Ama il tuo peccato. E sarai innocente.
J.Morrison
Un’antica leggenda narra delle parole. Si dice che le parole, non appena vengano pronunciate, perdano di significato. E’ un po’ come ripetere continuamente “Ti amo”. Nello stesso istante in cui le labbra ne scandiscono meccanicamente le sillabe, quelle due parole a lungo andare non hanno più senso. Semplicemente muoiono.
E loro…
Loro questo lo sanno. Per questo hanno smesso all’improvviso di parlare: perché quel loro indissolubile, sfrenato, folle e appassionato amore, il cui spirito ancora vive e arde nei loro corpi sporchi e feriti, non può morire incarnandosi nel semplice e vacuo verbo proferito.
Naruto, adesso, tace; Sasuke pure.
Cosa c’è più da dire quando l’ennesimo pugno graffia e spacca a sangue le labbra?
Nulla.
Perché mentre l’attrito fra i loro corpi stremati nasconde l’attrazione e la violenza dei loro colpi cela a malapena l’immensità incontenibile del loro amore, le labbra a stento possono lasciar passare l’aria fredda della sera e qualche angosciato e sofferto gemito di dolore.
Dopotutto a Naruto, le parole ora non servono più. Tutto quello che gli basta è un urlo disperato e un pugno ben assestato in pieno viso a Sasuke per dirgli in silenzio:
“Se avessi saputo che per te avrei meritato la morte per la sola colpa di averti amato ed essere a mia volta amato da te, mi sarei macchiato di questo dolcissimo peccato altre mille, innumerevoli,
infinite volte.”
infinite volte.”