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Autore: Thiyori    24/10/2014    1 recensioni
Perché era questo, Peeta, per lei. Scontatezza e incertezza. Un libro di cui già si conosce la storia solamente dalla copertina, ma la cui fine sconvolge per la sua imponderabilità.
Missing moment ambientata dopo l'annuncio dell'edizione della memoria.
Everlark | Flashfic | 454 parole | Rating verde | 14 gennaio
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Un anno colmo di prompt ~ challenge



Nick: Tecla_ / Tecla__ su EFP
Fandom: Hunger Games
Mese: Gennaio
Giorno: 14
Prompt: Quadro


 

Di colori e incertezze


Occhi rapiti, faccia assorta, dita che si muovevano freneticamente su ciò che di bianco ancora rimaneva su quella tela. Una spirale di colori che dal centro del foglio si allargava fino a ricoprire tutto ciò che la circondava. Mani sporche, imbrattate e rese esperte da anni di pratica spandevano e macchiavano il piano con spruzzi e sfumature all’apparenza improbabili ma forse necessarie. Katniss lo guardava smarrirsi in ciò che, eccezion fatta per lei, di più amava al mondo, e in lui si perdeva. Accoglieva il freddo della sera avvolta nella sua coperta di lana pervinca che si opponeva fermamente all’armoniosa unione dei toni che la fantasia del suo vicino sprigionava. Un arcobaleno di scelte in un mondo che ne permetteva fin troppe poche. Uno scorcio di libertà in una società in catene. Era la prima volta che lo osservava dipingere, che ne notava i lineamenti resi più marcati dal pallore della luna, che considerava l’equilibrio perfetto tra la sua facciata prevedibile e i suoi più profondi e imperscrutabili sentimenti. Perché era questo, Peeta, per lei. Scontatezza e incertezza. Un libro di cui già si conosce la storia solamente dalla copertina, ma la cui fine sconvolge per la sua imponderabilità. Sorrise, accovacciandosi sulla poltrona in pelle posta di fianco al camino davanti al quale il ragazzo continuava a dipingere, e si rese finalmente conto della tranquillità che la sua figura le infondeva. Per la prima volta, si sorprese a pensare a lui come qualcosa più di un semplice conoscente del distretto. Per la prima volta, da quando era tornata da Capitol, una leggera calma si spanse dal suo petto fino a raggiungere le periferie più remote del suo corpo, e lì, per la prima volta dopo tanti anni, cadde in un sonno privo di incubi, il volto disteso in un’espressione di pacatezza e tranquillità. E fu quella notte che le loro due persone si unirono in un perfetto ossimoro; concentrazione e quiete, sonno e veglia, fiamma e gelo. E fu quella notte che i colori sprigionati dall’esperienza di Peeta si scontrarono col tacito bagliore della luna che illuminava il tremito spoglio dei rami degli aceri. E fu quella notte che, per la prima volta, Peeta disegnò su tela il suo amore per lei; un amore di colori, sensazioni e profonde emozioni; un intimo amore che va oltre la ragione e la parola umana; un amore inspiegabile, intenso e grave, radicato, abissale e assoluto, ma non per questo opaco, fumoso ed incerto. Un amore rosso. Un amore oro. Un amore colorato, come le sue dita che ora la avvolgevano e la stringevano a sé, come colorata è l’anima di colui che è innamorato. Come colorata era la vista che lui aveva di lei. Colorata. E completa.

   
 
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