- Eccomi con
una nuova fanfiction… Di solito quando scrivo una fanfic lunga ho già ben
definito la storia (e preparato già qualche capitolo in più)… Questa volta no. Con
questo vi voglio avvisare che se non aggiornerò frequentemente è per mancanza
di tempo o di ispirazione (anche se spero di no!)…
- Ok, dopo
questa precisazione… buona lettura!!
- Bed & Breakfast
- 1.
- «Alex… Ma dove si sarà
cacciata quella bambina?»
- Joseph… mio padre.
- «Cos’è successo?»
- Elizabeth… mia madre.
- «Alex, è sparita di nuovo.
Quella bambina è impossibile. Stavo facendo delle foto al lago e lei era lì con
me poi guardo nell’obbiettivo un momento e puf! Sparita. Mi sembra di avere per
figlia uno di quei folletti dispettosi che vengono descritti nelle leggende di
questo posto.»
- «Andiamo a vedere se è
rientrata in camera.»
- «Figurati se quella peste se
ne torna buona buona in camera. Facciamo
così: tu vai dentro, non si sa mai, e io faccio un giro qua intorno. Va bene?»
- «Va bene.»
- …
- «Bello…»
- «Alex? …Eccoti qua!»
- «Papà»
- «Adesso noi due facciamo i
conti! Questa volta ti meriti un castigo. Non sai quanta paura mi hai fatto
venire…»
- «Scusa papà… Ma guarda che
bello…»
- «Cosa?...»
- «Guarda il bed & breakfast
da qui… stavo rincorrendo uno scoiattolo, poi si è arrampicato su questi alberi
e allora ho visto…»
- «…Questo scorcio… È davvero
una bella prospettiva dell’edificio. Con una luce più morbida potrebbe sembrare
un’ambientazione da fiaba… Aspetta un momento tu! Non cercare di farmi
dimenticare che sono arrabbiato con te.»
- «E dai papà… Non volevo farti
preoccupare. Stavo giocando»
- «Va bene, va bene. Adesso
ritorniamo da tua madre e ne riparliamo con lei.»
- «Ok… ma ti piace questo
posto?»
- Un sorriso sotto quei baffi… i
suoi occhi che si illuminano… la sua carezza che mi scompiglia i capelli… mi
prende per mano…
- «Certo, è stupendo! Domani
mattina veniamo qui e scattiamo qualche foto…Magari chiediamo alla mamma di farci
da modella e magari di vestirsi da fata…ah ah ah»
- «Siiii dai!»
- …La mamma la mattina dopo lo
fece davvero… Si, insomma non si vestì proprio da fata, non le serviva… Si mise
in posa e papà le scattò qualche foto …Sembrava veramente una fata quella
mattina… E io, a detta di papà, sembravo un folletto dispettoso… Lui, invece,
nella mia prima foto sembrava… Beh, non l’ho mai capito… gli avevo fotografato
solo i piedi. La macchina fotografica si era mossa verso il basso, non l’avevo
fissata bene sul cavalletto… Forse poteva sembrare un gigante… Ecco! Avevo per
papà un gigante e per mamma una fata…
- Eccomi
qua, finalmente. Spengo il motore della macchina. Sono passati più di dieci
anni dall’ultima volta che ho messo piede in questo posto.
- Dieci
anni…
- Lo so, lo so è breve questa parte… Ma è solo l’inizio: tanto per vedere
se vale la pena scrivere questa storia…
- (Per chiarucciapuccia…
Grazie per la
recensione a “Un caffè”… E hai ragione
è diversa dalle altre. Diciamo che è
“speciale”…
Non ti voglio svelare il suo segreto, cioè la sua origine
ma… Chissà, magari c’è
un pizzico di ispirazione alla realtà. ;) )