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Autore: Nocturnia    24/10/2014    6 recensioni
"Potevi avvisarmi."
Il silenzio del pipistrello è quasi offensivo.
"Il tuo nuovo uccellino è un po' troppo irruento: mi piace."
Il sottosuolo tace, accogliendo la notte e tutti i suoi rimpianti.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman, Selina Kyle aka Catwoman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Selina Kyle, Bruce Wayne e tutti gli altri personaggi appartengono a Bob Kane, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


"Quando vedo qualcuno arrossire, la mia reazione non è: oh, che carino; mi ricorda solo che il sangue è proprio sotto la superficie di ogni cosa."

- Chuck Palahniuk -



E verrà il tuo regno



A MissDomino, perché è stato grazie alla sua storia L'Aldilà se la mia ha preso forma.
A Treasterischi, perché il mondo dei comics è enorme e sconfinato, ma noi abbiamo avuto la fortuna d'incontrarci.




"Potevi avvisarmi."
Il silenzio del pipistrello è quasi offensivo.
"Il tuo nuovo uccellino è un po' troppo irruento: mi piace."
Il sottosuolo tace, accogliendo la notte e tutti i suoi rimpianti.
"Se non hai altro d'aggiungere..."
"Perché?"
Selina si volta, nessuna pietà negli occhi e nel cuore.
"Lo sai."
"No."
"Allora sei il peggior ipocrita sulla faccia della terra, Bruce."
La colpa morde ogni altra domanda.

****

Selina storna lo sguardo da un cielo pieno di stelle e desideri, posandolo sull'ombra che si è appena delineata alle sue spalle.
"Pipistrello." inizia, portandosi la sigaretta alle labbra "Mi stai per caso sorvegliando?"
"No."
La brace riscalda per loro quel momento, un filo di fumo a dividere colpe e rimorsi.
"Bugiardo." replica dall'ombra "Sei il solito bugiardo."
Ne segue lo sguardo Selina, stringendosi la vestaglia addosso e scivolando con gli occhi oltre la porta della terrazza - oltre le pesanti tende e oltre il lenzuolo sgualcito - soffermandosi poi sulla schiena nuda di Matt Falcone.
"Lavoro."
"Non ne dubito."
"È un po' troppo tardi per accampare diritti, Batman."
"Io non volevo... "
"Tu non vuoi mai!" sibila Selina, buttando la sigaretta oltre il cornicione "Tu non vuoi mai, eppure è così che finisce, Bruce: è così che hai voluto che finisse."
"Ti credevo morta."
"Un errore che hanno fatto in molti."
"Selina... "
"No." mormora poi la gatta "Non c'è più nessuna Selina, Bruce, nessuna Catwoman." si aggrappa al suo braccio Wayne, stringendoglielo fino a farle male "Quelle donne le hai lasciate morire in un vicolo di Gotham cinque anni fa."
Le sue labbra sono ancora umide di un altro uomo quando Bruce la bacia.

****

Le riunioni sono sempre state una spina nel fianco.
Selina gioca con la penna che ha rubato a Erin, ascoltando con malcelata irritazione le lamentele di Maroni.
"Dobbiamo incrementare il giro d'affari; ne va della nostra reputazione."
"Noi non dobbiamo fare proprio un bel niente." sbotta Erin "Il clan irlandese si trova già bene così. Inoltre... "aggiunge, inclinandosi verso Selina "le sue regole ci hanno tenuto lontano la polizia e il pipistrello."
Tusk alza un sopracciglio, sputando sul tavolo.
"Col cazzo che sono le sue regole a tener lontano il pipistrello. Tutti sanno che Catwoman era la baldracca di Batman  prima di tutto questo."
Erin estrae la pistola, ma Selina è più veloce e piazza un coltello nella coscia di Tusk, trapassando la femorale.
"Non prendo lezioni da un figlio di puttana come te su come gestire il mio impero criminale." ringhia Selina, ruotando la lama nella gamba e digrignando i denti "Hai meno di un minuto per chiamare i tuoi mercenari e per farti scortare fuori, chiudere la ferita e fermare l'emorragia. Se anche dovessi morire, nessuno sentirà la tua mancanza. Vero Erin?"
L'irlandese sorride, schioccando la lingua contro il palato.
"Mi sarebbe sempre piaciuto aver anche la tua fetta, Tusk."
Selina libera una risata sgradevole e disarmonica, assestando un pugno in pieno stomaco a Tusk e ignorando i suoi lamenti.
"Cinquanta secondi, Tusk."
"Fottiti, stupida troia."
Erin solleva la pistola dal tavolo e colpisce Tusk dritto in faccia.

****

"Ho sentito dire che Tusk è morto." esordisce il pipistrello, un piede sull'orlo dell'abisso e l'altro chissà dove.
"È stata Erin McKillen." mormora Selina, quasi scusandosi "Non io."
"Non sono qui per giudicarti."
"Sarebbe una novità." gracchia Selina "Una gran bella novità."
"Stai bene?"
"No."
"Selina..."
Le lacrime affiorano ancora prima che abbia il tempo di fermarle.

****

"È proprio una bella città, non trovi?"
Selina sorride, affiancandosi a Matt e lasciando vagare lo sguardo fin dove Gotham le permette.
"Ed è tua." continua poi, cercandole i fianchi e le labbra "Nostra."
Selina è l'unica a cogliere la nota stonata di quell'affermazione.

****

"Come siamo arrivati a questo?"
"Ti ho lasciata morire."
"Perché mi hai lasciato sola?"
"Non potevo fare altro."
"C'è sempre una seconda opzione, Bruce; me l'hai insegnato tu."
"Alcune volte mi sbaglio."
"Alcune volte vorrei non averti mai conosciuto."

L'alba coglie Selina al fianco di un uomo che non ama e che eppure le rimanda la spietata immagine di un sentimento mai spento davvero.

****

Bluebird, così si era chiamata.
Era solo una ragazzina che giocava a fare l'eroe e che un po' le che ricordava Stephanie; sorriso arrogante e un ciuffo di capelli blu a indicarne la razza - hai per caso finito i pettirossi, Bruce?
La fissa senza nascondere il suo disprezzo, le labbra arricciate in una strana smorfia.
"Ne abbiamo ancora per molto qui?" strepita, e Selina ride senza alcuna allegria.
"Fin quando io e il tuo paparino non avremo finito." ribatte la gatta, arrotolandosi la frusta attorno alla vita.
Bruce scrolla le spalle, studiando Selina con un'intensità quasi pericolosa e che la riporta indietro di ben cinque anni, a quando quello sguardo era più di una sfida e di un invito.
"Ti stanno bene i capelli."
Selina alza un sopracciglio, ridacchiando leggermente.
"Sei sempre stato un disastro con i complimenti, Bruce."
Harper Row diventa la testimone di una storia destinata a ripetersi.

****

"Questo non è un gioco, Selina."
"Credi forse che non lo sappia?" gli ribatte la gatta, imbracciando il fucile e facendo nuovamente fuoco "Cristo Bruce, dovresti ringraziarmi, non incazzarti perché ho smosso un po' d'irlandesi per aiutarti."
"Lo sto facendo." bercia il pipistrello, lanciando due granate non letali e cercando con lo sguardo Duke "È che non approvo..."
"Sì, sì, l'uso di armi mortali, lo so. Aspetta che provo a rispiegartelo, Bruce: sono il Kingpin della città adesso e, sai com'è, ai miei nuovi amici non piace giocare con le pistole di plastica." un proiettile le sfiora la gamba, l'altro rimbalza contro la lamiera di una macchina abbandonata.
"Immagino che dovrò rimandare le critiche a dopo." replica il pipistrello, scansando una sventagliata di mitra ed evitando a Selina un colpo letale al petto.
Selina miagola indignata e ruota tra le  sue braccia, arrampicandosi poi sulle sue spalle e aprendo un buco grande come un pugno nel petto di uno dei mercenari di Bane, il cemento della strada che si schiude come la corolla di un fiore.
"Ha messo su un esercito niente male il nostro amichetto drogato di venom, uhm?"
Bruce snuda i denti ed è subito al suo fianco.
"Abbiamo visto di peggio."
Selina sorride senza nemmeno rendersene conto.

****

Sono passati cinque anni.
Sono passati cinque anni e Selina ha mutato aspetto e missione, eppure nulla del suo cuore riesce davvero a dimenticare.

"Selina..."
"Vai! Qui posso cavarmela da sola."
"Tornerò."
"Lo so, pipistrello. Lo so."

Il bicchiere le si incrina tra le dita e il vino comincia lentamente a gocciolare al suolo.
Plitch plitch plitch plitch plotch.
Selina gli regala un'occhiata distratta e a malapena irritata, osservandolo diventare una pozza nerastra e scura come sangue secco.

Il colpo le fa schizzare la testa all'indietro e percepisce chiaramente i pezzi della clavicola sfiorarle gli zigomi, granelli d'osso e pelle.

Il vento ruggisce e Gotham le lambisce gli orli della camicia, tentando di riportarla a casa - di riportarla da lei, da lui.

Il secondo sparo le apre uno squarcio nel petto, quasi all'altezza del cuore, e Selina brucia come se stesse andando a fuoco.
Quando trova il coraggio di guardarsi è già troppo tardi.

"Notte quieta?" domanda al silenzio "Nessun criminale da sbattere in galera?"
"Ho Duke che si occupa del perimetro. Al resto pensa Harper."
Selina abbassa lo sguardo sul bicchiere e sul sottile reticolo che si è formato, una ragnatela costruita dalla rabbia e dalla delusione.
"Una volta avrei sentito nomi come Tim ha appena preso un uomo del Joker, oppure Grayson copre la Bowery." si volta Selina, lasciando cadere il bicchiere nel vuoto, un peso morto che fende l'aria e la notte, sempre più in basso - sempre più lontano.
Bruce si avvicina di qualche metro, azzerando la distanza che li separa.
"Tu non ami Matt Falcone."
"No." ammette Selina, sfiorandogli i bordi della maschera.
"Ma ne hai fatto il tuo braccio destro." e anche altro, mormorano i suoi lineamenti contratti, ma questa sarebbe un'ammissione che nessuno dei due è ancora pronto ad ascoltare.
"Un Falcone deve essere sempre presente al tavolo della mafia."
"Soprattutto se si tratta dei loro soldi." ribatte Wayne e Selina gli sfila il cappuccio e il mantello, trovando un volto che ricorda fin troppo bene.
"Soprattutto per quello."
Selina gli si offre con la disperazione dell'ultima notte.

****

Il sesso è come la vita a Gotham: pieno di rabbia e vuoto di compromessi.
Selina si inarca sotto di lui e gli morde la spalla, premendo fino a quando il sapore del sangue non le invade la bocca.
Wayne ridacchia leggermente, afferrandola per la nuca e costringendola a guardarlo.
"Credevo che i gatti avessero le unghie."
"Infatti." mormora Selina e gli riserva un sorriso bellissimo e sfrontato "Devono solo estrarli."
Bruce trattiene il respiro quando le labbra di Selina lo blandiscono tra le cosce, stringendole i capelli in un pugno durissimo e famelico.
"Questo è sleale."
"Sono il Kingpin, ricordi?" soffia sul suo addome, lasciando che la cerchi tra le gambe e nel cuore  "Posso fare quello che voglio."
Bruce ricorda sul corpo di Selina cosa voglia dire amare qualcuno.

****

"Non sei più tornato."
Queste sono le prime parole che gli dice.
"Io mi fidavo di te."
Bruce lascia scorrere le dita tra i suoi capelli, ora tagliati in un disordinato caschetto corvino.
"Lo so."
"Mi hai lasciata morire."
"Non l'avrei mai fatto."
Selina si gira tra le sue braccia e fissa il cielo per qualche istante, avvolgendosi meglio nel mantello.
"Eppure eccoci qui, tu il vigilante di sempre e io il capo della malavita di Gotham."
"Conosco le tue intenzioni."
Selina alza un sopracciglio, perplessa.
"Non da subito..." precisa Wayne "ma a metà del percorso ho capito il tuo scopo finale."
Selina abbozza un sorriso, sfregandosi contro il suo petto.
"Non si dimentica ciò che si è." ribatte la gatta, lasciando scorrere le gambe attorno ai suoi fianchi e liberando un gemito quando Bruce affonda in lei "Che lo si voglia o meno."
La città si spezza, il passato diventa presente e infine futuro: tra le sue cosce un uomo che non avrebbe mai smesso di ferirla - di amarla - senza pietà alcuna.

****

Duke non ha tempo - e voglia, soprattutto - di perdersi in inutili disquisizioni sulla moralità di Bruce, per cui si limita a ricontrollare il rampino per la centesima volta e a ignorare Harper.
"È il Kingpin di Gotham, per la miseria. Non stiamo parlando di quando era ancora solo una ladra e un'occasionale vigilante, ma di un vero e proprio boss della mafia."
Duke sospira, grattandosi la punta del naso.
"Vedila dal lato positivo; almeno ha delle regole. Non uccidere se non è necessario o chi non lo merita. Non rubare ai poveri. Non trafficare in bambini e donne. Cose  del genere, comunque."
Harper sbuffa, ruotando sulla sedia e rovesciando la testa all'indietro.
"È il Kingpin."
"Ha evitato più di una guerra tra gang e le strade sono più sicure."
"La stai forse giustificando?"
Duke stringe le labbra in una linea sottile, bestemmiando in silenzio.
"No. Forse. Non lo so. Dico solo che ha dato una regolata al crimine, pur facendone parte. Selina Kyle non è sempre stata quella che vedi, la donna in giacca nera e camicia bianca che domina l'Underground con il pugno di ferro."
"Ho letto i suoi file." squittisce piccata Harper "So tutto quello che c'è da sapere."
Duke si inclina verso di lei, fissandola in tralice.
"No, non sai tutto." replica "Alcune cose non sono nei file e mai lo saranno."
"Ma..."
"Non conosci tutta la storia, Harper; nessuno di noi la conosce." conclude Duke, fissando le orbite vuote di eroi venuti prima di lui e che erano stati una famiglia - Grayson, Tim, Jason, Damian, tutti caduti, tutti strappati alla guerra dalla guerra "Per cui lascia perdere, dico sul serio. Lascia. Perdere."
Harper nasconde un brivido quando incrocia lo sguardo nerissimo e senza fondo della maschera di Nightwing.

****

Quando Matt la bacia, Selina conosce già la verità.
Quando l'accompagna alla macchina e si mostra così premuroso, Selina percepisce già l'odore della pelle carbonizzata e del sangue bruciato.
Quando si volta e si scusa per una telefonata, Selina rotola fuori dalla portiera e si butta oltre i quattro piani del parcheggio privato, l'adrenalina della notte che la investe come un orgasmo e il fuoco dell'esplosione che le scalda la schiena.
Arrotolata su una gargolla poco distante, Selina osserva Matt calmare gli altri membri delle famiglie mafiose, rassicurarli che certo, Selina Kyle è morta, ma lui ha la seconda chiave di accesso ai loro conti, per cui nulla è andato perduto - è lui il capo adesso.
Sorride quando gli occhi di Matt mostrano incertezza e paura, lo zero che lampeggia sul display del palmare un conto alla rovescia giù scaduto.

Mi credevi così cretina da fidarmi di te? Un Falcone? Fare la puttana non è poi così difficile quando a muoverti è un sentimento più antico dell'avidità e della brama di potere.

Selina ride di gusto (e forse non dovrebbe) quando Erin piazza una pallottola nel ginocchio di Matt, e soprattutto quando Cobblepot lo finisce con un colpo in mezzo agli occhi.

E la mia vendetta è completa: occhio per occhio, Carmine.

Il gruppo si disperde, le sirene della polizia e delle ambulanze riempiono l'aria - lampi rossi e azzurri che dipingono strane figure sul suo volto.
Selina sa che ci sarà una guerra - che le strade torneranno a essere piene di sangue e merda.
Sa che le famiglie si scanneranno tra loro come cani rabbiosi e che parte del divertimento si nasconde proprio in questo - bastardi in giacca e camicia e cravatte d'ottimo taglio.
Sa che i bambini torneranno a morire e gli innocenti a pagare, ma sa anche che lui ci sarà sempre - che non si può abbattere un simbolo.

Bruce.

Per la prima volta dopo tanto tempo, Selina si sente finalmente libera.

****

Bruce era sul luogo quando la macchina era esplosa.
Aveva osservato i poliziotti fare il loro dovere e rilevare le impronte, catalogare i reperti e coprire il corpo senza vita dell'autista e di Matt Falcone; di Selina Kyle, nessuna traccia.
Morta, avevano scritto sul referto uccisa dall'esplosione.
Wayne l'aveva letto migliaia di volte quel documento, archiviandolo tra i suoi fascicoli privati e lasciando che il volto di Selina tornasse a ossessionarlo ogni notte - in ogni alba, in ogni attimo, in ogni respiro.
C'erano foto di lei quando ancora indossava quello scomodissimo costume porpora con la coda, capelli lunghi e sorriso sfacciato.
C'erano foto di quando si era trasformata sotto le sue mani ed era diventata la protettrice dell'East End, anfibi da militare ai piedi e un visore notturno che nulla nascondeva della sua bellezza.
C'erano mille altre foto di lei di loro di tutti, e Bruce le conservava tra i circuiti silenziosi della caverna - un cuore grondante veleno e tenebra.
"Crede davvero che la signorina Kyle sia morta?" gli domanda Alfred, posando un vassoio sulla plancia dei comandi.
Bruce tace, ascoltando il pigro lamento dei pipistrelli e osservando un passato racchiuso in teche di vetro e acciaio - figli e martiri.
"No." risponde poi "Non lo credo."
"L'andrà a cercare?"
Wayne compie un mezzo giro sulla sedia e storna lo sguardo, posandolo sul volto durissimo e affilato di Selina - il volto del Kingpin di Gotham.
Lo sfiora con la punta delle dita e ricorda la sensazione della sua pelle contro la propria, l'incoscienza con cui l'aveva sempre amato e l'urgenza con cui accoglieva i suoi bisogni e i suoi morsi - richieste tardive d'attenzione.

"Sarebbe stato così facile lasciarsi andare."
"Lo so."
"Sarebbe stato facile lasciarti andare Bruce. Avrei potuto braccarti, inseguirti, farti uccidere da uno qualsiasi della famiglia."
"Avresti potuto."
Selina sorride e gli bacia il polso, portandoselo poi al petto.
"Avrei potuto."
Gotham piange tutte le lacrime che i loro cuori non potranno mai permettersi.

"Non lo so." replica, ma sia lui che Alfred sanno che è una bugia e pure raccontata male.

"Vorrei poterti dire addio." la sorprende Bruce "Vorrei poterlo fare senza metterti in pericolo."
Selina si stringe la camicia sotto al seno e reprime un singhiozzo - un residuo della sua vecchia vita.
"Sarebbe bello." gli concede poi "Sarebbe... giusto."
Annuisce il pipistrello, e le offre un volto nuovamente mascherato e offuscato dietro lenti biancastre e vuote.
"Stai attenta, Selina."
"Sai come si dice, Bruce... i gatti hanno nove vite."
"E tu quante ne sei disposta a rischiare?"
"Quelle che serviranno."
A Selina fa molto più male quell'abbraccio finale che tutte le notti passate a rincorrersi sui tetti e tra le lenzuola.

"Come vuole." conclude Alfred, facendo per andarsene "Ah, quasi dimenticavo; è arrivata una cartolina per lei dalla costa francese, proprio oggi. Non ha il mittente."
Bruce la tiene in grembo qualche secondo prima di voltarla e leggerla, incerto come non lo era mai stato.
Il sorriso che gli illumina il viso è il primo spontaneo da molto, moltissimo tempo.

****

"Quindi il pipistrello lo sa."
"Se ha decifrato il tuo indovinello, sì. Altrimenti dubito che sia molto oltre il mero sospetto."
Edward allunga i piedi nella sabbia e ne lancia un grumo sulla battigia.
"Non era uno dei miei lavori più difficili. Se mi avessi lasciato più tempo..."
Selina muove la mano in un gesto noncurante, facendo ondeggiare i numerosi braccialetti che porta al polso.
"Sciocchezze Eddie: i tuoi indovinelli sono sempre meravigliosi."
"È ironia quella che colgo nella tua voce?"
"Non lo so." lo canzona Selina "Cosa mostra senza svelare?"
Edward nasconde il viso dietro il suo Margarita e ne beve un sorso, godendosi il tepore del sole e l'aria fresca della costa.
"Però la metà potevi almeno concedermela."
"Per niente." sibila Selina, abbassandosi gli occhiali sul naso "Dopo cinque anni a fare il Kingpin della mafia, quella è la mia giusta e sacrosanta liquidazione."
"Sono più soldi di quanti tu ne possa spendere in una vita, Selina."
"Allora sarà per la prossima." ribatte la gatta, alzandosi dal lettino e stirandosi languidamente all'indietro "Bagno?"
Nigma declina l'invito, stirando un angolo della bocca in un sorriso pallido e sbilenco.
"Torneremo mai a Gotham, Selina?"
La gatta lo fissa in tralice, soppesandolo.
"Lo farai, Selina?"
"Forse. E tu, Eddie? Tornerai da chi ti ha picchiato, percosso, ingannato e infine svenduto?"
Edward adesso sorride per davvero e alza il bicchiere nella sua direzione.
"Cos'è che fa male senza neppure sfiorarti? Cos'è che non porta la felicità eppure è l'incarnazione di tutti i suoi significati? " ribatte sardonico "Coraggio; rispondi Selina."
Il rumore del mare è l'unico suono che interrompe il loro silenzio.

****

"Allora hai decifrato l'indovinello di Eddie."
"Non era difficile."
"Immaginavo."
Ha gli occhi riposati Selina, screziature verdissime e limpide.
"Il biondo non è il tuo colore."
"Devi proprio avere una perversione per i miei capelli per commentarli ogni volta."
Bruce ride ed è un suono bellissimo - autentico.
"Costa francese."
"Oui."
"Gatti e acqua."
"Certi cliché sono duri a morire."
"Anche certi gatti."
Selina chiude il libro che stava leggendo e gli concede la sua piena attenzione.
"Non ti ho perdonato."
"Lo so."
"E forse non lo farò mai."
"Vale anche per me."
Selina sospira, inclinandosi verso il suo viso.
"Quindi adesso che si fa? Si compra una bella casetta sulla Côte d'Azur e vissero per sempre felici e contenti?"
"È quello che vuoi?"
Selina tace, sfiorandogli le labbra con la punta delle dita.
"Forse."
"Io non posso."
"Lo so."
"Gotham ha bisogno di me."
"So anche questo. Dimmi una cosa che non so già, Bruce; una sola."
Wayne le accarezza la schiena, mormorando poi la sua risposta in punta di lingua e con la voglia a premere nei lombi - è sufficiente, Selina?

Sì, lo è. Per adesso può bastare. E poi... e poi vedremo.

Bruce libera un respiro che non sapeva d'aver trattenuto.



Nota dell'autrice: la linea temporale qui presente potrebbe creare un po' di confusione, per cui ci tengo a precisare che le vicende sono ambientate durante l'attuale ciclo di Catwoman, ovvero durante la sua ascesa come Kingpin di Gotham (Catwoman e Batman Eternal) e dopo il numero a lei dedicato di Futures End. 
Duke Thomas è un futuro Robin.
Harper Row sarà Bluebird, anche lei una spalla di Batman.



   
 
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