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Autore: Lady Stark    26/10/2014    1 recensioni
"Il mondo è un luogo così crudele"
Nel profondo ventre della terra, il ruggito di un drago risveglia la notte diffondendo in essa oscuri presagi.
Il sangue della vestale macchia gli affilati artigli della bestia, le catene che trattenevano la sua furia si sono ormai spezzate.
La sacerdotessa inneggia la sua preghiera alla ricerca di una giovane donna che rimpiazzi quello sfortunato destino fatto di violenza e dolore.
La musica di un sorriso che non ha mai conosciuto, condurrà Len in un lungo viaggio alla ricerca della sorella scomparsa tanto tempo fa, quando lui era solo un bambino.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Shion, Len Kagamine, Meiko Sakine, Miku Hatsune, Rin Kagamine | Coppie: Kaito/Meiko, Len/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lacrime inascoltate ~ Chapter VI

-Tutto quello che devi fare adesso è seguirmi. Non parlare, non rispondere se ti viene posta una domanda. Ma soprattutto, non allontanarti da me per nessuna ragione in questo universo.- disse Kaito a bassa voce mentre i due uomini si avvicinavano progressivamente ai grandi ed aurei cancelli. Quattro guardie montavano silenziosamente la guardia, due per ogni lato mentre un altro paio di colleghi sistemavano i noiosissimi documenti di entrata ed uscita degli inservienti lavoranti al castello.
-Non una parola, non una mossa azzardata. Stiamo entrando nella bocca del leone, ricordalo.- sussurrò febbrile a bassa voce prima di sistemarsi uno dei tanti drappi della veste attorno al collo. L’espressione seria che sino a quel momento aveva corrugato le sue sopracciglia svanì con la stessa rapidità con cui era giunta.
Un sorriso allegro e spensierato si dipinse sulle labbra del mago che nascose dietro ad una maschera di acciaio le tante emozioni che gli screziavano il cuore.
Len respirò cercando di incamerare al meglio l’ansia dilaniante che gli serrava la gola; più si avvicinavano ai cancelli più il suo cuore sembrava battere intensamente. Il rumore del sangue che rombava nelle sue orecchie aveva reso il mondo esterno una macchia confusa ed indistinta; non aveva mai provato un’emozione tanto forte in vita sua.
Un solo sbaglio e sarebbero morti. Entrambi.
I due erano pressoché giunti sotto alla cancellata quando i soldati si accorsero della loro presenza, abbandonando le chiacchiere con cui stavano allietando il loro noioso compito di sorveglianza.

Le picche scivolarono verso l'alto incrociandosi minacciosamente a bloccare il passaggio dei due uomini; Len sentì il cuore balzargli in petto ma esattamente come gli aveva comandato il compagno, non osò muoversi.

La sua spada cantava minacce, allacciata al suo fianco sotto alla cappa bordata di pelliccia. Kaito alzò le mani in segna di resa, esattamente come aveva fatto la prima volta che loro due si erano incontrati; il suo sorriso si addolcì ancora di più sfumandosi di una reverente viscidità.

-Chi siete? A questo luogo è solo possibile accedere sotto specifico invito della Regina.- disse il più anziano dei soldati; un uomo dalla folta barba nera, screziata qui e là da qualche filo bianco. Rughe profonde incisero la sua fronte quando le sopracciglia cespugliose si aggrottarono sospettose.

Kaito, in tutta risposta, frugò nelle ampie maniche della sua veste tirandone fuori, dopo un attimo, una lettera quadrata.

-Questo è l'invito della regina.- affermò consegnando l'oggetto nelle mani del soldato che, evidentemente stupito, osservò il sigillo di ceralacca che fermava i bordi di carta.

Il soldato lo ruppe senza farsi troppi scrupoli leggendo velocemente le poche righe che contrassegnavano il morbido foglio; Len riuscì a vedere le curve sinuose l'inchiostro in controluce.

-Potete passare.- disse l'uomo restituendo l'invito al proprietario prima di far cenno ad uno dei soldati nella casupola; in un complicato rumori di cardini ed ordini fruscianti, i battenti di legno si aprirono lentamente, cigolando sinistramente.

-All'interno vi attenderà un attendente; seguitelo e vi condurrà dalla regina. Buona permanenza.- salutò cordialmente il soldato facendo loro uno sbrigativo cenno con la testa fasciata dalla celata.

Kaito chinò a sua volta il capo prima di farsi avanti in silenzio attraverso la piccola fenditura. Len lo seguì cercando di sciogliere l'ansia che gli irrigidiva i movimenti; riusciva quasi a sentire l'insidia lambirgli la pelle e come se non bastasse, il ciondolo aveva preso a pulsare in modo atrocemente doloroso contro al suo stomaco. Len lo chiuse di scatto tra le dita ustionandosi la pelle; chiuse per un secondo le palpebre nella speranza di scorgere qualcosa di significativo nel passato ma, tutto quello che sfavillò nel buio fu l'inquietante serpente arrotolato attorno allo scettro d'ossidiana.

Quando aprì di nuovo gli occhi si ritrovò di fronte ad un giovane ed affascinante maggiordomo interamente vestito di nero.

-Se volete seguirmi.- disse con reverenziale cortesia portandosi una mano al cuore; i suoi occhi, scuri come la notte più profonda, si cucirono addosso ai due ospiti.

Len non aveva mai visto tanto lusso tutto insieme; i corridoi per cui passarono erano ingombri di qualsiasi tipologia di ricchezza potesse esistere al mondo.

Il pavimento di marmo lucido era adorno di un elegante tappeto rosso, le pareti erano addobbate con arazzi rappresentanti le azioni mitologiche degli eroi della nazione.

Orchi, giganti, cavalieri e draghi dalle fauci grondanti di fuoco sembravano quasi voler uscire dalle tele, sapientemente intessute dai più abili artigiani.

Vasi provenienti da ogni angolo del mondo abbellivano con le loro decorazioni d'oro e d'argento gli angoli di ogni singolo passaggio.

Len non aveva mai visto niente di più bello.

Dopo dieci minuti di silenziosa marcia, i due arrivarono finalmente in prossimità della grande sala del ricevimento reale; anche questa era sorvegliata da due soldati vestiti in cotta di maglia.

-Questi uomini sono qui sotto preciso ordine della regina.- annunciò il maggiordomo facendo cenno ai due armigeri di spalancare l'uscio; i due ubbidirono senza esitazione afferrando le grandi maniglie di ottone che pendevano dalla bocca di due serpenti dalle iridi verdi.

Len rabbrividì ancora tenendosi vicino al mago, immobile come una statua di cera.

Il grande salone che si spalancò di fronte a loro era tanto grande da poter ospitare almeno trecento persone; alte colonne corinzie si sollevavano verso il soffitto per sostenere elegantemente il soffitto.

In fondo alla stanza, su un piccolo palchetto di marmo rialzato, campeggiava in tutto il suo splendore il trono della Regina.

La donna non era però seduta sullo scranno come i due si immaginavano ma era in piedi di fronte ad un altro uomo dai lunghi capelli viola.

-Cosa ti fa credere che un ulteriore aumento delle tasse non farà insorgere il popolo, mia regina? Hai visto in che condizioni versa il quartiere malfamato..- ringhiò l'uomo stringendo il pugno tanto forte da far sbiancare le nocche. La regina sbuffò alzando indifferente le spalle; i bellissimi e lucenti capelli rosa scendevano lisci fino ai fianchi magri.

-Abbiamo un esercito, mio caro consigliere. A cosa credi che serva?- rise lei scostandosi da davanti al viso una ciocca, scivolata fuori dal cappello nero che le adornava il capo; l'uomo inorridì facendo un passo indietro come se lei l'avesse appena colpito con uno schiaffo in pieno viso.

-Sei pazza.-

La regina corrugò le sopracciglia facendo un intimidatorio passo avanti; la gonna nera dagli ampi spacchi laterali frusciò sulla sua pelle lattea.

-Devo forse ricordati che sei di fronte alla tua sovrana, Gakupo?- ringhiò afferrando con un letale gesto della mano il mento spigoloso di quest'ultimo. L'uomo digrignò i denti colpendo con un violento schiaffo le delicate dita della donna che, coprendosi la mano con un'espressione allibita sul viso, chiamò a gran voce le sue guardie.

-Guardie! Sbattete nelle segrete questo cane !-

Gakupo si girò di scatto per fronteggiare la potenza degli armigeri ma ovviamente, poté fare ben poco per fermarli; le loro mani fasciate di ferro affondarono nelle sue spalle schiacciandolo vergognosamente a terra, ai piedi della regina.

Lei sorrise crudelmente calpestando il viso del consigliere con l'alto stivale, il tacco danneggiò la pelle sopra l'occhio dell'individuo facendo sgorgare un rigagnolo di sangue.

-Implora pietà ed io non chiederò la tua testa. Hai tempo fino a domani per strisciare a chiedermi umilmente perdono.- sibilò velenosamente prima che i due soldati sollevassero di peso il prigioniero e lo trascinassero via.

Solo in quel momento, la sovrana si accorse della sgradevole presenza di due ulteriori ospiti; i suoi grandi occhi grigi fulminarono sul posto il malcapitato maggiordomo, che, inaspettatamente si era ritrovato di fronte ad una scena così compromettente.

-Perché sono circondata da incompetenti?!- tuonò furiosa mentre il giovane crollava in ginocchio terrorizzato; il suo viso si era trasformato in una maschera cerea di terrore allo stato puro.

-Mia regina io.. io non..-

La donna lo guardò con la furia negli occhi prima di congedarlo con uno svogliato gesto della mano; il servitore si alzò tremante esibendosi in un inchino pietoso prima di precipitarsi in maniera assolutamente poco professionale verso i battenti aperti. La regina tornò dunque a rivolgersi ai suoi ospiti, sorridendo dolcemente come se niente fosse davvero accaduto; il viso della donna si accese di una luce insidiosa, bellissima, proprio come le scaglie di un serpente.

-A che cosa devo la vostra piacevole visita, miei piccoli infiltrati?- chiese con voce soave incrociando poi le braccia contro al petto, avvolto da un bustino aderente. Kaito scoppiò a ridere appoggiando una mano sulla spalla del ragazzo al suo fianco che, in tutta risposta, gli rivolse un'occhiata attonita.

-Non credevo che ci avresti scoperti così velocemente. I tuoi servi sono perfettamente cascati nella mia trappola.- ghignò il mago tirando fuori dall'interno della manica la lettera fasulla che incredibilmente prese fuoco, disintegrandosi tra le sue mani.

La regina scoprì i denti in un'espressione feroce, crudele come il veleno dell'animale che rappresentava il suo corrotto blasone.

-Ho sempre affermato che quegli sciocchi avrebbero fatto più bella figura appesi ad una forca che non a difendere le mie proprietà.- rise tenendo ben d'occhio i movimenti dei due antagonisti in piedi di fronte a lei; Len scostò di scatto la cappa color notte sguainando la lama che un tempo aveva regalato valore e coraggio a suo padre.

-Non ci posso credere! Hanno davvero lasciato che una spada entrasse incustodita al fianco di un marmocchio come te?- sbottò infastidita mentre la sua voce progressivamente cresceva d'intensità, rimbombando sulle pareti della grande sala di ricevimento.

-Luka Megurine, sovrana delle terre dell'Ovest, io ti condanno in nome del popolo dell'Est per aver condotto questo popolo sull'orlo della rovina.- le parole dell'uomo si sovrapposero all'eco di quelle di lei, terribili ed imperiose come quelle di un re. Kaito si tolse di di dosso la veste che gli avvolgeva il fisico lasciandosela cadere alle spalle; sotto, l'uomo indossava abiti molto più comodi e pratici.

Una camicia bianca gli avvolgeva il petto assieme ad un pezzo di cuoio lavorato sul quale era inciso a fuoco lo stemma del suo ordine.

La maschera che gli nascondeva il viso cadde a terra tintinnando appena; Kaito si scostò i capelli dall'occhio sinistro rivelando così l'intricato tatuaggio che si arricciava sulla sua pelle a partire dalla palpebra per arrivare a lambire il mento.

Luka sgranò gli occhi ma non arretrò di un solo passo, sollevando invece l'angolo della bocca gentile.

-Guarda guarda chi abbiamo qui, niente meno che il figlio del Sultano dell'Est. Non pensavo che sareste arrivati così presto, maghi dei miei stivali. Stavo giusto iniziando a divertirmi.-

Kaito sorrise a sua volta senza però celare la determinazione che sempre aveva fatto da sottofondo ai suoi discorsi; le sue iridi color mare iniziarono a palpitare mentre l'incantesimo prendeva forma tra le sue dita, schioccando ostilmente.

-Pensate davvero di poter vincere? Vi ricordo che questo è il mio regno.- dichiarò trionfante mentre i suoi occhi frugavano alle spalle del mago all'evidente ricerca dell'aiuto che sperava di lì a poco di ricevere.

Per quanto potesse essere sicura di sé, la sovrana era del tutto indifesa senza il suo esercito.

-Se stai aspettando le tue guardie temo che dovrai velocemente trovare un altro piano per salvare la pelle.- affermò aprendo le braccia per richiamare la sua magia; la pantera d'aria che già prima aveva evocato, prese velocemente forma ai suoi piedi. Proprio mentre il suo ringhio rimbalzava contro al soffitto, il sibilo sottile di una lama che tagliava il silenzio attirò l'attenzione di Len. Prima ancora che il suo cervello potesse realizzare ciò che stava accadendo, i riflessi lo spinsero a buttarsi all'indietro lontano dalla sovrana. Il ragazzo rotolò dolorosamente contro al marmo mentre un pugnale si piantava nel terreno accanto ai piedi della regina, che giubilante scoppiò in una profonda risata di gola.

-Non attendevo quella branca di inutili uomini. Era lei che stavo aspettando.- disse allungando una mano in direzione del soldato che era silenziosamente comparso nella sala.

-Vi presento Meiko, comandante delle mie truppe.- disse mentre la donna chiamata in causa afferrava l'elsa intagliata della spada facendola roteare due o tre volte. Il silenzio venne rotto dal fischio acuto dell'acciaio che fendeva l'aria mescolandosi a quello del manto della pantera che schioccava.
Kaito imprecò in una lingua a Len sconosciuta mentre la sua belva faceva un paio di passi avanti senza neanche toccare terra. Len digrignò i denti alzando di scatto la spada, terrorizzato dal nuovo nemico. Il comandante delle truppe offensive era vestita di ferro e, malgrado il ragazzo fosse piuttosto convinto del fatto che la sua forza avrebbe sovrastato quella della guerriera, c'era qualcosa di spaventoso in lei.
-Sappiate, miei cari che se sono sul trono e tutto merito suo. Non c'è spadaccino più temibile e letale di lei.- sibilò appoggiando una mano contro alla spalla della donna, proprio lì dove lo spallaccio intarsiato di sfumature rosse le proteggeva la spalla. La placca pettorale riportava un complicato disegno che agli occhi di Len non sembrava poi così estraneo; con il suo lavoro di mercante aveva praticamente visto tutti gli ordini scorrergli di fronte.
-Tu.. vieni dal Sud?- chiese con circospezione tenendo ben alta la spada davanti al corpo. Kaito lo squadrò con un'occhiataccia mentre la sua pantera spalancava le fauci in modo minaccioso.

Erano due contro due, le loro forze più o meno si equiparano.
-Ti sembra il momento adatto per fare amicizia?- chiese con ansia ed amarezza prima di emettere un lungo fischio. La bestia parti all'assalto mente la donna gridava impaurita; Meiko roteò su se stessa cercando di arrestare l'assalto della belva magica.

L'acciaio cozzò contro la magia senza però scalfirla, la donna si ritrovò a combattere con un fantasma. Malgrado ciò, schivò ed evitò ogni singolo attacco della pantera, permettendo alla sovrana d'allontanarsi quel tanto che bastava per uscire dalla portata fatale degli artigli. Len corse in avanti gridando il proprio furore ma ovviamente prima che potesse raggiungere Luka, Il comandante delle sue guardie si mise di mezzo intercettando il suo primo fendente. Il giovane iniziò a danzare con quella donna, fendente dopo fendente, le loro lame si incrociarono producendo stridii insopportabili. Il sudore colò sulla sua fronte incollandogli i capelli biondi alla fronte; Meiko, invece, continuava a muoversi con agghiacciante fluidità ed energia. Len caricò il colpo e le due lame si incrociarono con intensità tale che le braccia del ragazzo tremarono, minacciando di abbandonarlo.

Lui disimpegnò la spada facendo un paio di passi indietro, concedendosi un ansimante minuti di pausa. Sputò a terra asciugando il sudore che ruscellava sul suo viso.

Kaito era magicamente sparito assieme alla sua belva.

Che l'avesse abbandonato?

Len non si concesse neanche un istante per pensare ad un eventualità del genere.
-Per rispondere alla tua domanda, ragazzo, vengo dal sud.- disse a bassa voce la donna con voce distante e fredda come il ghiaccio.
-Il disegno sul tuo petto.- spiegò lui in tutta risposta, indicando il suo petto con un cenno del mento; lei abbassò appena lo sguardo per ammirare l'intreccio di linee cremisi che richiamava astrattamente il sole ed il suo risveglio con l'orizzonte.
-Mi sorprendi. Perché sei qui, ragazzo?-
-Non fare domande, Meiko. Uccidilo!- strillò la sovrana cercando di porre fine a quello scambio di battute.
-Mia sorella è stata rapita tanti anni fa; questo blasone nasconde il segreto che me l'ha portata via.-
Meiko si girò verso la sua regina senza però abbandonare la posizione d'attacco; la presa sulla sua spada era troppo solida per sperare che quelle parole avessero sortito un qualsiasi tipo d'effetto.
Il ciondolo bruciò la sua pelle mentre il tempo bruscamente tornava indietro ad un passato non troppo lontano, gocciolante di sangue e lacrime inascoltate.
Il ruggito crudele di una bestia primordiale rimbombò contro alle sue tempie facendogli tremare il cuore; vide il cadavere di una ragazza giacere a terra in una pozza di sangue.

Un nome baluginò nella sua mente, affiorando spontaneamente alle labbra del ragazzo. -Denise..-
Gli occhi di Meiko si accesero di dolore, le sue mani tremarono appena facendo tintinnare i finimenti della spada.
-Come conosci quel nome..?-
-Lei è morta.- sussurrò abbassando di colpo la voce mentre l'odore del sangue si faceva insopportabile. Meiko gridò lanciandosi avanti in un attacco di forza devastante; la spada di Len volò in aria mentre il ragazzo crollava a terra ansante.

-Non osare..- ringhiò lei digrignando tanto forte i denti che questi scricchiolarono.
-Sai che è la verità..perché lei..- la voce di Len si asciugò per il dolore.
-Perché lei è scomparsa nelle stesse circostanze e lo stesso giorno di mia sorella.- 

   
 
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