Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Tamar10    24/10/2014    2 recensioni
Se ti innamori solo di sociopatici non puoi pretendere che la tua vita sia tutta rose e fiori. Soprattutto se Sherlock Holmes ti sceglie come sua nuova coinquilina.
[Sherlolly con la partecipazione del nostro Jim Moriarty, John&Mary e altri]
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jim Moriarty, Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Anni prima
“Sicuro si possa salire fin qui?” chiese Molly dubbiosa.
Jim non sembrava neanche ascoltarla. Si beava ad occhi chiusi dei tiepidi raggi del sole primaverile con l'aria viziata che gli accarezzava la faccia. Il tetto del Bart's pareva un piccolo angolo di paradiso.
Molly non credeva che Jim fosse così avventuroso. Durante i loro precedenti appuntamenti le era sembrato un ragazzo timido e impacciato, ma comunque dolce e intelligente. Non il tipo disposto ad infrangere le regole per fare colpo. In ogni caso non le sembrava un male, in fondo Sherlock ne infrangeva a dozzine di regole e nessuno gli diceva mai niente. Anche se Sherlock Holmes era di tutt'altra categoria, un individuo speciale.
“Nessuno ti ha mai portato quassù?” le chiese Jim avvicinandosi.
Lei scosse piano la testa, le capitava di rado perfino essere invitata a cena da un uomo, figurarsi a fare un giro sul tetto dell'ospedale.
“Peccato” riprese lui, “È un posto così romantico, sembra un ingiustizia che non venga sfruttato. E Sherlock Holmes? Neanche lui ti ci hai mai portato?”
Molly arrossì involontariamente, Sherlock che l'avesse portata in un posto così particolare e intimo era davvero un'idea ridicola. Jim fraintese il suo rossore.
“Non volevo essere indiscreto” disse subito “Quello che c'è fra voi...”
“Non c'è nulla fra me e Sherlock Holmes” lo interruppe Molly decisa “Tranne un solido legame di collaborazione e amicizia”
Jim sorrise tornando a volgere lo sguardo verso la città.
“Sono sollevato. Chi sarei io per reggere il confronto con il grande detective? Ma a quanto pare non si pone neanche il problema”
Molly fece finta di non cogliere i sotto intesi di quella frase, ma il suo cuore cominciò a battere più veloce e irregolare.
“Comunque,” continuò Jim, “prima o poi dovrai farmelo conoscere”
“Certo” rispose Molly avvicinandosi al bordo del tetto “Devo ammettere che hai scelto un ottimo posto” disse cambiando argomento.
Il panorama era davvero spettacolare. Non che il Bart's fosse un edificio particolarmente alto o in una zona estremamente bella, ma Londra, con le sue strade affollate, i suoi palazzoni moderni e le persone che scorrevano su marciapiedi – decine di metri più in basso – tutte indaffarate, era vista da una prospettiva totalmente nuova. Sembrava di usare un binocolo magico che mostrava le cose più semplici e ordinarie, ma nascoste al normale sguardo.
James le venne vicino.
“È bello, vero? Sentirsi in alto, lontano dalle persone comuni” disse con veemenza.
Molly si voltò a studiare il suo sguardo rivolto in lontananza, gli occhi avevano perso ogni dolcezza e restavano due grandi buchi neri. Se non l'avesse conosciuto bene le avrebbe quasi potuto fare paura. Jim si accorse del suo sguardo e si girò anche lui.
Le loro labbra si toccarono in maniera naturale, come se non avessero atteso altro per tutto quel tempo. Fu un bacio di quelli che avvengono solo nelle favole, Londra, sotto di loro, sembrava lontana anni luce perché in quel momento esistevano solo loro due.
Quel bacio – Molly in quel momento ne era certa – sarebbe stato l'inizio di qualcosa di grande.
 

Dopo
Molly Hooper aveva paura naturalmente. Non che fosse mai stata particolarmente coraggiosa – in anni e anni non aveva neanche mai avuto l'ardire di dichiararsi a Sherlock – ma certamente venire sequestrata ed essere in balia del suo ex fidanzato, nonché criminale psicotico più ricercato d'Inghilterra, era una cosa che avrebbe spaventato chiunque.
Moriarty invece sembrava godersi la situazione. L'aveva portata all'interno del Bart's senza che nessuno facesse caso a loro due, Molly l'aveva seguito con la mente rivolta solo a Sherlock e a quello che gli scagnozzi di Moriarty gli stessero facendo in quel momento. Solo una volta che si furono fermati si rese conto di dove fosse stata portata.
Il tetto non poteva essere più diverso dalla prima volta in cui ci era salita, anni prima. La calda luce del sole era sostituita dal buio della fredda notte di gennaio e Jim Moriarty non era più il tecnico informatico carino con lei, ma il pazzo criminale che l'aveva rapita e la minacciava.
Mai come in quel momento Molly sentiva la mancanza di Sherlock.
“Cosa hai intenzione di fare?” domandò racimolando coraggio.
Moriarty si voltò stizzito come se lei lo stesse distraendo da qualcosa di importante.
“Ora aspettiamo” rispose laconico “Tutto andrà secondo i piani”
Molly aggrottò le sopracciglia, confusa.
“Pensavo mi avresti portato da Sherlock. Dove lo tieni?”
Moriarty rise, non una risata stridula ed esagerata come fanno solitamente i cattivi nei film, ma una risata spontanea, musicale e dolce e per un attimo Molly rivide in lui il ragazzo di cui si era innamorata. L'illusione svanì immediatamente appena i suoi occhi puntarono freddi su di lei.
“È proprio questo” disse una volta ripreso fiato “che mi piace di te, Molly Hooper. Sei così buona e semplice e ingenua
Gli occhi di Molly furono calamitati da quelli di lui, avrebbe voluto indietreggiare quando si avvicinò, ma si sentiva bloccata da quello sguardo. Nella sua testa poteva quasi sentire risuonare la sirena dell'allarme rosso, ma, nonostante avvertisse il pericolo, il suo corpo sembrava non rispondere.
“Proprio non capisci?” continuò il criminale, “Io non ho rapito Sherlock per attirare te, ma il contrario. Proprio ora il tuo cavaliere – scandì quella parola come se fosse un insulto – sta venendo a salvarti”
Molly si morse il labbro, il profumo intenso di Moriarty, così vicino a lei, la stordiva.
“Ci hai già provato, ricordi?” rispose, “Non ha funzionato nemmeno la prima volta”
“Oh, ma chi si ripete è noioso” disse lui sorridendo in maniera pericolosa “Io non ho intenzione di uccidere lui
 
Saliva i gradini a due a due, il tetto ancora a molte rampe di scala di distanza.
Il personale dell'ospedale lo guardava come se fosse una sorta di alieno, due infermieri provarono persino a fermarlo bloccandolo su un pianerottolo. Sherlock si divincolò incurante, poi con movimenti fluidi colpì il primo alla gola e il secondo con un calcio allo sterno. Entrambi stramazzarono a terra con un gemito tenendosi le parti lese e imprecando.
Il detective proseguì correndo sulle scale come se non fosse successo niente. Nella sua testa c'era solo Molly Hooper – la persona che avrebbe dovuto proteggere – in balia di Moriarty.
Molly che girava impacciata per casa sua, che lavorava concentrata alle analisi in laboratorio, che non riusciva a guardarlo negli occhi senza che le sue guance si tingessero di rosso; Molly col suo sorriso fragile e raro. Era la sua intuizione più inutile, ovvia e stupida, ma in quel momento Sherlock si rese conto di non essere disposto a perderla. Avrebbe fatto qualsiasi cosa.
 
“Ti ricordi l'ultima volta che siamo saliti su questo tetto?” domandò Moriarty con voce flautata. In pochi secondi il suo atteggiamento si era completamente trasformato, non ricordava neppure lontanamente l'uomo che l'aveva minacciata. In qualità di dottoressa Molly non poté fare a meno di classificare il suo caso come bipolarismo acuto, ma era solo una piccola parte del suo cervello – che sembrava essere totalmente distaccata dal resto – che ragionava ancora e le gridava che doveva allontanarsi il più velocemente possibile.
Moriarty però era vicino e la sua voce fin troppo ammaliante.
“Ti ricordi, vero?” chiese ancora sorridendo e per un attimo sembrò ancora il ragazzo timido di molti anni prima. Le passò delicatamente una mano sulla spalla tenendola vicino a lui.
Allora la parte ancora pensante del cervello di Molly Hooper riuscì miracolosamente a farsi sentire, perché non c'era assolutamente niente di giusto in quella situazione.
“Lasciami stare!” gridò istintivamente e si liberò dallo pseudo abbraccio tirandogli uno schiaffo.
Era la seconda volta in vita sua che schiaffeggiava una persona, era la seconda volta in vita sua che schiaffeggiava qualcuno che mai si sarebbe sognata di schiaffeggiare. La sorpresa sul volto di Moriarty non riuscì a farla gioire appieno, poiché immediatamente fu sostituita dall'ira più temibile.
Molly pensò che probabilmente l'avrebbe uccisa all'istante o forse avrebbe optato per una morte lenta e dolorosa. Di sicuro sarebbe stato qualcosa di orribile.
Invece James Moriarty non fece nessuna di queste cose. Si riavvicinò a lei con la lentezza del predatore che sa già di aver intrappolato la propria preda e con un movimento fluido e veloce la baciò.
 
Per una volta Sherlock non poteva credere ai propri occhi. Non voleva farlo.
Come al solito la sua intuizione non era stata sbagliata, infatti Moriarty aveva portato Molly in cima al tetto del Bart's, ma forse sarebbe stato meglio il contrario.
Nella sua mente si affollarono diverse opzioni plausibili sul perché Molly Hooper stesse baciando Jim Moriarty – in realtà poteva benissimo essere il contrario, eppure Sherlock non sembrò prenderlo in considerazione –, ma nessuna di esse poteva giustificare il gesto che si stava compiendo.
Immediatamente entrambi si accorsero del suo arrivo e si distaccarono bruscamente, anche con la poca luce Sherlock vide chiaramente Molly arrossire.
“Sherlock Holmes!” lo salutò gaiamente Moriarty con un inchino “Che tempismo!”
Il detective serrò i pugni, resistendo all'impulso di staccare uno ad uno tutti i denti candidi di quel sorriso strafottente.
“La cara Molly qui presente si stava giusto chiedendo quando saresti arrivato. Non è stato carino da parte tua lasciarla tutta sola”
Lei aprì la bocca per parlare, ma Moriarty la interruppe.
“Lo so, lo so. Non hai bisogno di giustificarti, non è facile resistere al mio fascino. E poi mi sembrava di aver capito che Sherlock non fosse interessato”
“Non sono affari tuoi” ribatté lui, “Ora lasciala andare immediatamente, verme”
Moriarty aggrottò le sopracciglia assumendo un'espressione mortalmente offesa.
“Come sei scortese! E pensare che io mi preoccupo per te! Ti ricordi cose ti ho detto, vero? Ti brucerò il cuore. Non potrei mai permettere che lo faccia qualcun altro prima di me” disse accennando a Molly.
“Lei non c'entra niente. È una questione fra me e te” rispose Sherlock aspro avanzando verso di lui.
Molly, attonita, assisteva in disparte allo scambio fra i due geni.
“Oh, Sherlock! Sempre cosi teatrale!” esclamò Jim gioviale.
“Disse quello che ha rapito una ragazza e l'ha portata in cima ad un tetto!” lo accusò il detective.
“Rapito. Che brutta parola, mi fa sembrare quasi un criminale” disse con una smorfia divertita “Io non ho obbligato nessuno”
Lo sguardo di Sherlock saettò per una frazione di secondo verso Molly che sembrò leggerci dentro dubbio e delusione. Avrebbe voluto intervenire, spiegare la verità e uscire il più velocemente possibile da quella situazione ma le parole le morivano in gola.
“Mi sono stufato dei tuoi giochetti” disse Sherlock rivolto a Moriarty mentre avanzava deciso verso di loro.
“Non così in fretta” lo frenò lui puntandogli contro una pistola. Sherlock si diede mentalmente dell'idiota per essere andato lì disarmato, John non avrebbe mai commesso qell'errore.
“Visto che i miei giochetti ti hanno stancato ne faremo uno nuovo” riprese Moriarty con l'aria di chi si sta divertendo un mondo “Obbligo o verità?”
“Questo gioco lo fanno i bambini” replicò Sherlock ostentando calma “Una cosa molto fuori moda, James”
“Anche fingere la propria morte è diventato fuori moda. Una caduta di stile da parte di entrambi pare. Allora, obbligo o verità?”
Sherlock rimase ostinatamente zitto.
“Non lo ripeterò un'altra volta” disse Moriarty spostando la traiettoria di sparo da lui a Molly.
“Verità” scelse il detective riluttante.
“Mmmh...noioso, ma va bene. Sei innamorato di Molly Hooper?”
La ragazza chiamata in causa sgranò gli occhi. Era una domanda stupida dalla risposta scontata, chiaramente Moriarty voleva solo metterla in imbarazzo e umiliarla. Non capiva che bisogno avesse di farla soffrire ulteriormente.
Sherlock serrò le labbra e abbassò lo sguardo, ma nel buio della notte Molly non riuscì a vedere il suo volto.
“No” ripose infine l'uomo con tono indifferente. Nonostante lo sapesse già la ragazza non poté fare a meno di sentirsi sprofondare nella delusione, mentre al contrario Moriarty accolse quell'affermazione con un sorriso.
“Perfetto! Quindi non ti dispiacerà troppo quando morirà”
La mano del criminale che teneva la pistola puntata contro la ragazza tremò, Sherlock si impose di mantenere il sangue freddo come il suo sguardo.
“Perché dovresti farlo? Te l'ho già detto: è una questione solo fra noi due”
“E io ti ho già detto che ti brucerò il cuore” disse Jim Moriarty, “Non essere stupido, Sherlock. Io odio li stupidi” La pistola descriveva piccoli e lenti cerchi in aria “È evidente che la morte di Molly Hooper ti spezzerebbe
Sherlock rimase impassibile, mentre il suo cervello lavorava febbrile.
“Non credo farai in tempo. La polizia sarà qui a minuti” rispose sfrontato.
Moriarty irruppe in una risata priva di allegria.
“Davvero pensi cadrò nel tuo bluff? Ti conosco troppo bene Sherlock, non è nel tuo stile chiamare la polizia, a te piace rischiare la tua vita tutto da solo”
“Allo stesso modo non è nel tuo stile sparare alle persone, Jim” lo richiamò il detective in un ultimo tentativo disperato.
“Neanche il tuo, eppure l'hai fatto” replicò lui “E lo farò anch'io”
L'arma ebbe uno scatto e Molly serrò gli occhi, convinta che in quel momento sarebbe morta davvero. Non che avesse chissà quali rimpianti o desideri di una fine eroica, ma venire uccisa dopo essere appena stata rifiutata sarebbe stata la ciliegina sulla torta della sua vita triste e inutile.
Attese il fatale suono dello sparo, ma invece il rumore che sentì fu del tutto diverso. Quando riaprì gli occhi vide un elicottero che si avvicinava rapidissimo e in pochi secondi arrivò al bordo opposto del tetto.
Contemporaneamente la porta che conduceva di sotto si spalancò e una squadriglia di poliziotti capeggiati da Lestrade, che gridava ordini come un forsennato, fece irruzione con i fucili spianati. In tutto quel trambusto Moriarty era già corso fino all'elicottero che si stava alzando di nuovo in volo portandolo in salvo, ancora una volta lontano dalla morsa della giustizia.
Sherlock inaspettatamente non cercò di seguirlo – come gli ordinava di fare il suo istinto – ma si precipitò ad afferrare Molly, sfinita dalla tensione, a cui erano cedute le gambe.
“Questa volta non potevo rischiare” disse Sherlock, anche se Moriarty era ormai troppo lontano per sentire la sua risposta. Molly stava lentamente perdendo coscienza e ,mentre l'adrenalina che aveva in corpo scemava, pensò di averlo solo immaginato sussurrare in aggiunta: “Lei è troppo importante”








Note:
Questo è l'ultimo capitolo, manca solo l'epilogo (già pronto) e la storia sarà completa.
Questo è un capitolo molto dialogato, di solito non è nel mio stile mettere tanti discorsi, spero che risultino realistici e avvincenti.
I vostri commenti mi riempiono sempre di orgoglio e mi fanno capire quanto ci teniate a questa storia. Non vi rigrazierò mai abbastanza <3
A presto, prestissimo!
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Tamar10