Libri > I Miserabili
Ricorda la storia  |      
Autore: flatwhat    25/10/2014    1 recensioni
Una finestra sulla città. Una ragazza osserva, attendendo il momento in cui il sole sorgerà su una Parigi libera.
[partecipante al contest "Parla di noi donne, ma come un pittore", indetto da pearlwaterfall (emsugar su EFP) sul forum di EFP]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Courfeyrac, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Storia partecipante al contest Parla di noi donne, ma come un pittore indetto da pearlwaterfall (emsugar su efp) sul forum di EFP.
Dipinto scelto: "Galiziane alla finestra", diBartolomé Esteban Murillo.



Oggi era una giornata splendida.

Maria, appoggiata al davanzale della finestra, inspirò la fresca aria mattutina. L’estate era alle porte e questo la rendeva allegra, nonostante, in quel periodo, Parigi fosse in subbuglio.

Anzi, entrambe le cose la riempivano di energia al solo pensiero, anche se per motivi diversi. E guardando il cielo limpido di quel mattino, osava sperare di vedere un futuro altrettanto radioso.

Sua madre la raggiunse al davanzale e le chiese se ‘quel ragazzo’ fosse passato anche oggi.

Probabilmente, pensò Maria. Era un alleato di papà.

Papà lavorava al piano terra come calzolaio, lavoro che aveva permesso a quella modesta famiglia arrivata dalla Galizia di continuare a vivere.

Tutti, in famiglia, Maria specialmente, dato che era cresciuta in Francia, si sentivano per metà galiziani e per metà francesi. Per questo, avevano molto a cuore il futuro del Paese.

Papà stava preparando da tempo le armi per andare a combattere quando finalmente il popolo sarebbe insorto contro il re.

Già due anni addietro, il popolo era insorto, ma la seconda rivoluzione francese si era conclusa in un inganno: un altro re sul trono di Francia.

Ma questa volta, si diceva Maria, questa volta ce la faremo.

Era come se anche lei fosse pronta a combattere, nonostante suo padre le avesse tassativamente vietato anche solo di avvicinarsi alla confusione, quando sarebbe stato il momento, e anche se le donne venivano mandate via dalle barricate. “Nell’eventualità che io non ritorni”, diceva, anche se quei discorsi spaventavano Maria, “Tua madre avrà soltanto te”.

Maria sarebbe stata con loro nel pensiero e nelle preghiere.
Il popolo francese aveva a cuore di riprendersi la repubblica: era questo che Maria ammirava tanto. La sua Galizia, che ormai si perdeva in confusi ricordi della tenera infanzia, le mancava parecchio. Il re, lui, non le mancava.
 
"Oh, eccolo lì", disse sua madre, indicando sotto di loro.

Era lì, infatti, Courfeyrac. Né Maria né la madre si erano accorte della sua entrata nel negozio di papà, da cui ora lui stava uscendo, sorridente e saltellante.

"Courfeyrac!", chiamò Maria, agitando una mano.

"Oh, Mademoiselle!", esclamò lui, quando ebbe alzato lo sguardo. "Siete proprio incantevole oggi. Anche voi, Madame!".

Maria ridacchiò, appoggiandosi sorniona al davanzale della finestra, incurante di mostrare troppo la scollatura del vestito. Persino sua madre aveva riso al complimento, e si era persino nascosta il viso con il velo che portava. Più tardi, le avrebbe fatto l'occhiolino e avrebbe commentato su una presunta relazione tra i due, ma la verità era che non c'era niente tra Maria e Courfeyrac. Solo interesse reciproco in un ideale.

"Come stanno i vostri amici, Monsieur?", chiese Maria, riferendosi al circolo di cui Courfeyrac faceva parte.

"Benone. Penso che ci vedrete presto, tutti insieme, in parata proprio sotto questa finestra, Mademoiselle", rispose Courfeyrac.

Significava che il momento della rivoluzione era vicino? Maria poteva solo sperare che fosse così, mentre salutava Courfeyrac che trotterellava via da sotto la finestra e sua madre iniziava a commentare il suo aspetto e i suoi modi garbati.
 

Quando il momento era arrivato, Maria aveva davvero visto una parata fuori dalla finestra di casa sua, ma nessuna traccia di Courfeyrac e i suoi amici.

Suo padre se ne era andato, dando prima un bacio a lei e a sua moglie, promettendo che sarebbe tornato da vincitore.

Nessuno aveva eretto barricate in quella via: Maria e sua madre stettero ad aspettare, silenziosamente, con la finestra chiusa. Il rumore dei cannoni, proveniente da fuori, era spaventoso.

Papà non fece mai ritorno.

 
Maria pianse la morte di suo padre e di Courfeyrac, e di tutti coloro che avevano perso la vita. Lo fece a lungo, insieme a sua madre.

Eppure, quando, tempo dopo, ebbe il coraggio di riaprire la finestra, sulla città, le sue miserie e le sue gioie, un pensiero osò attraversarle la mente.

Che non era stato tutto invano.

Che, un giorno, avrebbe sul serio visto una parata, sotto la sua finestra, una parata di cittadini in festa per la repubblica.

Quel momento, prima o poi, sarebbe arrivato.

Maria si asciugò come poteva le lacrime, e si rimise al davanzale, spronando sua madre a fare lo stesso.

Non avrebbero rischiato di perdersi quello spettacolo.

Il sole sorse di nuovo, tra quei tetti.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > I Miserabili / Vai alla pagina dell'autore: flatwhat