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Autore: Violet_Pendragon    24/10/2014    2 recensioni
Questa storia racconta quello che è successo prima di "Il cavaliere oscuro: il ritorno". Cosa succede se Joker si innamora della nuova aiutante di Batman?
Genere: Avventura, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman aka Bruce Wayne, Joker aka Jack Napier, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Le sirene della polizia mi svegliarono nel cuore della notte. Gotham è il luogo dove è nata la criminalità e tuttora la polizia non riesce a fermarla. Per le stare giravano i criminali più pericolosi e più crudeli del mondo. E poi c'era lui, Batman, l'eroe mascherato, il paladino di Gotham che è caduto in basso. La polizia gli dava la caccia perché si diceva che avesse ucciso Harvey Dent, ma io non ci credevo. Scesi dal letto e mi avvicinai alla funesta. Abitavo al nono piano di un grattacielo fatto di vetro. Da li si vedeva tutto.
Il cielo era coperto di nuvole, ma si vedeva nitidamente lo stemma di Batman. Era successo qualcosa di veramente grosso se la polizia necessita del suo aiuto, così prendo la mai "Divisa" ed esco. Avevo aiutato Batman in diverse delle sue imprese e anche se lui diceva che ce la faceva da solo io lo aiuto lo stesso. Il mio travestimento era costituito da una ruta comoda ed una maschera. Niente armi, niente armature, solo io e il mio corpo. Scesi le sale e andai in strada. La strada era vuota e la lieve luce dei lampioni la illuminava. Faceva freddo, ma non mi importava. Cammino velocemente quando da dietro un vicolo spunta un ladruncolo da quattro soldi con in mano un coltello. "Dove vai bella signorina?" chiede lui. "Non pensa che saranno affari miei!" rispondo e continuo a camminare. "Hey ferma! Non ho ancora finito con te!". Dice prendendomi per un braccio e strattonandomi. Mi giro per dargli un pugno in faccia, ma non faccio in tempo che arriva un'altro uomo che gli mette un coltello sulla gola. Non era come glia altri ladri di Gotham, lui aveva stile. Indossava un paio di pantaloni viola come la giacca, sotto portava una camicia con diverse sfumature di grigio e sopra un gilet verde come i suoi capelli... Capelli verdi?! Come poteva una persona avere i capelli verdi!!
Non riuscivo a riconoscerlo perché aveva la faccia dipinta di bianco e gli occhi neri. La sua faccia era sfregiata da da una cicatrice che andava da orecchio a orecchio ed era coperta dal rossetto rosso dando l'impressione che fosse sempre sorridente. "Sai" incominciò lui leccandosi il labbro inferiore accentuando di più il colore del rossetto. "Non si trattano così le signorine! Quindi ora gli chiedi scusa e poi vedrò di non ucciderti" " S-Scusa" disse cercando di allontanare il coltello dalla sua gola. "Bene". L'uomo sorrise e poi con un movimento veloce tagliò la gola a quel ladro. Gli schizzi di sangue arrivarono sopra la mia faccia. "Allora ora tocca a te... Anzi credo che..." gli diedi una gomitata nello stomaco e poi con un calcio lo buttati sull'asfalto bagnato della strada. Si mise a ridere. "Sei sei proprio una ragazzina bella tosta è?" disse lui continuando a ridere. "Sai tu sei la prima ragazza che è riuscita a farmi cadere". Restai a guardarlo. Era spaventoso, ma allo stesso modo affascinante. Non sapevo cosa fare..."Come ti chiami?" chiesi fredda come il ghiaccio. "Be non posso rivelarti il mio vero nome, ma tutti mi chiamano Joker" dicendo questo si rialzo e mi butto per terra. Mi teneva i polsi fermi e non riuscivo a muovere un singolo muscolo per casa del suo peso. Eravamo vicinissimi. Potevo sentire il suo respiro, il suo profumo ma avevo paura, paura di lui. "Allora? Ora che pensi di fare?" chiese lui restando serio. Non risposi. "Non rispondi è? Allora vattene!" dicendo questo si levò da sopra di me e mi sollevo violentemente da terra per poi incamminarsi senza nemmeno guardarmi. "Aspetta! Perché?" urlo io. Lui si ferma e si gira verso di me "Perché mi piaci e voglio rivederti!" detto questo fa un piccolo inchino e sparisce nel buio del vicolo da dove era venuto.
Restai a fissare il vuoto per un po' di tempo. Mi girai e mi ritrovai Batman davanti. Feci un passo indietro. "Dov'eri ti ho cercata ovunque!" "A dove ero io?! Io ero qui mentre tu dove ti eri cacciato!! Un pazzo omicida mi ha quasi uccisa e tu mi tratti così?!" ero infuriata con lui così me ne andai via. "Scusa è che stavo dando la caccia ad un ladro molto pericoloso e ricercato. Si fa chiamare Joker" sentendo quel nome mi bloccai. "J-Joker?". Non era possibile che fosse proprio lui l'uomo che mi aveva attaccato per poi lasciarmi libera. "Si proprio lui. Perché?" "Perché mi ha protetto da un ladro da quattro soldi, e poi l'ha ucciso" dissi guardando il vuoto. "Meglio che vada non mi sento molto bene... A domani..." incominciai a correre verso casa. Non volevo avere niente a che fare con quella storia eppure ero dentro ormai. Prendo l'ascensore pe salire al mio piano e appena arrivo a casa mi levo la maschera e mi butto sul letto. Cerco di dormire ma non vi riesco così mi alzo e mi metto il mio comodo pigiama. Dò un ultimo sguardo a Gotham e poi mi metto a dormire. Non sapevo che nel buio della mia stanza, lui era lì e mi guardava con i suoi occhi neri. Si avvicina a me, che ormai ero immersa nei miei soliti incubi, e si siede sul letto. Incomincia a guardarmi e con le sue mani guantate sfiora la mia faccia. Poi tira fuori dalla tasca qualcosa e mi prende la mano.
Faccio un urlo e mi alzo di scatto. La luce era spenta e non vedevo quasi niente. Sentivo un pizzico sul polso della mano sinistra e cerco di vedere cosa ci fosse. Passo delicatamente la mano sulla parte dolorante, ma la sento liscia. Sarà solo un livido' penso. Un livido è l'unica cosa che mi veniva in mente... Torno a dormire.
La lieve luce dell'alba mi sveglia. La mia stanza era illuminata dai raggi ed il dolore era scomparso, ma non guardai cosa c'era sopra. Mi avvio verso la cucina e metto a fare il caffè. Torno nella mia stanza e prendo la vestaglia appoggiata su una sedia. L'odore del caffè mi fa tornare in cucina; prendo una tazza e mi siedo sul divano. Accendo la TV: tutti i telegiornali parlavano solo e soltanto di una cosa, anzi , di una persona. Joker. "Loki". Il mio bellissimo maltese a pelo lungo era appena entrato nella stanza. Si arrampicò sul divano e si accomodò sul mio grembo. Passo le mie mani tra il suo pelo morbido. Lo avevo trovato per strada e lo avevo portato a casa mia. Lui era la mia famiglia insieme a Bruce Wayne... Già Bruce. Non eravamo parenti solo amici ed ero l'unica che sapeva il suo secreto. "Il famigerato criminale, Joker, ha attaccato ancora. Ieri notte ha ucciso 19 mafiosi per poi dare fuoco al luogo in cui si trovava. La polizia ha chiamato Batman in loro soccorso, ma nemmeno lui è riuscito a fermare la follia di questo ladro psicopatico". Spensi la TV. Andai a cambiarmi; mi misi un paio di pantaloni neri e una maglia blu elettronico. Mi misi anche una giacca, fuori faceva ancora freddo.
Arrivai in ufficio alle sette in punto. Lavoravo alla Wayne Enterprises nel settore ricerca e sviluppo. Passavo molto tempo a progettare nuove armature ed armi per Batman insieme a Lucius Fox. Lavoravo alla Wayne Enterprises da diversi anni e ormai conoscevo tutti; eravamo come una famiglia, almeno loro lo erano per me. Tenevo tantissimo a Lucius e per me è come un padre. Con lui sono me stessa ed è la persona di cui mi fido di più al mondo. "Sei sempre la solita mattiniera!" disse con la sua vice calda e familiare. "Lo sai benissimo che non dormo bene la notte. Sono sempre quegli incubi" dissi facendo un sorriso finto. "Che ha fatto al polo?" chiese prendendomi il braccio. Era il punto che mi faceva male la notte prima e sopra....sopra c'era un tatuaggio!
"Ma io non non lo farei mai!". Cercai di trattenere le lacrime. "Non è un tatuaggio. Vieni". Mi prese per un braccio e portò dentro il suo ufficio. Spostò un libro dalla libreria e questa si spostò. Dietro c'era un ascensore che portava nei sotterranei. "Fammi vedere" chiese lui levandosi la giacca del completo nero. Alzai la manica della maglia fino al polso.
Sul polso era presente un simbolo nero formato da un cerchio con una A dentro. "É una cosa molto strana. Non di tratta di un tatuaggio ma rimarrà per un bel po'di tempo" "Ma che significa! Chi me lo ha fatto!" chiesi preoccupata. "Quello è il simbolo di Joker. Non so cosa voglia fare se è per protezione o per qualcos'altro so solo che si leverà con il tempo" detto questo andò a riprendere la giacca e si avviò verso l'ascensore. "Andiamo abbiamo del lavoro da fare". Presi la giacca e la borsa e mi avvicinai a lui. Mi mise un braccio sopra le spalle e salimmo sull'ascensore. Arrivata al mio piano scesi e salutai Lucius. "Ci vediamo a pranzo" disse lui poi le porte dell'ascensore si chiusero.
Passavo le giornate in laboratorio a sperimentare di tutto cercando sempre di migliorare tutto quello che avevo nelle maini. La cosa che preferivo fare erano le armature e le macchine che Batman usava nelle sue imprese. Ogni giorno veniva da me e mi diceva cosa dovevo migliorare ed io lo accontentavo sempre. Molte volte veniva anche per farsi medicare le ferite che durante la notte si procurava. Orami ero abituata, eppure ancora mi chiedevo come una ragazza si venticinque anni potesse fare tutto ciò. Ero laureata in fisica, ma avevo fatto anche vari corsi per diventare dottore e questo si è rivelato molto utile. Restai nel mio laboratorio da sola per diverse ore poi arrivò Bruce. Era vestito in modo elegante con un completo nero ed una camicia bianca. Solo dopo a verso guardato bene notai la macchia di sangue che era sopra. "Cosa ti è successo?" dissi indicando la macchia. "Joker. Mi ha pugnalato". Si levò la giacca e poi la camicia che ormai era tinta di rosso. Sul fianco destro aveva un taglio molto profondo da cui fuoriuscita sangue. Presi un pezzo di stoffa e lo appoggiai delicatamente sulla ferita cercando di pulirla per vedere bene la ferita. Fece un piccolo urlo. "È molto profonda. Servono i punti". Corsi a prendere ago e filo e tornai da lui. Feci un respiro profondo e poi infilai l'ago nella sua carne. Dopo qualche minuto avevo finito di ricucire misi una fasciatura e andai a cercare una camicia nuova. In una parte del laboratorio avevo nascosto dei vestiti nel caso fosse successo qualcosa del genere, così aprì e presi una camicia bianca. Tornai da lui e gliela diedi. "Bene allora come è successo ieri notte?" chiesi sorreggendomi la testa con le mani. "Quel clown pazzo mi è successo! Lo avevo preso ma poi... Mi a pugnalato" "Ti serve il mio aiuto allora" dissi io. "No non ancora... Mi serve un'armata nuova!" detto questo se ne andò.
Ciao a tutti e grazie per aver letto la mia storia. Spero che vi piaccia e recensite in tanti. Evangeline Holmes
   
 
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