~Chapter four
“Corro, come se non ci fosse un domani
attraverso i boschi, come un cerbiatto in fuga
arranco nella melma, cado e svengo.
Lei era lì.
-‘Ally.’
Un’eco lontano.
-‘..perchè..’
Un’eco che grida.
-‘....cadere!?’
-‘Co-cosa...chi è?’ Frastornata mi risveglio nella melma, i tentativi di reggermi in piedi si rivelano inutili e patetici, ci rinuncio e volgo lo sguardo in alto. Lei è lì, pallida e arrabbiata come l’ultima volta che la vidi.
-‘An-Annabelle!!’ Sgorgano lacrime come fiotti di sangue.
-‘PERCHè MI HAI LASCIATA CADERE?!!’”
Il telefono squilla vivacemente facendo sobbalzare Allison dal suo travagliato sogno.
.”CAZZO!” -afferra nervosa la cornetta.
-“Buongiorno! Tesoro, è papà”
-“bbzzpzottzzzzpstt” –finge un’interferenza
-“Ma..tesoro mi senti? Forse la linea è guasta...”
-“bzzzzzzzssttssssssssssrr”
-“Meglio se richiamiamo più tardi (rivolto alla moglie).”
“Bell’inizio di giornata. ” –sospirò Allison.
Per tutta la mattinata non fece che pensare a quel sogno ma cercò di scacciarlo dalla mente appena mise piede al locale del giorno prima anche perchè ripensarci significava farsi venire gli occhi lucidi.
Lo straniero era seduto in solitaria nello stesso tavolo di ieri e sembrava assorto sopra un taccuino nero a scribacchiare qualcosa.
Allison ordinò il solito deka e si sedette in un tavolo proprio accanto al suo, osservandolo da cima a fondo, dedusse che poteva avere un paio di anni in più di lei.
-cosa vuoi?
-.......
-Dico a te, giovane americana.
Allison fece per qualche secondo finta di niente ma poi concluse che era un comportamento idiota. Ognuno era apparentemente assorto; l’uno nel proprio taccuino e l’altra in un articolo di Cosmopolitan.
-Perchè pensi che voglia qualcosa da te, dongiovanni europeo? –senza voltarsi
-Perchè è da ieri che mi osservi o piuttosto origli le mie conversazioni.
-Bè, può essere.. –si alza e gli si siede di fronte.
Allison lo guardò da vicino, aveva occhi castano chiari penetranti, capelli biondo-scuri e un fisico asciutto; un bel tipo nel suo complesso.
-Allora?
-Mi chiamo Allison Ford, giornalista freelance (sfoggiando il suo sorriso migliore).
Eluard ricambiò il sorriso e ascoltò ciò che la ragazza aveva da dirgli.
-Beh, mi dispiace deluderti ma non sono un’investigatore o quant altro.
-Allora perchè sei interessato a questa storia?
-Perchè mia moglie era una delle vittime.
-Ah. Mi dispiace, davvero..
-Già.
-...............
-Se ti va, possiamo cooperare, sembri una ragazza arguta.
-Ma certo! Buona idea, vedrai come arriveremo a fondo di questa storia!
-(sorride) Non esaltarti troppo, è pericoloso. Domattina possiamo ritrovarci qui per discuterne meglio.
-Va bene!
Dopo che Eluard se ne andò, Allison rimase al locale ancora un pò, eccitata all’idea dell’imminente avventura tra i boschi, ma la frenesia non durò a lungo perchè le ritornò alla mente il sogno di quella mattina, il sogno di Annabelle.
“Perchè stò facendo il tuo stesso sogno?”