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Autore: Hybrid    25/10/2014    0 recensioni
Sarah è una ragazza come altre con problemi comuni , genitori divorziati , una matrigna perfetta , una cane malato . La sua maggior consolazione è la nuova seducente relazione con Giuseppe , un ragazzo un anno più grande e praticamente perfetto in tutto . L'unica pecca in questo rapporto è il migliore amico di lui , Daniel , che Sarah conosceva già molto bene .Il rapporto tra i 2 è difficile ed imperscrutabile anche per la stessa Sarah . Man mano che si avanzerà il rapporto tra Sarah è Giuseppe si evolverà anche l'opinione di lei verso il ragazzo fino a scoprire segreti su di lui che nessuno immagina .Spesso le persone non sono quello che sembrano e il peccato presto o tardi marchia tutti .
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole sta ancora albeggiando quando mi sveglio di soprassalto dal mio incubo ricorrente . Praline di sudore albergano sulla mia fronte mentre il mio cuore batte forte come un tamburo nel mio petto. Impiego qualche secondo a riprendermi del tutto . Mi alzo per vedere in che stato sono . " Uno zombie " è il mio primo pensiero quando mi guardo alle specchio . I miei occhi sono cerchiati da linee nere della stanchezza e i miei capelli castani hanno assunto la forma di un cespuglio irregolare e ... si , è bava secca quella mia guancia . Anche se sono un disastro decido che è troppo presto e mi rigetto su letto . " Sarah ! " urla una voce al piano di sotto . " Oh , no " , uno dei tanti difetti della nuova moglie di papà è che si sveglia troppo presto ed esige che siano tutti a colazione . Vorrei ignorarla ma so che se arriva al secondo richiamo salirà di sopra e mi trascinerà a forza in cucina . Ne sarebbe capace . Mi infilo le pantofole e svogliatamente attraverso il corridoio e le scale fino alla cucina . La tavola e già apparecchiata con solo 2 posti . Sulla tovaglia c'è una caraffa di latte caldo , caffè , una ridicola biscotteria di ceramica a forma di gatto e un piatto pieno di frittelle . Sposto lo sguardo sulla donna al fornello . Elena , la moglie di papà , è una donna dai lineamenti delicati ed eleganti con dei zigomi spigolosi ed occhi azzurri molto profondi . A prima occhiata è praticamente impossibile prevedere la sua età per questo quando la guardo mi obbligo a ricordare i suoi 27 anni . 27 anni , cazzo . Potrebbe essere mia sorella , a parte il fatto che non ci assomigliamo per niente . Paragonare me e lei è un po’ come paragonare la bella e la bestia . Anche se è prima mattina i suoi soffici capelli biondi cadono in ciocche lisce sulle sue spalle e il sui alito sa già di menta . In oltre è bella . È sempre bellissima , questo non posso discuterlo . Ma di certo questo non autorizza papà a mollare la mamma per lei . Ancora oggi , a distanza di un anno dal matrimonio e dal trasferimento non riesco a perdonarlo . "Buongiorno dormigliona " dice raggiante . " Buongiorno " ricambio tra uno sbadiglio e l'altro . Mentre ci sediamo lei mi sguardo per capire cosa non va . " Solo perché non devi andare a scuola per qualche giorno non significa che devi dormire fino a tardi " . Decido di non rispondere per paura di iniziare ad inveirle contro . Affondo i denti in una delle frittelle e assaporo il sapore di fragole che ne deriva . " Ed è anche una brava cuoca " Dio , come si fa a non odiare una cosi . All'improvviso mi rendo conto che manca un posto a tavola . " Papà dov'è ? " chiedo anche se conosco già la risposta . " È partito questa mattina per lavoro " dice Elena con tono imparziale . Se esiste qualcosa che ci accomuna é sicuramente il fatto che siamo entrambe infastidite dai suoi continui viaggi di lavoro , ma entrambe sappiamo che sono importanti per la sua carriera quindi non ne parliamo . Ormai piena scappo in camera mia senza un vero e proprio saluto , lasciando Elena a finire la sua colazione da sola . Una volta in camera alzo la tapparella e apro le finestre permettendo alla luce del mattino di invadere la mia camera , illuminandola di mille colori . Ammirando il panorama davanti a me mi ricordo con una certa fretta che devo prepararmi . Oggi è un giorno speciale . Dopo 30 minuti ho un aspetto quasi decente . I capelli hanno assunto nuovamente la forma che dovrebbero avere . Decido di mettere un cardigan a fiori con una maglia intima leggera e i miei jeans preferiti , quelli con delle macchie di pittura. Metto persino un tocco di profumo . Sa di ananas e mango e mi fa pensare ad una spiaggia ai Caraibi , ma è quasi impercettibile e so che nessuno lo noterà . Non lo notano mai . Prima di uscire mi do un' ultima occhiata con lo specchio . Decido che non sono male tutto sommato . Raramente riesco a considerarmi carina ma adesso non importa , perché a lui piaccio cosi . Il solo pensare a lui mi fa diventare rossa ma per fortuna tra il fard e il mascara non si nota quasi mai . Afferro la borsa e corro verso l'uscita . Prima di andare alla porta passo per la polverosa stanza degli ospiti . La dentro , appollaiato sul letto matrimoniale , c'è Rocky il cane di mia madre . Appena entro solleva il muso , che è la cosa più energica che fa ultimamente . Inizio ad accarezzarlo dietro le orecchie dove piace a lui . È bello affondare le dita nel suo morbido pelo color castano chiaro , simile ai miei capelli, e sentire il suo calore. Rocky è uno yorkshire nano abbastanza avanti con l'età . Sono ormai 3 giorni che non esce da quella stanza . Sento che soffre e sono preoccupata . Mia madre ha la strana abitudine di raccattare randagi . Non sopporta vederli per strada . Il giorno in cui partii mi affidò Rocky dicendomi di prendermene cura . Lo teneva più i meno dalla mia nascita e rasentava il fratello che non ho mai avuto . Anche se è vecchio voglio bene a quello stupido cane e spero si riprenda . Prima di uscire lo bacio sulla fronte e lui per ricambiare mi lecca la mano . Non faccio in tempo a chiudere la soglia che già dorme di nuovo . Mentre chiudo la porta un brivido mi percorre il corpo e sento che dentro di me qualcosa spezzarsi . Nonostante sia già ottobre il clima resta quello estivo e il sole piaccia ancora forte . Attraverso con passo svelto le vie Ottaviano , il piccolo paese in cui vivo da un anno a questa parte . Quando mio padre mi portò via di casa per andare a vivere con la sua amante . Ancora oggi non gli perdono questa scelta . Ricordo che all'inizio odiai questo posto . Le strade in pendio , il caldo torrido . Col tempo però iniziò a piacermi . La piazza questa mattina è molto affollata . Ragazzi che giocavano a pallone , Signore di mezza età indaffarate tra una commissione e l'altra , vecchietti per strada che chiacchierano tra di loro . Il più della confusione era dovuta ai preparativi dell'imminente festa di paese , motivo per cui non sono dovuta andare a scuola . I ragazzi dell'oratorio sfruttavano questa occasione per raccogliere offerte di beneficenza con giochi e chioschetti provvisori . Era ammirevole il loro impegno ma non mi soffermai più di tanto . Raggiungo la stazione dei treni in perfetto orario . Dal treno appena arrivato esce un ammasso di persone stanche e accaldate . Vedo diversi campioni di umanità . Uomini , donne , alti , bassi , ricchi , poveri , vecchi e giovani , tipi strani . Ma lui dov'è ? Alla fine lo vidi . Usci dall'ultimo vagone , insieme a molti altri ma era impossibile non riconoscerlo . In primis perché era il più alto di tutti , questo era chiaro ; e poi per il suo bellissimo sorriso beffardo come di superiorità e simpatia . Anche solo camminando mostrava una sicurezza indiscutibile ed è una cosa che amo . " Ciao Pulcino " dico con toni ironico . Lui mi guardo con una sguardo assassinio " Giuro che se mi chiami di nuovo cosi ti uccido " . Poi mi tira a se e mi bacia . Sento sulle sue labbra il sapore del fumo . Ha fumato una sigaretta per via . Riesco pure a sentire il suo calore sul mio corpo e che dentro di me si trasforma in un fuoco ardente . " Mi sei mancato " dico di sfuggita . " Lo so , è reciproco " dice con tono suadente . Il suo nome è Giuseppe . Ci siamo conosciuti circa un mese e mezzo fa e oggi fa un mese che siamo fidanzati . È un ragazzo alto con una carnagione scura di una leggera tonalità caramello , come fosse abbronzato tutto l'anno . Veste molto sportivo, con felpe e jeans aderenti che mettono in risalto il suo fisico scolpito . Amo la sua ilarità , la sua spontaneità , le sue attenzioni . " E bello che possiamo festeggiare insieme " dico romantica . " È vero , possiamo stare tutti e 3 " dice con naturalezza . " 3!? " rispondo confusa . Poi mi accorgo di lui . Era normale che non lo avessi visto nella folla . Se ne stava appoggiato ad un palo con le braccia incrociate . E ci fissava . Ha 2 occhi scuri come la notte , e un sorriso inespressivo . Lo osservo senza capire cosa nasconde quel finto sorriso e senza capire cose cercano quegli occhi . È Daniel , l'amico di Giuseppe . Vorrei dire che non lo conosco , e che quindi è strani che sia qui , ma lo conosco , e anche troppo bene . " Ciao Sara " dice con tono neutro " Non volevo disturbare . Siete cosi carini insieme . " . Vorrei rispondere in modo brillante o dire anche solo. qualcosa di intelligente ma resto muta e senza dire altro ci avviamo verso l'uscita . Se dovessi elencare i difetti di Giuseppe , e non sono molti , il primo sarebbe il suo eccessivo attaccamento a Daniel . Raramente capita che noi 2 ci incontriamo senza che sfoggi il suo amichetto come un cane da borsetta . Cammino per una strada in pendio con il caldo braccio di Giuseppe che mi stringe se . Daniel sta alla mia destra e cammina a pari passo con noi . Parla con Giuseppe ignorandomi completamente ma senza darlo a vedere . Ad un certo punto Giuseppe fa l'unica domanda che può interessarmi del loro discorso :" Hai da accendere ? " . Daniel porge un accendino color rosso fuoco . Giuseppe lo prende e accende una sigaretta poi me lo passa e faccio lo stesso . Dan è l'unico della comitiva a non fumare , ciò nonostante porta sempre con se un accendino diverso .Credo li collezioni ma capisco cosa ci faccia . Porto la sigaretta alla bocca e assaporo il primo sospiro . Sento il sapore inebriante della nicotina e il sapore del tabacco mi pervade la gola . Alla fine arriviamo in cima alla di San Michele . San Michele è una chiesa su uno strapiombo molto in alto ed è in assoluto il luogo che di più amo ad Ottaviano. Il sole del mezzogiorno illumina perfettamente il paese , le foreste , i prati , le montagne e tutto ciò che l'occhio può scorgere . E i colori diventano cosi intensi . Il rosso dei tetti , il nero ruvido delle strane , gli edifici bianchi e grigi e tutte le piccolissime persone multicolore e all'orizzonte il mare , che riflette i raggi del sole e brilla come fatti smeraldi e pietre di topazio . " Che meraviglia " dico stringendomi più forte a Giuseppe. La prima volta che venni qui pensai che fosse il posto perfetto per baciare un ragazzo . Daniel , quasi sentendo il pensiero , si alza e dice " Vado a comprare un coca-cola . Torno subito .... forse ." . Ci sediamo su una panchina nella penombra . Giuseppe allunga la sua mano verso la mia e incrociamo le nostre dita . Io appoggio la testa sulla sua spalla . " finalmente soli !" Penso tra me e me . " Avevo una gran voglia di te " mi sussurra in un orecchio . " anche io " vorrei dire ma rispondo " E qual è la scusa di Daniel ? Aveva anche lui una gran voglia di me ? " . Giuseppe mi guarda dubbioso " È venuto solo per farmi compagnia in treno . E poi è un mio amico . Non potevo lasciarlo indietro . " . " Lo so , lo so , ma ..." sospiro " Speravo saremmo stati solo io e te per una volta . Solo noi 2 !" . " Ascolta " dice e porta le mani alla mia faccia e il viso all'altezza del mio . Riesco a vedere il colore chiaro dei suoi occhi , sempre così distanti . " A me non importa se siamo 2 o 5 ,6 13 . Mi basta che tra di loro ci sia tu " , detto questo mi bacia intensamente . Da prima sono incerta , poi continuo e lo bacio più avidamente di prima . Sembra tutto perfetto ... ma non dura . Per un secondo apro gli occhi e lo vedo di nuovo . Daniel . Non sembra essere appena tornato e non credo stia per raggiungerci . Semplicemente se ne sta la . Appoggiato ad un palo . Con le mani incrociate . E ci fissa , con quei suoi occhi scuri e profondi . Lo fa sempre . Ci guarda nei nostri momenti di intimità . Giuseppe non se n'è mai accorto ... ma io si . Sin dal primo giorno . Ma non ne parlo . Giuseppe non mi crederebbe e se anche fosse la cosa influenzerebbe il nostro rapporto . E non posso discuterne neanche con lui . Ho un debito morale con Daniel e non so come ripagarlo . In pratica sono in trappola . Decido che devo ignorarlo . Chiudo gli occhi e mi giro per riconcentrarmi sulle labbra di Giuseppe . Ma anche se fingo so che lui sta lì . Immobile . E si gode lo spettacolo . Dopo circa un'ora e mezza torniamo alla stazione dei treni . È più vuota di quanto fosse questa mattina . C'è solo un vecchio seduto immobile nella penombra e un cane randagio che gironzola sui binari . Daniel si allontana nuovamente per lasciarci salutare e va a giocare con il randagio . Il fatto che tra le altre cose condividiamo anche l'amore per i cani rende la sua sola esistenza inverosimile . "Stavo pensando che potremmo andare a quella festa tra qualche settimana ." . Ecco . Sapevo che presto o tardi me lo avrebbe chiesto . Sorriso caldamente ma sappiamo già entrambi la risposta . "Scusa . Ma sai che non amo le feste ." Vedo la ruga del sorriso spegnersi sulle sue guance . " Potresti andare da solo " cerco di riparare . " Non sarà la stessa cosa " conclude . Prima che possa dire altro arriva il treno e se ne deve andare . " Ciao " mi saluta in modo freddo e mi strappa un bacio veloce sulle labbra . Rimango di sasso . "Perfetto . La fine ideale per una giornata ideale ." Penso sarcastica . Dan si avvicina per i saluti . Quando penso che mi ignorerà e basta si avvicina e mi strappa un abbraccio . Mi abbraccia piano e mi tocca con delicatezza . Come fossi un fiore appena colto. Poi , per un secondo affonda il viso nei miei capelli e lentamente mi sussurra all'orecchio :" Hai un buon odore . Mango ? " . E si dirige al treno . Giuseppe a fianco a lui mi saluta con la mano . Ignaro di tutto . Guardo fisso le porte del treno e vedo per un ultimo istante quegli occhi di ghiaccio cosi carichi di ... desiderio.
  
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