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Autore: rossella0806    25/10/2014    3 recensioni
Alessandro Terenzi è un giovane commissario di Torino: è scapolo e vive con la sua tartaruga, Miss Marple, in un trilocale.
E' la sua prima avventura online: si ritroverà infatti ad indagare su un caso complicato che avrà dei risvolti clamorosi. Per riuscire a dipanare la matassa, verrà in suo aiuto un misterioso "collaboratore", che gli consiglia di andare in Toscana, a Porto Ercole.
Qui incontrerà dei personaggi ognuno con una caratteristica e una storia diverse, e verrà a conoscenza di un passato che spesso ritorna.
Se a Torino Terenzi è sempre affiancato dall'ispettore Ghirodelli, nella provincia grossetana, il giovane poliziotto sarà accompagnato da una ragazza, Ginevra, laureata in Archeologia, amante dei dolci e "sfruttata" dal notaio Marchetti, suo datore di lavoro.
Insieme riusciranno a risolvere il Mistero a Doppia Indagine!
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
Capitoli:
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Torino, Mercoledì 4 luglio, ore 12.30, Commissariato “L’Aquila”
 
Il commissario Alessandro Terenzi è seduto alla scrivania del suo ufficio, il braccio destro disteso sul piano di lavoro, quello sinistro appoggiato sul gomito.
Fuori il caldo è soffocante, i trentasette gradi della colonnina di mercurio fanno ormai boccheggiare da giorni l’intera città, altro che le piogge torrenziali preannunciate dal meteo.
Trentasei anni, alto un metro e ottantacinque, capelli e occhi scuri, barba incolta, il poliziotto si allenta il colletto della camicia, poi accende a tutta manetta il ventilatore che ha fatto installare a poca distanza dalla sua scrivania. Soddisfatto, emette un sospiro di sollievo, riprendendo così ad analizzare il referto della Scientifica che gli è stato recapitato pochi minuti prima dall’ispettore Francesco Ghirodelli, suo fedele collaboratore.
Il resoconto in questione fa parte di un’ indagine piuttosto complicata che sta tenendo impegnato lui e la sua squadra da diverse settimane.
 -Commissario, posso?-  Ghirodelli apre la porta con discrezione, reggendo in mano un involucro di carta marrone per pacchi.
E’ sulla trentina, alto come una pertica, la sua caratteristica più evidente sono i capelli ricci e rossi, in netto contrasto con gli occhi color petrolio, il naso un po’ aquilino, tipico degli attori degli anni Trenta e la bocca sottile.
 -Vieni, entra pure. Mi ha appena telefonato Meliconi per chiedermi se avevo già letto la relazione: anche lui ha delle serie difficoltà a capirci qualcosa … -
-Come tutti noi, del resto-
-E per te è normale? Sembra che la persona che ha depositato le lettere e i mazzi di fiori sia un fantasma: non è stata trovata né un’impronta digitale né un residuo organico, niente che possa assomigliare anche solo vagamente ad un indizio! Sta diventando un supplizio questa indagine … -
Il sottoposto annuisce con condiscendenza:
-Lo so, commissario, ma qualcuno in carne ed ossa dev’essere stato, come al solito dobbiamo solo avere pazienza-
-Io potrei avere tutta la pazienza di questo mondo, ma non credo che il questore sia dello stesso avviso. Comunque, cos’è quel pacchetto che hai in mano?-
-Qualche minuto fa il postino ha recapitare questa busta indirizzata a lei: abbiamo fatto un primo controllo e non sembra nulla di esplosivo … -
L’ispettore appoggia il misterioso pacco sulla scrivania di Terenzi.
-Con tutti i casini degli ultimi giorni ci voleva anche quest’altra grana -
Il commissario apre distrattamente l’involucro e in pochi secondi si ritrova in mano una scatola di porcellana bianca, con dipinto un paesaggio marittimo e sotto la scritta  baia di Porto Ercole.
-Porto Ercole? Che cosa significa?- chiede alzando la testa.
-Non lo so, commissario. Sembra un cofanetto con l’immagine di un paesaggio … - farfuglia l’altro.
-Bé, grazie, a questo c’ero arrivato anch’io, ma che cosa c’entra con noi? C’è forse qualcuno dei ragazzi che è andato in ferie in questo posto?-
-No, ho sospeso tutte le ferie come avevamo concordato e… aspetti un attimo, ho trovato qualcosa-  Ghirodelli afferra un biglietto caduto dall’involucro di carta:
-Fammi vedere -
Terenzi si alza e prende il foglietto dalle mani del sottoposto.
 La calligrafia è a caratteri minuti ed eleganti:
Buongiorno, commissario! Se vuole trovare un valido indizio per le sue indagini, vada a Porto Ercole.  Non ci pensi due volte. Un suo caro amico.
P.S. Si ricordi di prenotare all’agriturismo Campo dei Fiori”
I due poliziotti si guardano allibiti:
-Che scherzo di cattivo gusto è mai questo? Sei sicuro di non aver visto niente di sospetto? - domanda Terenzi.
- Cosa avrei dovuto notare? No, commissario, il postino ha recapitato come al solito la posta e poi ha dato all’agente in guardiola il pacchetto. Lui me lo ha consegnato e io sono venuto subito a portarglielo- spiega l’ispettore.
Il commissario si rigira tra le mani l’inspiegabile bigliettino, le eliche del ventilatore più rumorose di un camion sull’autostrada, l’unico suono nella stanza. Poi, ancora impensierito, esclama:
-Per prima cosa fa’ esaminare il foglietto alla Scientifica e avvisa immediatamente il questore –
-Certamente, altro?-
-No, per il momento può bastare. Io nel frattempo faccio qualche ricerca su questo agriturismo-
-D’accordo, appena so qualcosa l’ avviso-
-Ah, un’ultima cosa, massima priorità, questo pacco e questo foglio devono essere esaminati nel giro di poche ore. Intesi?-
- Senz’altro, commissario-
 
 
Nel primo pomeriggio arriva tramite fax il referto della Scientifica: ovviamente zero impronte.
Terenzi, ormai saturo del caldo africano e della furbizia del misterioso responsabile di quegli episodi, attraversa il lungo corridoio fino all’ ufficio dell’ispettore, bussa con un colpo di nocche veloce e, senza aspettare risposta, entra, lo sguardo rivolto sulle poche righe che ha portato con sé:
- Ho appena ricevuto l’esito degli esami sul pacco e sul biglietto e purtroppo ancora niente. Chi ce li ha mandati ha fatto un ottimo lavoro … cosa stai facendo?!- domanda stupito una volta alzata la testa.
Ghirodelli è affacciato alla finestra, un foglio di carta in mano ripiegato come se fosse un ventaglio, si sta agitando come se stesse ballando una scoordinata tarantella:
-Sto cercando di far sparire le mosche dall’ufficio:ho aperto per un attimo la finestra e mi sono ritrovato invaso da tutte queste bestiacce … saranno state una decina e continuavano a ronzarmi intorno! Se aspetta un attimo butto fuori anche l’ultima-
E con un colpo di pollice ed indice magistralmente calibrato, l’ispettore getta via quella che doveva essere una povera e indifesa mosca fino a qualche minuto prima, nel prato sottostante il commissariato. Poi chiude la finestra, mentre un piccolo pezzo di vernice grigia scrostata cade a terra, lasciando al di fuori il traffico cittadino.  
Terenzi scuote leggermente la testa, il fax della Scientifica ancora in mano.  
-Sull’agriturismo ha trovato qualcosa?-
-Nulla, sembra pulito. Hai già telefonato al questore?-
-E’ stata dura rintracciarla, era in riunione fino a un’ora fa. Le ho spiegato la situazione e lei ovviamente dice di procedere con i piedi di piombo. Per il resto le lascia carta bianca-
-C’era da immaginarselo… - un sospiro e una mano passata sulla barba incolta-  Comunque, non possiamo rimanere con le mani in mano ancora per molto: purtroppo non c’è solo questo caso da seguire, ma dobbiamo cercare di risolverlo al più presto e soprattutto nella maniera migliore-
-E’ quello che stiamo facendo, commissario. Ho impegnato tre uomini solo per questa indagine, ma come sa siamo a corto di organico, non posso chiedere ad altri di…-
-Sì sì, ho capito. Purtroppo è sempre la stessa storia- Terenzi abbassa lo sguardo verso il foglio che tiene in mano, poi continua:
-Sai, avrei pensato ad una cosa: riconosco che è un po’ azzardata, ma ora come ora non vedo altre soluzioni. Che ne dici se andassimo di persona a Porto Ercole?-
Ghirodelli spalanca gli occhi, crede di non aver capito bene:
-Mi scusi, commissario, lei vorrebbe seguire quello che c’è scritto su un biglietto anonimo che probabilmente le è stato mandato apposta per depistarci?!-
-Non possiamo saperlo se rimaniamo qui: te l’ho detto, per il momento mi sembra l’unica soluzione-
-Commissario, io…-
-Hai qualche altro impegno?-
-No, ma…-
-Ispettore, questo è un ordine! Siamo entrambi scapoli, nessuno sentirà la nostra mancanza se ci assentiamo da Torino per qualche giorno. Allora?-
-Se è un ordine, non mi resta che ubbidire. Il questore l’avviso io, giusto?-
-A te l’onore. Direi che se tu sei d’accordo possiamo partire tra un paio di giorni. Della prenotazione mi occuperò io … -
-E dov’è che pernottiamo?-
- All’agriturismo Campo dei Fiori, mi sembra ovvio!-
 
 
 
Alla stessa ora, nella stessa città
 
-Fantastico! Ho vinto il concorso dei biscotti!- Ginevra Morini salta dalla gioia, perché dopo mesi e mesi di faticosa e lunga raccolta punti dei suoi biscotti preferiti, ora finalmente ha vinto il primo premio, un viaggio a Porto Ercole, in Toscana.
-Non ci posso credere! Una settimana di completo relax! Questo è un sogno!-
Ginevra, i capelli castani tagliati corti raccolti in una coda sgangherata, gli occhi grandi color ambra, appoggia la busta indirizzata a suo nome sul tavolo della cucina, prende nuovamente in mano la lettera e, ancora incredula, corre a telefonare al suo capo.
-Studio notarile Marchetti, buongiorno-
-Ciao, Anna, sono Ginevra-
- Ginevra! Come mai non sei ancora arrivata? Non avevi il turno del pomeriggio oggi? Sandra è già qui -
-Sì, ma hai presente  quella raccolta punti di cui ti ho parlato … ?-
-Almeno una decina di volta … e allora?-
-Bé, ho vinto il primo premio, un viaggio di una settimana in Toscana, a Porto Ercole!-
-E dov’è esattamente questo posto?-
-Vicino a Grosseto-
-C’è anche il mare?-
-Certo! Ancora non riesco a crederci!-
-E quando partiresti?-
-Dopodomani, ma visto che ho delle ferie arretrate, volevo chiedere al capo se posso stare a casa già da oggi-
-Sei fortunata, è insolitamente di buon umore, credo che se te lo lavori bene riuscirai a convincerlo. Allora mandami una cartolina, io ho ancora un mese prima delle ferie … -
-Stai tranquilla, non solo ti manderò una cartolina, ma quando torno ti farò il resoconto completo!-
-Buone vacanza, allora, aspetta un attimo che te lo passo … -
-Grazie, Anna, ciao-
Qualche secondo di attesa e poi, dall’altro capo del telefono, una voce squillante esclama:
-Signorina Morini! Allora cos’ha da dirmi di tanto urgente da non poter aspettare di venire in studio?-
-Buongiorno, è proprio di questo che vorrei parlarle.  Si ricorda che le ho chiesto una settimana di ferie a partire da lunedì prossimo?-
-Sì, me lo ricordo, qual è il problema?-
-Ecco, vorrei chiederle di darmi altri tre giorni a partire da oggi…-
-E per quale motivo?-
-E’ successo un imprevisto, un problema famigliare che devo risolvere prima di partire, e visto che ho qualche giorno di ferie arretrate, mi chiedevo se potevo cominciare a domandarle questi tre … -
L’uomo ci pensa, mentre il cuore della ragazza comincia a battere sempre più forte: tutum, tutum, tutum …
-Uhm, non saprei, mi faccia consultare un attimo l’agenda- la cornetta appoggiata con poco tatto sulla scrivania, un lieve frusciare di fogli, poi di nuovo la voce matura e profonda dell’uomo:
-Dunque, domani parto per un convegno e torno sabato… poi la prossima settimana era già preventivato che lei non ci fosse e …  sì, in effetti vedo che ha un paio di settimane di ferie arretrate. Non è che poi quando torna pretende subito gli altri giorni?-
-No, notaio, le assicuro di no …  -
-Se è così, allora direi che può andare bene-
-Grazie, è stato molto comprensivo-
-Quel che è giusto è giusto. Arrivederci, signorina Morini-
-Arrivederci, dottor Marchetti-
 
Ce l’ha fatta: Ginevra corre in camera sua, agguanta la valigia dall’armadio e si mette a preparare i bagagli.
Al diavolo i soldi risparmiati per l’Egitto, con il misero stipendio che si ritrova, dovrà aspettare almeno altri tre anni prima di poterci andare, così decide di spenderli per pagare tre notti di pernottamento in più all’agriturismo.
E poi mancano solamente due giorni alla partenza, e lei è una persona molto ma molto meticolosa.
Una nuova prospettiva le si apre davanti: al posto delle monotone e tutte uguali giornate in piscina che già si era rassegnata a fare dalla settimana seguente , ora le aspettano sette giorni di sole e mare, mare e sole, in un posto da sogno, in completo relax.
Almeno per quest’anno addio cloro, benvenuto sale!
 
 
 
 
 
Venerdì 6 Luglio, ore 8.20, stazione di Porta Nuova, Torino
 
Ci sono una dozzina di persone in attesa di salire sul convoglio, perlopiù giovani coppie con carichi di valigie al seguito, le braccia lasciate nude –alcune già abbronzate-,  le lenti da sole a proteggere gli occhi e qualche cappellino colorato sulla testa.
Il commissario Terenzi  guarda in direzione dei binari, un paio di treni hanno rallentato e ora si sono fermati con un lieve stridore di freni: nessuno dei due è il suo, la voce metallica e distante della donna all’altoparlante, riferisce infatti che provengono da Parigi e da Venezia.
Il poliziotto sceglie una panchina un po’ isolata, lontana dalla bolgia di entusiasti vacanzieri.
Seduto sulla panchina di fronte alle rotaie, batte ritmicamente i piedi, alternando fischi e sbuffi, a fianco uno di quei borsoni tipo “Kinder & Ferrero” che si rifilano durante la partecipazione a qualche banco di beneficenza. Quello che a prima vista gli è sembrato un ottimo piano, nel giro di ventiquattr’ore si è sgretolato come un castello di sabbia: il questore, infatti, non essendo molto convinta di seguire la pista di Porto Ercole, ha dato sì il suo benestare a Terenzi per partire, ma in cambio ha dovuto rinunciare a Ghirodelli, perché sarebbe“servito in città a condurre le indagini
La prossima volta dovrò imparare a muovermi con maggior cautela, si ripromette Terenzi, ed avvisare il questore solo a cose fatte.
Ha sempre avuto l’impressione che la questore –in quanto donna- ce l’avesse su con lui per chissà quale motivo: era da quattro anni che lavoravano insieme, ma a parte la gentile cortesia dei primi tempi, da due anni a quella parte, era subentrato qualcosa di indefinito che Terenzi non si sapeva spiegare e che aveva trasformato il piacevole rapporto lavorativo tra i due, in una mascherata guerra all’ultimo colpo.
Quei pensieri lo rendono già abbastanza nervoso così senza doverne aggiungere altri spiacevoli, ma è inevitabile che dovunque si giri, veda soltanto visi sorridenti e apparentemente felici.
Volendo farsi ancora più del male, si domanda dove andrà tutta quella gente, nonostante la risposta se la sia già data appena entrato in stazione: andranno in vacanza, si risponde, mentre io vado a complicarmi ancora di più la vita e le indagini. Cocciuto e testardo lo è, e sempre lo rimarrà, la mia testa è dura come il carapace di Miss Marple, ripete sempre.
Miss Marple è la sua tartaruga di terra: gliel’ha regalata due anni prima la sua vicina di casa, una vecchietta un po’ fissata con gli animali, dicendogli che gli avrebbe fatto un po’ di compagnia.
In realtà lui avrebbe preferito di gran lunga un cane o un gatto, anche perché quando era un ragazzo li aveva avuti entrambi, ma il tempo da dedicargli era davvero poco, così aveva finito per accettare non solo la tartaruga ma anche il nome affibiatole dalla vicina che, generosamente, nei giorni in cui Terenzi non ci sarebbe stato, avrebbe badato a Miss Marple.
Il commissario distoglie il pensiero dal suo trilocale e dalla tartaruga: si alza e va a guardare il tabellone delle partenze, ancora dodici minuti e inizierà quella che spera non sia la fine della sua carriera di poliziotto. Si alza dalla panchina e si appresta a salire sul treno che ha appena fatto il suo ingresso trionfale in stazione.

Poco più avanti, Ginevra Morini, con la sua valigia rossa fiammante e la borsa a tracolla, è impaziente di salire su quel nuovissimo treno Inter-City, che l’avrebbe portata per un po’ di tempo lontana dai suoi stressanti orari di lavoro e dal suo nevrotico datore.
Era convinta di essere in ritardo, perché il taxi che l’ha portata fino in stazione, è rimasto imbottigliato nel traffico per più di un quarto d’ora, ora invece si rende conto che ci sono ancora dodici minuti prima che il treno si metta in marcia. Sempre che sia in orario, ovviamente.
Per ingannare l'attesa, si siede su una panchina che si è appena liberata di due ragazzi, e comincia a rovistare nella borsa alla ricerca del telefono: non si ricorda più, infatti, se la sera prima ha messo sufficientemente sotto carica il cellulare .
Ad una prima occhiata le sembra che non avrà problemi fino al suo arrivo in agriturismo, la batteria infatti è completamente verde.
Spulcia ancora negli angoli della tracolla, facendo un rapido resoconto mentale di quello che ha portato in borsa e in valigia: taccuino e penna, una confezione di pacchetti di fazzoletti di carta, le cuffie per il telefono e per l’mp3, gli occhiali da sole, il cappello di paglia intrecciata che aveva comprato in Liguria, tre paia di costumi, altrettanti vestiti da spiaggia, le ciabatte per il mare e quelle per la camera, quattro abiti da sera, un paio di pantaloni e di maglie di cotone, quattro paia di calzini, due di scarpe, il cambio per una settimana, l’occorrente per il trucco e lo strucco …    
-Il treno Torino-Firenze è in partenza al binario 22, i signori passeggeri sono pregati di affrettarsi al binario. The train Turin to Florence is…-
Si affretta a ricontrollare l’orario sul tabellone delle partenze: non sia mai che per l’emozione o la fretta, salga su altro treno. No, è quello giusto, ha visto bene.
Il capo stazione –uomo d’altri tempi- l’aiuta a salire, poi prende la valigia che le porge e, dopo tre scompartimenti affollati all’inverosimile, entra in quello che ha tutta l’aria di essere il più vuoto, se così si può definire, rispetto ai precedenti, e parte alla ricerca di un posto dove sedersi
 
 
 
 
All’interno del treno
 
Il vagone è caldissimo nonostante l’aria condizionata in funzione.
Terenzi si guarda in giro, constatando che non ci sono molti sedili liberi: un paio di coppie appiccicate l’uno all’altra, famiglie con bambini, uomini d’affari in giacca e cravatta, una comitiva assai nutrita di turisti del Nord Europa.
-Oh, mi scusi!- Ginevra ha appena fatto cadere il suo pesante borsone sul piede del commissario Terenzi, in cerca di un posto dove sedersi:
-Non si preoccupi …  - l’espressione del volto per nulla amichevole rispetto al sorriso forzato che traspare dalla sua bocca.
Sembra che l’unico posto disponibile sia  proprio questo, commenta tra sé e sé, rivolgendo lo sguardo tutto intorno: Terenzi  si dirige verso lo spazio libero vicino alla ragazza della valigia, quindi, di malavoglia, si avvicina a lei, già seduta e intenta a frugare nella borsetta:
- Questo posto è occupato?- le chiede.
La giovane alza la testa e appena lo riconosce arrossisce:
-No …  è libero, si accomodi pure-
-Grazie- il commissario sistema il suo borsone sul poggia valigie e ancora in piedi le domanda:
- Senta, potrei chiederle una cortesia?-
-Certamente, dopo la brutta figura che ho fatto prima…-
- Mi piace guardare fuori dal finestrino durante il viaggio, quindi non è che potremmo fare cambio di posto?- l’uomo accompagna la frase con un gesto e un sorrisino di circostanza.
-Sì, se è solo per questo non si preoccupi- la ragazza si alza, picchiando leggermente la testa sul portapacchi-
-Si è fatta male?-
-No, no, non si preoccupi… -
 
Il treno corre veloce: le figure che formano il paesaggio di campagna si mescolano tra di loro, rapide e indistinte.
Attraverso il vetro Terenzi si diverte a contare, senza molto successo, gli alberi che gli passano davanti, alternati alle distese di campi di girasole e ai filari dei vigneti.
-Mi scusi, potrebbe chiudere il finestrino?-  gli chiede Ginevra, massaggiandosi il collo con la mano destra.
-E’ necessario? Lo so che c’è già l’aria condizionata, ma si soffoca-
 -Me ne accorgo anch’io che si soffoca, ma sa, io soffro un po’ di cervicale e non vorrei che …-
-Sì, ho capito, non si preoccupi- Terenzi chiude controvoglia il finestrino.
Con un sorriso di circostanza, la giovane estrae dalla borsa a tracolla un libro.
Il commissario dà un’occhiata al volume:
Un romanzetto rosa, classifica deluso, ragazza sognatrice e piuttosto alla leggera.
Il poliziotto distoglie lo sguardo e riprende a contare le distese di alberi fuori dal finestrino.
-Non mi sono ancora presentata- dice poco dopo la giovane -io sono Ginevra- richiude il libro e porge la mano al commissario.
Terenzi, preso alla sprovvista, ricambia un po’ seccato, presentandosi.
-Commissario, ha detto? Il migliore amico di mio padre è commissario a Cuneo- Ginevra sorride.
-Ah, bene. E lei, che lavoro fa?-
-Io sono laureata in Archeologia, ma per il momento ho trovato lavoro in uno studio notarile come segretaria. Ho già sostenuto l’esame di ammissione presso l’università di Bologna per la scuola di specializzazione, però sto ancora aspettando una risposta-
Terenzi comincia ad interessarsi: dopotutto leggere romanzetti rosa non significa poi nulla.
-Così la sua aspirazione è diventare archeologa. Lavoro interessante … vorrebbe specializzarsi in quale settore?-
-In archeologia orientale. Negli ultimi anni i paesi di questa zona offrono molte possibilità di scavi e ritrovamenti, è una terra interessantissima per noi archeologi- spiega entusiasta - e lei è da tanto che fa il commissario?-
-Sono dodici anni. Avevo iniziato  l’apprendistato da avvocato, poi però ho capito che la mia vera vocazione era quella del poliziotto-
-L’importante è accorgersi in tempo per poter modificare le proprie scelte. Se posso permettermi, questo è un viaggio di lavoro o di piacere?-
-Di lavoro, ultimamente non ho molto tempo per dedicarmi agli svaghi- taglia corto Terenzi.
-Io invece ho vinto questa vacanza grazie a un concorso di biscotti!- 
L’uomo le sorride: cosa fa la gente pur di andare in vacanza, e ritorna alla conta dei suoi filari di vigna.
 
   
 
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