Pagine di Diario
“You are the only one
The only to tease me
That trusts me and believes me
You are the only one
The only one that knows me
And in the dark you show me
It's perfectly reckless
Damn you leave me defenseless
So break in
Break in”
Halestorm – Break In
Sasuke cominciò
subito a far scivolare il proprio sguardo sulle prime righe della pagine e capì
in fretta che quella piccola era diversa dalla precedente, più tranquilla, per
quanto ne avesse letto fino a quel momento. Parlava di una giornata che il
bambino aveva trascorso col suo nonno, cui sembrava molto affezionato.
“Caro diario,
oggi è stata una bellissima giornata, almeno fino
a sera. Finalmente ho potuto passare un pomeriggio col nonno, ci siamo
divertiti tanto ed era tanto tempo che non lo facevamo. Il nonno è sempre cosi
gentile con me! Mi tratta sempre con dolcezza e dice di non riuscire a dirmi di
no. Siamo stati quasi tutto il tempo a giocare nel grande prato verde vicino
alla sua casetta sul mare, il nonno mi prendeva e mi faceva volare in alto! È stato
divertentissimo! Poi siamo tornati a casa del nonno per fare merenda, abbiamo
mangiato del pane con cioccolato che a me piace tanto! Poi prima del tramonto
il nonno mi ha portato a vedere gli animali nella foresta. Pensa che abbiamo
visto persino un cervo col suo piccolo, erano cosi belli assieme! A me
piacciono tantissimo i cervi e gli altri animali, a te, diario, piacciono gli
animali?
La parte più bella della giornata è stata la cena,
il nonno cucina benissimo! Mi ha preparato tante cose buone e io gli ho fatto i
complimenti perché non avrei mai voluto smettere di mangiarle, peccato che il
cibo dopo un po’ finisca.. Dopo cena il nonno mi ha riportato a casa, io non
volevo tornarci ma non ho voluto dirglielo. Il nonno non sa che la mamma e il
papà non mi vogliono bene e se sapesse come mi trattano si preoccuperebbe e
mamma e papà si arrabbierebbero perché ho disturbato il nonno. Non voglio che
succeda, ecco perché sono stato zitto. Però mamma e papà erano davvero furiosi
quando sono tornato. Dopo che il nonno se n’era andato mi hanno subito sgridato
di non essere tornato a casa prima di cena e papà mi ha picchiato di nuovo. Mi ha
fatto male, ma non troppo. Poi mi hanno detto di andare in camera mia e io sono
corso di sopra. Ed eccomi qua a raccontarti la mia giornata col nonno.
Adesso devo andare, papà non vuole che io stia
sveglio fino a quest’ora.
A presto!”
Leggendo, Sasuke si
era sentito come riscaldato dal piacevole tepore che il bambino gli aveva
trasmesso descrivendogli una semplice giornata trascorsa con suo nonno. Lui il
suo non lo aveva mai conosciuto, chissà se invece Itachi aveva fatto in tempo a
vederlo. Pensando, di poter leggere altre cose piacevoli, il giovane Uchiha
voltò un paio di pagine lasciate bianche e, quando pensò che il diario fosse già
finito, trovò un’altra pagina in cui il bimbo parlava di suo nonno. Ma era tutt’altro
che felice. Notò che l’inchiostro era stato bagnato in diversi punti, cosi si
affrettò ad iniziare la lettura, sperando di poter capire il perché di tutte
quelle gocce d’acqua sull’inchiostro.
“Caro diario,
non so come posso avere il coraggio di scriverti
oggi, ma di nuovo sento il bisogno di parlare con qualcuno. Oggi è il giorno
più brutto che io abbia mai vissuto. Il mio nonno, il mio adorato nonno non c’è
più. (goccia d’acqua) Papà era
furioso stasera, mi ha fatto cosi male che ho cominciato a tossire e alla fine
è uscito del rosso dalla mia bocca. Ma non mi interessa, me lo merito. Il nonno
non c’è più, forse è colpa mia. (goccia
d’acqua) Se non lo avessi disturbato
andando a giocare con lui, magari sarebbe ancora qui. Papà deve avermi fatto
male perché ho fatto male io al nonno. Non lo so, non lo so. (goccia d’acqua) Mi manca il nonno,
voglio il nonno! (goccia d’acqua) E’
tutta colpa mia se non c’è più!! Avrei dovuto stare chiuso in camera mia e non
disturbarlo! Anche se era sempre buono con me! (goccia d’acqua)
Perdonami nonno! Io non volevo farti stare male! (goccia d’acqua)”
Inizio Flashback
Il bimbo si trascinò verso il suo letto,
sofferente e con le lacrime che ancora gli cadevano dal viso paffuto e
tondeggiante, un rivolo di sangue rimasto incrostato lungo il mento. “Nonno..”
Continuava a chiamare il piccolo, annebbiato dal dolore nonostante la cruda
realtà gli fosse stata sbattuta in faccia. Il suo adorato nonno era morto. Ma lui
non poteva accettare quella dura sentenza che il ciclo vitale imponeva. Il nonno
non poteva andarsene, gli aveva promesso che avrebbero fatto tante altre cose
divertenti assieme. Si affrettò a tirare fuori il suo prezioso diario e lo aprì
senza prestare attenzione alle pagine. Scrisse sulla prima pagina bianca che
gli si fermò sotto al naso. Suo padre quella sera lo aveva picchiato in modo
feroce mentre urlava che lui non sarebbe mai dovuto nascere, mentre lui gli
rispondeva solo con “Lo so!” oppure “E’ tutta colpa mia!” Itachi non poteva
pensare che il nonno fosse morto “per caso”, i suoi genitori lo avevano sempre
ammonito quando andava dal nonno e quello che era successo era la spiegazione
di quelle sgridate che gli venivano impartite ogni qualvolta passava una giornata
in compagnia del nonno. Scrisse con mano tremante il suo ultimo addio al nonno
sul suo diario, poi lo ripose al suo posto e si abbandonò sul letto, piangendo.
“E’ tutta colpa mia..” Sussurrava tra le lacrime ed i singulti. “Nonno..”
Continuava, mentre stringeva spasmodicamente le coperte nelle sue manine. E poi
ancora.. “Io sono un bambino cattivo.. Faccio solo arrabbiare mamma e papà.. Ho
fatto stare male il nonno.. Mi dispiace..” Si portò le mani infantili nei
capelli, si stringeva contro sé stesso più che poteva, continuando a mormorare
scuse a vuoto fino a crollare nel nero del sonno.
Fine Flashback
Sasuke sentì un’enorme
ed insopportabile tristezza assalirlo. Era evidente da come scriveva che il
bambino era una persona davvero molto intelligente, ma era anche vero che in
quell’ultimo pezzo gli era sembrato anche cosi incredibilmente ingenuo ed innocente che a stento
riusciva a crederci. Si sentì in pena per lui, perché, nonostante non sapesse
come fosse avvenuto, quel bimbo non poteva essere colpevole della morte di suo
nonno. Cercò di accantonare quei pensieri per quanto possibile e voltò
nuovamente pagina, alla ricerca di qualche indizio su chi potesse essere il
misterioso bambino. I dubbi che la persona in questione potesse essere Itachi
erano ancora presenti, tanto che Sasuke cominciò a domandarsi se il fratello
non avesse solamente deciso di custodire il diario di qualche suo conoscente.
Lo scroscio continuo
proveniente dalla cascata sembrava quasi rilassare il corpo infreddolito di un
Itachi piuttosto debole, tanto debole da faticare a tenere aperti gli occhi e
da non riuscire a trovare la forza per provare a riscaldarsi. Cosi restava lì,
appoggiato contro la parete del suo rifugio di fortuna, le gambe appoggiate
contro il petto e braccia strette attorno alle ginocchia, tutto tremolante, ad
aspettare. Inaspettatamente la sua mente cominciò a vagare, riportandolo
indietro con i ricordi fino alla sua oscura infanzia. Quando le persone che
amava gli ripetevano che non sarebbe mai dovuto nascere. “Io non sarei dovuto
nascere..” Sussurrò al nulla, la voce faticava ad uscire per via del lungo
silenzio. “Ma se davvero ero cosi indesiderato, allora avreste dovuto uccidermi
quando ancora non avevo un’identità.” Concluse con un filo di voce, il tono
triste e carico di ricordi. Richiuse gli occhi, lasciando andare ad un sonno
nero e freddo. Non aveva più speranze per i sogni.
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Cari lettori,
un capitolo
estremamente triste e malinconico, lo ammetto. Non che l’idea della storia in sé
sia molto allegra. Ho provato ad immaginare un Itachi bambino che gioca con suo
nonno pensando che quest’ultimo fosse una persona gentile e che abbia trasmesso
la sua dolcezza al nipote. Però purtroppo non è una storia molto lieta questa.
Se qualcuno di voi cari lettori ne avesse tempo e voglia, mi faccia sapere che
ne pensa di questa storia, mi piacerebbe sentire una opinione.
A presto!
Reika_Kun.