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Autore: manga    25/10/2014    22 recensioni
Questa è una storia ambientata nel mondo di Naruto, ma completamente diversa da quella che conosciamo anche se i personaggi sono gli stessi. Alcuni di loro, per ovvi motivi, avranno una personalità un po' diversa ... dico solo un po', perché cercherò di non allontanarmi troppo dai loro personaggi originali .... che dire ancora, se volete sapere cosa ha ideato la mia mente contorta, seguitemi in questa nuova avventura ....
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Erano più di due anni che Sakura non dormiva così bene: dodici ore e senza incubi. Si sentiva piena di energie ed era carica per iniziare i nuovi allenamenti con la vecchia Chiyo.

Si preparò velocemente e andò in cucina rimanendo incantata davanti ad un tavolo imbandito di leccornie.

“Ben svegliata! Dormito bene? Su avanti non rimanere davanti alla porta, siediti ed inizia a mangiare!” la incoraggiò gentilmente Chiyo.

“B-buon giorno… s-si subito!” disse timidamente, andandosi a sedere.

“Allora?” domandò infastidita la vecchia, non ricevendo nessuna risposta alla sua domanda.

“Oh scusi… è che non sono abituata a mangiare molto per colazione!” si affrettò a scusarsi Sakura, convinta che dipendesse dalla sua esitazione nel mangiare.

“Sciocchezze! La colazione è il pasto principale della giornata, comunque ti avevo fatto una domanda specifica, hai dormito bene?” chiese alternando il tono di voce dall’arroganza alla gentilezza.

“S-si, sì, benissimo grazie. Era da tanto che non dormivo più così bene!” rispose imbarazzata, prendendo in mano le bacchette.

“Mi fa molto piacere, la tisana che ti ho preparato ieri sera serviva proprio a questo. Dovrai allenarti molto duramente in questo periodo e per farlo hai bisogno di dormire e di mangiare, quindi avanti, voglio vedere i piatti vuoti!” indicandogli con la mano tutte le pietanze servite.

“Cosa? Tutto?” guardando allibita il tavolo apparecchiato di alici grigliate, riso, pane, marmellata, frutta, latte e spremuta d’arance.

“Certo!...” mettendosi a sedere di fronte a lei: “… Mentre fai colazione vorrei farti alcune domande per capire come impostare al meglio il tuo allenamento, ma voglio che mi dici la verità, qualunque essa sia!”

“D-d’accordo!” rispose timidamente iniziando a mangiare.

“Ero certa di avere la tua collaborazione… dunque… l’Hokage mi ha detto che all’inizio avevi delle difficoltà nel gestire il tuo chakra, stancandoti talmente tanto da non riuscire più a reggerti in piedi, poi, dopo averti prescritto degli alimentatori, la tua resistenza è migliorata a tal punto da permetterti di completare il ciclo giornaliero di allenamenti, è vero?” domandò con un leggero sorriso.

“Be’ si… cioè… non proprio… ecco, vede io…” esitando nel rispondere.

“Sakura?...” canzonando il nome: “… Non c’è nessun motivo per avere paura, non sono qui per giudicarti o rimproverarti, ma solo per aiutarti e per farlo, ho bisogno di sapere tutto!” cercando di incoraggiarla.

“Mi scusi...” mordendosi il labbro inferiore: “… vede, è corretto in parte. E’ vero, ho preso gli alimentatori per un certo periodo e poi ho dovuto smettere. Purtroppo non hanno risolto il mio problema… così… così ho iniziato ad usare… ad usare la tecnica della rigenerazione del chakra!” chinando il capo imbarazzata, sapendo di aver infranto una legge molto severa.

“Cooosaaaaa?” urlò Chiyo, spaventando la rosa.

“M-mi d-dispiace!” disse debolmente, cercando di trattenere le lacrime.

“Ti dispiace? Ma stai scherzando?...” battendo un pugno sul tavolo richiamando l’attenzione della ragazza: “… Vuoi forse dirmi che da sola hai imparato una tecnica così difficile?” domandò incredula.

“S-si!” rispose timidamente.

“Accidenti, questa poi! Tsunade non me l’ha detto, ma forse nemmeno lei ne era al corrente… sapevo che eri in grado di curare le ferite e questo, credimi, è già straordinario di suo. Sei molto giovane eppure, da sola, sei riuscita ad imparare e a padroneggiare alcune arti mediche!” appoggiandosi e sospirando allo schienale della sedia.

Nella stanza calò il silenzio per un minuto circa, ma per Sakura sembrò un’eternità.

“I miei più sinceri complimenti!...” guardandola con ammirazione: “... Sei molto portata e credo che se continuerai ad applicarti con la stessa passione e devozione, diventerai sicuramente un ottimo medico!” affermò con sicurezza.

“D-dice sul serio?” domandò incredula.

“Certo, per chi mi hai preso? Per una che dice delle sciocchezze? Su, adesso sbrigati a mangiare che sono impaziente di iniziare gli allenamenti!” le ordinò acidamente. Il suo cambio d’umore cambiava in un batter d’occhio ma Sakura era stata avvisata e doveva iniziare ad abituarsi.

Tutto sommato, la vecchia Chiyo, era una brava persona.

Dopo circa venti minuti:

“Mi dispiace, ma non riesco proprio a finire!” disse la rosa portandosi le mani sullo stomaco gonfio.

“Anche se non hai finito, hai comunque mangiato e bevuto un po’ di tutto. Con il tempo ti abituerai, adesso seguimi!” le ordinò gentilmente.

“Subito? Ho la pancia che mi fa male!” cercò di protestare, incapace di alzarsi.

“Su, su, dai… appena inizierai a camminare starai meglio, avanti muoviti abbiamo già perso troppo tempo!” uscendo dalla porta principale.

Sakura si alzò a fatica cercando di raggiungerla, non conosceva quel posto e avrebbe rischiato di perdersi.

Camminarono per un po’ inoltrandosi in un fitto bosco fino a quando raggiunsero un torrente alimentato da una cascata.

“Eccoci arrivati!” disse Chiyo arrestando il passo.

“Ma è bellissimo!” esclamò la rosa guardandosi attorno.

“Vero? Ma non siamo qui per osservare il paesaggio, ma per iniziare i tuoi allenamenti!” asserì con fermezza.

“Scusi, ma questo posto è…”

“Nascosto dalla barriera, indovinato! Nessuno ci disturberà, non temere. Ora ascoltami bene… li vedi quelle rocce sporgenti davanti alla cascata?” indicandole con l’indice.

“Si!” rispose con lo sguardo puntato nella direzione indicata.

“Bene, voglio che ti metti a sedere a gambe incrociate su quella di mezzo!” le ordinò perentoria.

“Cosa? Ma mi bagnerò tutta!” ritraendosi di un passo, portando una mano sul petto.

“Solo in parte, l’acqua della cascata ti bagnerà la testa e le spalle aiutandoti a rilassarti e a concentrarti  durante la meditazione!” le spiegò gentilmente, voltandosi verso di lei.

“Non avrai mica paura di ammalarti, vero? Perché se è così sappi che sono un ottimo medico capace di rimetterti subito in piedi, chiaro?” parlando acidamente con l’indice alzato.

“Non dico questo, solo che… scusi… ha detto meditazione?” guardandola incerta.

“Esatto, il tuo allenamento inizierà con la meditazione. Devi entrare in contatto con il tuo chakra, devi conoscerlo, devi sentirlo parte integrante di te e a quel punto dovrai creare un legame, diventando una cosa sola con lui… è questo l’unico modo per riuscire a padroneggiarlo senza avere più problemi. Ti è chiaro adesso?” domandò speranzosa.

“Diventare un cosa sola? Mi dispiace ma non capisco!” disse un po’ imbarazzata.

“Vedi, fino ad oggi tu ed il chakra eravate due entità diverse e agivate separatamente. Il tuo corpo si indeboliva perché incapace di gestirlo e il potere si esauriva perché usciva troppo velocemente. Manca l’equilibrio e solo con la meditazione puoi trovarlo. Quando nasce un ninja, il legame si crea automaticamente, ma nel tuo caso, scoprendo di aver ereditato il chakra dai tuoi avi…” mentendo a fin di bene: “… non è stato così, siete cresciuti separatamente e ora dovete riunirvi. Questa volta hai capito?” sfoggiando un dolce sorriso, sperando di mettere la ragazza a proprio agio.

“Credo di si, ma non ho ben capito come fare… non ho mai fatto meditazione!” vergognandosi subito della sua affermazione.

“Oh si invece che l’hai fatta e anche tante volte! Non ti ricordi più come sei riuscita a sprigionare il chakra?” domandò fiduciosa. Tsunade le aveva raccontato nei minimi particolari, grazie al rapporto dettagliato di Kakashi, i progressi fatti dalla rosa durante i mesi di allenamento insieme al team ed il modo in cui i due compagni erano riusciti ad aiutarla a manifestare il potere.

“Sasuke!” pronunciando il nome del compagno, ricordandosi il giorno in cui riuscì a sprigionare il chakra. Si rattristì subito dopo, quando riaffiorò nella mente il ricordo della sua esclusione dal team da parte dei due ragazzi.

“Vedo che hai capito! Ora raggiungi la roccia che ti ho indicato, mettiti a sedere con le gambe incrociate e lascia che l’acqua della cascata ti massaggi le spalle e la testa. Chiudi gli occhi e con la mente entra all’interno del tuo corpo fino a raggiungere il chakra racchiuso in te. Una volta trovato, osservalo in ogni sua forma, guarda come si muove e come reagisce percependo la tua presenza. Lo vedrai allontanarsi da te ed è in quel preciso momento che dovrai cercare di stabilire un contatto, facendogli capire che siete una cosa sola.” spiegandole esattamente il procedimento, ignorando la sua tristezza.

“Ora è tutto più chiaro, in poche parole dobbiamo diventare amici!” affermò sicura di sé incamminandosi verso la roccia, scacciando il ricordo dei suoi compagni.

“Più o meno il concetto è questo!” sorridendole soddisfatta.

Sakura si posizionò sulla roccia centrale e appena sentì l’acqua gelida sulle spalle rabbrividì, allontanandosi subito.

“E smettila! Un po’ d’acqua fredda non ha mai fatto male a nessuno, ti devi solo abituare, avanti mettiti a sedere!” la rimproverò Chiyo, urlando dalla riva del torrente.

La rosa ubbidì di controvoglia, abituandosi a fatica all’acqua gelida sul corpo. Chiuse gli occhi concentrandosi sui battiti del cuore per poi scendere lentamente verso il torace fino a sentire un calore, il suo chakra. Aveva seguito le stesse indicazioni di Sasuke.
Ancora quel nome! Non doveva pensare né a lui né a Naruto.

“Devi bandire ogni pensiero dalla tua mente e rimanere concentrata!” le urlò Chiyo accorgendosi della sua distrazione.

“Ma come avrà fatto a capirlo? Adesso non ha importanza, devo concentrarmi solo sul chakra!” pensò la rosa, ricominciando la sua meditazione.

Con gli occhi della mente focalizzò in lontananza una piccola sfera di luce verde, cercò di raggiungerla quando improvvisamente perse il contatto. Riprovò ancora ma fu tutto inutile.

Le parole di Chiyo iniziarono a prendere un senso più logico, la sua mente apparteneva al corpo e questo era troppo debole per gestire il potere, facendole perdere il contatto. Doveva rafforzarlo con l’aiuto della meditazione e solo così sarebbe riuscita a raggiungere il suo obiettivo. Si concentrò nuovamente, con più determinazione, intenzionata a non fallire.

“Adesso basta, è già tardi!” la voce stridula di Chiyo la penetrò nelle orecchie facendole aprire di scatto gli occhi.

“Tardi? Ma se ho appena iniziato!” le fece notare con disappunto.

“Ahahahah, ti sbagli mia cara, sono già passate tre ore!” le rispose ridendo.

“Tre ore?” domandò incredula guardando la posizione del sole. Chiyo aveva ragione.

“Avanti vieni e avvolgiti con questo!” tirando fuori dal kimono un piccolo asciugamano, appoggiandoglielo sulle spalle.

“Sorpresa, vero? Quando si entra in meditazione il tempo sembra fermarsi e tutto ciò che ci circonda sembra svanire. L’acqua è un elemento importante in questo tipo di allenamento perché oltre a rilassare il tuo corpo e il tuo spirito, lava via tutte le distrazione attorno a te. Ora dimmi, fin dove sei arrivata?” le chiese curiosamente, facendola sedere accanto ad un piccolo falò appena acceso.

“Sono riuscita a focalizzare il chakra ma quando cercavo di avvicinarmi perdevo il contatto. E’ questo che intendeva dire dicendo che il mio corpo è troppo debole?” chiese, volendo conferma sulla sua deduzione.

“Esatto! Tsunade aveva ragione a dire che sei molto intelligente. Ti avverto, ci vorrà diverso tempo prima che tu riesca a mantenere il contatto, poi inizierà la parte più difficile, ovvero quello di creare il legame con il tuo potere!” le spiegò, porgendole una ciotola con della zuppa calda.

“Ha cucinato?” domandò, tenendola saldamente tra le mani, beandosi del calore.

“Sai che noia sarebbe stata per me a guardati per tutto questo tempo senza far niente?” asserì acidamente, strappando un sorriso divertito alla rosa.

“Finito di mangiare, posso ritornare ad allenarmi?” chiese poi speranzosa.

“No! Dopo ti insegnerò a riconoscere le erbe mediche, a come utilizzarle e a come creare gli antidoti per i veleni!” le disse impassibile servendosi della zuppa dalla pentola accanto al fuoco.

“Ma non posso interrompere la meditazione! L’ha detto lei che ci vorrà molto tempo prima che riesca a diventare una cosa sola con il mio potere. Per tanta voglia abbia di imparare anche le arti mediche non posso concentrarmi su altro… sono una kunoichi!” disse tutto di un fiato.

“Una Genin per esattezza, ma se quello che dici è vero, allora spiegami perché non indossi il coprifronte della foglia!” guardandola seriamente negli occhi.

“Cosa? I-Il coprifronte?” toccandosi i capelli sciolti, privi di fascia.

“Dici di essere una kunoichi, allora indossalo con fierezza! Ti sei meritata ampiamente la promozione a Genin, Tsunade mi ha raccontato tutto… anche di quanto siano stai incoscienti i suoi nipoti… ma ora non pensiamo a loro ma ai tuoi allenamenti. Ho deciso di suddividerli in questo modo, alla mattina meditazione e al pomeriggio arti mediche. Non preoccuparti del tempo, ne hai a sufficienza per fare entrambe le cose.” le spiegò con gentilezza.

“D’accordo, farò come dice lei!” iniziando a mangiare la zuppa, trovandola squisita.

“E’ buonissima!” disse, dopo solo il primo assaggio.

“Ti ringrazio ma il merito è dei prodotti freschi e genuini che la terra mi fornisce. Vivo in questo posto da molti anni e con il tempo ho imparato a coltivare, a pescare e a cacciare ma solo lo stretto necessario per vivere. Dopo ti farò vedere il mio piccolo orto e la mia risaia personale e se vorrai, ti presenterò alle mie care amiche!”
sogghignando divertita.

“Amiche? Ma non ha detto che vive da sola?” domandò sospettosa.

“Devi aprire la mente… per amiche non intendo persone come noi, ma mucche e galline che mi forniscono rispettivamente latte e uova!” scoppiando a ridere, contagiando anche Sakura.

“Capisco… be’ allora, con molto piacere!” continuando a ridere.

I giorni passarono molto velocemente e Sakura rimase impressionata dal numero infinito di erbe mediche capaci di guarire ogni ferita e dalle quali creare antidoti per tutti i tipi di veleno. Ogni giorno Chiyo gliene mostrava una ventina e lei, molto diligentemente, annotava su un quaderno tutti gli appunti per poi studiarli attentamente alla sera appoggiata al tavolo della cucina, sorseggiando la tisana che la vecchietta le preparava prima di andare a dormire.
Alla mattina si svegliava di buon’ora aiutando Chiyo a mungere le mucche, a raccogliere il riso, setacciandolo e mettendolo ad essiccare su una roccia esposta al sole, a raccogliere i prodotti maturi dell’orto, a pescare con delle piccole reti e a fabbricare delle trappole per catturare la selvaggina. Le piaceva vivere in quella piccola radura circondata dal bosco.
La pace e la tranquillità regnavano sovrane e in soli pochi giorni era riuscita ad accantonare la tristezza legata a Konoha.
La sua mente era libera da ogni preoccupazione e la sua meditazione procedeva molto bene, riuscendo in poco tempo a stabilire un contatto più duraturo con il chakra ma non sufficiente per instaurare il legame. Solo quando si coricava nel letto, esausta dalla giornata, il suo ultimo pensiero lo rivolgeva al padre, chiedendosi se stesse bene e se sentisse la sua mancanza.
Guardando la luna o le stelle, gli augurava la buonanotte chiudendo gli occhi e facendosi avvolgere dalle braccia di Morfeo.

“Sveglia, sveglia!” Chiyo entrò nella sua stanza battendo fra loro due coperchi di pentole, provocando un rumore infernale.

Sakura si alzò di scatto tappandosi le orecchie.

“Basta, basta, sono sveglia!” urlando, nella speranza che la sua voce sovrastaste quel suono assordante e fastidioso.

“Non c’è mica bisogno di urlare, sai! Non sono sorda!” le rispose infastidita.

“Mi scusi, credevo non riuscisse a sentirmi… comunque perché mi ha svegliata in questo modo?” domandò strofinandosi gli occhi.

“Perché oggi viene Tsunade e dobbiamo preparare un buon pranzetto, dopotutto è l’Hokage!” facendole l’occhiolino.

“L’Hokage? E’ già passata una settimana?” guardandosi attorno incredula.

“Già, adesso alzati avrei bisogno del tuo aiuto… ah, dimenticavo di dirti una cosa importante, ti riposerai dai tuoi allenamenti tutte le volte che verrà a trovarci Tsunade, così potrai stare in sua compagnia, contenta?” uscendo dalla stanza senza darle il tempo di rispondere.

“Potrò chiederle come sta mio padre!” pensò radiosa la rosa, alzandosi dal letto.

L’Hokage arrivò verso le dieci del mattino mentre Sakura era nel cuore della foresta a recuperare la selvaggina catturata dalle trappole, destinata a finire arrosto e nei loro stomaci.

“Buongiorno Chiyo!” disse Tsunade una volta annullata l’arte magica che nascondeva la radura.

“Buongiorno anche a te, tutto bene il viaggio?” voltandole le spalle e raggiungendo l’abitazione, non prima però di avere alzato nuovamente la barriera.

“Si tutto bene, piuttosto tu, non hai niente da dirmi?” le chiese guardandola con la coda dell’occhio.

“Se ti riferisci a Sakura, puoi stare tranquilla. E’ una ragazza molto intelligente e diligente, apprende ogni mio insegnamento con estrema facilità, specie le arti mediche.
E’ straordinaria, non ho mai visto nessuno con un talento del genere, neppure tu mia cara avevi una predisposizione così accentuata!” guardandola seriamente.

“Credi ci sia un motivo dietro a questa sua predisposizione? Voglio dire, credi sia legata alla sua famiglia biologica?” le domandò speranzosa.

“Non saprei… la predisposizione per qualcosa può essere un fatto ereditario come no. Voi avete scoperto qualcosa?” domandò incuriosita.

“No, le ricerche sono appena iniziate. Ogni Regno ha dato l’incarico a due Anbu fidati di cercare dei ninja dai capelli rosa, occhi verde smeraldo e con un potere enorme, ma data la preoccupazione per questa nuova organizzazione criminale, le ricerche proseguiranno molto lentamente cercando di non destare nessun sospetto, almeno fino a quando non sapremo niente di più concreto!” spiegandole nei dettagli il piano ideato.

Chiyo era una persona fidata e mai avrebbe tradito la fiducia dei Governatori.

“Capisco… ma sapete anche che potranno volerci degli anni, vero? Il Mondo mica è piccolo!” le fece constatare sarcasticamente.

“Lo sappiamo non temere! E Sakura come sta? La stai facendo impazzire?” le chiese scherzosamente.

“Come ti permetti! Io non faccio impazzire proprio nessuno e poi te l’ho già detto… sei più rimbambita te che me!” alzando un pugno serrato.

“Rimbambita a me? Ti vorrei ricordare che io sono l’…”

“Hokage!”

“Appunto” disse Tsunade, sentendo chiamarla in lontananza dalla voce di Sakura.

“Sai che mi importa!” ringhiò sottovoce Chiyo facendosi sentire solo dalla sua ospite, sogghignando compiaciuta vedendola contorcersi per cercare di mantenere un atteggiamento composto davanti alla rosa che le stava raggiungendo di corsa, con in mano due conigli morti.

“Sakura, che piacere rivederti! Ti vedo in forma e soprattutto sorridente, credo che questa sia la prima volta che ti vedo così allegra!” le disse facendola arrossire.

“Questa è la dimostrazione che qui con me sta bene, mentre a Konoha, con tutte le brutte facce che ci vivono, no!… Oh cara, ma che bei conigli grossi che hai catturato, vieni ed iniziamo a pulirli come ti ho insegnato!” disse Chiyo ignorando completamente l’Hokage e prendendo la rosa a braccetto conducendola dentro casa.

Tsunade si massaggiò la parte centrale della fronte cercando di nascondere un sorriso divertito. Chiyo era sempre la solita, buffa ed incorreggibile.

Entrò in casa vedendo la vecchietta in piedi sullo sgabello di fronte al piano di lavoro, intenda a spelare i conigli aiutata dalla rosa.

“Sakura, vedo che Chiyo non ha perso tempo a metterti sotto, vero?” domandò scherzosamente, accomodandosi a sedere.

“Be’ non proprio… diciamo che mi sta insegnando tante cose utili di cui prima ignoravo completamente l’esistenza!” rispose, rimanendo concentrata nella pulizia della selvaggina.

“Perfetto cara, ora inizia a tagliare le parti come ti ho spiegato mentre prendo la farina e gli odori… Tsunade aspetta altri dieci minuti e poi siamo a tua disposizione!” asserì la vecchia balzando giù dallo sgabello, dirigendosi verso una dispensa per prendere gli ingredienti menzionati.

“Oh non preoccupatevi per me, fate pure con comodo, anzi se posso vorrei aiutarvi anch’io!” alzandosi dalla sedia con tutte le migliori intenzioni.

“Se proprio vuoi fare qualcosa… siediti e sta zitta, ci pensiamo noi a preparare il pranzo, tu sei nostra ospite!” risalendo sullo sgabello ed iniziando ad infarinare i pezzi di carne già tagliati da Sakura.

“Fortuna che ti conosco e non me la prendo, i tuoi modi sono molto discutibili!” affermò Tsunade iniziando a ridere sonoramente, contagiando anche la ragazza.

“Ecco fatto, adesso mettiamo tutto a cuocere molto lentamente così la carne rimarrà bella tenera e non perderà la sua bontà selvatica. Sakura, intanto metti a scaldare l’acqua per preparare il thè alla nostra ospite!” disse Chiyo appoggiando il tegame sul fornello.

“Subito!” rispose la rosa.

“Non preoccupatevi per me, ho già fatto colazione!” cercò di intervenire l’Hokage, preoccupata di arrecare troppo disturbo.

“Che sciocchezze, sai benissimo che non disturbi mai e credo che farai un’altra colazione!” disse Chiyo, prendendo una pirofila piena di biscotti in pasta frolla.

“Ma sono i miei preferiti!” asserì Tsunade alla vista dei dolci.

“Lo so, li ho preparati appositamente per te!” appoggiando il contenitore al centro del tavolo, seguito dalla teiera con l’acqua calda.

“Di fronte a tanta prelibatezza non posso fare altro che approfittarne…” iniziando a servirsi: “… allora Sakura, cosa mi racconti? Cos’hai imparato in questi giorni?” le chiese Tsunade dopo aver mangiato il primo biscotto.

“A dire il vero ancora niente di concreto… cioè… sto imparando a distinguere tutte le erbe mediche e allo stesso tempo sto cercando di creare il legame con il mio chakra, ma per il momento sono ancora ferma al primo contatto che perdo in continuazione!” disse imbarazzata, sentendosi improvvisamente un’incapace.

“Non devi scoraggiarti, ci vuole del tempo e ne hai ancora tanto a disposizione!” appoggiandole una mano sulla spalla per confortarla.

“Anche Chiyo me lo ripete in continuazione… Hokage mi scusi… posso chiederle se sa qualcosa di mio padre? Si, insomma… per caso l’ha…”

“Visitato? Sicuro, subito il giorno dopo, proprio come ti avevo promesso. Stai tranquilla, è solo stanco e gli ho ordinato di stare in ferie per un po’!” sorridendole con affetto nonostante un’ombra di tristezza fosse dipinta nei suoi occhi. Solo Chiyo se ne accorse.

“Davvero? La ringrazio tanto, non sa che peso mi ha tolto… ero così preoccupata per lui!” sospirando e portandosi le mani al petto.

“Ti saluta con tanto affetto e si è raccomandato di non preoccuparti per lui ma di concentrarti solo sui tuoi allenamenti e che è molto fiero di te… della sua adorata bambina!” continuò a dirle Tsunade.

Sakura si asciugò una lacrime scesa involontariamente dall’occhio sinistro, incapace di trattenere la commozione nell’udire quelle parole, tipiche dell’anziano genitore.

“Lo farò!” asserì sicura.

“Molto bene è la risposta che si aspettava!” disse l’Hokage versandosi del thè.

“E per quanto riguarda la mia punizione? Insomma, mio padre non corre rischi per quello che ho fatto infrangendo la legge, vero?” domandò subito dopo preoccupata.
“Stai tranquilla, il Consiglio non ha preso nessun altro provvedimento nei tuoi confronti. Sanno che sei stata allontanata dal villaggio per espiare la tua colpa mentre in realtà non è così, ma questo è un nostro segreto e tale rimarrà!” facendole l’occhiolino.

“Non mi importa di quello che possono pensare di me, in fin dei conti ho sbagliato e sapevo che stavo infrangendo la legge, ma la curiosità di imparare le arti mediche è stata talmente forte da non preoccuparmi delle conseguenze!” stringendo i pugni ed omettendo volutamente la vera motivazione che l’aveva portata a prendere quella decisione. Alan e compagni.

“Ormai questo appartiene al passato e non ha più importanza. Grazie al tuo tempestivo intervento, sei riuscita a curare i tuoi compagni, scongiurando il peggio per le ferite riportate. Sto preparando le pratiche necessarie per farti abilitare come ninja medico una volta che ritornerai a Konoha e sarai sotto la mia responsabilità, come vedi, non tutto il male viene per nuocere. Sarai in assoluto la kunoichi medico più giovane nella storia del nostro Regno, non sei orgogliosa? Fossi in te, sì!” sorridendole amorevolmente.

“Davvero? Allora questo vuol dire che potrò continuare i miei studi direttamente in ospedale, vero?” chiese con gli occhi spalancati per l’incredulità.

“Esatto ed essendo sotto la mia responsabilità, continuerò io la tua preparazione medica, ma ti do un consiglio… segui attentamente tutte le direttive di Chiyo… è grazie ai suoi insegnamenti se ora sono considerata il miglior medico del Regno del Fuoco!” notando con piacere il vanto dipinto nel volto della vecchietta.

“Non lo sapevo!” disse Sakura guardando l’anziana.

“Diciamo solo che le ho spiegato alcune cose, niente di più!” incrociando le braccia, orgogliosa del complimento ricevuto.

Passarono diverse ore. Tsunade aveva pranzato in loro compagna e aveva osservato con interesse tutti gli appunti presi dalla ragazza, notando con orgoglio quanto fossero dettagliati e corretti. Parlarono poi delle trappole usate per catturare la selvaggina e delle piccole rete per pescare le alici che mangiavano sempre a colazione. Sakura era serena e Chiyo la osservava con affetto e ammirazione, tanto da far stringere il cuore all’Hokage.

Chiyo aveva deciso di vivere in solitudine quattordici anni prima, dopo che il suo unico nipote, Sasori, che aveva allevato come fosse un figlio dopo la morte prematura dei genitori, aveva deciso di allearsi con Pain aiutandolo a scatenare la terra grande guerra ninja.
Sin da piccolo, Sasori aveva un comportamento ribelle e Chiyo aveva faticato molto nel cercare di riportarlo sulla retta via, ma la sete di potere era troppo forte e una volta raggiunto la maggiore età e non avendo più l’obbligo di avere un tutore, la abbandonò senza nessun ripensamento, alleandosi con il maggiore dei Namikaze.
Morì sul campo di battiglia, ma il suo corpo non venne mai ritrovato, forse avvolto dalle fiamme dei vari incendi o dalle esplosioni provocate dalla guerra.
Chiyo seppe del tradimento del nipote solo una volta riportata la pace e sentendosi in colpa per aver fallito nell’educazione di Sasori, decise di vivere in solitudine per espiare le sue colpe. Solo in un secondo momento, incontrando per caso Tsunade, sua giovane allieva in medicina e divenuta Hokage del Regno del Fuoco, si propose di ospitare i Governatori dei tre Regni nella sua raduna, nascosta agli occhi dell’umanità grazie ad un’arta magica molto potente ed antica.
Il grande dispiacere unito all’avanzamento dell’età, aveva mutato il suo carattere facendola diventare una buffa vecchietta dal carattere mutevole, mantenendo però invariata la sua devozione per la pace e la sua lealtà verso le tre più alte cariche dei Regni.

“Si è fatto tardi, è meglio che vada!” disse Tsunade alzando gli occhi al cielo.

“Di già?” domandò tristemente Sakura. Le era piaciuto passare quelle ore in compagnia dell’Hokage, trovandola molto gentile e simpatica.

“Non preoccuparti, tornerò la settimana prossima e mi racconterai dei tuoi progressi, d’accordo?” sorridendole dolcemente, capendo quanto le mancasse una figura materna.

“Chiyo mi raccomando abbi cura di lei!” rivolgendosi all’anziana.

“Come se avessi bisogno delle tue raccomandazioni! Vai altrimenti arriverai a Konoha a notte fonda se continui a stare qua!” le rispose acidamente.

“Ahahahah! D’accordo vado subito, intanto annulla la barriera! Ci vediamo la settimana prossima!” balzando in direzione del villaggio.

“Allora cara, sei stata contenta della visita dell’Hokage?” domandò l’anziana appena videro Tsunade sparire fra gli alti alberi.

“Molto, anche perché mi ha portato delle belle notizie su mio padre!” sfoggiando un sorriso sincero.

“E’ vero, su… adesso andiamo in casa a preparare qualcosa di buono per la cena!” incamminandosi verso la piccola dimora. Non aveva parlato con Tsunade, ma la conosceva bene e quell’alone di tristezza dipinto negli occhi poteva significare solo una cosa: il padre adottivo di Sakura stava molto male e nemmeno lei poteva curarlo.
Si augurò solamente che la malattia non fosse ad uno stadio terminale. La ragazza non era ancora pronta psicologicamente per accettare la verità sulle sue vere origini e la persona che chiamava padre, era il suo unico punto di riferimento.

Altre settimane passarono velocemente, Sakura era finalmente riuscita a mantenere il contatto con il suo chakra, ma come predetto da Chiyo, questo si muoveva freneticamente e si scomponeva in più parti appena percepiva la sua presenza.

Per la rosa iniziava la parte più difficile: stabilire il legame.

L’allenamento le risucchiava molte energie ma grazie ai diversi decotti preparati da Chiyo, riusciva a resistere fino alla fine della meditazione.

Il resto della giornata lo passava a raccogliere le erbe mediche preparando diversi tipi di medicine e di antidoti per veleni, consegnandoli con orgoglio a Tsunade sapendo che li avrebbe forniti direttamente all’ospedale, sentendosi finalmente utile in qualcosa.

Mancava qualche giorno alla visita settimanale dell’Hokage e Sakura era in meditazione.

La sfera di luce, percependo la sua presenza rimase per la prima immobile e poi, a gran velocità si diresse verso di lei. La rosa sobbalzò aprendo gli occhi.

“Cos’è successo?” chiese Chiyo correndo verso di lei.

“Non lo so… la sfera mi è venuta addosso!” respirando con affanno.

“Dici sul serio? Congratulazioni mia cara, ce l’hai fatta. Hai stabilito il legame con il tuo chakra!” iniziando a saltare per la gioia.

“Davvero?” osservandosi le mani con incredulità, non percependo nessuna diversità.

“E’ inutile che ti osservi, non noterai niente fino a quando non inizierai ad allenarti!” le spiegò con gentilezza.

“Quindi non mi stancherò più e non dovrò più usare la tecnica della rigenerazione del chakra?” domandò nuovamente per avere la certezza assoluta.

“Proprio così, almeno che tu non venga sottoposta ad un allenamento molto pesante e in quel caso saresti stesa, ma anche i tuoi compagni!” facendole l’occhiolino.

“Non mi importa niente di loro!” diventando seria e stringendo i pugni.

“Prima o poi dovrai affrontarli, ti ricordo che sono i tuoi compagni di team e che non puoi cambiarli!” cercando di farla ragionare.

“Lo so!” sospirando sconfortata.

“Ascoltami attentamente… so che si sono comportati male con te e hai ragione ad essere arrabbiata con loro ma devi imparare a perdonare e collaborare come nulla fosse!” insistendo nella sua teoria.

“Ma loro mi hanno esclusa! Non mi hanno considerata parte del team, come posso fidarmi di loro? Come posso sentirmi parte di quella squadra se nemmeno i miei stessi compagni hanno fiducia in me?” urlando con le lacrime agli occhi.

“Dimostragli che si sbagliano, dimostragli quanto tu sia importante per il team!” le rispose dolcemente asciugandole le guance bagnate.

“E come? Crede che non ci abbia provato? All’inizio ero io la distaccata che non voleva socializzare ma hanno avuto pazienza, continuando a farmi sentire una di loro.
L’ultimo periodo di allenamenti, prima dell’esame, eravamo diventati una vera squadra, affiatati e collaborativi fra di noi, proprio come voleva il nostro maestro ma alla fine… alla fine durante la prova decisiva mi hanno tagliata fuori perché non ero abbastanza brava e forte da combattere insieme a loro!” continuando a piangere e sfogando tutta la sua tristezza repressa nel suo cuore.

“Ho capito, torniamo a casa, devo parlarti!” affermò seriamente, incuriosendo la rosa.

Durante il tragitto nessuna delle due parlò, nemmeno quando arrivarono a casa. Chiyo si affrettò a preparare una tisana alla ciliegia, la preferita di Sakura e solo dopo averla versata nelle tazze, sospirò profondamente iniziando a parlare.

“E’ giusto che tu sappia una cosa molto importante riguardo il tuo potere. Come sai, il tuo chakra non è del tutto sviluppato e anche se sei riuscita a creare un legame, questo non vuol dire che potrai padroneggiare dei colpi potenti, capisci cosa intendo dire?” guardandola rammaricata. Era giusto dirle la verità, anche se in parte. Il sigillo le avrebbe impedito di diventare una kunoichi completa e in un qualche modo, bisognava dirle le sue limitazioni.

“Vuol dire che non potrò mai creare dei colpi potenti come quelli dei miei compagni? Allora perché devo continuare a frequentare l’accademia? Non sono di nessuno aiuto e sinceramente non voglio più sentirmi messa da parte!” soffocando il dispiacere. Già gli omega l’avevano esclusa e ora anche i ninja.

“Ti sbagli di grosso! Sei un membro molto valido… sai esporre le strategie di attacco in maniera impeccabile e dettagliata, inoltre stai imparando le arti curative e credimi, un medico in un team è sempre buona cosa!” alzando la voce.

“Ma non so combattere!” disse con voce bassa.

“Combattere non vuol dire usare tecniche particolari di combattimento, combattere significa usare i mezzi a propria disposizione per annientare il pericolo. Usa le tue doti e fatti valere, comportandoti così getterai solamente la spugna e gliela darai vinta a quei due sciagurati. E’ questo che vuoi? Non hai un minimo di orgoglio? Prefiggiti un obiettivo da raggiungere e rimani concentrata solo su quello, vedrai che saranno proprio loro a venirti a cercare… credi a me e ai miei ottant’anni di vita su questa terra! Ora scusami ma voglio andare a riposare, questa conversazione mi ha sfinita!” alzandosi dalla sedia.

Sakura aveva bisogno di riflettere da sola e la sua presenza non sarebbe stata di nessun aiuto. La lasciò con lo sguardo puntato verso un punto indefinito del pavimento, segno che stava rielaborando tutto il discorso fatto.

Sola e avvolta dal silenzio, la rosa iniziò a pensare al suggerimento dell’anziana ma non avendo a disposizione una tecnica di combattimento abbastanza potente, non poteva sperare di diventare una brava kunoichi, rimanendo sempre in disparte durante i combattimenti, limitandosi solo a dirigere i propri compagni, a curarli ed eventualmente a proteggere se stessa. Era questa la realtà.

Scoppiò a piangere disperatamente chiedendosi il perché aveva ereditato il chakra dai suoi avi, diventando una diversa, una mezzo sangue ripudiata da tutti.
Si addormentò con la testa avvolta dalle braccia e appoggiata sul tavolo. Solo quando il cielo si fece buio, Chiyo ritornò in cucina trovandola in quella posizione. Le sue guance erano rigate dalle lacrime ma almeno stava dormendo tranquillamente. La coprì con uno scialle evitando di svegliarla.

Si stava affezionando a lei, provando lo stesso amore che nutriva per suo nipote ma a differenza sua, Sakura aveva dei sani principi e non sarebbe mai passata dalla parte sbagliata. Lo aveva sempre pensato ma dopo quella conversazione ne aveva avuto la certezza. La sua bramosia nell’essere forte non dipendeva nel primeggiare sugli altri, ma per non sentirsi inferiore ed essere accettata. Sicuramente l’essere scartata l’aveva fatta soffrire molto, ma mai, la vecchia Chiyo, avrebbe sospettato quello che in realtà la rosa era costretta a subire nel suo settore e alla promessa che era stata costretta a fare per salvare il padre.

I giorni successivi Sakura si era concentrata solo sulla medicina rifiutando il suggerimento di Chiyo di allenarsi usando il legame instaurato con il chakra. La rosa aveva perso l’entusiasmo. La consapevolezza del suo limite la faceva sentire inutile oltre che incapace. Con che spirito poteva ambire nel diventare una brava kunoichi? Nessuno.

Tsunade superò la barriera trovando Chiyo ad attenderla.

“Buongiorno, immagino che Sakura sia nella foresta a cacciare o è andata a pescare?” domandò sorridendo.

“Nessuna delle due cose!” rispose, sospirando tristemente.

“Cos’è successo?” chiese preoccupata.

“Gliel’ho dovuto dire! Non è giusto darle false speranze!” asserì dispiaciuta.

“Cosa? Non vorrai dirmi che sa la verità, vero?” parandosi davanti all’anziana e guardandola minacciosamente.

“Ma per chi mi hai preso? Non avrei mai il coraggio di dirglielo, è ancora troppo vulnerabile, una rivelazione del genere potrebbe farla cadere in una forte depressione e non voglio… so perfettamente cosa significa!” sospirando con il capo abbassato, alludendo chiaramente ai ricordi del nipote.

“Le ho detto solamente che il suo chakra non è ancora forte a sufficienza per permetterle di imparare delle tecniche potenti di combattimento e che ci vorrà del tempo prima di riuscirci. Fino a che avrà quel maledetto sigillo non potrà mai diventare una kunoichi completa…” chiudendo gli occhi: “… avete scoperto qualcosa?” chiese, sperando in una risposta positiva.

“Purtroppo no! Comunque… hai fatto a bene dirglielo, illuderla sarebbe stato peggio! Lei come l’ha presa?” guardandola con la coda dell’occhio.

“Non bene… era così felice di aver stabilito il legame con il chakra ed io le ho spento l’euforia! Si è chiusa in se stessa e si è dedica solamente allo studio, non vuole nemmeno allenarsi per ritornare in forma. Non mi sento di dirle niente.” le spiegò amareggiata.

“Ho capito, ci penso io. Dov’è adesso?” assumendo uno sguardo determinato.

“Nella foresta, ma non so dirti esattamente il punto esatto. Sakura ha imparato a muoversi in piena autonomia senza perdersi.” sorridendo appena.

“D’altronde questo posto è diventata la sua casa ed è giusto così. Chiyo credo che non pranzeremo in casa!” balzando in direzione della foresta senza dare il tempo all’anziana di chiederle spiegazioni.

Chiyo guardò l’Hokage con un sorriso sulle labbra, augurandosi che potesse aiutare in un qualche modo la ragazza.

Sakura era seduta sopra una radice sporgente di una quercia, con le gambe avvolte dalla braccia e gli occhi  fissi sulle dita dei piedi scoperti dagli scarponcini ninja.

“Ti ho trovata!”

“Hokage!” disse sussurrando e sobbalzando nell’udire la sua voce.

Tsunade le si avvicinò lentamente guardandola molto attentamente.

“Mi stai deludendo e cosa peggiore, stai deludendo anche tuo padre. Avevi promesso di impegnarti al massimo invece te ne stai qua tutta rannicchiata a deprimerti senza motivo.” ammonendola per il suo comportamento.

“M-mi dispiace, ma anche se mi impegnassi non servirebbe a niente, vede io…”

“So già tutto…” interrompendola: “… Chiyo mi ha già informata, ma stai sbagliando lo stesso. Il chakra ha bisogno di crescere per diventare forte e per farlo, ha bisogno di allenamento, credevo ti fosse chiaro il concetto!” sedendosi accanto a lei, osservando un punto indefinito della foresta.

“Questo lo so, ma sarò sempre inferiore a tutti gli altri ninja. Non riuscirò mai ad essere al loro pari e cosa peggiore non potrò mai combattere insieme alla mia squadra, anzi sarò solamente un peso, costringendoli a proteggermi!” serrando le mani a pungo e mordendosi il labbro inferiore.

“Sai… Kakashi è un ottimo ninja, ma lo è diventato grazie ai duri allenamenti a cui si è sottoposto, arrivando addirittura ad inventare la tecnica del Chidori grazie allo Sharingan del suo occhio. Prendi esempio da lui e concentrati sulle tue capacità… sfruttale e crea un colpo potente!” guardandola e sorridendole allo stesso tempo.

“E’ troppo ottimista… Kakashi ha potuto sfruttare la potenza dello Sharingan, mentre io non ho niente tranne la forza data dal chakra, come tutti i ninja del resto!” sorridendo amaramente, osservando i palmi delle mani.

“Appunto, non ti ricordi più quello che hai fatto durante l’esame? Hai concentrato il chakra sulle mani e ti sei lanciata a colpire gli avversari riuscendo addirittura a sollevare il terreno grazie ad un tuo pugno!” guardandola nella speranza che cogliesse il suo suggerimento.

“Ma non sono riuscita a mettere fuori gioco nessuno degli avversari!” continuando nella sua spiegazione.

“Ma hai lottato senza tirarti mai indietro perché avevi un obiettivo da raggiungere ed è stato quello che ti ha dato la forza di continuare, nonostante non avessi il legame con il tuo chakra. Ora ce l’hai come hai anche l’obiettivo… diventare una brava kunoichi! Ora in piedi, ti insegno a sfruttare la tua forza!” tendendole le mani per aiutarla ad alzarsi.

“Cosa? Vuol dire che ha intenzioni di allenarmi?” guardandola incredula.

“Esatto, non mi piace vederti oziare… non fa per te! Ti spiegherò come sfruttare al meglio il tuo potere e più sarai determinata, più migliorerai, più il tuo chakra diventerà potente. Dipende tutto da te e dalla tua volontà, chiaro il concetto?” sorridendole amorevolmente.

“Non la deluderò!” asserì con fermezza.

“Molto bene, incominciamo!” mettendosi in posizione d’attacco….

Alcune ore dopo, Chiyo le raggiunse nel cuore della foresta tenendo fra le mani una pirofila con il pranzo.

“Dove siete? Lo so che ci siete, percepisco la vostra presenza!” alzando la voce e guardando in alto fra i rami degli alberi.

Sakura venne lanciata a gran velocità verso il suolo e pochi istanti prima di sbattere rovinosamente la schiena, Tsunade comparve afferrandola saldamente.
“Tutto bene?” le chiese l’Hokage tenendola fra le sue mani.
“S-si!” ansimando dalla stanchezza.
Sakura era conciata piuttosto male, graffi e lividi erano ben visibili sul corpo scoperto dai vestiti e dall’angolo della bocca fuoriusciva sangue.
“Per tutti i kami, cos’è successo?” domandò preoccupata Chiyo avvicinandosi alla ragazza.
“Ci stavamo allenando, vero Sakura?” sfoggiando un sorriso.
“Allenando? E’ meglio dire torturando, guarda come l’hai ridotta… povera ragazza, vieni qui che ti curo subito!” avvicinando le mani alle parti lese ed iniziando a curarla.

“Grazie Chiyo, ma l’Hokage ha ragione, ci stavamo allenando e mi sta insegnando come sfruttare al meglio la mia forza!” sorridendo appena, iniziando a sentire i primi benefici delle cure.

Finalmente, dopo giorni, un sorriso sincero e felice era riapparso sul volto della ragazza e l’anziana lanciò uno sguardo di ringraziamento a Tsunade.

“Ora riposati e intanto mangiamo, poi se vuoi ricominciamo ad allenarci, ok?” domandò l’Hokage appena Sakura venne medicata da Chiyo.

“Certo, non vedo l’ora! Era da tanto che non mi sentivo così bene. Il legame che ho stabilito con il chakra è davvero eccezionale, non avverto nessuna stanchezza e riesco a gestirlo con meno difficoltà rispetto a prima.” disse emozionata.

“Hai visto? E più l’obiettivo che ti prefisserai di raggiungere sarà grande, più aumenterà la tua determinazione e la tua forza!” concluse Tsunade portandosi un pezzo di carne alla bocca.

“Un grande obiettivo?” pensò Sakura. Forse quello di diventare una brava kunoichi non era sufficiente….

“Chissà che faccia faranno i tuoi compagni, quasi non ti riconosceranno!” disse ridendo Chiyo.

“Sicuramente, ma comunque si sono pentiti subito del loro comportamento. Hanno capito di aver sbagliato!” lanciando uno sguardo alla rosa.

“Scusate, ma preferirei non parlare di loro! So che sono i miei compagni, ma quando non sono con il team preferirei non sentirli nominare. Mi dispiace Hokage, so che sono i suoi nipoti, ma ancora non riesco a perdonarli!” asserì con fermezza.

“Non scusarti, hai ragione ad essere in collera con loro, ma se mi permetti avrei anch’io un’osservazione da farti e non riguarda il tuo comportamento iniziale, ma all’inferiorità che hai sempre sentito nei loro confronti. Questo non è un bene per una squadra, tutti i membri devono sentirsi utili e alla pari degli altri, mettendo alla base di tutto la fiducia. Sasuke vuole diventare sempre più forte ed è disposto ad allenarsi anche da solo non curandosi dei suoi compagni, Naruto tende a seguirlo ma è svogliato, mentre tu, Sakura, tendi a rinchiuderti in te stessa e anziché affrontare i problemi li raggiri, come la tua stanchezza… sei stata bravissima ad imparare da sola la tecnica della rigenerazione del chakra, ma hai nascosto di  avere ancora lo stesso problema. Tutti e tre dovete imparare ad aiutarvi e a confidarvi, solo così potrete diventare un vero team affiato, hai capito cosa intendo dire?” guardandola fiduciosa, mentre Chiyo annuiva positivamente con il capo.

“Si ho capito, ma il problema è un altro… io… non ho più fiducia in loro!” stringendo i denti.

“La fiducia dovranno riguadagnarsela, questo è scontato, ma anche tu devi dimostrargli che possono fidarsi di te e non solo come medico o come stratega!” intervenne Chiyo.

“Diventando più forte? E’ questo che intende?” guardando l’anziana.

“Esatto! Se continuerai ad allenarti imparando a combattere e a difenderti da sola, i tuoi compagni avranno più fiducia in te e non avranno più motivo di escluderti!” disse Tsunade vedendo la rosa alzarsi in piedi.

“Non ho più fame, continuo ad allenarmi!” asserì con determinazione Sakura, sotto lo sguardo compiaciuto delle altre due.

Il discorso di Tsunade e di Chiyo le aveva fatto comprendere quanto fosse importante la fiducia e la collaborazione in un team. Sasuke non l’aveva mai considerata un membro effettivo a causa della sua debolezza e Naruto lo aveva spalleggiato.
Era Sasuke l’ostacolo maggiore da superare, doveva dimostrargli di saper combattere e di sapersi difendere da sola. Se avesse convinto lui, avrebbe convinto anche Naruto.
Era questo l’obiettivo che doveva raggiungere.
La promessa fatta ad Alan, le impediva di diventare una loro amica e di conseguenza, non avrebbe mai potuto confidare i suoi problemi personali, ma nulla le impediva di essere collaborativa durante gli allenamenti e le future missioni che l’attendevano.

Tsunade rimase ad allenarsi con Sakura fino quasi al tramonto, non curandosi minimamente di rientrare a Konoha in tarda serata. Chiyo osservava estasiata l’impegno che metteva Sakura in ogni mossa e colpo che sfoderava anche se, ogni tanto, l’anziana alzava un sopracciglio con disappunto… la casacca che indossava era troppo lunga e spesso le era d’intralcio.

Una volta rimaste sole Sakura, talmente stanca, si coricò direttamente nel letto senza cenare, non accorgendosi minimamente della presenza di Chiyo dentro alla stanza intenta a frugare nel suo armadio…

I primi raggi di sole entrati nella camera svegliarono la rosa. Sakura si alzò tutta indolenzita non abituata a quegli allenamenti massacranti, ma non le importava, non ora che aveva un obiettivo importante da raggiungere.

Entrò in cucina sbadigliando e per poco non le venne una paralisi alla bocca. Tutte le sue casacche erano sul tavolo… tagliate!

“Chiyo che ha fatto?” urlò disperata svegliando l’anziana, appisolata sulla sedia con un rivolo di bava.

“Ma ti sembra il modo di svegliare le persone?” protestò con disappunto.

“No, no, no!” continuando ad urlare disperata. Le sue amatissime casacche erano state accorciate fino ai fianchi.

“Perché, lo ha fatto? Mi piacevano tanto lunghe!” chiese quasi piangendo.

“Perché ti erano d’intralcio. Ieri ti ho osservato e ho notato che ti finivano in mezzo alle gambe impedendoti di muoverti al meglio. Devi indossare dei vestiti più comodi se vuoi allenarti come si deve… è tutta la notte che taglio e che cucio, ma mi devo essere addormentata… mi è rimasta solo questa poi ho finito!” alzando da sotto il sedere una casacca rosa pallida con quattro cinturini.

“Noooo! Quella no!” urlò disperata strappandogliela dalle mani, purtroppo però era già stata tagliata e mancavano solamente le cuciture finali.

“Era la mia preferita, l’ho comprata tre anni fa nonostante mi fosse grande perché mi piaceva tantissimo e ho aspettato di diventare grande per poterla indossare… e poi non potrei mai indossare delle casacche così corte sopra a dei pantaloncini aderenti… mi sentirei svestita!” guardandola con le lacrime agli occhi.

“Piangere per delle sciocchezze simili? Ma fammi il piacere!” disse con sgarbo, anche se in parte si sentiva in colpa.

Sakura continuava a piangere tenendo in mano i pezzi di stoffa rosa, lanciando sguardi continui sulle altre casacche.

“Vediamo cosa possiamo fare per rimediare!... Ho abbastanza stoffa e potrei farti una gonna da indossare sopra i pantaloncini, che ne dici?” sorridendole e sperando che la ragazza potesse perdonarla.

“Gonna?” domandò asciugandosi le lacrime.

“Sì, da qua mi metto subito al lavoro!... Potresti preparare tu la colazione? Così intanto mi porto avanti con il lavoro!” domandò gentilmente l’anziana mettendosi a sedere.
Sakura la osservò notando i polpastrelli di Chiyo tutti bucherellati. Aveva tagliato e cucito tutta la notte con l’intento di agevolarla nell’allenamento e lei invece, come ringraziamento, le aveva urlato contro sentendosi tremendamente in colpa.

“La stoffa è tutta tagliata e starebbero male troppe cuciture, però, se può piacerti, potrei farti due gonnelline con degli spacchi laterali chiusi da questi cinturini, può piacerti?” appoggiando la stoffa rosa sul tavolo e mostrandole la sua idea.

“Si, è molto bella!” le rispose con un sorriso, ricambiato immediatamente.

Pace fatta.

“Ah, un’altra cosa, guarda dentro a quella cesta e provateli per favore!” indicandola con lo sguardo.

Sakura prese fra le mani dei piccoli indumenti neri con una strana fascia obliqua che univa i due lembi di stoffa.

“Cosa sono?” chiese osservandoli con interesse.

“Stai scherzando vero? Si vede benissimo che sono dei top intimi usati da tutte le kunoichi!” rispose infastidita.

“Mi dispiace, ma non so proprio cosa siano!” disse quasi imbarazzata.

Chiyo si rese conto che la ragazza non mentiva. Viveva da sola con un padre anziano e sicuramente non le aveva spiegato niente.

“Sakura, tu stai crescendo e anche il tuo seno ha iniziato a svilupparsi. Non va bene che indossi delle semplice canottiere, il seno ha bisogno di essere sostenuto per evitarti di sentire male. Quei top vengono indossati da tutte le kunoichi sia durante gli allenamenti che durante le missioni, sono comodi e meno fastidiosi rispetto ai reggiseni. Quell’anella che vedi sul davanti serve per allargare o stringere la fascia in base alla grandezza del seno. Provatene uno che ti faccio vedere!” alzandosi dalla sedia, accompagnandola in camera sua.

Sakura ubbidì silenziosamente nonostante non ci stesse capendo molto.

Provò il top, trovandolo largo sul davanti. Chiyo le prese la catenella iniziando a tirarla fino al punto di stringere adeguatamente il principio del seno della rosa, mostrandone lievemente l’unione. Sakura si guardò allo specchio sfiorando appena il piccolo rilievo unito. Ora capiva perché il seno di Tsunade assomigliava a due mele unite, non era per la grandezza ma al top che lo sosteneva, un top di cui ignorava l’esistenza.

“E il reggiseno cos’è?” chiese ricordandosi di quella parola pronunciata qualche minuto prima da Chiyo.

“Ha la stessa funzione ma è più intimo e meno adatto perché è sostenuto da due bretelline sottili. Inoltre è fatto generalmente con il pizzo e non è il caso di mostrarlo davanti ai compagni, ti sembra?” domandando maliziosamente.

“Il pizzo è quasi trasparente!” disse imbarazzatissima.

“Già, mentre il top indossato dalle kunoichi è di cotone grosso e nero e se dovessi essere vista non mostreresti niente di particolare!” continuando a spiegarle la differenza dei due indumenti.

“Ma… insomma!” continuando a fissare la piccola unione dei seni.

“Quello che stai guardando è chiamato decolté e credimi è il vanto di noi donne. Guarda Tsunade, lei lo espone senza problemi ed è normale che sia così. Forse adesso credi sia imbarazzante, ma aspetta qualche anno quando ti crescerà e vedrai come ti piacerà mostrarlo… attira molti sguardi, sai?” guardandola maliziosamente alzando ritmicamente le sopracciglia.

“Cosa? No mai! Indosserò sempre delle casacche chiuse fino al collo, non voglio che nessuno mi guardi!” coprendosi con le mani e correndo in cucina per prendere una casacca, lasciando Chiyo basita.

“Aspetta, aspetta piccola mia!” pensò fra sé e sé sogghignando divertita, ignara che Sakura fosse fermamente convinta di non potersi mai sposare, e quindi di innamorarsi, a causa della sua condizione di mezzosangue.

Passò un’altra settimana e Tsunade rimase sorpresa e compiaciuta nel notare il nuovo look di Sakura. Indossava una casacca rossa lungo ai fianchi, dei pantaloncini neri aderenti e sopra una gonnellina rosa con due spacchi laterali, allacciata da due cinturini.

“Sakura stai benissimo vestita così!” complimentandosi sinceramente.

“Grazie, ma il merito è di Chiyo… adesso riesco a muovermi meglio durante gli allenamenti!” arrossendo per il complimento.

“Ahahahah! Immaginavo fosse stata lei… l’abbigliamento deve essere comodo se ci si vuole allenare senza grossi impedimenti, quindi devo presumere che hai continuato ad allenarti!” asserì fiduciosa.

“Oh certo, ogni giorno e alla sera ho continuato a seguire i miei studi in medicina!” si affrettò a risponderle.

“Molto bene, allora fammi vedere i tuoi progressi!” incamminandosi verso la foresta, il luogo dei loro allenamenti.

Sakura le mostrò la potenza che riusciva a sprigionare grazie al chakra, ma ogni volta che colpiva un bersaglio mancava un qualcosa… un qualcosa che le impediva di colpire con fermezza.

Tsunade la osservò a lungo fino a quando…

“Sakura quando sferri il colpo verso il bersaglio, pensa all’obiettivo che ti sei prefissata di raggiungere e quando stai per colpire… fai uscire la voce… esclama qualcosa e vedrai che il colpo sarà più potente. Può sembrarti strano, ma fidati delle mie parole!” le suggerì sorridendole.

“Come?” domandò incredula.

“Potrà sembrarti strano ma facendo uscire la voce ti da una carica maggiore! Provaci!” esortandola a seguire il suo suggerimento.

“Come vuole, anche se ho qualche dubbio che possa aiutarmi!” le rispose non molto convinta.

“Segui attentamente le mie istruzioni… concentra il chakra sul pugno e lanciati verso un bersaglio qualsiasi, a te la scelta, un attimo prima di sferrare il colpo focalizza l’obiettivo che ti sei prefissata di raggiungere, esclama e colpisci, hai capito?” istruendola minuziosamente.

Sakura annuì con il capo iniziando a guardarsi attorno in cerca di un bersaglio da colpire. Una distesa di terra accanto ad alcune rocce faceva proprio al caso suo.
Con gli occhi determinati e puntati sul suo prossimo bersaglio, caricò il chakra nel pungo destro lanciandosi a gran velocità. Un attimo primo di colpire focalizzò il suo obiettivo, Sasuke. L’immagine del ragazzo che la guardava con sufficienza e quel portamento strafottente la fecero incollerire a tal punto da….

“Shannarooo!” urlò con tutto il fiato in corpo scagliando un colpo potentissimo al suolo, alzando e distruggendo il terreno circostante. Alcuni alberi vennero abbattuti e Tsunade continuava a balzare di ramo in ramo in cerca di un riparo sicuro.

“Per tutti i kami, che potenza inaudita!” esclamò una volta atterrata in una roccia non colpita dal colpo della rosa.

Sakura osservò basita il paesaggio circostante, completamente raso al suolo.

“S-sono s-stata i-io?” chiese sconvolta.

“Cos’è successo? Sakura, Tsunade dove siete?” urlò disperata Chiyo, raggiungendole di corsa con il pranzo al sacco tenuto saldamente nella mano.

“Chiyo, questa è la potenza del chakra di Sakura, non trovi sia eccezionale?” le disse orgogliosa Tsunade avvicinandosi alla ragazza che continuava a guardarsi incredula le mani.

“Cosa? Vuoi dire che tutto questo macello l’ha combinato lei?” domandò l’anziana grattandosi la testa con l’indice della mano.

“Proprio così… Sakura i miei complimenti, hai ideato una tecnica di combattimento eccezionale!” battendole le mani sulle spalle.

“Dice sul serio?” domandò raggiante.

“Indubbiamente, guarda che disastro hai combinato alla mia foresta!” intervenne in tono canzonatorio Chiyo.

“Sakura, ho sentito che hai urlato qualcosa, ma non ho capito bene, potresti ripetermelo?” le chiese curiosamente Tsunade.

“Ecco… ho urlato... shannaro!” rispose imbarazzata.

“Shannaro? Ma che razza di parola è mai questa, non l’ho mai sentita!” chiese quasi con diffidenza l’anziana.

“Significa… beccati questo… è un termine che veniva usato secoli fa… l’ho letto in un libro e mi piaceva!” spiegò timidamente.

“Shannaro… mi piace… è un termine insolito proprio come la tua tecnica. Naruto ha il Rasengan, Sasuke il Chidori e tu lo Shannaro, direi che adesso avete tutti e tre dei colpi potentissimi!” disse ridendo Tsunade.

Già… Sasuke… era stata proprio la sua immagina a farle scaturire la rabbia, sfogandola con quel colpo.

“Credo che con tutti questi alberi abbattuti avrò legna a sufficienza per i prossimi due anni. Sfodera il tuo colpo da un’altra parta altrimenti non avrò più una foresta!” disse acidamente Chiyo provocando l’ilarità delle altre due.

Sakura era raggiante, finalmente anche lei poteva vantare una tecnica abbastanza temibile e più il potere del suo chakra aumentava, più lo Shannaro sarebbe diventato devastante.

Ormai i tre mesi erano trascorsi e per Sakura era giunto il momento di ritornare a Konoha. Le dispiace lasciare la vecchia Chiyo, le era molto affezionata ma allo stesso tempo non vedeva l’ora di riabbracciare il suo papà.

L’ultima sera Chiyo vietò a Sakura di rassettare la cucina ordinandole di andare a preparare lo zaino e di mettersi subito a dormire dato che Tsunade sarebbe andata a prenderla molto presto. Aveva bisogno di riposare per affrontare il viaggio che l’avrebbe ricondotta a casa.
Sakura entrò in camera osservandola attentamente per l’ultima volta. Erano già passati tre mesi e aveva imparato tantissime cose, sentendosi più sicura.
Si incamminò verso l’armadio iniziando a preparare lo zaino non dimenticandosi di prendere l’ultima cosa, la più importante. Aprì il cassetto del piccolo comodino accanto al letto, prendendo fra le mani il cofanetto con il ciondolo di legno a forma di petalo. Gliel’aveva dato il padre dicendole che era stata la madre defunta a intagliarlo e ad inciderle il suo nome, la sua data di nascita e la piccola dedica.
Quel ciondolo era il suo tesoro, il suo legame con i suoi genitori e aveva deciso di portarlo con sé.
Guardò la luna piena brillare in alto nel cielo, augurò la buonanotte ai suoi genitori e chiuse gli occhi aspettando l’arrivo di Morfeo.


Dormiva profondamente quando alcuni rumori turbarono il suo sonno. Iniziò a svegliarsi percependo la morbidezza del materasso sotto di lei e con fatica aprì gli occhi. Una figura di un bambino senza volto le si avvicinò allungando la mano e iniziando ad accarezzarle la guancia, infondendole un senso di protezione e di sicurezza: “Va tutto bene, non preoccuparti” …. ancora voci …. ancora urla… un’altra figura più grande e priva di volto si avvicinò… il bambino tolse la mano voltandosi verso la persona un po’ goffa… sembravano conoscersi… improvvisamente il più piccolo cercò di allontanarla urlando di non toccarla, ma venne scaraventato via con un colpo violentissimo… la figura adulta si voltò verso di lei e ….


“Ahhhhhh!” Sakura si svegliò urlando.

“Cos’è successo?” Chiyo entrò di corsa nella sua stanza svegliata dall’urlo di terrore della rosa.

“H-ho fatto un brutto sogno!” cercò di spiegarle con il fiato corto.

“Mi hai fatto prendere un bello spavento… sei tutta sudata è meglio che ti vai a fare una doccia, fra un po’ arriva Tsunade!” le disse accarezzandole la testa.

“Si forse è meglio!” alzandosi dal letto e raggiungendo il piccolo bagno.

Sotto la doccia ripensò al sogno, l’aveva già fatto altre due volte aumentando i particolari… il portamento dell’adulto assomigliava a quello di un anziano, leggermente ricurvo, e il bambino aveva urlato di non toccarla.

Non c’era nessun nesso logico, forse dipendeva dall’agitazione di ritornare a Konoha e di riaffrontare nuovamente tutti gli sguardi ostili dei cittadini e cosa peggiore, di rivedere i suoi compagni.

Andò in cucina qualche minuto dopo con i capelli bagnati e in mano un paio di forbici.

“Hai fatto presto!” constatò l’anziana.

“Si… Chiyo, potresti tagliarmi i capelli?” le chiese timidamente.

“Come? Non vuoi tenerli più lunghi?” domandò sorpresa.

“No, corti sono più comodi!” le rispose mettendosi a sedere e allungandole le forbici.

“Come vuoi!” prendendo lo sgabello e posizionandolo dietro alla rosa.

Sakura adorava i capelli lunghi e aveva sofferto tantissimo quando se li era tagliati. Il suo pensiero iniziale era quello di farli ricrescere, ma aveva anche uno scopo da raggiungere… diventare più forte ed essere un  membro affidabile per il team. Non poteva permettersi nessuna distrazione, doveva continuare a concentrarsi per raggiungerlo e i capelli corti glielo avrebbero sempre ricordato.

Tsunade arrivò alle sette in punto fermandosi solo lo stretto necessario per riposarsi dal viaggio. Doveva ritornare a Palazzo a stilare il nuovo programma dell’Accademia ninja dato che avrebbe riaperto il giorno dopo.

Sakura abbracciò fortemente l’anziana che l’aveva ospitata per quei tre mesi lasciando uscire le lacrime senza imbarazzo.

“Chiyo, perché non torni con noi?” le chiese Tsunade vedendo che anche l’anziana si stava commuovendo.

“No, non posso… non dopo tutti questi anni vissuti in solitudine. Il villaggio è troppo affollato per i miei gusti, preferisco vivere qui nella mia piccola radura… Sakura, mi raccomando abbi cura di te!” dandole un bacio sulla guancia.

“Si e grazie di tutto!” asciugandosi le lacrime e seguendo l’Hokage vicino alla barriera.

Sakura la oltrepassò voltandosi a guardare con le lacrime agli occhi Chiyo, fino a quando non la vide sparire. La barriera era stata nuovamente alzata.

“Torneremo a trovarla, non temere… ora andiamo!” le disse Tsunade iniziando a balzare sui rami.

La rosa strinse le bretelle dello zaino e iniziò a seguire l’Hokage, saltando di ramo in ramo come una vera kunoichi. Il legame instaurato con il chakra le aveva permesso di conoscerlo e di usarlo senza più problemi di stanchezza e in poco tempo avrebbe raggiunto il villaggio della Foglia, riabbracciando nuovamente il padre.

Intanto a Konoha…

“Ehi teme, domani ricomincerà l’accademia e potremo rivedere nuovamente Sakura-chan . Non vedo l’ora… devo assolutamente chiederle scusa, così ritorneremo amici, vero?”
“Non ne sarei così sicuro, dobe!”



 

Angolo dell’Autrice:

Perdono, perdono, perdono! Il ritardo di questo aggiornamento è imperdonabile, lo so!

Non so spiegarmelo, nonostante la storia sia ben definita nella mia mente non riuscivo a scriverla, cancellando in continuazione tutto ciò che scrivevo.
Adesso ho detto basta, o è così o è così, altrimenti rischiavo di non aggiornare più e a quel punto avrei dovuto pensare seriamente a trovare un rifugio sicuro per tutti i lettori che mi hanno chiesto quando avrei pubblicato. Le loro parole mi sono state molto di conforto e pensando a loro ho deciso di mettere da parte tutte le mie titubanze sull’esito di questo capitolo tremendamente lungo.
Effettivamente dovevano essere due i capitoli, ma ho deciso di unirli per farmi perdonare… spero di essere riuscita almeno in parte nel mio intento.

In questo capitolo Sakura impara a gestire il chakra riuscendo finalmente a creare quel legame che le impedisce di stancarsi troppo, ma è ignara del sigillo che le blocca l’utilizzo pieno del suo potere. Con la determinazione e il sostegno di Tsunade e di Chiyo, la rosa mette a punto una tecnica particolare, lo Shannaro e decide alla fine di tenere i capelli corti fino a quando non avrà raggiunto il suo scopo.
Sicuramente avrete capito che gli ultimi due a parlare erano Naruto e Sasuke, solo il moro ha dei dubbi che Sakura li perdonerà… vedremo cosa succederà, anche se in questo capitolo ho lasciato tantissimi indizi e ho nuovamente menzionato il sogno…

Sono ripetitiva e lo so già di mio, ma ci tengo a ricordare che questa ff sarà molto lunga e che sta procedendo proprio come è nella mia mente. E’ impensabile che accorci notevolmente la storia dopo tutti questi capitoli, rischierei di far perdere il senso che ho dato alla storia.
Vorrei fare un piccolissimo spoiler… in quest’anno accademico inizierà il sasusaku e Alan & C. non romperanno più le scatole alla rosa… chissà chi sarà a metterli fuori gioco! Mah… questo non posso dirvelo.

Non so che altro dire, anche perché credo che siate troppo stanchi per continuare a leggere (riso diabolico di manga), quindi spero di avervi trasmesso qualche emozione e di non avervi particolarmente delusi.

A presto
Un bacione grande grande
manga

 

  
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