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Autore: SkyDream    25/10/2014    8 recensioni
Un caso a Kyoto, un mal di testa forte, un albergo pieno e tanto freddo contribuiranno a far nascere la coppia più bella del Kansai.
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Kazuha si sdraiò al lato destro del letto e si fece piccola al bordo del letto per paura di poter invadere lo spazio del suo amico, Heiji invece, a sinistra, aveva portato le mani sotto la testa e fissava il soffitto lucido sospirando, voltò il viso verso i capelli castani e vide la mano della sua amica che cercava di coprirsi con il lenzuolo, allungò il braccio e mi se il suo palmo attorno la fronte di Kazuha.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Raccolta storie su Heiji e Kazuha'
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Dolce Notte

“Heiji e le sue strampalate idee! Come gli è venuto in mente di venire fino a qui col treno a Kyoto e non prenotare nemmeno l’hotel!”
Kazuha apriva la valigia e stava per mettersi il pigiama e andare a dormire, erano arrivati da qualche ora a causa di un mistero che vedeva come protagonista una ragazza scomparsa ma poi ritrovata nel pomeriggio grazie all’infallibile fiuto di Hattori Heiji. Il detective, al momento, sedeva al tavolino della centrale per illustrare gli ultimi fatti e lei era rientrata in hotel a causa di un forte mal di testa che continuava ad assillarla da giorni.
Il ragazzo aveva effettivamente cercato di tenerla a letto buona ad Osaka, ma quando stava per partire –eccitato dal nuovo caso- aveva finito con il dimenticarsi del dolore della sua amica, e a lei andava bene così: lei sorrideva e lui non ricordava.
In fondo avrebbe superato qualsiasi dolore pur di vedere il suo sorriso quando finiva un caso, era sempre così bello e spontaneo che la riempiva di energie.
L’unico problema era l’hotel: Heiji aveva infatti dimenticato di prenotarlo, e quello più vicino alla centrale disponeva di una sola camera…matrimoniale. Erano arrossiti entrambi al pensiero di dover dormire insieme, ma alla fine si erano arresi alla crudeltà – no, non era così crudele- del destino.
Kazuha sbadigliò vistosamente e si stirò le braccia come era solita fare prima di un allenamento in palestra, si guardò allo specchio e notò che il dolore doveva aver fatto soffrire parecchio anche il suo aspetto, aveva infatti due profonde occhiaie e la pelle era più pallida del solito, si sciacquò il viso e si mise il pigiama sperando che il suo amico non facesse tardi.
Il pigiama bianco la faceva sempre sorridere, quella volta che si erano ammanettati da piccoli avevano finito col fare anche il riposino insieme e lei aveva il pigiama bianco con i fiorellini mentre Heiji quello blu.
“Ehi, sei sveglia?” Kazuha trasalì e scostò lo sguardo dallo specchio all’entrata della camera, aprì la porta cautamente e sorrise di scherno vedendo Heiji spettinato e con la cravatta completamente allentata.
“Qualcuno qui ha sonno, vero?” Lo fece entrare e il ragazzo si buttò nel letto a peso morto affondando il viso tra i cuscini dorati che ornavano la piccola e modesta camera.
“Ho chiesto delle coperte in più, dicono qui a Kyoto faccia freddo di notte, ma le hanno già esaurite tutte, se vuoi tra poco esco e vado a prenderne una qui vicino, mi sono fatto consigliare un posto che…” Kazuha gli mise una mano tra i capelli e li arruffò ancora di più mentre lui teneva il viso sprofondato nei cuscini e sospirava stanco.
“Ehi, idiota di un detective, non c’è bisogno che esci di nuovo, vai a metterti il pigiama e lavarti i denti e fila a letto che è già tardi e domani abbiamo il treno.” Heiji sorrise e uscì dal suo nascondiglio per voltarsi verso l’amica.
“Certo mamma, ora esci dal corpo di Kazuha, però!” Lei per tutta risposta gli diede un finto pugno in testa e si spostò da dov’era per farlo passare. “Ah, non li sciogli i capelli per andare a dormire?”
La castana arrossì chiedendosi come mai facesse una domanda così strana. La verità era che Heiji amava vedere i capelli sciolti della sua amica, molte volte nelle gite andava a trovarla di notte con qualche scusa solo per ammirare quei capelli così lisci e profumati che purtroppo non faceva che tenere legati dalla mattina alla sera.
Lei annuì e si tolse il fiocco riponendolo nella propria borsa. Heiji nel frattempo era già uscito col pigiama grigio e le ciabatte da camera che gli avevano regalato a Natale dell’anno prima, quelle con un coniglio che faceva ridere non poco.
Kazuha si sdraiò al lato destro del letto e si fece piccola al bordo del letto per paura di poter invadere lo spazio del suo amico, Heiji invece, a sinistra, aveva portato le mani sotto la testa e fissava il soffitto lucido sospirando, voltò il viso verso i capelli castani e vide la mano della sua amica che cercava di coprirsi con il lenzuolo, allungò il braccio e mi se il suo palmo attorno la fronte di Kazuha.
“Perdonami, mi ero dimenticato della tua emicrania…” Sussurrò avvicinando il corpo dell’altra al suo. “Vedi di non sforzarti troppo in questi giorni e chiedi al medico se è il caso di fare qualche cura particolare, non mi piace che tu debba soffrire così.”
Era la prima volta, in una settimana intera di amara sofferenza, che trovava un po’ di sollievo dal suo estenuante dolore, e lo aveva trovato nella mano dell’unica persona che avesse mai amato.
“Non è nulla di grave…sta tranquillo.” Aveva risposto l’altra mentre sperava di non doversi mai più separare da quella mano così calda e rassicurante.
Heiji, dal canto suo, si stava godendo il profumo di millefiori che emanavano i capelli da poco lavati della ragazza, li sfiorò con l’altra mano e ne saggiò la consistenza arricciandoli tra le dita.
“Sicura di non sentire freddo?” Le aveva chiesto mentre lei si voltava a guardarlo, moriva dalla voglia di vederlo con la luce lunare dietro, sarebbe stato uno scatto eterno nella sua mente.
“No, no, qui a Kyoto non fa poi così freddo.” E invece stava gelando eccome, ma troppo orgogliosa per chiedere aiuto a Heiji. Lui infatti si allontanò augurandole buonanotte e lei fece lo stesso mordendosi il labbro per aver perduto così velocemente quel contatto rassicurante, l’emicrania non tardò a farsi sentire infatti.
“Ah, idiota, se hai bisogno dimmelo.”
“Non ho bisogno dell’aiuto di un altro idiota, tranquillo.” Sorrise lei prima di chiudere gli occhi e farsi vincere dalla stanchezza.
Passarono le ore, Heiji non riusciva proprio a dormire, si malediceva mentalmente per aver costretto la ragazza a venire dimenticandosi di come proprio sua madre, qualche sera prima di partire, si fosse aperta con lui sulle sue preoccupazioni riguardanti la figlia di Toyama. Sospirò e si strofinò le spalle tirandosi il lenzuolo come era solito fare a casa propria, guardò l’orologio che segnava le tre meno un quarto della notte più insolita della sua vita. Se stavi in silenzio, infatti, sentivi un dolce respiro provenire alle tue spalle, simile a una soave canzone.
Si voltò e la vide lì, rannicchiata su sé stessa nel vano tentativo di scaldarsi, le labbra schiuse sembravano più morbide del solito e i capelli del ciuffo ricadevano in modo strambo sulla fronte argentea a causa della luna proveniente alle sue spalle, notò che non aveva più coperte su di sé e si diede uno schiaffo in fronte per aver continuato a tirare il lenzuolo senza pensare che lei sarebbe rimasta senza.
La coprì nuovamente e notò che non stava facendo un dolce sogno, teneva infatti gli occhi stretti e tendeva a mettersi una mano sulla fronte.
“Perdonami, sono veramente un idiota come dici…” L’abbracciò a se e poggiò i suoi piedi su quelli piccolini di lei, li trovò gelati e tentò di scaldarli, passò le sue mani dietro la nuca e prese a massaggiarle la schiena mentre con la testa le baciava la fronte, così calda, e l’avvicinava a sé come se fosse il tesoro più prezioso al mondo. La sentì rilassarsi a quei massaggi, la sentì abbandonarsi totalmente a quelle carezze caste e dolci da farti sciogliere anche l’anima.
Tolse le labbra dalla sua fronte e poggiò il naso su quello di lei, sorrise e lo sfregò leggermente prima di toccarle le labbra con un veloce bacio.
Aveva sempre desiderato averla così vicino, aveva desiderato baciarla, possederla e farla sua, ma si sarebbe goduto ogni passo con calma, solo così l’avrebbe amata veramente. Lei, ormai totalmente abbandonata, inoltrò ancor di più la testa fino a scontrarla col petto caldo del ragazzo che la lasciò fare mentre sentiva le mani della ragazza insinuarsi sotto la sua maglietta in cerca di calore, e lo trovarono nella sua rovente schiena.
“Piccola, piccola rompiscatole, quando finirai di confondermi le idee? Sempre troppo tardi, vero?” Le sussurrò all’orecchio mentre la stringeva ancora. Non resistette più e gettò fuori dalla finestra il suo orgoglio e la sua razionalità- sperando che gelassero insieme all’aria fredda della città- e prese a coccolarla nei modi più dolci che potesse immaginare, le baciò la fronte calda, passò poi alle guance fredde e poi al naso, scese giù fino alla mandibola e fece una piccola sosta sulle sue labbra passò poi al collo e scese fino alla clavicola.
“H-Heiji…” sussurrò lei aggrappandosi alla sua schiena e senza reprimere un brivido che il ragazzo sentì perfettamente.
“Ehi, sei sveglia e non me lo dici? Allora puoi anche sentire freddo, a me non importa!” Finse di essersi offeso e lasciò l’abbraccio allontanandosi solo per vedere l’effetto che aveva avuto.
Perché lui sarebbe tornato, non sarebbe riuscito a starle lontano sapendola sola piccola e indifesa nel letto e per giunta a due centimetri da lui.
Lei si rannicchiò su sé stessa e prese a scaldarsi con le braccia, aprì un occhio assonnato e pronunciò il nome dell’amico come una supplica, lei stava dormendo…non aveva sentito nulla ma era stata svegliata dal rapido cambio di temperatura.
“Allora hai freddo!” La punzecchiò lui mentre andava per avvicinarsi. Ma lei fu più veloce e scivolò tra le sue braccia tornando a dormire serenamente cullata dal suo battito.
Lo amava, e lui amava lei, e quella non sarebbe stata l’unica dolce notte della loro vita insieme.
                                                                                

Angolo autrice.
E oggi, prima di mettermi a studiare per il compito di economia (perchè si fa economia alle Scienze Umane?) ho deciso di prendermi qualche minuto per voi, in fondo non mi faccio sentire spesso da questo campo base (cit. Shinichi e ran amore).
Bhe, nulla di chè, volevo ringraziare tutti coloro che continuano a seguire queste "cose" che su Efp vengono chiamate storie.
Come potrete vedere nelle ultime OS non sta morendo nessuno, sarà perchè scarico la mia ira in palestra? Bhe, la settimana prossima salterò gli allenamenti, se tornerò a uccidere la gente allora è proprio così.
Come avrete certamente notato sia Angelo Mio che Dolce notte, Kazuha hanno temi praticamente uguali, c'è un motivo preciso.
Ultimamente qui nella mia zona il tempo è molto variegato, di mattina sto con le maniche corte e la sera o al mattino prestissimo sto con giacca e giubbotto, l'altra sera avevo il pigiama leggero e sentivo freddissimo e così mi è venuta in mente la storia di Kazuha ed Heiji.
Poi ho pensato che sarebbe stato bello trovare qualcuno che ti scaldasse, ed è uscita la ShiRan.
Ed ecco qui, ad alternare infradito e calze di lana :(
Ora vi saluto, il libro di diritto ed economia mi sta guardando con i suoi occhietti truci T-T Statemi vicino, vi prego.


La vostra disperata _SkyDream_                                                                         

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