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Autore: TheDarkLightInsideMe    23/10/2014    0 recensioni
Federica Uzumaki è una ragazzina che si ritrova involontariamente invischiata nel Survival Game, ma non come giocatrice.
Federica Uzumaki ha un intuito formidabile, e questo per lei non è un bene.
Federica Uzumaki è una persona con sentimenti e paure, come tutti, d'altronde.
Federica Uzumaki non riuscirà a cambiare il destino di una persona, perché il destino è già scritto. E il filo rosso che la collega a quella persona è così facile da spezzare...
(Palese OOC di Akise Aru, cambiamento della trama originale abbastanza consistente)
Genere: Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aru Akise, Nuovo personaggio, Yukiteru Amano, Yuno Gasai
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il mio nome è Federica Uzumaki. Mio padre è giapponese e mia madre italiana. Io devo frequentare la seconda media quest’anno e mi sono appena trasferita a Sakurami, una piccola città del Giappone.
Le lezioni cominciano oggi.
Sono un po’ nervosa, ma mi hanno già detto che la mia classe è tranquilla e silenziosa e seria nello studio. Perfetto.
Entro in classe e li vedo: i miei nuovi compagni di classe. Fra loro, un ragazzo con capelli neri e occhi celesti e un altro con i capelli bianco-argentati e gli occhi rosa. È molto particolare, e mi colpisce subito. In particolare il modo in cui guarda sorridendo l’altro ragazzo.
L’insegnante fa l’appello e scopro così i loro nomi: Yukiteru Amano e Akise Aru.
Sono bei nomi.
Quel giorno va tutto per il verso giusto, fin quando non finiscono le lezioni.
<< Tu sei nuova, vero? >> mi domanda Amano. Io annuisco, imbarazzata. << Piacere, il mio nome è Amano Yukiteru. Tu sei…? >>
<< Mi chiamo Federica Uzumaki. >>
<< Federica è un nome particolare. >> afferma Akise Aru venendo verso di noi. << Sei italiana? >>
<< Mia madre. Io sono cresciuta in Giappone. Tu sei Akise Aru, giusto? >>
Stavolta è lui ad annuire. Ma nel suo sguardo leggo qualcosa di strano, e a darmi quell’impressione di freddezza e disprezzo non è solamente il colore dell’iride.
<< Bene, io devo andare. Ci vediamo! >> saluto. Aru ritorna a sorridere. Devo aver capito quello che sottintendeva il suo sguardo.
“Allontanati da Yukiteru.”
Devo aver ragione su di lui. Deve esserne innamorato.
Mi dirigo verso casa mia con un unico pensiero nella mia mente: voglio aiutarlo a conquistarlo.
Non so perché, sento che lo devo fare e basta.
Quindi, il giorno dopo, mi dirigo dritta verso di lui.
<< Akise Aru! >> lo chiamo da lontano. Lui si gira e mi saluta con la mano.
Appena lo raggiungo, gli faccio un sorrisino che non saprei descrivere. Lui mi scruta con indifferenza.
<< So il tuo segreto. >> bisbiglio.
<< Quale segreto? >>
<< Sai bene di quale parlo. >>
<< Spiegati, Uzumaki. >>
<< Il segreto… che riguarda Yukiteru Amano. >> Akise spalanca gli occhi, probabilmente mi vorrebbe uccidere.
<< Come hai fatto a capirlo? >>
<< Penso… non lo so, l’ho capito e basta. Intuito, forse. >>
<< Cosa vuoi che faccia adesso? >> aggrotto le sopracciglia. Che intende? << Vuoi ricattarmi, no? >>
Alzo gli occhi al cielo. << Voi ragazzi dovete sempre pensare in negativo? No che non voglio ricattarti! Anzi, volevo aiutarti a conquis-! >> lui mi tappa la bocca con una mano.
<< Vuoi che il mio segreto diventi pubblico?! >> mi rimprovera.
<< Scusa, non volevo. >>
<< E tanto per la cronaca, l’unico modo in cui puoi aiutarmi è standotene zitta, chiaro? >> il suo tono… è così duro…
Abbasso la testa.
<< Va…va bene. Ok, vuol dire che… farò finta di non saperlo… come vuoi tu… >> non so perché, ma ci sono rimasta davvero male.
Lo saluto appena mormorando e mi avvio verso la classe, anche se sono in anticipo.
Una parte di me non si da per vinta, l’altra vuole stare a sentire Akise perché sa che succederà qualcosa che mi coinvolgerà.
Succede tutto nell’intervallo.
<< Uzumaki-chan! >> mi chiama Amano avvicinandosi. Non sono abituata ad essere chiamata con il vezzeggiativo.
<< Ehm…ciao… >>
<< Come è andata? >>
<< Che intendi? >>
<< Con Akise-kun, stamattina. Ho visto che vi stavate parlando a bassa voce. Era una dichiarazione, no? >>
Sono tentata di mollargli uno schiaffo.
<< Certo che no! Non lo conosco neanche! Dovevo chiedergli una cosa di scuola! >>
<< E perché bisbigliavate? >>
<< Fatti gli affaracci tuoi, Amano! >> esclamo, i denti serrati. Sono arrabbiata, e anche molto. Possibile che non si sia mai reso conto dei sentimenti di Akise?
<< Ok, calmati… >>
<< Scusami. >> faccio dopo un po’. << Non so davvero cosa mi sia preso. Perdonami. >>
<< Non importa, almeno tu mi rivolgi la parola. >>
<< Che intendi? >>
<< Alle elementari ero ritenuto quello strano della scuola, nessuno mi degnava di uno sguardo. E la ragazza che mi piaceva mi ha respinto. >> afferma in un soffio.
<< Ah… beh, ma adesso i tempi sono cambiati! E hai già due amici, no? >>
<< Tu… tu sei mia amica? >>
<< Certo! Perché non dovrei esserlo? Sei simpatico! >>
 
Questa è stata la nostra prima conversazione. Ora siamo amici per la pelle.
È già trascorso quasi metà dell’anno scolastico, ed io ho smesso di impicciarmi in affari che non mi riguardano. Soprattutto affari d’amore.
Sto uscendo da scuola quando qualcuno mi prende una spalla e mi spinge con le spalle al muro.
<< Ora mi spieghi che diavolo stai facendo! >> è Akise. Ha perso del tutto il controllo.
<< Che stai dicend-?! >>
<< Spiegami perché fai di tutto per ostacolarmi! >>
Cerco di calmarmi, di capire cosa sta succedendo. Ma non ci riesco.
<< Non capisco. Spiegati meglio. >> dico con finta calma.
<< Ogni volta, ogni singola volta in cui Yukiteru è da solo, tu lo raggiungi. >>
<< E…quindi? Siamo amici. >>
<< Hai detto che volevi aiutarmi a conquistarlo. Così stai facendo l’esatto contrario! E sei talmente stupida da non accorgertene neppure! >>
<< Adesso smettila, Akise Aru! >> grido. Non ne posso più di essere chiamata stupida. << Quello è un tuo problema e te lo risolvi da solo, chiaro? Io non ti sto mettendo i bastoni fra le ruote, e neppure sto andando in giro a dire il tuo segreto a mezza città. Solo per questo dovresti già ringraziarmi. In più, ribadisco che non ci sto provando con lui e che siamo solo amic- >>
<< Stupida! Non capisci che lo stai facendo innamorare di te?! >>
Rimango senza parole. Non perché mi abbia chiamata stupida, non perché sta tremando di rabbia, né perché mi guarda negli occhi come se volesse fulminarmi. Ma per quello che ha detto.
<< Lui si sta… innamorando di me? >> bisbiglio, le parole frenate dallo stupore.
<< Sì. Me l’ha confidato ieri. Ha detto che vuole dichiararsi. >>
<< Quando? >>
<< Stasera. Vuole invitarti a casa sua. >>
Sono paralizzata.
<< Ci sono molte cose che ancora non sai su di lui. Ti metteresti solo nei guai se accettassi i suoi sentimenti. Ma la scelta è tua. A domani, Uzumaki. >>
Se ne va, senza aspettare una mia risposta.
Io resto lì ferma fin quando non arriva Yukiteru.
Come aveva detto Akise, mi propone di cenare a casa sua, stasera. Non voglio ferirlo, quindi sono costretta ad accettare.
Sua madre è una bravissima cuoca ed è simpaticissima, prende spesso in giro suo figlio ed ha una risata limpidissima.
Sono davvero felice di passare questa serata con loro due, ma non riesco a smettere di pensare alle parole di Akise.
<< Federica potrebbe fermarsi qui a dormire, se per lei va bene. Domani accompagnerò entrambi a scuola. >> dice all’improvviso sua madre mentre lava i piatti.
Vedo Yukiteru arrossire visibilmente.
<< Veramente, io… sì, insomma, avrei altro da fare… >>
<< Insisto. Anche Yukiteru lo vorrebbe, vero Yukiteru-kun? >>
Perfetto. E ora?
<< Mi dispiace, ma proprio non posso. >>
<< E perché no? Dacci almeno un motivo! >>
<< Io… >> “e ora che mi invento?” << … io… >> “non posso certo dire la verità!” << Ci scusi un attimo! >> dico alla signora Amano e prendo Yukiteru per il polso, portandolo in camera sua.
<< S-scusala, Fede-chan, è che non ho molti amici e quindi quando ne invito uno a casa… >>
<< Dimmi la verità, Yukiteru. Perché mi hai invitata qui? >>
Lui arrossisce nuovamente.
<< Beh, per la verità… ecco, io… tieni! >> esclama, porgendomi una lettera. La busta profuma di buono e la carta dentro è rosa. Posso facilmente intuire cosa c’è scritto, in fondo è usanza, qui in Giappone, dichiararsi tramite delle lettere.
Le do una rapida occhiata giusto per confermare i miei sospetti e poi gliela porgo.
<< Amano, io… non posso accettare ciò che provi. Non è niente di personale, solo… c’è un’altra persona che ti ama e che ti merita di certo più di me. >>
<< Ah… >>
<< Mi dispiace, Yukiteru. >>
<< È per questo che non vuoi dormire qui, vero? >> annuisco. << Ma come facevi a sapere che te lo avrei chiesto? >>
<< Mi ha avvisato Akise. >>
<< A-Akise Aru? >> faccio di nuovo segno di sì con la testa. << Io non parlo con Akise da mesi! E di certo non gli ho detto i miei sentimenti! >>
<< Mi stai dicendo che ha tipo… previsto il futuro? >>
Yukiteru prende a guardare fisso davanti a lui. << Allora… allora è davvero un Possessore… È arrivato il momento di spiegarti come stanno davvero le cose. >> afferma, accorgendosi della mia espressione confusa.
Si siede sul letto, e fa segno anche a me di sedermi.
<< Il Tempo e lo Spazio sono controllati da un Dio. Il suo nome è Deus Ex Machina. >>
<< Aspetta! >> lo interrompo. << Quello che stai raccontando… è reale oppure è solo per farmi cambiare opinione su di te? >>
<< Ho la faccia di uno che scherza!? >> esclama, facendomi abbassare la testa.
<< Scusami. Continua pure. >>
<< Dicevo: questo Dio sta morendo. Per decidere chi sarà il suo successore, ha ideato il “Survival Game”, un gioco di sopravvivenza nel quale l’ultimo a rimanere vivo diventerà il nuovo Dio. I partecipanti sono 12, tra cui me e Gasai Yuno, una ragazza della C. Tutti i partecipanti hanno un Diario che prevede il futuro. È un bel vantaggio, ma anche un punto debole: se si rompe di Diario, la vita del Possessore termina. >> ascolto affascinata e spaventata allo stesso tempo.
<< Quindi, tu dici che Akise è capace di prevedere il futuro con questo… Diario? >>
Lui annuisce. Effettivamente, così quadrerebbe. Akise Aru aveva predetto che Yukiteru si sarebbe innamorato di me prima ancora che lui se ne accorgesse, e allo stesso modo aveva capito che Yukiteru si sarebbe dichiarato proprio stasera.
<< Yukiteru… hai nominato una ragazza, prima. Gasai Yuno. Io non l’ho mai vista… è possibile? >>
<< Yuno… >> sussurra dopo qualche istante. << Yuno era la mia ragazza. È morta ad agosto, a causa di un attacco da parte di un altro dei partecipanti al Survival Game, Quarto. Per salvarmi.>>
<< Mi…mi dispiace molto. >>
<< Ormai è passato. E poi, quando sarò un Dio, la riporterò in vita. >>
<< E tu sei sicuro di poterlo fare? >>
<< Diventare un Dio? Certo, devo solo… >>
<< Dico poter riportare in vita qualcuno. L’hai chiesto a questo Deus Ex Machina? >>
<< Veramente… >>
<< Chiediglielo. E magari me lo presenti anche. >>
<< I non-Possessori non possono incontrarlo. >>
<< È un’ingiustizia! Volevo tanto vedere chi fosse la mente malata che ha ideato il Survival Game…! >> Yukiteru mi tappa la bocca.
<< È un Dio. >> dice. << Sente tutto quello che diciamo. Non voglio che si arrabbi, ok? >>
Sono quindi costretta a stare zitta.
Yukiteru si mette a cercare qualcosa sotto il letto. Apre uno scatolo nero e ne prende in mano il contenuto.
 Mi alzo di scatto dal letto: << Y-Yukiteru?! Che devi fare con quella pistola?! >>
Lui sorride. << Non preoccuparti, non voglio farti del male. >> Controlla di avere i proiettili, poi la mette nella tasca interna del giubbotto nero.
<< Che cosa vuoi fare? >> chiedo, con più calma.
<< Dei dodici Possessori del Diario ora ce ne sono solo due. >>
<< Tu e Akise… >> mormoro, preoccupata. Credo di aver capito cosa vuole fare.
<< Esatto. Per diventare un Dio e poter riportare in vita Yuno e gli altri che ho ucciso, devo uccidere tutti gli altri Possessori. >>
<< A-aspetta..! Mi stai dicendo che hai ucciso delle persone?! >> faccio un passo indietro, andando a sbattere contro la libreria.
<< Non c’era altro modo! >>
<< Tu sei un assassino! >> urlo.
Dalla cucina si sentono i passi della mamma di Yukiteru che viene a controllare che tutto vada bene.
<< Stai zitta, Fede-chan! Ti supplico, mia madre non sa nulla! >>
Scuoto forte la testa. << Hai ucciso delle persone… per la tua sopravvivenza… non permetterti più di chiamarmi col vezzeggiativo! >>
Si alza e fa per prendermi la mano, ma io mi scosto.
<< Io… io non posso vivere sapendo che l’unico amico che ho è un assassino. Mi… mi dispiace, Amano, ma davvero non posso rimanere tua amica. Né tantomeno diventare qualcos’altro. >>
Lui abbassa la testa, colpevole. Ne approfitto per fuggire dalla stanza. Nel corridoio incontro la signora Amano, ma non mi fermo neppure a salutarla. Non ho tempo.
Prendo il cellulare, apro la rubrica, cerco il suo numero.
<< Akise-kun! >> grido al telefono non appena lui risponde. È la prima volta che lo chiamo con il vezzeggiativo.
<< U-Uzumaki! Ma cosa…? >>
<< Yukiteru lo sa! Sa che sei un possessore del Diario! >> lo sento irrigidirsi anche solo attraverso la voce.
<< Come ha fatto a…? >>
<< Non c’è tempo, te ne devi andare da questa città! Lui vuole diventare un Dio, vuole ucciderti, Aru! >> sono sconvolta, tutti per strada mi guardano come se fossi una pazza appena uscita dall’ospedale psichiatrico.
<< Lui vuole… uccidermi? >>
Tento di calmarmi. << Vuole diventare Dio per poter riportare in vita le persone che ha ucciso e Gasai Yuno, la sua ex ragazza morta a causa... >>
<< Conosco la storia. Federica, devi farmi un favore. >>
<< Certo. >>
<< Anche se vedi me o Yukiteru per strada, non ci seguire. È per il tuo bene. >> continua, vedendo che non sono convinta.
<< Va bene. Però… prima voglio vederti. Devo parlarti. >>
<< Te lo concedo solo perché sarà l’ultima volta in cui mi vedrai in vita. Tra mezz’ora davanti al cancello della scuola. Non fare tardi. >> dice, poi attacca.
Arrivo al luogo dell’appuntamento con dieci minuti d’anticipo, e comunque Akise è già lì.
<< Ci hai messo poco. >> dice, scostandosi dal muretto. Io annuisco. << Volevi…parlarmi? >> domanda. Che stupida, mi ero già dimenticata il vero motivo per cui ero lì.
<< Sì. Aru, io non voglio di certo dirti come vivere la tua vita, però… credo che dovresti parlare a Yukiteru di… quello che provi, insomma. >>
<< Lo so. È l’ultima occasione che ho. Solo questo? >> chiede, dandomi le spalle.
<< Lui… ha detto di voler diventare un Dio in modo da poter riportare coloro che aveva ucciso in vita. Quante… quante persone ha ucciso? E… è possibile riportare in vita qualcuno? >>
Akise si volta leggermente verso di me. << Credo che abbia ucciso almeno venti persone, Possessori inclusi. >>
<< A-almeno venti?! >> lui annuisce.
<< Per quanto riguarda la tua seconda domanda… >> sospira. << …no, in realtà non rientra neppure nelle capacità di un Dio il riportare in vita delle persone. Si può riportare in vita il corpo, non l’anima. E senza di essa, è del tutto inutile anche solo provare a far resuscitare qualcuno. >>
<< Ma… Yukiteru questo non lo sa! >>
<< E cosa cambierebbe? Ormai le persone sono morte, e tra meno di un’ora sarà anche il mio turno. La consapevolezza di non poter salvare nessuno non lo fermerà certo dall’uccidermi. >>
<< Sì, però… >>
<< Dovevi dirmi solo questo? >>
<< Akise, prova almeno a dirglielo! Magari non ti ucciderà, magari accetterà anche i tuoi sentimenti e… >>
<< Smettila di dire stupidaggini! Non capisci che se non viene deciso un nuovo Dio questo mondo cadrà a pezzi? E poi spiegami come farebbe Yukiteru-kun ad accettare ciò che provo se è follemente innamorato di due ragazze contemporaneamente! >>
Ha ragione, ho detto una stupidaggine. Ma non sono affatto brava a consolare gli altri.
Però il tono che ha usato… così duro… mi fa sentire come un bruciore al petto. E gli occhi mi si fanno lucidi quando acquisisco la consapevolezza che Akise se ne sta andando dritto verso la morte.
<< A-Akise-kun! >> lo chiamo, prendendo a correre verso di lui. Si gira nella mia direzione.
<< Non chiamarmi con il vezzeg…?! >>
Dopo un attimo mi ritrovo singhiozzante fra le sue braccia. Non so cosa mi sia preso, so solo che non voglio che lui vada a morire.
<< T-ti prego, non andare… >> mormoro, iniziando a piangere, bagnandogli la maglia.
<< Non hai sentito quello che ti ho detto prima? Se non ci vado, se rimango in vita, questo mondo cadrà a pezzi. E non posso lasciare che accada. >> dice, stavolta in tono più dolce. Lo stringo ancora di più a me.
<< De-deve esserci un altro modo… >> sussurro, tentando di smettere di piangere. Ma più ci provo e più non ci riesco.
<< Non c’è. Vorrei che ci fosse, ma purtroppo non ho stabilito io le regole di questo folle gioco di sopravvivenza. >>
Sento la sua mano accarezzarmi i capelli e le sue braccia sciogliersi in un abbraccio malinconico. Credo di aver capito.
<< Akise-kun… io penso… credo di provare qualcosa… per te… >> gli sussurro all’orecchio, così piano che a stento sento io stessa quello che ho detto.
Lui si fa più rigido. << Federica, io… >>
<< Sì, lo so. Volevo solo dirtelo, per correttezza. >>
<< Quindi… >> dice, sciogliendo l’abbraccio. << non provi nulla per Yukiteru? >> scuoto la testa. Per un attimo sono sicura di aver visto Akise sorridere. Poi si gira verso il tramonto. << Addio, Uzumaki. >>
Non ho neanche il coraggio di salutarlo. Ho paura. Vorrei che ci fosse un modo per salvare questo mondo senza versamenti di sangue. Ma non c’è. E allora l’unica cosa che posso fare è guardarlo allontanarsi dalla tranquillità e dalla pace, per andare verso la morte certa.






Angolino autrice.
Bene, bene, bene, finalmente approdo anche in questo fandom!
Inizio col dire che lo so, Yukiteru in questa storia è ancora più stupido che nella trama originale, ma non è colpa mia, mi è venuto naturale...
Mi dispiace per Ottavo, ma è stata la prima che mi è venuta in mente da togliere dal Survival Game.
Come si sarà capito, Akise Aru è il mio personaggio preferito e mi è dispiaciuto molto quando Yuno... beh, la storia la conoscete. (e invece non mi è dispiaciuto affatto scrivere della morte di Yuno per mano di Quarto *scansa un colpo d'ascia e fugge via*)
Bene, chi è pronto a leggere l'epilogo?
Sono cosciente che faccia davvero schifo come fanfic, ammettetelo, ma abbiate pietà T-T
Beh, scleri a parte, alla prossima!
   
 
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