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Autore: Illsetyoufree    23/10/2014    1 recensioni
Naomi ha diciassette anni e le sue labbra sono troppo bianche, il suo viso troppo pallido.
Tutti i giorni, dopo scuola, aspetta l'autobus che non sembra voler passare mai, mentre dall'altra parte della strada Harry non la smette di parlare un secondo.
Lei lo osserva, mentre il vento gli scompiglia i capelli ricci e gli arrossa il viso candido, bloccata nella sua fantasia.
Lui d'altro canto finge sorrisi e abbraccia persone per un po' di calore in più: le sue mani sono fredde, i polmoni bucati, gli occhi stanchi e la gola asciutta.
Si incontrano lì, tutti i giorni alla stessa ora, lui appoggiato alla staccionata bianca e lei in piedi sul marciapiede dall'altro lato della strada.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi fa freddo, più freddo del solito.
La neve continua a ricoprirmi le spalle nascoste nell'impermeabile scuro che mi difende dal vento glaciale di Bristol.
I ragazzi al mio fianco applaudono al silenzio e nascondono le mani protette dai guanti nelle tasche dei loro cappotti imbottiti.
L'autobus dovrebbe passare tra esattamente sette minuti e di Eddy neanche l'ombra.
Risistemo il cappello che mi copre le orecchie e abbasso lo sguardo sugli stivaletti bagnati, che affondano nella neve sporca, nelle quale è possibile intravedere le mezze sigarette spente cadute a causa del freddo dalle mani tremolanti dei ragazzi ansiosi di tornare a casa al caldo.

Stare qui al freddo mi sconvolge la pelle, ma è la stagione che preferisco. Mia madre dice che mi piace l'inverno perchè sono fredda dentro.
Ma l'inverno mi piace perchè è il periodo degli abbracci caldi, delle mani che cercano di raggiungere la pelle chiara e fredda attraverso gli strati di vestiti che indossiamo per ripararci dal gelo, che spero agghiacci l'aria e non le persone.

L'inverno siamo Eddy ed io che ci stringiamo sul vecchio divano di casa mia, con il thè caldo in una mano e una birra nell'altra, a guardare i vecchi film in bianco e nero o ad ascoltare le nostre canzoni preferite, invadendo il silenzio con i nostri acuti stonati.
L'inverno sono i ragazzi che corrono al riparo dalla pioggia, ridendo ai fulmini e ai tuoni che in realtà li spaventano a morte.
Sono le mamme che ti rimproverano se non indossi una maglia più coprente o le nonne che di maglie di lana te ne confezionano fin troppe.
Sono le decorazioni natalizie, i bambini che aspettano svegli l'arrivo di Babbo Natale la notte della Vigilia, e i papà che noleggiano un completo rosso con tanto di barba bianca.

L'inverno sono io, che me ne sto qui, ad aspettare un pullman che sembra non voler passar mai, con te che sei dall'altra parte della strada e parli con i tuoi amici, non accorgendoti che non sono l'unica ad alzare il viso per ammirarti.
A te non importa del vento che ti scompiglia i capelli ricci o ti ghiaccia i denti quando sorridi, ne del freddo che ti rovina la pelle e ti fa tremare le ossa.
Continui a parlare, i tuoi occhi curiosi si fermano su figure indistinte che si avvicinano soltanto in cerca di calore, di qualche parola da scambiare per non pensare alla neve che di cadere non vuole cessare.
La mani grandi e prive di guanti si sono arrossate, ma continui comunque a spettinare i capelli della ragazza al tuo fianco, più bassa di te, ma comunque bellissima.
Il silenzio ti annoia, trovi sempre una scusa per poter parlare, lasci sfuggire una risata ogni tanto, portando la testa all'indietro, mentre i fiocchi di neve ti ricoprono il viso candido.
Il telefono vibra nella tasca dei tuoi jeans scuri, non posso sentirlo, ma lo immagino quando lo stringi in una mano e velocemente digiti qualche parola che sono avara di leggere.
Non sai chi sono, chissà se mi hai mai visto, quando le mattine di primavera eravamo solo io e te ad aspettare a questa stessa fermata lo stesso pullman: tu appoggiato alla staccionata bianca ed io in piedi sul marciapiede.
Forse l'hai fatto, quando per un momento hai alzato lo sguardo dallo schermo del tuo cellulare e hai guardato dritto dinanzi a te.
È lì che sono io, lì mi troverai ogni giorno, stesso posto e stessa ora, durante tutto quest'inverno.
Hai il naso rosso, forse non sei così immune a questo vento ghiaciale. Qualcuno te lo fa notare e porti il tuo indice al di sopra delle due labbra, sorridendo e spalancando gli occhi, capendo che la sensibilità del tuo naso è ormai andata per il momento.
Sorrido anch'io, pensando che forse mi avrai letto nel pensiero.
Dall'altro lato della strada, Eddy affretta il passo, nascondendo le mani sotto le ascelle e la testa nel collo, lasciando che i suoi capelli biondi e abbastanza lunghi, ora bagnati, siano scompigliati dal vento.
Sorride appena, le labbra chiare serrate e gli occhi lucidi, aggiusta le lenti da vista sul naso e mi abbraccia, per riacquistare un po' di calore, che però non riesce a trovare.
Restiamo così, l'uno nelle braccia dell'altro, il suo cappotto nero mi oscura la vista, non riesco a vedere oltre la sua spalla.
Mi soffoca quasi ma non parla: lui odia quando le nuvolette di vapore vengono a crearsi ad ogni minima parola pronunciata.
Sento Phil, uno dei miei compagni di classe, sospirare frustrato alle mie spalle, mentre Isabella Reed al suo fianco gli ripete le solite parole: 

"Peccato che sia gay".

Il sorriso di Eddy cresce nella mia spalla e così io mio.
Ci distacchiamo, consapevoli l'uno dei pensieri dell'altro, che vengono momentaneamente schiacciati dal suono del clacson dell'autobus che si avvicina lentamente alla fermata a causa dell'asfalto ghiacciato e delle pozzanghere piene d'acqua.
Non appena le porte vengono aperte, lentamente prendiamo posto.
Prima che il conduttore premi il piede sull'acceleratore, noi tutti possiamo sentirlo borbottare:

"Odio l'inverno".













Vorrei poter dire "SONO TORNATA!", ma in realtà ho iniziato questa storia e non so neanche quando avrò il tempo di continuarla.
Magari se aggiornerò, lo farò sempre la sera, intorno a quest'orario forse (22.30).
Ennesima storia, ennesima fanfiction dedicata agli One Direction?
Ebbene si, ma non fatemene una colpa.
Non scrivevo da tanto e in un certo senso avevo bisogno di cambiare un po'.
Io stesso ho notato quanto sia cambiato il mio stile da Impossible o da Over again.
Winter è diversa.
Perchè questo titolo?
Prima di tutto perchè la storia si svolgerà solo durante questo periodo dell'anno.
Vi chiederete come? Vi rispondo: seguite la storia e lo capirete.
E poi l'inverno è la mia stagione preferita, anche sono sono nata in un mese estivo (luglio).
Spero solo di farvi innamorare di loro com'è capitato nelle altre storie.
Ad un prossimo capitolo, la vostra Illsetyoufree.x


 
  
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