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Autore: vagabondspirit    17/10/2008    2 recensioni
Questo racconto è ambientato in un Bed & Breakfast... La vicenda? Una ragazza di nome Alex ritorna dopo molti anni in questo Bed & Breakfast... Riapre quella porta e... I ricordi ritornano... Tra fotografie e atmosfere incantate si svolgerà questa fanfiction.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bed_&_Breakfast_01
Eccomi con una nuova fanfiction… Di solito quando scrivo una fanfic lunga ho già ben definito la storia (e preparato già qualche capitolo in più)… Questa volta no. Con questo vi voglio avvisare che se non aggiornerò frequentemente è per mancanza di tempo o di ispirazione (anche se spero di no!)…
Ok, dopo questa precisazione… buona lettura!!
 
 
 
 
Bed & Breakfast
 
 
1.
 
«Alex… Ma dove si sarà cacciata quella bambina?»
Joseph… mio padre.
«Cos’è successo?»
Elizabeth… mia madre.
«Alex, è sparita di nuovo. Quella bambina è impossibile. Stavo facendo delle foto al lago e lei era lì con me poi guardo nell’obbiettivo un momento e puf! Sparita. Mi sembra di avere per figlia uno di quei folletti dispettosi che vengono descritti nelle leggende di questo posto.»
«Andiamo a vedere se è rientrata in camera.»
«Figurati se quella peste se ne torna buona buona  in camera. Facciamo così: tu vai dentro, non si sa mai, e io faccio un giro qua intorno. Va bene?»
«Va bene.»
 
«Bello…»
«Alex? …Eccoti qua!»
«Papà»
«Adesso noi due facciamo i conti! Questa volta ti meriti un castigo. Non sai quanta paura mi hai fatto venire…»
«Scusa papà… Ma guarda che bello…»
«Cosa?...»
«Guarda il bed & breakfast da qui… stavo rincorrendo uno scoiattolo, poi si è arrampicato su questi alberi e allora ho visto…»
«…Questo scorcio… È davvero una bella prospettiva dell’edificio. Con una luce più morbida potrebbe sembrare un’ambientazione da fiaba… Aspetta un momento tu! Non cercare di farmi dimenticare che sono arrabbiato con te.»
«E dai papà… Non volevo farti preoccupare. Stavo giocando»
«Va bene, va bene. Adesso ritorniamo da tua madre e ne riparliamo con lei.»
«Ok… ma ti piace questo posto?»
Un sorriso sotto quei baffi… i suoi occhi che si illuminano… la sua carezza che mi scompiglia i capelli… mi prende per mano…
«Certo, è stupendo! Domani mattina veniamo qui e scattiamo qualche foto…Magari chiediamo alla mamma di farci da modella e magari di vestirsi da fata…ah ah ah»
«Siiii dai!»
 
…La mamma la mattina dopo lo fece davvero… Si, insomma non si vestì proprio da fata, non le serviva… Si mise in posa e papà le scattò qualche foto …Sembrava veramente una fata quella mattina… E io, a detta di papà, sembravo un folletto dispettoso… Lui, invece, nella mia prima foto sembrava… Beh, non l’ho mai capito… gli avevo fotografato solo i piedi. La macchina fotografica si era mossa verso il basso, non l’avevo fissata bene sul cavalletto… Forse poteva sembrare un gigante… Ecco! Avevo per papà un gigante e per mamma una fata…
 
 
Eccomi qua, finalmente. Spengo il motore della macchina. Sono passati più di dieci anni dall’ultima volta che ho messo piede in questo posto.
Dieci anni…
 
 
 
Lo so, lo so è breve questa parte… Ma è solo l’inizio: tanto per vedere se vale la pena scrivere questa storia…
 
(Per chiarucciapuccia… Grazie per la recensione a “Un caffè”… E hai ragione è diversa dalle altre. Diciamo che è “speciale”… Non ti voglio svelare il suo segreto, cioè la sua origine ma… Chissà, magari c’è un pizzico di ispirazione alla realtà. ;) )
   
 
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