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Autore: HeartBreath    25/10/2014    5 recensioni
Per questo non sono tornato a zoppicare in due anni, nonostante sia di nuovo solo esattamente come prima: tu mi manchi più di quanto mi manchi l’Afghanistan. E sai perché, geniaccio? Perché sei più pericoloso di qualsiasi guerra.
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[Ambientazione 3x01]
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Tieniti il tuo miracolo
 

"One more thing, one more miracle, Sherlock - for me. Don't be... dead"
 





Mi chiedo se non dovrei lasciare questo maledetto foglio sopra a quella maledetta lapide.
Mi sono reso conto solo dopo averlo scritto: non riesco ancora a concepire il concetto di “tua maledetta lapide” senza sforzarmi.
Se lo lasciassi lì nel mezzo del cimitero, il vento potrebbe portarlo via. La pioggia lo distruggerebbe. Avrei dovuto pensarci prima, e seppellirlo con te. Ma è successo tutto troppo in fretta, a malapena ho avuto il tempo di vedere la bara, che già stavano chiudendo la fossa.
Me lo ricordo quel giorno, è stato forse il più finto e inutile che abbia mai vissuto. Non chiedere perché, ero lì seduto in chiesa ad ascoltare il sermone, in mezzo a tutte quelle persone, e mi sentivo uno stupido ad essere presente. Come se la preghiera per la tua anima lo fosse – stupida -, neanche la tua dipartita avesse dimostrato che Dio non esiste. Guardati: trovi un modo per darti delle arie persino nella morte.
Comunque sia, penso di aver avuto l’impressione che fosse una scena inutile, forse perché non ho parlato con nessuno. Non ho parlato affatto, sembrava quasi vietato farlo: ben pochi hanno aperto bocca. Eravamo tutti fantasmi, chiusi nel nostro mondo privato, a cercare di elaborare che Sherlock Holmes non era più in nessuno di essi.
Mycroft – che lo dico a fare – se ne stava in un angolo da solo, osservando la scena come se dovesse controllare tutti i presenti, eppure riusciva a non guardare negli occhi nessuno. Il suo volto – che lo dico a fare – senza la minima espressione.
Strano che Molly non abbia pianto. Strano che io non abbia pianto. Una parte di me avrebbe anche voluto – o semplicemente se lo sarebbe aspettato, magari -, ma non ci sono riuscito. Colpa del funerale finto, inutile, stupido.
Finto. Tutto finto. Tu non sei morto, Sherlock. Non eri in quella bara sotterrata in tutta fretta, non eri un lutto nel cuore dei presenti al tuo funerale. Io so che è tutto finto.
Questo non lo sa neanche Mary, ma continuo a sognare il giorno in cui ti ho visto precipitare da un palazzo. Vedo il sangue sul tuo viso, i tuoi occhi senz’anima – non ne hai avuta abbastanza neanche prima per impedire che assistessi alla scena. Perché hai voluto che io lo vedessi? Quel tuo biglietto d’addio telefonico valeva così tanto? Valeva il trauma di avermi messo davanti al suicidio del mio più caro amico?
No, non lo sa neanche Mary. Quando mi sveglio nel cuore della notte, le dico che sogno ancora la guerra.
Giusto. Non sai chi è Mary.
Hai sostituito la guerra nei miei incubi. Tu, la tua vita e la tua dipendenza da consulenze investigative avete curato il mio disturbo psicosomatico, per sostituirlo con qualcosa di peggiore. Hai curato un trauma con un altro trauma, mi hai tolto la stampella per darmi un biglietto d’addio in una telefonata. Per questo non sono tornato a zoppicare in due anni, nonostante sia di nuovo solo esattamente come prima: tu mi manchi più di quanto mi manchi l’Afghanistan. E sai perché, geniaccio? Perché sei più pericoloso di qualsiasi guerra.
E’ la mia ragazza. Mary. Se sarò fortunato, da staserà sarà la mia fidanzata. Penso ti piacerebbe, è diversa da tutte quelle di cui tu non ricordavi il nome e io a malapena. E’ intelligente – dovrei smettere di circondarmi di persone più intelligenti di me. Ed è abbastanza eccezionale da sopportare John Watson senza Sherlock Holmes, la metà noiosa e ordinaria di quella coppia un po’ ambigua agli occhi della gente.
Non riesco a prepararmi un discorso, non riesco a trovare le parole giuste per chiederglielo. Forse avrà pietà di me e me lo chiederà lei, prima che riesca a rendermi ridicolo. In ogni caso, se tutto andrà come previsto verremo a casa mia e domattina deciderò cosa fare con questa lettera. Tornerò da lei con delle ciambelle calde e fingerò di essere uscito per prendere la colazione. E da quelle ciambelle inizierà, suppongo, la mia nuova vita.
Giusto. Non sai che non vivo più in Baker street.
Tu mi hai detto addio due anni fa con un biglietto, così l’hai chiamato tu. Io ti dico addio adesso, con questa. Spero che da qualche parte riesca ad arrivarti, non ho il tuo nuovo indirizzo e-mail, nemmeno un numero di telefono. Non lasci mai nulla al tuo passaggio, sei fatto così.
Ovviamente sono sarcastico – non hai mai capito il sarcasmo. Se c’è qualcosa dopo la morte, tu non sei lì. Cammini sul mio stesso pianeta. Io so che tutto questo è solo una farsa, so che non sei morto. Ma non riesco più a tenerti come stampella per la mia vita malata. Tieniti il tuo miracolo, brutto idiota, fingi quanto vuoi. Non puoi fregare me, non me, non stavolta.
Se non vado, rischio di arrivare tardi al ristorante.
Non entro nell’appartamento del 221B dal funerale. Ho trovato un posto più illuminato, più sobrio, senza proiettili nel muro. Noioso, diresti tu. Perché credi che abbia steso un discorso così sconnesso, totalmente privo di qualunque filo logico? Per innervosirti, naturalmente.
Forse la getterò nel camino la lettera, tanto per dare un tocco drammatico alla cosa. Forse sto finalmente andando avanti.
Per favore Sherlock, non essere morto.
John
 

 

 
John Watson ripiegò minuziosamente il foglio su cui aveva scritto – fronteretro - e lo infilò in una busta. Il bianco di quella busta sembrava non aspettare altro che entrare in contatto con la colla di un francobollo. Ma non avrebbe visto alcun francobollo: quella lettera non aveva destinatario, era un semplice sfogo che l’analista aveva consigliato a John. Uno stacco, in vista di quello che avrebbe rivoluzionato la sua vita – il matrimonio. Chissà poi perché quella donna rispondeva a qualunque suo problema con “Scriva qualcosa”…
Ripose la busta nel cassetto del comodino con un sospiro. Solo allora si accorse di aver posato la piccola scatola di velluto rosso proprio su quel comodino. Trovò ironico il gesto con cui chiuse il cassetto, sotto al peso di quell’anello di diamanti. Ma, d’altra parte, Mary non era un peso. Era luce, la luce che non aveva mai sentito nelle ossa. Perché, per quanto avesse amato il brivido del rischio di una vita con Sherlock Holmes,quel brivido aveva sempre avuto un retrogusto di oscuro. Come la guerra, l’aveva messo per tanto tempo davanti alla consapevolezza che nel mondo esisteva il male. Mary era arrivata al momento giusto, per ricordargli che, in fondo, nel mondo esisteva anche qualcosa di bello. Non di utile, non di emozionante, ma di bello.
John si infilò nella doccia, senza neanche sapere di cosa stava accadendo fuori dalla porta di casa sua. Non si aspettava veramente che il grande detective potesse ricomparire davanti a lui come se niente fosse, dicendo “Ho ricevuto la tua lettera, eccomi, a quando le nozze?”. Per questo si sarebbe sorpreso preda del più totale furore, quella sera: John Watson era diventato un confuso groviglio di desideri contrastanti e processi mentali illogici. Ancora non lo sapeva, ma avrebbe avuto esattamente ciò che voleva. E questo lo avrebbe portato a mettere le mani addosso al suo migliore amico, molto presto.
Ancora non sapeva che sarebbe tornato lì quella sera e avrebbe stracciato quella maledetta lettera. Senza drammaticità, solo rabbia. E una nascosta, maledetta gratitudine.
























Yay!
 Eccomi qua!
Saluto tutti con tanto amore perché sono nuova del fandom. Ho divorat-ehm conosciuto la serie di Sherlock solo tre settimane fa, e da allora continuano a venirmi idee per one-shot. Questa è la prima che sono riuscita a finire *troppi lavori incompiuti nei miei file*, quindi vi sarei grata se mi deste il vostro parere: come sono andata per essere il primo tentativo? Magari se vi piace, mi metto d'impegno a finire altre storielle *meno deprimenti, lo prometto* :3


Ah, ovviamente ringrazio Nyx Rain per avermi fatto la beta e avermi dato l'okay per la pubblicazione, sicuramente ne sa più di me su questo fandom! <3

Ci tengo a specificare che sono una fan disperata della Johnlock, e sono rimasta stupita io per prima nello scoprire, a testo finito, di non aver messo i sentimenti di John su quel piano. Non so, questa COSA si è praticamente scritta da sola XD
Sono determinata a far entrare Sherlock nel vivo delle mie fanfic (?!), quindi se vi andasse di sapere in tempo reale gli sviluppi delle mie storie qui trovate la mia pagina Facebook.

Un bacione enorme,


V
  
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