Accidenti.
La classe è rumorosa, troppo rumorosa.
Sono sicura che Naromi, che mi siede accanto, pensi esattamente lo stesso. E'
decisamente troppo anche per una casinara come lei. Le ragazze davanti a me si
truccano senza ritegno davanti all'insegnante, che d'altra parte non sembra
curarsene minimamente; i ragazzi si lanciano insulti da una parte all'altra
della classe, fregandosene della lezione e di tutto il resto. Alcuni di loro
giocano a tris su dei pezzetti di carta. E questi sono gli studenti che dovranno
diplomarsi quest'anno. Le terze. Lancio un'occhiata disperata a Naromi e lei la
ricambia, spazientita. -ma in che diavolo di bordello ci siamo andate ad
infilare!?- sibila, sotto voce. Alzo le spalle. Sono senza parole, rimpiango
fortemente la mia ex classe, ed è dir tutto. -Capisco che sia il primo giorno di
scuola- tuona finalmente l'insegnante, -ma questo non vi autorizza a fare
salotto quando ci sono io- La classe lo ignora deliberatamente, continuando a
curarsi dei propri affari. Osservo il prof che, esasperato, afferra la sua borsa
ed esce imprecando sotto voce dalla classe. -scommetto che sta andando ad
informare la preside- mi dice Naromi -e meno male, questo posto fa schifo.-
Sospiro. Quest'anno sarà proprio difficile, me lo sento. I miei genitori mi
hanno detto che se quest'anno verrò nuovamente bocciata, dovrò seriamente
pensare di intraprendere una carriera da manovale. Sinceramente, non ho la
minima intenzione di non impegnarmi neppure quest'anno: la scuola è una gabbia
dalla quale ho sempre voluto sottrarmi, ma mi sono resa conto che l'unico modo
per farlo davvero è diplomarsi. Naromi è d'accordo, è stanca anche lei; dopo un
po', uno non ce la fa più. Certo però che in questa nuova classe lavorare bene e
coscienziosamente sarà molto complicato. Mi chiedo come sia la vita alla Todai,
e con una fitta allo stomaco penso a Sakura e Kaede, teneri universitari
innamorati, che camminano mano nella mano...però io non riesco proprio a
vedercelo Kaede all'università. Pensavo che avrebbe giocato a basket per sempre.
Uno come lui, entrato anche a far parte della nazionale juniores, non avrebbe
problemi a trovare una sistemazione stabile in una buona squadra anche qui a
Tokyo. Verrebbe pagato bene e farebbe esattamente ciò che ha sempre voluto fare,
giocare. Ennesima fitta alla pancia, trattengo le lacrime. Non pensavo si
sarebbero ripresentate. Pensavo d'averle finite tutte ieri sera, al telefono con
Hanamichi, nell'oscurità della mia stanza e del mio cuore. Non posso crederci,
sembrano infinite. Naromi si accorge del mio malumore e comincia a sparare fuori
milioni di parole vaghe pur di distrarmi. Affronta argomenti a casaccio, che non
mi interessano. Vorrei solo andarmene a casa, chiamare Hanamichi e sfogarmi
ancora con lui, anche se so che per lui potrei rappresentare un peso. Mi
costringo ad ascoltare Naromi, che sta parlando di una borsetta fantastica che
ha visto nella vetrina di un negozio in centro. Non me ne può fregare di meno,
ma apprezzo l'impegno di Naromi, il suo essermi amica. Se non ci fossero lei e
Kagome, mi sentirei decisamente peggio. -grazie, Naromi- le dico sincera, e lei
mi regala un sorriso storto. Proprio in quel mentre il prof rientra in classe,
seguito da un'impettita donnetta di mezza età che altri non è che la preside. E
inizia la strigliata.
Dopo le lezioni io e Naromi non restiamo a chiacchierare coi nuovi compagni,
anzi, ci defiliamo il più rapidamente possibile nonostante la loro insistenza.
Nessuno di loro ci ha fatto una buona impressione, a parte una ragazza minuta e
gentile che ha detto chiamarsi Meiko e ci fatto dei regalini di benvenuto. Una
specie di Kiminobu Kogure al femminile. Lo stesso Kiminobu Kogure che, con
nostra grande sorpresa, troviamo davanti a casa mia, indaffarato a scaricare da
una piccola auto azzurra una grande valigia dall'aspetto un po' malconcio. E'
proprio lui, non ci sono dubbi: i capelli castani e folti sono sempre gli
stessi, e lo stesso si può dire per gli occhiali rotondi che lo fanno
assomigliare ad un topo di biblioteca. Indossa un paio di jeans anonimi e una
felpa verde chiaro su un paio di scarpe da basket bianche. Resto a guardarlo a
bocca aperta, senza riuscire a spiccicare parola, e Naromi fa lo stesso, ma alla
fine è proprio lei a rompere il silenzio. -M-ma quello..? quello non è il tipo
occhialuto che c'era al ritiro a Peach House?- Annuisco, ancora muta.
Effettivamente non dovrei stupirmi della cosa, Kiminobu ha sempre detto di voler
ritornare a Tokyo e ricominciare l'università, d'altronde dopo le scuole
superiori ha studiato qui. -è proprio lui...Kiminobu Kogure- riesco a dire alla
fine; Naromi senza aspettare un secondo muove in sua direzione, lasciandomi,
immobile, all'angolo della strada. -Kiminobu Kogure?- domanda, a pochi passi da
lui, facendolo trasalire. Ma quando Kiminobu si volta a guardarla, la riconosce
immediatamente. -Naromi Kitazawa, la stella del Kainan?- -ex- precisa Naromi,
con un sorrisetto. -Comunque si, sono io. Ci siamo visti qualche volta durante
il ritiro a Peach House- -Hisashi mi ha parlato molto di te- le dice lui,
entusiasta. -dice che sei fenomenale- Noto Naromi avvampare come una torcia,
mentre, finalmente, mi decido ad avvicinarmi ai due. Kogure continua ad elogiare
Naromi, logorroico come sempre, ma proprio in quel momento un grido interrompe
il suo delirio verbale. -Ucchaaaaaaaan!- All'improvviso un paio di braccia forti
mi stringono, quasi stritolandomi, lasciandomi senza fiato. Non capisco più
niente, ciò che riesco a distinguere è solo una massa di capelli...rossi?!
-Hanamichi Sakuragi!?- sento Naromi domandare con voce stridula, e ancor prima
di rendermene conto, mi ritrovo a piangere di gioia. Hanamichi è venuto a
trovarmi, non riesco a crederci! Ricambio il suo abbraccio stritolandolo a mia
volta, ma con tutti i muscoli che si ritrova non è cosa semplice. -Hanaa!- urlo
a mia volta, continuando a piangere. Ci separiamo qualche istante dopo,
doloranti. Hanamichi ha decisamente esagerato, ma dopotutto non mi dispiace.
-Allora- riesco a dire, tra le lacrime, -che diavolo ci fai qui!?- Lui mi
sorride di uno dei suoi sorrisi tronfi e un po' scemi. -Il Genio è venuto a
ricambiare il favore, cugina!- esclama, esaltato, lasciandomi senza parole. -che
intendi dire?- domando, esitante. Non può essere. -esattamente quello che ho
detto! Hanamichi Sakuragi, Re dei Rimbalzi, Assoluto Dio della Pallacanestro
passerà un annetto scolastico con la sua cuginetta, che a dirla tutta, ha
decisamente bisogno del suo brillante intervento- Scoppio nuovamente in un
pianto dirotto. Non posso crederci. -Oddio, grazie! Grazie!- mi ritrovo a dire,
abbracciandolo nuovamente. -è incredibile!- Ma di incredibile non c'è nulla,
Hanamichi è davvero qui per me.
-E Akagi continua i suoi studi di medicina, studia come un matto, non riesco a
capire come faccia...- Naromi serve il tè a mio cugino e Kiminobu, mentre questi
continua a raccontare -e Ayako, beh, lei fa lo stesso. E' incredibile che
abbiano scelto la stessa facoltà. Ora studiano entrambi ad Osaka, hanno trovato più
opportuno isolarsi un po' da Kanagawa per impegnarsi più seriamente. Il povero
Miyagi è disperato, ovviamente. Lui è l'allenatore dello Shohoku maschile,
adesso.- Io e Naromi ridacchiamo. Riesco ad immaginarmelo, Ryota, nel suo
delirio da lontananza dalla sua "Ayakuccia", come la chiama. -e gli altri?-
domando, curiosa. -Hisashi? Yasuharu? Ken?- -Mitsui continua a giocare a basket
nello Shohoku, e ne è diventato capitano. Chissà se riuscirà mai a diplomarsi.
Però fa anche qualche lavoretto per suo padre, ed è incredibile, dato che non
sono mai andati d'accordo, ma pare che abbiano raggiunto una tregua- -sono
contenta- dico, lanciando un'occhiata a Naromi. Sembra avere la testa persa da
qualche altra parte. -Yasuda invece sta seguendo dei corsi di fotografia-
continua Kogure -e per quanto riguarda il Comico ha ereditato la pescheria da
suo padre- Scoppio a ridere. Non riesco ad immaginarmelo, Ken, impegnato a
smerciare pesce. -forte- commento, e poi, avida di informazioni, mi rimetto a
tempestare Kiminobu di interrogativi. Come va la squadra, come sono le nuove
reclute, se si niente di Kiran, in Canada, e poi come sta Akira, se ha avuto la
possibilità di incontrarlo. E ovviamente, alla fine, gli chiedo anche di Haruko,
sua attuale fidanzata. -La squadra va bene, Miyagi è un po' disperato...quando
l'ho lasciato non sapeva quale dei tanti talenti che si sono iscritti quest'anno
al club mettere in prima squadra- Ridacchia Kogure, spensierato. -ovviamente
Mitsui sarà tra quelli. Spero avrà un futuro luminoso nel basket a livello
nazionale- Sorrido. -lo spero anch'io. E anche tu, vero Naromi?- domando alla
mia amica, che scopro essere ancora buia in volto. Hanamichi la squadra
interdetto. Ci scambiamo un'occhiata e decidiamo di lasciar perdere, almeno per
il momento. Torno a guardare Kiminobu, invitandolo a continuare. Lui non si fa
affatto pregare. -Per quanto riguarda Kiran, non ci sono novità. E' nel suo
paese natale e gioca per la squadra della sua università. E' la migliore del suo
corso e non le dispiace affatto- Sorrido nuovamente: tipico di lei. -e Akira,
beh, lui ha deciso che tornare a vivere con Lynda non era quello che voleva. La
rottura con Kiran non l'ha lasciato indifferente, è cambiato molto. E proprio
per questo motivo, ha comprato un bilocale che divide con Koshino- Sgrano gli
occhi. -Noo, non mi dire...- Kogure arrossisce fino alla punta dei capelli.
-Macchè, macchè. Malalingua!- Scoppio a ridere fragorosamente, e Hanamichi mi
segue a ruota. Ci interrompiamo solo quando Kogure si sente in grado di parlare
nuovamente. Il rossore sul suo viso non è ancora scomparso del tutto. -...comunque,
vedo Haruko ogni weekend. Attualmente sta studiando per diventare maestra
d'asilo- La notizia mi colpisce, ma riesco ad immaginarmi Haruko circondata da
bambinetti frignanti. -è la professione giusta per lei- dico. E mi astengo dal
dire che un po' bambinetta frignante lo è anche lei.
Dopo una cena consumata in allegria, con Kogure, Naromi e ovviamente Hanamichi
invitati a cena, decidiamo di uscire. L'idea è quella di andare al campetto a
fare quattro tiri; non mi interessa di incontrare Sakura o Kaede ora che non
sono più da sola. Ma quando arriviamo al campetto vi troviamo solo Kagome.
-scampagnata notturna?- ci domanda, notandoci, un gruppetto di persone allegre e
vocianti. E lo sono anch'io, anche se non fino in fondo. Manca qualcosa. O
meglio, manca qualcuno. Cercando di non fare troppo caso al senso di vuoto che
comincia a dilagare nel mio stomaco, presento Kiminobu e Hana a Kagome e
viceversa. Non mi sfugge l'occhiata fin troppo entusiasta che Kagome lancia a
mio cugino: con un sorrisetto informo Naromi della situazione. -non mi direee...-
sussurra lei, felice dello scoop che le ho appena fornito. Ridacchio. Queste
cose frivole mi fanno sentire un po' cretina, ma servono a non farmi pensare ai
miei problemi. Passiamo una serata piacevole, sfidandoci in scontati one-on-one
che vedono sempre la vittoria schiacciante dei ragazzi. Solo Naromi riesce a
dare un po' di filo da torcere e Kiminobu prima di incassare una sconfitta e
andarsi a leccare le ferite a bordo campo; la partitella tra me e mio cugino
vede Hanamichi vincitore a tutto tondo, così come nello scontro tra lui e Kagome.
-ahh, cugina, c'è poco da fare. Il Genio è sempre il Geeeeniooo...- Finita la
partita ci sediamo sulle panchine sgangherate a chiacchierare. Kagome si lancia nel racconto di una storia del terrore, l'ultima cosa che dovrebbe fare, un po' perchè mi fanno paura anche se sono totalmente surreali, un
po' perchè mi ricordano il ritiro a Peach House, le emozioni di una sera, un
battito di cuore..
Persa nei miei pensieri, non noto il ragazzo arrivare. Alto, sconvolgentemente
bello, il pallone stretto sotto un braccio. Kaede. Solo un secondo, e Hanamichi
scatta in sua direzione, urlando come imbestialito. Quasi ringhiando. Mi fa
paura. Si avventa su Kaede mio cugino, gli sferra un pugno al volto. Kaede
reagisce con estrema aggressività, un destro violento nello stomaco e Hanamichi
perde la cognizione dello spazio, barcollando, sputando saliva. Kaede ha il
labbro sanguinante, ma non sembra curarsene. Non ha ancora finito. Un altro
pugno, questa volta in faccia, e Hanamichi si accascia a terra. Kaede si passa
la manica della felpa pesante sulle labbra, spazza via il sangue, non ne vuole
sentire il sapore. -non provarci mai più- sibila gelido, in direzione di
Hanamichi, che sta cercando di rialzarsi. Il blu marino dei suoi occhi non può
che terrorizzarmi quando il suo sguardo si posa, letale, su di me.
Rabbrividisco, alzandomi per andare a soccorrere Hana, ma proprio in quel
momento mio cugino si rialza e colpisce nuovamente Kaede, molto più
violentemente, riversando tutta la sua forza in quell' unico pugno. Ma Kaede non
ama perdere. Un altro colpo violento dritto nello stomaco, e questa volta
Hanamichi cade e non osa più rialzarsi. Lo raggiungo con le lacrime agli occhi,
mentre Kaede lascia il campetto, come se nulla fosse successo. Lo sento tremare
sotto le mie mani, mentre lo aiuto a rialzarsi. Kogure, che non ha osato
muoversi sino a quel momento, corre ad aiutarmi. -non vi ho mai visti litigare
così- continua a ripetere, terrorizzato, mentre Hanamichi cerca di divincolarsi
sostenendo di poter stare in piedi senza l'aiuto di nessuno. -quel..quel
bastardo..! - sbraita. -se lo prendo lo ammazzo! io lo AMMAZZO! Mi senti Rukawa!????-
Ora urla, a pieni polmoni. -SE TI PRENDO TI AMMAZZO!!-
Scoppio a piangere, accasciandomi a terra. Nella mia mente una sola domanda, che
non riesco a tirare fuori.
Perchè?
Questa nn ve l'aspettavate
sicuramente, ma ecco un altro capitoletto succoso per voi xD
come sempre, commentate plz, voglio sapere che ne pensate^^ - Ruki <3