Il dolore dell'autunno
Robin
L’autunno
ha sempre avuto uno strano potere su di me: mi
rende triste e felice al tempo stesso.
Autunno un tempo
significava tornare a scuola, incontrare di
nuovo i miei cari vecchi amici e ricominciare con loro nuovissime
avventure.
Ma autunno era anche
il primo freddo, le piogge incessanti,
la tristezza inconcepibile che ogni tanto nasceva nel mio cuore. O
almeno era
così che la vedevano i miei amici; io, in fondo, sapevo bene
da cosa essa
nascesse. La mia diversità, il mio essere lupo mannaro,
aveva avuto inizio
nell’autunno di diversi anni prima e il colore
rosso-arancione delle foglie mi
ricordavano quel dolore e quelle sensazioni che avevo provato.
Un pomeriggio,
mentre vagavo tranquillamente vicino alla
sponda del lago una voce alle mie spalle mi raggiunse.
«Remus,
che ci fai qui tutto solo
e triste?» chiese Lily dolcemente, «James e Sirius
ti hanno fatto qualche
scherzo?»
Lui sorrise appena.
«Figurati, non lo farebbero mai, non a
me. E poi questo è il nostro ultimo anno e loro stanno
mirando a bersagli ben
più alti» risposi facendo finta di guardare in
alto e notando il suo sguardo di
disappunto.
«Speravo
volesse smetterla con i giochetti, insomma, ora
che..»
«Ora che
te lo ha promesso?» la interruppi, «Mi spiace
deluderti mia cara, ma James è fatto così: ama
gli scherzi e non smetterà mai
di farne»
Camminammo per
qualche istante in assoluto silenzio.
«Non mi
hai ancora detto perché sei così giù
di corda»
insistette la ragazza.
Io tirai un lungo
sospiro e mi sedetti sotto la fronda di un
grande albero.
«Non
è niente, Lily, veramente, solo un po’ di
tristezza
inspiegabile, tutto qui..» cercai di tergiversare.
Lei mi
guardò più attentamente e io non potei che
abbassare
lo sguardo.
«Non me la
dai a bere così facilmente Rem, c’è
sotto qualcosa.
Ma se preferisci non dirmela non è un problema, rispetto il
tuo silenzio» disse
lei sorridendomi dolcemente.
La guardai mentre si
scostava i capelli rossi dal viso. Lily
era sempre stata un’amica fidata e gentile e inoltre avevo
bisogno di parlare
con qualcuno.
Le raccontai tutto,
stando attento ai particolari, le
raccontai di come Grayback mi aveva cercato, di come si era vendicato
su mio
padre e di come ero diventato quello che ero.
Lei scoppio in un
fiume di lacrime.
«Oh Rem,
quanto vorrei poter alleviare le tue sofferenze.
Come può un ragazzo così dolce e gentile essere
colpito da tale sciagura? E’
ingiusto…» mi si gettò con le braccia
al collo e mi strinse più forte ce
poteva.
Le raccontai inoltre
di come James, Sirius e Peter erano
diventati animagus solo per me e di come cercassero continuamente di
farmi
sentire come tutti gli altri, la cosa la fece ricredere su molti
aspetti di
quei due bricconi che aveva avuto difficoltà a sopportare in
passato.
«James e
Sirius sono i migliori amici che potessi chiedere»
le dissi tranquillamente e lei, annuendo, mi sorrise.
Come se li avessimo
chiamati, i due ragazzi apparvero alle
nostre spalle.
«Finalmente
ti abbiamo trovato, Lunastorta» esclamò Sirius
felice
«Ci
chiedevamo dove fossi finito» continuò James,
«E noto
che sei in buona compagnia» aggiunse strizzando
l’occhiolino alla ragazza.
Lei, di tutta
risposta, abbracciò entrambi, i quali rimasero
perplessi, Sirius per lo più.
Passammo il resto
del pomeriggio in riva al lago scherzando
e ridendo su tutto quello di cui ci capitava di parlare finendo anche
per
lavare interamente un inerte Sirius con l’acqua gelata del
lago.
Era uno dei ricordi
più preziosi che avevo: io insieme alle
persone a me più care.
Quanto tempo
è ormai passato da quel giorno.
La tristezza ora mi
divora. Non ho più James, né Lily, né
Sirius che mi ha abbandonato solo l’estate scorsa, ma sembra
essere passata
un’eternità.
Il dolore per le
loro morti ha il sopravvento su di me e la
voglia di alzarmi la mattina viene sempre meno.
Se non fosse per Tonks credo che avrei già rinunciato da tempo, ma quella ragazza riesce a farmi tornare la voglia di vivere e mi ricorda costantemente che il motivo per cui sono morti è quello di costruire un mondo migliore, cosa che anch’io mi ero impegnato a fare e a cui ora devo mantenere fede.
Note:
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