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Autore: mughetto nella neve    24/10/2014    4 recensioni
"Si guarda intorno spaurita alla ricerca di spiegazioni, ma non un suono viene dalla nuda terra che continua ad ospitare cadaveri di soldati dall’identità ignota. La Creatura si porta entrambe le mani sulle pallide guance, prendendo a graffiarsele disperata. È vittima di un dolore che si fa più intenso non appena torna ad osservare il cadavere che è riverso a terra vicino a lei."
| Banshee |
[Partecipante al Contest "SPIRITI MALIGNI" su FB ]
Genere: Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"L'Uomo finisce dove inizia il Soldato"


Non esiste nulla di più doloroso del morire in terra straniera.
Il tuo corpo è destinato a sbriciolarsi sotto gli occhi di un implacabile sole senza ricevere sepoltura o un minimo di riguardo. La pioggia e le intemperie renderanno la tua pelle una sostanza repellente all’occhio umano, mentre le tue carni saranno cibo per insetti e scheletrici cani – dubiti tuttavia che potranno trovare in te qualcosa di veramente appetitoso.
Forse qualche nemico, nei giorni a venire, calpesterà ciò che resta di te e non si renderà nemmeno conto di ciò che ha appena fatto. Sarai parte del fango o, se sarai fortunato, verrai gettato in qualche fossa comune assieme a qualche altro tuo sfortunato compagno di brigata.
Tremi in preda al dolore. La morte morde ciò che resta del tuo giovane corpo. Delle tue gambe non resta che una pozza di sangue che quasi gorgoglia quando il tuo corpo viene scosso da brividi più forti.
Ora che lo scontro giornaliero è finito, il campo di battaglia è un enorme cimitero in cui non vi è più spazio per le lacrime e i ripensamenti. I morti sulla terra bagnata sono simili alle stelle del firmamento: non si dispongono ordinati, ma è facile riconoscerli quando vi si fissa su un punto . Sono piante selvatiche che fan salire su la voglia di vomitare e che nasconderesti volentieri sotto il fango putrito, per non pensare più a quella fine che potrebbe toccare anche a te domani o nei giorni a venire.
Presto scenderà la notte e porterà via con sé la tua anima – pensi che la morte sia simile ad un rumoroso ed affollato treno in cui non viene chiesto il biglietto o la propria identità. Stretto in un vagone strapieno di soldati dall’aspetto sempre vario e lo sguardo spaventato, scorderai te stesso e della tua infanzia passata fra le verdi colline irlandesi. Ti dimenticherai della tua famiglia, del tuo orto pieno di patate che faticavi sempre a coltivare, del cielo sempre grigio di Irlanda, della pipa puzzolente di tuo nonno e delle fiere del paese. Di tutta quella gioia e speranza, non resterà più niente.
Sarai solo un altro nome segnato sul registro dei deceduti – già lo vedi: Alan MacMillar, irlandese, deceduto.
Osservi il cielo nerastro ed avverti il dolore farsi più forte. Ti domandi quanto durerà ancora questa agonia e se tua sorella riuscirà a consolare tua madre. Preso da questi pensieri, non fai nemmeno troppo caso alla figura di donna che ti osserva a pochi passi di distanza.
È nell’udire i suoi singhiozzi che finalmente ti rendi conto della sua vicinanza: sbatti stupito gli occhi, ma ciò si rivela essere un movimento così faticoso da farti quasi mancare le ultime forze. Si rivela essere un’impresa perfino mantenerti sveglio e continuare a respirare, ma ti sforzi di resistere: vuoi capire cosa ci faccia una donna sul campo di battaglia – vestita in quel modo, poi.
Sembra uscita da uno di quei vecchi arazzi che il sindaco tiene nella sua stanza e che tu eri solito osservare mentre facevi le pulizie nella sua casa. La sua veste verde non si sporca a contatto col fango – così come la sua mantella grigia che nasconde ancora il suo volto: quel poco che riesci ad intravedere lascia intuire di come la sua pelle sia più bianca delle divise delle infermiere del campo.
La senti piangere sempre con più forza. I suoi singhiozzi sono pari al ticchettio di un orologio impazziti: si susseguono a ritmo incostante con diversa intensità e lunghezza. Le sue lacrime sono grosse gocce che attraversano velocemente la sua pelle madreperlacea per poi schiantarsi al suolo come bombe, ma senza far rumore o portando distruzione.
Si piega sul tuo corpo martoriato ed accarezza ciò che resta del tuo braccio destro. Vorresti domandarle chi sia e cosa voglia da te – e poi, successivamente, domandare come mai ha presto così sul personale la tua ormai prossima dipartita – ma resti muto difronte a così tanta disperazione che sembra sprigionare.
Il sangue che cola lento dalla tua fronte si mischia con le sue lacrime, formando una strana pozza che slitta velocemente dal tuo corpo alla terra. Batti piano le palpebre e finalmente incontri quegli occhi arrossati che paiono così tristemente colpiti dalla tua dipartita: sono di un rosso straordinario che quasi ti cattura.
Le sue lacrime continuano a scendere, percorrendo velocemente le sue guance pallide e cadere sul tuo viso sporco di terra. Lasci che le sue attenzioni si rivolgano al suo corpo, percependo la tua mente sempre più lontano dalla realtà che ti circonda: solo ora giungono alle tue orecchie distrutte le preghiere delle persone care.
Esse sono sussurri lontani che arrivano confusi, ma che un po’ rasserenano la tua anima che già vaga sperduta per questa vallata. Sorridi leggermente. È come se ti avessero consolato nel ripetere così freneticamente le preghiere bibliche: ti senti così improvvisamente amato dalla tua povera e rumorosa famiglia.
Nell’osservarti, la donna dagli occhi rossi e l’abito verde comincia a piangere sempre più disperatamente. I suoi gemiti si sono trasformati in autentiche urla che si disperdono nella vallata con una velocità impressionante. Stringe la tua mano che ha perso tre dita e ondeggia in avanti e indietro, quasi volesse cullarti e far sentire meno dolorosa la dipartita. Il simile movimento oscillatorio fa cadere indietro il cappuccio del mantella grigia rivelando i suoi lunghi capelli neri fluttuanti.
Ormai sei certo della sua non appartenenza al mondo umano ma, forse per via della morte ormai vicina, non ti poni tanti problemi e lasci che questa continui a piangere per te. Chi sia, cosa voglia da te e perché stia facendo tutto questo sono domande che ti saresti posto in un momento di lucidità – ma nel morire non c’è nulla di chiaro e definito.
Respiri lentamente e stringi le ultime dita rimaste intorno alle piccole e pallide mani della creatura, continuando a mantenere intatto il sorriso che ti ha fatto compagnia per tutta la tua breve vita.
« Grazie per aver pianto per me » esali faticosamente verso la donna, lasciando che il sangue esca velocemente dai bordi delle tue labbra. Non sei certo di aver pronunciato correttamente la frase, ma ormai non ha più importanza.
Anche le tue ultime forze ti stanno abbandonando e lentamente chiudi gli occhi, lasciandoti sopraffare dal sonno eterno.

 
La Banshee trattiene il respiro difronte a quella morte.
Il bambino dei MacMillar se n’è andato via troppo presto.
Si guarda intorno spaurita alla ricerca di spiegazioni, ma non un suono viene dalla nuda terra che continua ad ospitare cadaveri di soldati dall’identità ignota.
La Creatura si porta entrambe le mani sulle pallide guance, prendendo a graffiarsele disperata. È vittima di un dolore che si fa più intenso non appena torna ad osservare il cadavere che è riverso a terra vicino a lei.
Grida.
I suoi occhi arrossati dalle lacrime si spalancando e si rivolgono alla pallida luna nel cielo. Ma nemmeno da questa arriva la risposta, continuando a far risuonare quelle urla disperata per tutta la vallata.
 
 
 


~Il Mughetto dice~
Questa storia partecipa al contest su FB “SPIRITI MALIGNI” del gruppo La Crème de La Crème di EFP. Per maggiori informazioni sullo spirito maligno trattato, ovvero la Banshee, si consiglia di visitare la pagina di wikipedia.
Mi è molto piaciuto scrivere questa shot – certamente non è molto allegra o corposa, ma è stato comunque un ottimo esercizio che mi ha aiutato a prendere confidenza con uno dei settori che sempre mi affascina, ma che raramente tratto: il soprannaturale. A ben guardare, questa shot non è carica di mistero o di particolari agghiaccianti: è più simile ad evento drammatico che sfiora con la punta delle dita l’universo fantasy per poi ricadere nella triste realtà.
Premettendo che dalle mie ricerche la Banshee non si è rivelata essere un incarnazione del male ma una semplice creatura che rivela un evento futuro e prossimo, spero vivamente di aver reso l’essenza del personaggio e aver fatto capito al lettore la sua vera essenza.
Grazie per aver letto questa storia!
  
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