“No…Non lavorerai mica nel mio dipartimento, giusto Harry?” dissi, la paura che dilagò gelida in ogni singola arteria del mio corpo.
Rise, un suono di cristalli che si spezzavano sotto mani abili, e la sua risata propagò, profonda ma cristallina, in una contrazione fra le mie gambe: la cravatta, la camicia inamidata ed immacolata, la giacca nera che sottolineava l’ampiezza di quelle spalle tornite e definite, il petto che impaziente voleva essere morso sotto quell’inutile indumento dai bottoni troppo vicini e bastardi.
“Piccola, eccome se lavorerò nel tuo dipartimento: anche tutta la notte se vorrai.”