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Autore: Lory221B    26/10/2014    1 recensioni
John, giovane mutante, è costretto dai suoi genitori ad andare alla scuola di Charles Xavier dove incontra un insolito ragazzo che gli cambierà la vita. Intanto qualcuno trama nell'ombra.
Johnlock
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 5  - Caring is not an advantage Sherlock

Dopo tre settimane dal suo ingresso nella scuola John aveva cominciato ad ambientarsi davvero bene. Non sentiva più quella stretta al cuore ogni volta che pensava a casa sua, a Harry e a Sarah. Incredibilmente era felice, aveva dei nuovi amici oltre a Sherlock: aveva conosciuto Mike, un ragazzo del suo anno capace di mimetizzarsi con l'ambiente che lo circondava come un camaleonte e ovviamente Mary, la sua potenziale ragazza. Non era ancora successo niente ma John confidava che durante l'imminente festa che si sarebbe celebrata per Halloween avrebbe avuto la sua occasione.

Sherlock non aveva smesso di indagare sul sabotaggio nella stanza del pericolo ma nonostante le sue numerose visite al computer principale, spesso accompagnato da John, non era riuscito a trovare alcun indizio davvero rilevante. Sapeva che la pista conduceva in qualche modo a Mary ma non riusciva a collegare i fatti, e sentiva di non poterne parlare con John liberamente perché, preso com'era dagli ormoni, non sarebbe stato a sentirlo.

- Da cosa ti vesti per Halloween? - chiese John.
Sherlock gli lanciò uno sguardo interrogativo. Pensava davvero che avrebbe preso parte a quella buffonata? Fece per rispondere ma John continuò ridendo - Stavo scherzando, so perfettamente che non parteciperai ad un festa assieme a noi comuni mortali -
Sherlock sorrise per un attimo ma poi si rabbuiò, pensando che sicuramente John sarebba andato alla festa con Mary.
- Perché ci vai? Non capisco cosa ci sia di diventente in un mucchio di ragazzi che si ubriaca, balla scompostamente e... -Sherlock lasciò il discorso in sospeso come se non fosse sicuro di come continuare la frase.
- Si baciano? Pomiciano? Fanno sesso selvaggio? completò John ridendo dell'imbarazzo di Sherlock.
Il moro lo guardò sprezzante - Ma per favore! Ormoni, ecco come si chiama tutto ciò -
John scosse la testa, cominciava a chiedersi se Sherlock avesse avuto almeno qualcosa di simile ad una esperienza sentimentale.
- Quindi è questo che intendi fare?- riprese Sherlock.
- Spassarmela intendi? - chiese John tra il divertito e l'esasperato.
- C'è qualcuno che attenta alle vite degli studenti, mi sembra più interessante che fare quello che hai detto - 
- E' solo una sera, proprio per Halloween vuoi indagare? - chiese esasperato John, notando che Sherlock aveva evitato accuratamente di dire sesso o altri sinonimi.
Sherlock lo guardò torvo e si rimise a leggere il suo trattato di chimica.

La giornata trascorse tranquilla fino all'ora di pranzo. John stava camminando per il corridoio accompagnato da Mary che ormai non lo lasciava mai solo, salvo quando era impegnato nell'indagine di Sherlock che per il momento sembrava ferma ad un punto morto, quando sentì delle grida e delle risate provenire dal salone.
Quando arrivò quello che vide gli fece stringere i pugni e senza neanche rendersene conto aveva lasciato la mano di Mary ed era corso in mezzo alla zuffa. Sherlock era coperto di vernice circondato da alcuni bulletti, tra cui Sebastian Moran.
- Lasciatelo stare! - gridò John facendosi largo in mezzo agli altri ragazzi. Ma dove erano i professori quando servivano, pensò fra se.
Sherlock si voltò stupido, la vernice che colava dai capelli.
- Che diavolo è successo? - gli chiese John avvicinandosi.
- Niente che ti riguardi Johnny boy!-
John si girò e vide il ragazzo che il primo giorno aveva visto attraversare le pareti.
- Sono Jim, Jim Moriarty, non credo ci abbiano presentato -
John lo guardò con aria di sfida, la voglia di prenderlo a pugni era altissima e non riusciva nemmeno a capire perché era così agitato, di solito non era uno che si buttava in mezzo alle risse.
- Sai Johnny, stavamo solo dando una lezione di educazione a mister invisibilità, converrai con me che per vedere qualcuno che è invisibile un po' di vernice serve no? - continuò non curante della rabbia che stava crescendo in John, anzi con chiaro intento di provocarlo.
- Curioso - continuò Jim - che renda invisibile i suoi vestiti ma non la vernice, che poteri scarsi Sherlock! - affermò fissando il moro - Strambo e scarso non trovate? - concluse cercando l'approvazione dei ragazzi intorno.
Sherlock non fece in tempo a ribattere a tono che John si avventò su Jim, il quale era rimasto talmente stupido del rapido gesto che non aveva fatto in tempo a scansarsi. Tuttavia John non aveva considerato che era circondato da altri mutanti amici di Jim, tra cui Sebastian che aveva già trasformato il suo braccio in un pugno d'acciaio pronto a scagliarlo in faccia a John.
Ma quel pugno non giunse mai a destinazione. Nel silenzio generale rimase bloccato da una campo di energia. John mollò la presa da Jim e si girò a guardare la fonte di quel campo di energia: Sherlock era riuscito a controllare il suo potere e aveva creato una barriera tra John e Sebastian.
- Cosa succede qui?- La voce di Lestrade riportò tutti alla realtà. Sebastian abbassò il pugno e Sherlock abbassò le mani, eliminando il campo. - Allora? - gridè più forse Lestrade.
Nessuno gli rispose.
- Molto bene, Holmes vai a farti una doccia! Watson, Moriarty e Moran siete in punizione.
- Non finiamo dritti dal preside?- chiese sprezzante Jim.
- Per tua fortuna il prof Xavier è a Washington, quindi seguitemi. -

John ritornò alla sua stanza alcune ore dopo; aveva cucinato per tutti gli studenti e secondo Lestrade  era sufficiente come punizione. Stava per entrare quando sentì che Sherlock stava parlando con qualcuno, ed era una voce mai sentita.
- Non capisco come tu riesca sempre a metterti nei guai - stava dicendo la voce di un adulto, o comuque qualcuno più grande di loro.
- Ho solo detto quello che pensavo, perché deve essere sempre colpa mia? - sbuffò Sherlock
- Perché non sei in grado di tenere a freno la tua lingua! - 
- La mia intelligenza non ha l'interruttore Mycroft -
- Greg mi ha detto che i tuoi poteri sono inaspettatamente aumentati - 
- Lo chiami per nome adesso?- chiese ironico Sherlock.
- Curioso comunque, non hai mai creato campi di forza per salvarti dai bulli ma sei riuscito a farlo per evitare che picchiassero il tuo compagno di stanza, cosa devo dedurre da questo? -
Sherlock aveva capito benissimo dove suo fratello voleva andare a parare - Fatti gli affari tuoi! come va la dieta? -
- Non cambiare discorso Sherlock, come ti ho già detto una volta avere dei sentimenti non è un vantaggio e... - Microft si girò verso la porta incuriosito da un sospiro - E c'è qualcun che ci sta origliando! - affermò usando il suo potere per vedere attraverso la porta. - Venga pure sig. Watson! -
John aprì piano la porta in evidente imbarazzo- Chiedo scusa, ma...non volevo interrompervi. -
Mycroft fece un gesto teatrale a John invitandolo a sedersi. John guardò Sherlock per assicurarsi che stesse bene dopo la zuffa del pomeriggio e notò solo allora che aveva un labbro rotto.
- Ho detto siediti - riprese Mycroft.
- E se volessi stare in piedi? - chiese duro John.
Microft fece un sorrisetto infastidito mentre quello di Sherlock era decisamente ammirato.
- Dividi la stanza con mio fratello da parecchio tempo, com'è viverci assieme? -
- Non mi annoio mai - concluse John capendo finalmente chi era quel personaggio nella loro stanza.
Microft lanciò un'ultima occhiata di rimprovero a Sherlock e poi uscì dalla loro camera.

- Quello era tuo fratello? -
Sherlock annuì.
- Simpatico- fece John ridendo.
Sherlock non potè fare a meno di ridere con lui.
John si avvicinò piano a Sherlock sedendosi sul letto accanto a lui.
- Ti metto a posto il labbro?- chiese John facendosi ancora più vicino. Il cuore di Sherlock perse alcuni battiti, erano successe troppe cose quel giorno, troppe emozioni. Era stato accerchiato da quegli stupidi ragazzi, cosa che succedeva periodicamente, lo avevano deriso, aveva tentato di filarsela ma sta volta lo avevano bloccato senza possibilità di "svicolarsi". Era solo contro sei che lo spintonavano e prendevano a pugni e con un potere di mera difesa come l'invisibilità reso innocuo dalla vernice. Era abituato a queste situazioni, prima ancora di scoprire di essere un mutante era già "quello strano" per tutti, era sempre stato solo.  Questo finché non era apparso John, nessuno si era mai messo in mezzo per lui. E poi era accaduto l'inaspettato, non si era neanche reso conto di aver messo un campo energetico tra John e Sebastian, aveva solo pensato "devo salvare John, devo salvare John".
- Sherlock sei qui? - chiese John notando che Sherlock era completamente perso nel suo palazzo mentale.
Il moro si girò verso John e mormorò piano un grazie, che nascondeva tanti sentimenti che non era in grado di esprimere.
John alzò delicatamente la mano verso le labbra di Sherlock e rimise a posto la bocca gonfia a causa del pugno. John indugiò più di quanto avesse dovuto sulle labbra del moro, fissandole come qualcosa di incredibilmente attraente. Rimasero così alcuni secondi finché Sherlock decise di spezzare la tensione - Visto? hai conosciuto Sebastian alla fine -
John abbassò la mano e sorrise. Avrebbe voluto accarezzare i capelli di Sherlock e dirgli che adesso c'era lui e che sarebbe sempre stato dalla sua parte, ma dall'occhiata che si scambiarono capì che non sempre occorreva dire le cose ad alta voce.



   
 
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