più alto del solito.
« Non lo so, Flynn! Ma è un motivo in più per entrare in quel dannato castello! » sbottò. Flynn annuì e si lasciò trascinare verso la grande e troppo familiare porta d’oro.
 
« Salve, siamo qui per aiutare per il banchetto. In paese dicono che avete bisogno di cuochi e servitori, dicono anche che pagate bene. La prego signore, non abbiamo di che sfamarci! »
Emma ammise che Flynn recitò piuttosto bene. Al resto del mondo appariva come un piccoletto magrolino e dai capelli rossi, quindi molto credibile no?
La guardia lo squadrò dalla testa ai piedi poi il suo sguardo si posò su di lei. Pregò il fato, il destino, gli dei e tutto ciò che volete, perché non la riconoscessero.
« Io sono sua sorella » disse scostandosi un po’ il cappuccio dal volto.
L’uomo la fissò per secondi interminabili. Poi fece un cenno all’altro con la testa e la porta si aprì.
« Aspettate, ehi, tornate indietro! » tuonò una.
Ma Emma e Flynn erano già dentro.
 
 
Si fermarono un po’ per riprendere fiato.
« Dobbiamo scendere, le celle sono da quella parte! » ansimò Flynn, portandosi una mano al petto.
« Flynn, tu vai da lei. Io me la saprò cavare! » disse Emma, notando il suo sguardo. Lei non aveva la minima idea di dove si trovassero ma lui sembrava essere piuttosto a suo agio, dopotutto aveva passato mesi in quel castello no?
L’uomo scosse la testa. Emma notò che gli occhi stavano piano piano riprendendo la loro forma originale e la maggior parte delle lentiggini era già scomparsa.
Diamine! L’incantesimo stava già svanendo!
L’uomo scosse la testa.
« Le prigioni sono un labirinto! O peggio… »
Emma impallidì. La Salvatrice non poteva mai avere un colpo di fortuna vero?
« Ci sei già stato? » domandò a Flynn che scosse la testa.
« Allora siamo sulla stessa barca! Va’, devi salvare il tuo Vero Amore! Io mi occuperò del mio! »
« Killian è anche mio amico, Emma. Per tutta la vita, è stato lui a salvare me! Non sai quante volte! Adesso è il mio turno. »
Emma non poté fare a meno di sorridere di fronte a quella manifestazione d’amicizia. Il loro legame era più saldo di quanto avesse immaginato. Adesso capiva come mai Killian si era precipitato a salvarlo.
Annuì, commossa.
« Da questa parte! »
Trovarono una piccola porticina che dava su un’immensa scala a chiocciola. Non si riusciva a vedere la fine, totalmente immersa nelle tenebre.
« Qualcosa mi dice che siamo arrivati! » commentò Emma. Quel tunnel le ricordò quello che aveva attraversato negli abissi e rabbrividì solo al pensiero.
« Pronta? » chiese Flynn, cominciando a scendere le scale.
« Come sempre »
 
 
Dire che la prigione fosse un labirinto era un eufemismo. Quando finalmente scesero l’ultimo gradino ad Emma girava un po’ la testa e questo non aiutò nella ricerca disperata della cella di Killian. La puzza di muffa le invase le narici e le riportò alla mente il sogno della notte precedente. Rabbrividì.
« Che facciamo adesso? » chiese Emma, sbattendo i denti.
« Non so, hai qualche filo magico luminoso o un fuoco o che so io…? »
Emma sbuffò.
« Non è così che funziona Flynn! »
« E come funziona, allora? » chiese esasperato. Quel posto non gli piaceva molto e voleva evitare di perdersi e morire lì dentro, solo e lontano da tutti.
« Io, io non lo so » rispose Emma sconsolata.
« Ok, prova a visualizzare l’immagine di Killian: capelli neri scompigliati, occhi azzurri, barba nera, vestiti di pelle, l’uncino…ci sei? »
Emma annuì. Era fin troppo facile, anche se non l’avrebbe ammesso neanche sotto tortura.
« Ok, adesso cercalo »
Emma strinse le mani a pugno e le aprì. Fuoriuscirono tante piccole scintille che si librarono in aria come lucciole.
« Che hai fatto? » domandò Flynn a bocca aperta.
« Non lo so… Be’ tu volevi una torcia e qualcosa per rintracciare Killian no? – poi si rivolse a quelle strane lucciole rosse – Per favore, portateci da Killian! »
Non appena finì di parlare quelle si mossero. Flynn lanciò uno sguardo ad Emma che sorrideva soddisfatta.
Vagarono per un po’ in lunghi corridoi di pietra. Le fiammelle illuminavo un po’ il percorso rischiarando l’oscurità. Girarono a destra, a sinistra e poi ancora a destra. Emma sperò che sapessero dove stessero andando e soprattutto che poi riuscissero a trovare l’uscita.
Adesso erano arrivati ad un bivio. Le fiammelle si fermarono, tremolarono un po’ e poi sentirono dei passi avvicinarsi.
« Merda! » mormorò Emma e trascinò Flynn dietro una colonna. Notò che stava ritornando quasi normale.
« Stai qui e non ti muovere! » gli ordinò.
Prese la spada di Neal che aveva nascosto sotto il mantello e si preparò ad affrontare lo sconosciuto.
I passi si facevano sempre più vicini, sempre più vicini. Balzò in avanti, sguainando la spada.
« Dio, Swan, stavi cercando forse di uccidermi? »
« Killian! » Emma abbassò l’arma, il cuore continuò a battere veloce.
« Killian! Oh, grazie al cielo! » Flynn era uscito dal suo “nascondiglio” e avanzava verso di loro.
« Flynn?! Perché diavolo sei così magro? E sbaglio o hai i capelli rossi? »
« È una lunga storia, Kill! Sono sicuro che Emma te la racconterà non appena usciamo di qui, adesso per favore torniamo indietro! »
Le piccole lucciole rosse, alle parole di Flynn, cominciarono a muoversi. L’uomo le seguì, desideroso di andare via da quel luogo freddo e umido, dove aveva passato le giornate più brutte della sua vita.
Killian si voltò verso Emma e alzò un sopracciglio.
« Non mi hai neanche salutato! Vergognati, Swan, credevo che contassi di più per te… » disse scherzando. La ragazza si mise le mani sui fianchi e lo guardò.
« Hai ostacolato il mio piano di salvataggio! » mormorò.
Killian sorrise. Ricordò il suo piano e come Emma fu in grado di anticiparlo, salvando non solo sé stessa ma anche la defunta moglie di Robin Hood, che adesso era viva e vegeta. Dai suoi occhi capì che anche lei stava ripensando al viaggio nel passato e sì, aveva ragione, da sempre. Lei non era mai stata la principessa da salvare.
« Senti chi parla, Swan! La brutale distruggitrice di piani-salvataggio! » la prese in giro. Si incamminarono e lei intrecciò le mani tra le sue.
« Mi sei mancato » sussurrò la ragazza e Killian strinse le dita sottili, solo per assicurarsi che fosse reale, che fosse veramente lì con lui.
« Anche tu »
« Piccioncini volete muovervi! Queste fiammelle non possono aspettare voi! » gridò Flynn.
I due si misero a correre, ancora mano nella mano.
« Come hai fatto a liberarti? »
« Oh, Swan! Chi credi abbia insegnato a Bealfire tutti quei trucchetti?! »



Angolo dell' Autrice:
Ciao a tutti! Ecco qui anche il nono capitolo! Spero che vi piaccia e non abbia deluso le vostre aspettative! Sinceramente non so per quanti altri capitoli andrò avanti! So già come finirà la storia ma se fosse per me la continuerei all'infinito! :D 
Mi farebbe tanto tanto tanto (ho già detto tanto?) piacere ricevere i vostri pareri o le vostre critiche! 
Adesso mi dissolvo! :D
A giovedì prossimo! 
Grazie infinite a tutti per aver letto fin qui! Noi finirò mai di ringraziarvi! 
Un abbraccio! :*
Kerri

 
   
 
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