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Autore: Cherish    24/10/2014    2 recensioni
-Pistaaaaa!! - oramai era vicino, pochi metri ancora e sarebbe riuscito a prendere l’ascensore che finalmente lo avrebbe portato all’ultimo piano del grande magazzino.
Charles perse un battito quando vide che le porte dell’ascensore stavano per chiudersi e con un ultimo scatto disperato, ci si fiondò dentro, senza badare se ci fosse qualcuno all’interno con il quale ci si sarebbe potuto scontrare.
Infatti …
Non fece in tempo a fermarsi, o almeno, a rallentare... che ecco andò addosso a un giovane biondo che perse l’equilibrio, cadendo a terra con sopra il povero Charles.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Erik Lehnsherr/Magneto, Raven Darkholme/Mystica
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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CAP.2 
UN INCIDENTE...


“Tu guarda se devo fare ritardo per colpa di un ragazzo ipocrita, ricco e anche viziato! Perché sicuramente dal modo in cui era vestito, e dal suo modo di  comportarsi non ci sarebbero altre motivazioni!” Imprecò mentalmente Charles. “Sono stato uno stupido! Non ho esitato neanche un secondo a leggergli nella mente, e cos’ ho scoperto chi fosse: Erik Lehnsherr o anche detto Magneto, il mutante più terrificante che esista al mondo, temuto per il suo potere di controllare i metalli...Sì, ma anche un idiota!  Altro che pericoloso!”  Commentò Charles prima di aprire la porta, che nascondeva delle scale. Mentre le scendeva continuò con i suoi pensieri: “Prima in ascensore, per un attimo ho avuto veramente paura... ma poi sono riuscito a calmarmi...Comunque resta il fatto, che quello lì, è e rimarrà sempre un imbecille!” pensò passandosi una mano tra i capelli  “Uff, spero di non incontrarlo mai più, mi farebbe soltanto innervosire, e sarebbe un problema in più da sopportare... ho già rischiato troppo. E poi la mia vita sociale, è già abbastanza complicata senza la sua presenza. A eccezione di Raven, ma lei è mia sorella, poi ci sarebbe Hank, il suo ragazzo, con lui vado d’accordo. Gli altri studenti mi considerano uno sfigato, e strano...; Ma per il momento non di devo pensare, ora sono qui, per chiedere un lavoro e basta! E non m’importa se non mi accetteranno, avrò comunque tentato”
 
Senza volerlo Charles si ritrovò davanti ad una porta con un foglio attaccato sopra, una frase e una freccia – “PER I COLLOQUI RAGGIUNGERE LA PORTA, IN FONDO ALLA VOSTRA DESTRA, GRAZIE” - lesse. - E’ uno scherzo!  Senza dubbio! – disse questa volta,  ad alta voce. Charles si diresse in fondo al corridoio e si fermò davanti alla porta: – Ora... o mai più – disse. Aprì, e quello che vide lo lasciò interdetto.
 
La stanza dal suo punto di vista, era confortevole, un po’ vissuta forse... con dei quadri che rappresentavano città famose: New York, Ottawa e Sidney.
All’angolo, notò Charles, era sistemata una palma tropicale, e in alto un orologio a muro.  Un divanetto, e delle sedie, invece erano appostate ai muri, alcune vuote, altre occupate da alcuni ragazzi. “Sono tutti umani” pensò.
 
Uno dei ragazzi, intento a rileggere il proprio curriculum, volse il suo sguardo su Charles:- Ehi, amico, che succede? –
Charles che stava ancora scrutando la stanza, trasalì, e guardò in viso il suo interlocutore, vergognandosi all’istante.
- Niente.. stavo solo osservando la stanza.... i colloqui si ottengono qui vero? – Chiese.
Il ragazzo acconsentì con la testa – Sì. Esatto è proprio qui –
Charles sorrise e si sedette accanto al ragazzo. – Sei qui da molto?- Chiese.
- No. Sono arrivato dieci minuti fa. Prima di me c’era un altro ragazzo, e non è ancora uscito. Poi toccherà a me, poi dopo ad altri tre e poi sarà il tuo turno – continuò sorridendo.
 Charles si volse verso la porta chiusa.
 -Logan – lesse. - E’ quello il nome del proprietario del bar?- Chiese.
- Sì. Dicono che sia un tipo che non scherza -.
Charles si mosse un labbro, preoccupato.
- Vedrai, andrà bene. In fondo siamo qui solo per lavorare il resto non conta -.
Charles rilassò le spalle:- Grazie... –
- Gregory .. ma gli amici mi chiamano Greg- disse porgendogli la mano.
Charles esitò un momento, poi allungò la mano per stringergliela- Charles – rispose.
- Credo che ci augureremo buona fortuna a vicenda allora..- continuò Greg, con il sorriso stampato in volto.
Nello stesso momento uscì un ragazzo dall’ufficio di Logan. –Com’è andata?? Chiese Greg.
Il ragazzo sospirò –Mi farà sapere entro una settimana -. Disse preoccupato.
Greg, Charles e gli altri ragazzi seduti guardarono in basso, non sapendo cosa dire. 
Charles era tra i suoi pensieri:” Stai tranquillo Charles, andrà bene e poi non dev’essere così spaventoso “.
 
Passarono i minuti, e passo’ mezz’ora da quando il penultimo ragazzo entrò. Poi sarebbe toccato a lui. Charles si sfregò le dita sugli occhi per la stanchezza  “che giornata... mi sento più stanco di prima.” Guardò davanti a sè e ritornò ai suoi pensieri.
“Oggi sarebbe proprio un giorno da dimenticare. Prima lo scontro con quell’antipatico di Erik, e adesso... sono qui, in ansia per un colloquio, che sono sicuro, non mi prenderanno neanche…”
Guardò l’ora. Le cinque e venti. Sospirò.
“ Com’è possibile che non riesco a non pensare all’incontro avvenuto con quel ragazzo?!”
-Erik...-
 Charles a pronunciare quel nome gli vennero i brividi. “In fondo è stato lui il maleducato, a non io. Lui mi ha minacciato, e anche fatto cadere”
“L’unica cosa che proprio non riesco a non pensare sono i suoi occhi: Erano azzurri, con un accenno di grigio... almeno credo anche perché poi, eravamo rimasti solo con delle luci soffuse. Ci siamo fissati a lungo eravamo a terra, e non potevo fare a meno di sentire i nostri respiri, pesanti, e i nostri cuori... o meglio il mio di cuore  perdere qualche battito, è stata come dire, una situazione nel complesso piacevole…”
 Charles diniegò la testa. “No. Non è possibile, sarà stata la stanchezza, e sicuramente anche la situazione.”
In quel momento la porta si aprì e uscì l’ultimo ragazzo.
- Forza Charles- si disse. Si sistemò i jeans e la maglietta ed entrò.
 
Non appena entrò nell’ufficio, ne studiò i particolari. Le pareti erano bianche e  molto in contrasto con le porte e le finestre, presenti dall’altro lato della stanza. Agli angoli, erano sistemate delle piante, e una piccola libreria color crema, era posta tra di esse. Nel muro a destra invece, era nuovamente sistemato un orologio, solo che questa volta era a pendolo.
 
La scrivania invece, notò Charles, era molto disordinata in confronto al resto.
Su di essa, erano sistemati molti blocchi con i documenti, dei biglietti da visita, e delle fotografie con raffiguranti tre ragazzi, uno di loro forse era il suo capo.
 
Dalla foto si capiva che teneva molto al ragazzo con gli occhiali da sole, perché gli teneva saldamente il bacino, mentre l’altro ragazzo era simile a quello al centro... “Probabilmente è suo fratello…” pensò Charles. Guardò accanto sé  e vide una sedia era sistemata davanti alla scrivania: Charles non osò sedersi, finchè non sentì un sonoro- Click- ed ecco che il capo entrò.
 
Questi, chiuse la porta, tenendo in mano dei fogli, si volse verso Charles e gli lanciò uno sguardo incuriosito. – Mi scusi se l’ho fatta  attendere, ma avevo una cosa da fare al bar. Immagino che lei sia qui per il lavoro da cameriere, dico bene?- Prego... continuò -non stia in piedi, si sieda pure -.
Charles gli lanciò uno sguardo sorpreso: era immobile. – Non mordo mica – continuò.
Charles era rimasto impressionato dal modo di vestire del suo interlocutore. Era alto, indossava dei Jeans a vita bassa, una canottiera bianca, e una camicia a fiori stile hawaiana e una targhetta d’argento con dei numeri e un nome: Wolverine. “ Pensavo di ritrovarmi un tipo tutto regole e niente difetti, invece è tutto l’opposto”. Per poco Charles non gli rise in faccia, per questo suo pensiero. Si trattenne e si accomodò alla sedia –Grazie, signore -.
 
- Figurati! Chiamami pure Logan! – disse porgendogli la mano. Charles lo fissò per un po’ indeciso se leggergli la mente o meno: non lo fece. Così gli strinse la mano.
- Charles... Charles Xavier – Logan annuì con la testa. – Allora Charles... che esperienze lavorative hai? Perché vuoi lavorare qui, in questo bar?-
Charles abbassò lo sguardo imbarazzato.  –In realtà.. nessuna... è la prima volta che mi presento ad una domanda di lavoro -.
Logan alzò un sopracciglio incredulo. – Quindi ... non hai mai lavorato? E come hai fatto a vivere per tutto questo tempo? Immagino che i tuoi ti abbiano aiutato… –
Charles alzò lo sguardo sorpreso. Non se l’aspettava tante domande insieme... specialmente sulla sua vita. – Ecco.. a dire la verità... non ho i genitori, sono morti in un incidente e  mi ha cresciuto mia nonna finchè poteva. Lei si è presa cura sia di me e anche di mia sorella Raven -. Logan era senza parole. – Tua sorella lavora? Chiese poco dopo.
- Sì – Rispose sincero Charles -. – Quindi adesso vivi con tua sorella... –Charles negò con la testa –No, abito da solo, in un piccolissimo appartamento in centro. In modo da essere vicino all’università -. Disse con una nota di tristezza, nelle sue parole. Charles per un momento si chiese perché stava dicendo tutte quelle cose ad un estraneo, che tra l’altro dovrebbe essere anche il suo capo.
Logan guardò un attimo la pila di documenti alla sua sinistra, e poi rialzò lo sguardo su Charles.
- Tua sorella non ti aiuta?? Voglio dire... come fai a vivere? – Charles sospirò –Sì, lei… cerca sempre in qualche modo di aiutarmi, ma non voglio esserle troppo di disturbo così… ho voluto cercarmi un lavoro -.
 
Nel mentre che Charles parlava, Logan pensava: “Questo ragazzo parla con una tristezza che non mi era mai capitata di vedere… rispetto a tutti gli altri che hanno fatto il colloquio, non mi avevano fatto lo stesso effetto, e soprattutto non erano nelle sue stesse condizioni; Si vedeva che stavano bene... ma lui, non solo mi da una sensazione di protezione, e a dire il vero è anche molto bello. Lo aiuterò senz’altro, ma prima devo sapere se è un mutante o un umano…”.
 
Logan ritornò alla realtà. –Posso farti una domanda? – Charles alzò la testa. – Certo -. – Logan prese una penna tra le mani e la girò tra le dita. –Volevo sapere.. se.. sei un mutante? – Charles sgranò gli occhi: era sorpreso nel sentire una domanda del genere. “ Oddio! Cosa m’invento.. ho bisogno di questo lavoro, non posso mentire proprio adesso.  E se mi caccia? Non so cosa farei in caso” pensò.
Prese un bel respiro e rispose sinceramente:– Sì -.
Logan appoggiò la penna sulla scrivania. – Bene, davvero sorprendente! Mi basta sapere questo, per il resto... puoi stare tranquillo. Sei, assunto. Comincerai all’istante, non appena ti avrò mostrato il mio bar – disse con una felicità nella voce. Charles non sapeva cosa rispondere, era incredulo e anche rosso per la vergogna: tutto questo entusiasmo da parte del suo capo non se lo aspettava.
 
Logan si era alzato in piedi. . Vieni Charles, ti mostro l’ambiente -.
 
“Non mi ero aspettato una cosa del genere. Pensavo che il colloquio fosse una cosa difficile.. ma invece.. è stato tutto il contrario. Mi ha fatto un sacco di domande riguardo la mia vita, e sembrava abbastanza sorpreso nel sapere che non avevo mai lavorato, soprattutto quando gli ho risposto alla sua domanda riguardante la mia vita privata. Per il resto... mi sono fidato immediatamente di lui” pensò Charles passandosi una mano tra capelli per poi sistemarseli all’indietro . “Devo essergli sembrato uno stupido, espero proprio che come prima volta mi vada bene, altrimenti farei una figuraccia “.
 
Non appena entrò nel locale si rese conto che era davvero grande per essere un bar. Il bancone era di puro marmo nero, e qualche sfumatura di grigio. I tavoli erano per la maggior parte quadrati e alcuni rotondi. Le sedie erano coordinate con i tavoli e le vetrate del bar erano enormi. Davano un panorama magnifico. Anche le luci davano il loro fascino, illuminavano tutto e i clienti sembravano essere tutti…– importanti – pensò Charles ad alta voce.
 
Logan lo sentì, e non potè fare a meno di sorridere – Sai, il mio locale, è sempre pieno di gente, soprattutto di ricchi che vogliono bersi qualche drink o un caffè in piena serenità... è così che funziona nel mio locale... L’Apocalypse. –
Charles guardò davanti a sè: - Apocalypse? – Chiese. Logan sorrise. – Certo! E’ stato mio fratello Victor a inserire quel nome, e direi che fa proprio un bell’effetto sulle persone… Ma adesso vieni ti presento al resto dei miei dipendenti, così fai qualche conoscenza -. Charles rilassò le spalle e in un attimo si ritrovò dietro al bancone che tanto l’aveva attirato.
 
Logan si era appoggiato contro la macchina del caffè:– Vedi?- Disse indicando con un dito due ragazzi. – Lei è Kayla, mentre quell’altro ragazzo è Scott Summers.-  I due sentendosi richiamati si avvicinarono a Logan. – Che succede? – Chiese Scott -. Logan sorrise:- Ragazzi, volevo presentarvi Charles. L’ho appena assunto e d’ora in poi farà parte della nostra squadra -.
Scott strinse i pugni, mentre Kayla sorrise contenta:- Molto piacere Charles. Benvenuto. Spero ti troverai bene con noi -.
- Spero di si – rispose lui.
Scott invece era un ragazzo un poco più basso di Logan e portava degli occhiali da sole. Era un po’ più grande di Charles.
- Sì, sì, come ti pare. –Comunque Logan, sappi che stasera, io, dovrei staccare prima perché ho un esame, e devo anche studiare e ... -.
 
- Mi dispiace Scott, ma per stasera dovresti aiutare il nuovo arrivato, per il suo ruolo da cameriere. Non ha mai avuto modo di lavorare, e per lui è la prima volta. – disse, circondando le spalle di Charles con un braccio. Scott, strinse ancora di più i pugni dal nervoso. –Come? – Sgranò gli occhi. –Non se ne parla nemmeno, non aiuterò un moccioso qualsiasi, senza che lui abbia avuto un minimo di esperienza. E poi.. potrebbe farlo Kayla, oppure Tom, ma io non ci penso proprio -. Charles sentendo quelle parole sospirò e si fece triste. Logan lo osservò, voltandosi poi duro contro Scott. –Stammi bene a sentire Scott, vuoi per un attimo lasciare il tuo odio nei miei confronti, e per una volta aiutare Charles, che sicuramente ha bisogno più di te di lavorare?!- Gli ringhiò poi.
Scott aprì i pugni. .- Questa me la paghi pivello, e stai attento, perché sarò la tua ombra!. Minacciò Scott allontanandosi.
Charles deglutì a vuoto. Era preoccupato. Logan lo vide allontanarsi dietro la cucina. Poi osservò Charles. – Stai tranquillo. Scott è fatto così, ma imparerai a conoscerlo, vedrai. Fai quello che ti dice, e sarai in buone mani, te lo garantisco –
- D’accordo -. Rispose Charles.
 
 
- Certo che la giornata non poteva andarmi meglio vero? Troppo bello
  per essere .. vero. – disse Charles legandosi nel frattempo il grembiule nero, che gli aveva dato Kayla. “Il colloquio in fin dei conti l’ho superato, anche se non mi sarei aspettato così velocemente.” Charles sospirò. “Purtroppo devo anche stare attento a quel... Scott se non mi sbaglio; Comunque Logan si è dimostrato gentile nei miei confronti e ha preso le mie difese.. però, chissà a cosa si riferiva quando ha detto:- il tuo odio per me…rivolgendosi a Scott.  Non ho voluto leggergli nel pensiero, anche perché non sono affari miei.. e poi avrebbero scoperto cosa sono in grado di fare...” Charles si appoggiò con le mani al bancone dei dolci di fronte a sè e sospirò.
“Spero proprio di non inciampare e cadere sarebbe davvero imbarazzante come primo giorno;  Scott prenderebbe subito la scusa per ridere di me, e già mi odia, figuriamoci fargli vedere che non so camminare su me stesso. Forza e coraggio Charles “.
Charles fu chiamato da Scott: -Ehi, moccioso! E’ ora di iniziare! –
 Charles s’incamminò verso Scott infuriato:- Non puoi semplicemente chiamarmi Charles! Ti dà così fastidio farlo?! –
Scott, lo prese per il colletto e si avvicinò a lui:- stammi bene a sentire! Tu non puoi rivolgerti a me in questo modo... è chiaro??! Se sono qui, è certamente per colpa tua! Io a quest’ora sarei dovuto essere a casa a studiare per un esame... invece Logan ti ha preso sotto la sua protezione e adesso devo pure subirmi la tua compagnia! – gli ringhiò Scott.
Charles deglutì di nuovo a vuoto. “Io a questo gli brucio il cervello! E’ un vero idiota! Come quello che ho incontrato qualche ora fa in ascensore.” Pensò tra sé e sè Charles.
- Ci siamo capiti?- Chiese nuovamente.
 Charles tolse le mani di Scott dalla sua maglietta e lo allontanò. –Tutto. Chiaro! Rispose.
- Ora muoviti! Che ci sono già dei clienti -. – Arrivo! –Sbuffò Charles.
“Che antipatico! Gli idioti devo incontrarmeli tutti io, oggi? “ si disse incamminandosi e arrivando così al bancone.
 
Era passate almeno due ore piene da quando Charles aveva cominciato il suo lavoro. Stava procedendo bene; ogni tanto Logan gli faceva dei complimenti:- Bravo! Stai andando bene!- Poi mentre serviva dei clienti, gli lanciava qualche occhiolino, a spese di Charles che s’imbarazzava, con il rischio di cadere.
Scott, non si lasciò sfuggire neanche uno sguardo che Logan lanciava a Charles. Era furioso. La situazione non gli piaceva neanche un po’. Così decise di farla pagare a Charles il caro prezzo.
 
 
Il locale era ancora abbastanza pieno, e quindi Charles rimase impegnato tutti il tempo. “ Devo resistere. Devo farlo per pagarmi gli studi, non posso andare avanti con la vita che faccio“ Pensò Charles mentre serviva una coppia. “Anche se non mi dispiace lavorare qui. Mi sto trovando bene. Tranne, per Scott, mi lancia occhiate di odio ogni volta che Logan mi fa un complimento! E’ incredibile! E poi se ne approfitta per criticarmi dietro cose non vere, con il risultato che Logan lo sgrida a sua volta, facendomi imbarazzare ancora più del dovuto ..”
-Respira Charles... tra poco sarai nel tuo appartamento da tre soldi – si disse. Il che non era proprio per niente una bella notizia.
 
 
Passò un'altra ora, e mancava almeno una mezz’ora piena alla chiusura dell’Apocalypse; giusto il tempo per sistemare il locale. Kayla aveva finito e se ne stava già andando a casa, invece Scott stava ancora torturando Charles preso a lavare le tazze e i bicchieri.
- Sai Charles, credo proprio che dovresti andare a sistemare le tazze e i bicchieri nel loro apposito scaffale, una volta che li hai puliti... cosa ne pensi? Ti va vero? – Chiese lui con un sorriso che fece salire i nervi a Charles.
Logan ovviamente notò tutta la scena e si avvicinò. – Scott, lascia stare Charles e vai a sistemare i tavoli e le sedie.
 Scott, sorrise. -D’accordo. Sappi che sei finito nella mia lista nera Charles!  - Gli lanciò uno sguardo di sbieco e s’incamminò verso i tavoli. Seguito dallo sguardo di Logan.
Charles sospirò. Logan si avvicinò a lui. – Charles... tutto bene? Scott è solo uno stronzo, non devi farci più di tanto caso; vedrai diventerete amici... è solo questione di tempo -.
Charles lo guardò in viso. – No. Non importa Logan. Scott ha ragione. Sono nuovo e devo soltanto ubbidire, in fondo ho scelto io questo lavoro.  E lui fortunatamente lo sa fare meglio di me -.
Logan lo ascoltò in silenzio; appoggiandosi con la schiena alla macchinetta del caffè, con le braccia incrociate. – Sono io il capo... o sbaglio? Sorrise. – Sai..- continuò... anch’io e mio fratello Victor, eravamo visti male, ma poi con il passare del tempo, siamo riusciti a cavarcela da soli –.
Charles ascoltò rapito le sue parole, ma poi prese i bicchieri e le tazze asciutte per andare nell’altra stanza per sistemarle. – Grazie Logan. Non voglio che Scott pensi che mi hai assunto solo per carità -
Logan alzò lo sguardo.  – No. Non l’ho fatto per.. -. Charles sorrise:- Sei un vero amico Logan -.  Lui annuì.
 
 
Nel frattempo, nel locale stavano entrando due clienti ormai, abituali.
 Anche se era ora della chiusura, loro potevano andarci in qualsiasi momento.
Scott si volse verso la porta ormai aperta. –Ragazzi! Mi fa piacere vedervi qui! Come va? – Chiese con un sorriso stampato in volto.
- Avrei bisogno di una birra, credo proprio che anche Victor ne abbia bisogno -.
Logan si avvicinò. – Victor... sei così, stanco? Credevo che tu non ti stancassi mai! – Scherzò Logan.
Victor ghignò.:- ahhah, molto spiritoso Logan, credo che quello che abbia bisogno più di tutti di una birra, è il nostro capo. Ha avuto una giornata movimentata oggi, e credo che voglia finire la serata almeno con qualcosa di positivo -.
- Cosa ti è successo? –  Chiese Scott, facendogli  un cenno di sedersi.
Erik si tolse gli occhiali e sbuffò. - Stamattina al lavoro era andato tutto bene.  Quando mi sono diretto all’entrata dell’ascensore, un ragazzino impertinente mi ha fatto cadere, ritrovandomelo addosso, mi ha insultato pure! Chiamandomi Idiota! -. Si passò una mano sugli occhi. 
Poi riprese il discorso:- Ma prometto a me stesso...  se oserà soltanto farmi cadere, e insultarmi, me la pagherà, cara e amara, per essere stato scortese con me! - Sbattendo poi un pugno sul tavolo!-
Logan lo osservò a lungo. – Erik... non te la starai prendendo tanto per un ragazzo, in fondo siete tutte e due sani e salvi no? E’ questo l’importante, in fondo -. Erik lo guardò confuso. – Logan, sai benissimo che non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno, specialmente da un ragazzino impertinente e anche stupido! -.
Scott osservò Logan.:- Ma chi era? Voglio dire... lo hai mai visto in giro?-.
- No purtroppo! Se dovrebbe ricapitarmi sotto le mani io lo ammazzo di botte! –
Victor annuì con un ghigno. – E non è tutto... il ragazzo era un mutante... un telepate a dire il vero… – Scott e Logan erano silenziosi. – Come fai a saperlo? Te l’ha detto lui? -. Erik rigirò i suoi occhiali tra le mani. – No. Mi ha chiamato per nome senza che io glielo dicessi, così mi sono infuriato e ho fermato l’ascensore, e l’ho anche minacciato per farlo smettere di leggermi nella mente. Poi abbiamo preso strade diverse.  Mi ha provocato. E dovevo essere ancora gentile con lui, con quella nullità!- Erik strinse i pugni nervoso.  – Me la pagherà! Senza dubbio! –
 Logan l’avrebbe calmato in qualche modo:- Vedrai domani andrà meglio -. Erik sorrise:- Lo spero! -.
Victor si guardò intorno. – A proposito fratellone, i colloqui per il ruolo da cameriere come sono andati? Sei riuscito ad assumere?-
Logan annuì con la testa. – Sì. Ed è anche molto bravo, per essere la sua prima esperienza lavorativa. L’unico che non ha le mie stesse opinioni, è Scott -.
 -Ehi Scott, cosa ti succede? Non resisti a urlare contro i principianti? Scherzò Victor, con un ghigno. Erik lo fissava freddo.
Scott scosse la testa:- No. E’ solo che non lo sopporto. Ha la capacità di dirti le cose in faccia, è senza ritegno! Ha osato rispondermi con la sua faccia tosta ! -.
Logan lo guardò male. – Sei tu che continuavi a infastidirlo, Scott -.
Scott gli lanciò un’occhiataccia. – Solo perché tu lo difendi e gli fai i complimenti ogni due secondi! –
- Sei geloso forse?! – insinuò malizioso Logan, senza smettere di fissare divertito Scott  . - Neanche per sogno –  rispose facendo spallucce.  Victor fermò la litigata:- Va bene, ma... è un mutante almeno? O un umano?-
Logan lo fissò. – So che è un mutante, e mi basta sapere questo, Victor – disse con un tono di voce calmo e  si alzò dal tavolo:- Vi faccio portare due birre ragazzi, così magari lo conoscete anche voi- disse con un sorriso.  Erik annuì con la testa:- Va bene. Dove si trova adesso? -.  Logan si fermò:- sta sistemando i bicchieri, arriva subito -. 
 
Charles nel frattempo aveva finito.. e lo stava raggiungendo Logan: -Charles.. hai finito? –
Charles annuì. Era stanco ma almeno aveva finito per quella sera.  “ Spero che dica che è finita... sono a pezzi “.
Logan sorrise:- Molto bene! Charles dovrei chiederti un ultimo favore prima che tu vada a casa... di là ci sono due clienti, potresti portargli, per favore due birre? Poi ti lascio andare. Per oggi hai fatto abbastanza – disse mettendogli una mano sulla spalla. Charles sospirò. – Non c’è problema, lo faccio subito -.
Logan s’incamminò verso il bancone.
 “ Anche questa... cavolo! E poi quei due dovevano arrivare proprio adesso?” si portò le mani in viso esasperato.
 
 Charles fece in tempo a vedere le due persone girate di spalle sedute al tavolo, e prendere due birre dal frigo, versandole in due grandi bicchieri, e li appoggiò nel vassoio.
 
Successe tutto velocemente. Scott per dispetto gli fece lo sgambetto, in modo che Charles inciampasse proprio sui due ospiti. Riuscì così a bagnare sia il primo che il secondo. Rompendo in pieno due bicchieri.
- Mi dispiace, mi dispiace ... davvero tanto io non so come... ho... fatto a... – S’interruppe immediatamente. Il suo cuore accellerò di qualche battito e si rese conto che la persona che aveva davanti, che lo guardava da capo a piedi con disprezzo era: Erik Lehnsherr. “ O mio dio!” Pensò Charles.
Erik preso dalla rabbia prese per il colletto Charles: -Tu! Sei tu quello che mi ha fatto cadere stamattina, e tu sei anche quello che ci ha appena versato della birra addosso! Allora me lo fai apposta a farmi perdere il controllo! –
Charles si arrabbiò e sciolse la sua presa portandolo indietro di qualche centimetro. Logan era già dietro che lo sosteneva per le spalle. –Charles, cos’ è successo? Ho sentito un rumore... stai bene? –
Charles era leggermente imbarazzato. – Si ...si.. io si ma l’idiota qui davanti a quanto pare, ha ancora voglia di litigare! – disse senza neanche accorgersene.
Erik per poco non gli mollò un pugno, fu fermato da Logan. – Logan spostati che lo picchio una volta, per tutte! –
 - Nessuno picchierà nessuno, Erik! Specialmente nel mio locale! Forza! Andiamo a parlarne di là Erik! -.
- Andiamo a parlarne di là... sarà meglio, prima che faccio in tempo a picchiarlo sul serio, questo moccioso! -.
- Arrivo subito Erik.. aspettatemi di là -. Disse guardando Scott con rabbia.
- Ok. – disse guardando in cagnesco Charles.
 
 
Charles stava raccogliendo i vetri per terra. Scott lo stava schernendo. – Sai Charles, credo proprio che qualcuno verrà licenziato -.
- Sai Scott, credo che per me sarebbe una liberazione a questo punto! Così non vedrei più la tua brutta faccia! – Scott era pronto per fulminarlo. – Scott! Finisci il tuo lavoro e vattene a casa! – disse infastidito Logan.
- D’accordo!- A mai più Charles! –
- Addio! -Rispose lui. Poi si fermò e si mise le mani tra i capelli con fare disperato. Era riuscito a rovinare tutto anche quella volta. Di sicuro non se la sarebbe passata liscia, ma con Erik non ce la faceva proprio a frenare la lingua.
 Logan intanto si era accucciato con lui per terra e lo stava tranquillizzando:- Dai.. Charles, va tutto bene. E’ tutto apposto. Sarai solo stanco, vai a casa a riposarti -.
Charles si volse verso Logan:- Va bene -. Disse.  
- Ora vado a chiarire due cose di là.. ci vediamo domani Charles.. Buona serata.. – sorrise.
- Grazie -. E si diresse a togliersi il grembiule.
 
Nel frattempo, nello Studio di Logan si era accesa un’animata discussione e a farne parte c’erano Scott, Erik e Victor.
 
- Si può sapere per quale assurdo motivo hai assunto un incapace come quello!? - Charles si fermò per ascoltare di nascosto.  Victor era vicino a Erik con le braccia conserte.  
Logan si volse verso di lui e guardò in basso. E le guance gli erano diventate rosse. – Perché.. era l’unico mutante tra i quattro ragazzi che si erano presentati... e poi... -.
Erik era fermo. - E anche l’unico imbranato tra quelli che hai scelto! Devi licenziarlo Logan! Devi assolutamente licenziarlo! – Logan lo guardò male:- Cosa??! No assolutamente!! Non lo farò!! Lui rimane lì dov’è! – Charles si ritrasse dalla sorpresa.
- Perché... ci tieni così, tanto a lui?! E’ solo uno stupido ragazzino, imbranato... e poi da com’è conciato si vede subito che  non è ricco! Si vede che è un disgraziato! –
 Logan lo fermò. – E solo perché tu sei ricco Erik, ti credi di fare commenti su persone che neanche conosci? Lo sai che avevo bisogno di un aiuto in più per il mio locale! –
Erik rise:- Proprio quel moccioso? C’è di meglio la fuori e tu lo sai!!-
Victor continuava a fissare il fratello. Erik sospirò:- Logan, perché hai assunto quel disastro?! Dimmelo! –
- Sono affari miei Erik... e visto che non te ne importerebbe niente, potresti anche andartene! -.
Erik strinse i pugni:- Dimmelo Logan, sono tuo amico.. perché l hai assunto? –
Logan lo guardò in viso:- Perché è molto bello! Anzi bellissimo a dire la verità! – Charles rimase di stucco, così anche come Victor Erik e Scott che era rimasto in silenzio per tutto il tempo.  Erik sentì  una morsa nello stomaco, e il cuore accellerò velocemente. Poi sorrise nervoso:- Perché è bello? Hai assunto quell’ impiastro, solo perché è bello? –
Logan si passò una mano sul viso:- Diciamo di si, e perché anche se la cava, Erik. - Charles stava per andarsene.. poi si fermò, sentendo la voce di Logan continuare... – Non mi dire che non è bello, perché non ci credo! Credo che perfino tu perderesti la testa! –
Erik era furioso:- Non credo proprio...e poi non è il mio tipo…- rispose cercando di non guardare in faccia nessuno dei presenti, volgendosi verso la porta lievemente imbarazzato…imbarazzato per cosa poi? Non lo sapeva neppure lui.
Ad un certo punto volse lo sguardo verso l’uscita.. si sentiva osservato.
“Ragazzino, sei appena finito nei guai…” pensò e il suo pensiero fu immediatamente catturato dalla mente di Charles, che all’istante si ritrasse dalla porta iniziando a fare grandi passi verso l’uscita.
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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