La vita è come il cioccolato, è l'amaro che fa apprezzare il dolce.

          (Xavier Brébion)

Shadow the Hedgehog si lasciò scappare un grugnito di fastidio quando i primi raggi solari lo colpirono agli occhi.

Il momento del risveglio, quando l’essere umano esce dallo stato catatonico in cui era sprofondato  durante l’atto della dormita per riacquistare il controllo delle proprie funzioni corporali e affrontare così una nuova giornata. Avrebbe dovuto essere un processo di breve durata, ma era tipico della natura umana prolungare quell’atto attraverso la dormiveglia.

D’altronde la sensazione che si prova nel trovarsi in quella via di mezzo tra il dormire e l’essere svegli, a godersi il tepore delle coperte durante i giorni freddi o il fresco vento che entrava dalla finestra aperta in quelli caldi era qualcosa a cui in pochi si sarebbero sottratti.

Shadow the Hedgehog rientrava nell’eccezione.

Se fosse stato per lui, avrebbe scelto di non risvegliarsi mai; avrebbe volentieri barattato il doversi inevitabilmente svegliare e affrontare la dormiveglia in cambio della permanenza perenne nel mondo onirico.

D’altronde, che senso aveva, si era più volte chiesto, riaprire gli occhi, se l’unica cosa che avrebbe ottenuto sarebbe stata scontrarsi con l’amarezza e l’acidità che la vita riservava?

Erano i pensieri di un ragazzo diventato uomo troppo presto; nel mondo dei sogni sarebbe stato tutto diverso.

Lì il pensiero di cosa riservasse la vita non lo avrebbe mai sfiorato, sarebbe stato un bambino normale.

Un’infanzia, ciò che gli era sempre mancato.

Urla, rumori violenti e insulti avevano condito la sua vita, non ricordava una mattina che fosse successo diversamente.

Una madre morta troppo presto e un padre che aveva impiegato troppo ad andarsene; dovette maturare in fretta.

Almeno i sogni gli concedevano pochi secondi per vedere un bambino felice di aprire con calma gli occhi e dare il benvenuto ad un nuovo giorno; un bambino che sapeva di avere un padre ed una madre sempre al suo fianco, a sostenerlo nei momenti difficili e con cui condividere quelli belli;  un bambino che lui non era stato.

E il tempo che è passato non può essere recuperato!

Allora che senso aveva svegliarsi, che senso aveva affrontare la dormiveglia, se questa lo avrebbe portato a nient’altro che scontrarsi con un'altra giornata di merda in un mondo fatto di soprusi e inganni, con il ricordo di traumi passati a consumarlo da dentro?

-Shadow…- una voce dolce e leggere lo richiamò alla realtà.

Rivolse lo sguardo alla figura che dormiva accanto a lui, a quel viso incorniciato da lungi capelli verde acqua e due gemme viola ad abbellirlo.

-… va tutto bene?- chiese la giovane, ancora assonnata.

Shadow the Hedgehog odiava la dormiveglia; ma negli ultimi tempi cominciò seriamente a rivalutarla, perché grazie ad essa poteva godere di quei brevi istanti in cui rendersi conto che, insieme a lei, anche se non poteva recuperare il passato, poteva sempre guardare al futuro.

Sorrise lievemente e le passò delicatamente una mano tra i morbidi capelli.

-Sì! Adesso sì!-

Angolo dell’autore:

E rieccomi qui! Come avevo preannunciato (anche se questo lo sa solo chi ha letto l’ultimo capitolo della long-fic che ho terminato da poco) avrei approfittato di questo periodo di pausa per dedicarmi alle one-shot qualora mi fosse venuta qualche idea… e questa è una di quelle.

Ormai la Shadow/Galaxina è diventata la mia fissazione (anche se la Tails/Cosmo resterà sempre al primo posto dei miei pairing preferiti di “Sonic”) e quando mi è venuto quest’idea ho cercato di applicarla il più presto possibile.

E’ un’ AU, come avrete intuito, dove vediamo i due in un piccolo momento di intimità, anche se sembra strano visto che si parla di Shadow.

Ma al tempo stesso ritengo che sia una buona idea rappresentarli in quello che è a tutti gli effetti un momento quotidiano.

Perché è questa che è sempre mancata a Shadow: la quotidianità di una vita normale.

Ovviamente, essendo appunto un’AU, ho dovuto cercare di rendere l’idea delle sofferenze che ha provato, ma ho voluto limitarmi a vaghi accenni per lasciare spazio alle interpretazioni.

Insomma, non aggiungo altro perché avrete capito il senso della storia… e perché l’angolo dell’autore sta rischiando di venire più lungo del capitolo stesso.

Ci vediamo.