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Autore: LadyVaderFrancy    25/10/2014    6 recensioni
Questo è uno dei due seguiti della FF la Maledizione. Racconta la storia di come due maghi Severus Piton ed Harry Potter, vivono l'ascesa inevitabile del Signore Oscuro. Uno dei due pienamente consapevole del suo destino, mentre l'altro si troverà a combattere non solo con il mortale nemico, ma anche con ciò che è stato indotto a credere. Una storia piena di momenti introspettivi dei due protagonisti assoluti. (NB Tutto quello che avreste voluto sapere su Severus Piton, che non è stato raccontato)
Dal Capitolo 8
Alla fine quando Piton uscì dalla stanza era distrutto dalle orribili rivelazioni, e dalle infinite richieste del vecchio. Silente praticamente si era strappato il vessillo di condottiero che sfoggiava con tanto onore e gloria, lo aveva cacciato a forza sul suo petto e lo aveva ricoperto con una veste da Mangiamorte. In un prossimo futuro lui, Severus Piton avrebbe dovuto guidare nascosto nell’ombra, l’intero lato della luce.
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Harry/Severus
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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~~Capitolo 7 Decisioni

Severus Piton era appena uscito dall’ufficio del preside, sapeva di dover tornare nei sotterranei, era quasi sera ormai, e il dannato marmocchio sopravvissuto, era rimasto nei suoi alloggi da solo per tutto il giorno, ma aveva la testa in fermento e aveva bisogno di un po’ d’aria fresca, così andò in riva al lago nero, per schiarirsi le idee in tranquillità. La giornata era stata estenuante, prima il presunto rapimento del ragazzo, poi i piani del Signore Oscuro e infine l’interminabile confronto/scontro con il vecchio. Le parole di Silente continuavano a vorticare nella sua mente, mai da quando lo conosceva, gli aveva parlato in quel modo. Era turbato, profondamente turbato, sapeva che godeva della sua piena fiducia, ma le cose che aveva detto, erano molto forti e troppo difficili da gestire per uno come lui. E poi tutti quei discorsi, sul fatto che Potter era l’unica speranza, e di nuovo la richiesta di istruirlo di guidarlo, non capiva e questo lo irritava e lo inquietava allo stesso tempo. Si chiedeva in che modo, le informazioni che il suo mentore doveva ancora rivelargli, potevano essere così importanti, da doverlo spingere a cambiare addirittura in suo rapporto con Potter. A suo avviso erano solo assurdità, eppure Albus era un grande mago, un grande uomo e nonostante spesso non condivideva il suo punto di vista, alla fine aveva ragione, non che lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura, ma era la verità.

Sospirò pesantemente, guardando la superficie del lago increspata dal vento, ora doveva decidere cosa fare con il ragazzo. Fino a poco prima di andare nell’ufficio del preside, non aveva dubbi in merito, ma adesso non era più così sicuro. Ripensò a come nel tempo Silente, lo aveva guidato passo per passo. Quando aveva chiesto il suo aiuto, lo aveva accolto pur essendo un Mangiamorte, invece di lasciarlo marcire in prigione gli aveva dato una casa, un lavoro. Lo aveva sempre difeso a spada tratta davanti a chiunque dubitasse della sua lealtà, mettendo a rischio la sua stessa reputazione, e anche se lo aveva costretto a fare molte cose che non avrebbe mai voluto, alla fine gli aveva dato uno scopo per andare avanti. Lui e Potter avevano avuto un passato difficile e il futuro sarebbe stato forse peggiore, il ragazzo era destinato ad affrontare il Signore Oscuro, e presto il lato della luce sarebbe rimasto senza il suo condottiero. Come poteva Silente pretendere che lui, un Mangiamorte, una persone senza anima e senza cuore, guidasse il suo pupillo, il ragazzo d’oro? ((Io non posso, non sono come il vecchio, posso proteggerlo, tenerlo al sicuro, ma prenderlo sotto la mia ala? E’ troppo emotivo, non sa controllarsi, e la questione della fiducia è la parte più complicata per entrambi, ma forse davvero non ho scelta, se Albus insiste per affidarlo a me, forse………… non mi resta che aspettare di conoscere il resto della storia………Dannazione!!!!)). Poi si alzò e lentamente si diresse verso i suoi alloggi.

Entrò nel soggiorno, il marmocchio non era in giro, così andò dritto nella stanza che avevano condiviso ed entrò.

“Potter, vieni immediatamente nel mio studio!” disse severamente

Il ragazzo era seduto sul letto, con uno dei suoi libri di scuola in mano, saltò letteralmente in aria facendo, cadere il volume a terra. “Si signore” rispose nervosamente, poi si alzò e lo seguì desolato.

Una volta nello studio Piton gli fece cenno di sedersi, e poi si accomodò dall’altro lato della scrivania ((Devo stare calmo, devo cercare di non prenderlo e attaccarlo al muro e maledirlo, respira Severus)).

“Potter, vorrei che tu mi spiegassi quale assurda motivazione ti ha spinto a disubbidirmi, dopo che ti avevo espressamente detto, che non potevi venire ad Hogsmeade” disse freddamente

Harry deglutì vistosamente, era stato in ansia tutto il giorno, aspettando il momento in cui Piton sarebbe tornato e gli avrebbe chiesto spiegazioni. Il problema era che non ce n’erano, aveva fatto una cosa stupida, aveva pensato di mentire e inventarsi un motivo valido, ma non solo non lo aveva trovato, ma era del tutto inutile, Piton sapeva sempre quando qualcuno mentiva. Così disse  con un filo di voce“Non ho un motivo, signore”.

Piton aveva il sangue alla testa, come diavolo riusciva questo marmocchio a fargli saltare i nervi dicendo solo poche parole, era un vero enigma. “Potter! Ci sarà pure un motivo! Mi stai dicendo, che dopo che ti avevamo informato, che eri il bersaglio del Signore Oscuro, che dovevi restare al sicuro, quella tua testaccia vuota ha deciso che era una buona idea, venire di nascosto al villaggio?” disse sbattendo il palmo sul tavolo, facendo trasalire il ragazzo.

“Io……”

“Rispondimi!!!” urlò il pozionista

Il Grifondoro alzò la testa per la prima volta, e disse “Tanto che differenza fa? A lei non importa il motivo, mi punisca e facciamola finita” e poi sospirò.

Piton scattò in piedi, lo raggiunse e si avvicinò pericolosamente al ragazzo “Ascoltami bene, marmocchio disobbediente, oggi potevi essere catturato, potevi morire grazie alla tua bravata assurda!! Per quanto io abbia detestato quell’idiota di tuo padre e quel cagnaccio rognoso di Black, quei due hanno dato la loro vita per salvare la tua, per non parlare del sacrificio di tua madre, non ti permetterò di rendere vano il suo gesto. Se fossi stato catturato sarei dovuto venire a cercarti, e probabilmente saremmo morti entrambi, è questo quello che vuoi?”

Harry ora si sentiva davvero in colpa, voleva solo passare un paio di ore con i suoi amici, perché la sua vita doveva sempre essere così complicata. Per quanto detestava ammetterlo, Piton stavolta aveva ragione, così senza pensare disse “Mi dispiace……., non volevo fare nulla di male, volevo solo stare un po’ con i miei amici, non credevo di essere veramente in pericolo, ho pensato che stavate esagerando, come è successo al terzo anno” disse sussurrando.

Piton si allontanò di una passo e incrociando le braccia al petto lo guardava dall’alto in basso minacciosamente “Potter come ti ho già detto, le cose sono cambiate, e che ti piaccia o no, ora sei una mia responsabilità, e che tu ci creda o meno, non voglio vederti torturato od ucciso dal Signore Oscuro, non hai idea di quello di cui è capace, la sua crudeltà è inimmaginabile e tu sei il suo obietto preferito.”

Harry lo guardava sorpreso, Piton stava davvero dicendo che non voleva vederlo morto? Poi pensò al momento in cui aveva detto ai suoi amici nel bel mezzo dello scontro di correre verso Piton, perché era sicuro che li avrebbe protetti. “Mi dispiace, non succederà più”

“Oh credimi, ci penserai più di una volta prima di disubbidirmi in futuro” sibilò

“C’è altro che vuoi aggiungere?”

“No signore”

“Bene dimmi le tue cose sono già state portate qui?”

“Si Signore”

“Ora passiamo alle conseguenze delle tue azioni” poi si avvicinò nuovamente e sibilò “Dormirai qui nei miei alloggi, e ci tornerai non appena terminate le lezioni, questo finchè non ti dirò il contrario. Visto che non sei in grado di badare a te stesso neanche per poche ore, resterai sotto la mia costante sorveglianza. Non potrai ricevere visite od uscire senza il mio consenso. Ti assegnerò dei compiti extra che deciderò di volta in volta. Ora voglio che mi porti il tuo mantello e la tua scopa!”

“No! Il mantello e la scopa NO” disse allarmato il moro

“Vai a prenderli ADESSO!!” ringhiò il pozionista

Harry si alzò furioso e dopo un paio di minuti tornò nello studio. ((Non può farlo sono le uniche cose di mio padre e Sirius!!))

“Avanti dammeli!” disse severamente il pozionista tendendo la mano.

“Non può, sono miei……sono le uniche cose di…..” e la frase gli morì tra le labbra

Piton sapeva a chi erano appartenuti e l’importanza che avevano per il marmocchio.

“Potter dammeli subito!” ringhiò nuovamente

Harry aveva gli occhi lucidi e guardando il pozionista mentre glieli passava sussurrò “La prego, sono…..le uniche cose che ho di mio padre e di Sirius”

“Cosa pensi che voglia fare con questi oggetti Potter?” disse alzando un sopracciglio.

“Di- distruggerli?” guardando di traverso il fuoco che scoppiettava nel camino.

“Merlino mi salvi dai Grifondoro emotivi e senza cervello!! Non ho nessuna intenzione di danneggiarli. La tua scopa è requisita, perché sei in punizione e quindi non ti servirà, visto che non potrai giocare a Quidditch finchè non avrai il mio permesso. In quanto al mantello, fino a quando non mi dimostrerai un minimo di maturità, non ritengo saggio lasciarlo nelle mani di un adolescente scriteriato, chissà quali altri disastri potresti combinare!!!”

Harry sollevò la testa e disse “Davvero? Allora me li restituirà?”

“Solo quando lo riterrò opportuno, e credimi non sarà tanto presto, dopo quello che hai combinato oggi!!” disse ringhiando

“Si signore” ripose il moro

Poi Piton si avvicinò al suo viso e sibilò “Potter, non ti azzardare mai più a fare a fare una cretinata simile o rimpiangerai di non essere stato catturato dal signore Oscuro, ci siamo capiti vero?”.

Un brivido percorse la schiena di Harry, poi disse balbettando  “Si si-signore chiaro come il sole…….e  mi dispiace davvero”

“Bene torna in camera, ti chiamerò quando la cena sarà in tavola!!” il moro annuì e si affrettò ad uscire.

Piton sospirò pesantemente, se Potter non si sbrigava a sconfiggere il signore Oscuro, sarebbe morto per colpa di una massa di adolescenti senza cervello.
Durante la cena, Harry fissava la sua minestra, Piton era stato duro con lui, e la punizione severa, ma nonostante tutto non aveva cercato di ferirlo, ne di deriderlo. Fino a pochi mesi fa, le cose sarebbero state diverse. Mentre ora stavano addirittura cenando insieme nei suoi alloggi, certo in religioso silenzio e sotto uno sguardo a dir poco terrificante del pozionista. Dai Darsley per molto meno sarebbe stato picchiato, affamato e segregato in uno stanzino, mai nella sua vita avrebbe pensato che Piton il viscido pipistrello dei sotterranei, fosse più umano della sua stessa famiglia.

Piton non aveva tolto gli occhi di dosso al ragazzo, continuava a sospirare e sembrava pensare a qualcosa. ((Ah pensare è una parola grossa, dovrebbe prima usare quella sua testa di legno, per poter produrre qualcosa di sensato!!)) “Potter se non la pianti di giocare con il cibo, puoi alzarti e andare in camera”

“Ehmmm no io ho fame, stavo solo pensando” disse tristemente

“Non credevo ne fossi in grado, dopo stamattina” sputò il pozionista
Harry lo guardò in cagnesco e disse “Lo so che ho sbagliato, non è necessario continuare a ripeterlo, mi sono già scusato!”

“Non usare quel tono con me!” sibilò il pozionista

Harry alzò gli occhi al cielo e poi disse “Posso chiedere, per quanto dovrò restare qui signore?”

“Dipenderà dal tuo comportamento, ma credo a lungo” disse freddamente

“Potrei mandare un messaggio ai miei amici, saranno ….ehm….preoccupati dopo……..avermi visto al castello” e mentre lo diceva pensò allo schiaffone che Piton gli aveva dato.

“Uhmmmm d’accordo, non vorrei vederli bussare alla mia porta in cerca del loro eroe. Potter voglio chiarire un punto, non è mia abitudine picchiare gli studenti di questa scuola”

Harry abbassò lo sguardo e disse “So che è così, altrimenti lo avrebbe fatto molte altre volte, immagino. E poi lo meritavo, ho fatto preoccupare tutti, i miei amici, il preside, e………...La mia famiglia avrebbe fatto molto peggio per molto meno”

Il discorso stava prendendo una piega pericolosa, Piton non era sicuro di voler affrontare il passato del ragazzo. “Non credo di essere la persona adatta, con cui discutere certi argomenti”

Harry lo fissò dritto negli occhi e disse “Sarebbe davvero venuto a cercarmi, se Vold TU-SAI-CHI mi avesse rapito?”

“Si e mi sembra di avertelo già detto"

“Per via di mia madre?”

“Non è un argomento che voglio trattare, specialmente adesso” disse Piton alzandosi dal tavolo

“Aspetti professore un giorno, mi racconterà di lei, io ho sentito molte cose su…..mio padre, ma lei è l’unico che la conosceva, mia zia non la nominava nemmeno” disse tristemente il moro.


Piton senza dire una parola, se ne andò nella sua camera ((Dannazione, non posso, perché devo essere io a guidarlo, era più facile quando lo odiavo.))
Le settimane successive, furono un vero inferno per Harry, dopo le lezioni, era costretto ad andare nell’ufficio del preside per arrivare via camino negli alloggi del pozionista, visto che nessuno doveva scorpirlo. Poi doveva svolgere compiti extra, lavaggio calderoni, o preparazioni di ingredienti per ore, finchè Piton non riteneva che ne aveva avuto abbastanza. In più avevano ripreso le lezioni di occlumanzia, ne facevano almeno tre a sere alternate. Stava facendo dei progressi rilevanti, ma i ritmi erano davvero insostenibili.
Quella sera durante l’ultima lezione della settimana Il pozionista disse “Allora Potter, vuoi deciderti a concentrarti?”

Harry si rialzò da terra e ansimando rispose “Sono stanco, non ce la faccio stasera”

“Alzati” ringhiò

“La prego basta, mi fa male la testa”

“Potter, pensi che il signore Oscuro ti concederà una tregua, se sei stanco?”

“NO, certo che no, non sono un idiota. Ma ho davvero bisogno di riposare”

“Ti concedo 10 minuti!” ringhiò il pozionista

Harry si rimise seduto, nelle settimane successive alla sua bravata aveva trascorso ogni momento libero con Piton. L’uomo si sforzava di esser più paziente ma la differenza non era poi molta, si irritava facilmente e pretendeva molto. Aveva fatto grandi passi avanti, molte volte era riuscito a chiudere la mente e a buttarlo fuori dalla sua testa, questo grazie al fatto che Piton gli spiegava nei minimi dettagli cosa e come farla. Ma le sessioni erano sempre più dure.

“Forza riproviamo!”

“Non voglio, basta davvero, non ce la faccio”

“Smettila di piagnucolare Potter!”

Il ragazzo alzò la bacchetta implorandolo con lo sguardo, come se invece di ricevere un Leggiliments, si aspettasse una Cruciatus. Doveva ammettere, che forse aveva esagerato quel giorno, gli aveva fatto scrivere un saggio, grattare calderoni per un bel po’ e infine gli aveva fatto pulire l’intero laboratorio.

“Aahhhhh Daccordo!! Ma solo per stavolta, è un’eccezione Potter!”

“Grazie” disse rilassandosi

“Uhmmmm allora ti consiglio di andare a dormire. Domani è sabato e avrai molte cose da fare!”

“Allora vado signore” e Piton semplicemente annuì.

Un paio di giorni dopo, era scoppiato il finimondo una studentessa Grifonfondoro Katie Bell aveva trovato una collana maledetta nel cortile della scuola ed era quasi morta toccandola, così Silente lo aveva convocato d’urgenza e lo stava aspettando nel suo ufficio ((Idioti Grifondoro, una delle mie serpi non avrebbe mai commesso un’imprudenza simile!!)) pensò indignato

“Severus entra” disse il vecchio mago

“Albus, allora?”

“La signorina Bell è fuori pericolo, la collana era destinata a me”

“Cosa? Allora è stato Draco!!” ringhiò il pozionista

“Lo immaginavo. Severus prima di affrontare questo argomento voglio
chiederti alcune cose” il pozionista annuì infastidito.

“Come vanno le cose con Harry? In queste settimane avete trascorso molto tempo insieme”

“Cosa c’entra Potter adesso!!”

“Severus, è importante”

Piton alzò gli occhi al cielo e sputò “Bene in occlumanzia ha fatto grandi miglioramenti, non sono sicuro del tutto che sia in grado di tenere fuori il Signore Oscuro, ma c’è una possibilità? Vuoi iniziare le tue lezioni speciali?”
“SI, ma non solo. Voglio sapere come vanno le cose tra voi due” disse il vecchio mago guardandolo intensamente negli occhi color ossidiana.

“Ci sopportiamo” ringhiò

“Severus?”

“Meglio Albus, è più obbediente e più rispettoso. E io sto facendo uno sforzo enorme, per essere più paziente”

“Ti fidi di lui?” disse Silente

“NO” sputò deciso

“Pensi che Harry si fidi di te?”

“Dovresti chiederlo a lui” ringhiò Piton

“Lo sto chiedendo a te, Severus”

“Non credo”

“Capisco” disse il vecchio mago, poi aggiunse “Severus, non pensi che il ragazzo sia stato punito a sufficienza?”

“Non ti intromettere Albus!” sibilò incrociando le braccia al petto

“Pima o poi dovrai farlo tornare alla torre, e da quello che mi è stato riferito, lo hai messo a dura prova”

“Se lo meritava” sputò con rabbia

“Hai ragione, ma non ha commesso nessun crimine, sii ragionevole”

“Va bene, domani lo rimanderò alla torre”

“Perfetto, io lo prenderò ogni mercoledì”

“Non hai intenzione dirmi il perché, vero?”

“Mi dispiace Severus”

“Fa come vuoi!” poi disse “E con Draco? Non possiamo lasciarlo agire indisturbato qualcuno potrebbe farsi male sul serio”

“Tienilo d’occhio” Poi l’espressione tranquilla del preside lasciò il posto a un viso teso e corrucciato “Severus, dobbiamo iniziare a pianificare le cose, ci saranno molte cose che dovrai fare dopo…..la mia morte”

   
 
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