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Autore: Chesy    26/10/2014    3 recensioni
Renderlo felice, è l’unica cosa che posso giurare di fare.
Non ho l’eternità, ho meno tempo, ma lo farò: con ogni modo e mezzo, con l’anima e il cuore, e tutto ciò che ho, io lo renderò felice.
Non perché sento di doverlo fare.
Ma perché è ciò che voglio fare.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Semplicemente tu.


Un fratello.
Un primo genito.
Il figlio che non deve deludere la sua famiglia.
Il parabatai di eroe.
Una spalla su cui piangere, lo scudo che difende chi ama.
Un arciere che da lontano veglia e scocca dardi pericolosi per i nemici.
Sono sovraccarico di responsabilità, perché le persone si aspettano tanto da me: sono pieno di rimorsi, perché non sono riuscito a impedire che uccidessero coloro a cui tenevo.
Sono un codardo che ha paura di tante cose.
Sono un ragazzo che non si accetta.
Sono pieno di difetti, di limitazioni: sono un’ombra dietro la luce.
Ma quando lui mi guarda, tutto scompare: è come se tutto ciò che mi sommerge, tutti i dolori e le responsabilità, svanissero per concedermi di capire davvero chi sono io. Così, quando mi osserva, smetto di essere un amico o un fratello, un parabatai o un guardiano silente.
Per lui, per Magnus, io sono semplicemente Alexander.
E anch’io, mi rendo conto che non ho bisogno di altro, quando è accanto a me.

-A cosa pensi?- la sua voce soffice mi distrae dai pensieri intricati.

-Al fatto che…non sono come Jace, o Izzy, o Clary…-

-E perché dovresti somigliare a loro?- nel tono sento un pizzico di sconcerto.

Mi volto verso di lui, avvolto nelle lenzuola, i sottili occhi dorati racchiusi nel trucco oramai quasi inesistente, a causa della nottata che ci ha visto protagonisti: i capelli neri scompigliati, la pelle caramellata che si tende sempre quando mi sorride.
Per l’Angelo, ogni volta che lo osservo sembra sul punto di farlo: le sue labbra paiono programmate apposta per tendersi appena verso l’alto, anche quand’è arrabbiato o triste, o imbronciato. Ogni volta, ha gli angoli della bocca in procinto di alzarsi.

E, diamine, adesso lo fa: mi osserva, accarezzandomi il viso, sdraiato nel nostro letto, il cuscino che sibila quando gira la testa per voltarsi di lato, guardandomi negli occhi. Ha lenzuola e coperte che arrivano sino a poco sotto i pettorali, lasciando in bella vista le braccia sottili, ma muscolose, e quella clavicola che sporge lievemente, tendendo la pelle: sembra quasi che urli “baciami, baciami ora!”.

-Beh….ognuno di loro è…- mi schiarisco la voce. –Sembrano essere perfetti, se rapportati a me.-

In effetti, mi sarebbe piaciuto prendere da ognuno di loro un tratto particolare, da unire poi a me, per rendermi migliore di quanto sia: da Jace prenderei l’umorismo e il coraggio, da mia sorella la sicurezza, da Clary l’immaginazione, da mio padre la forza,…..ci sono così tante cose che mi piacerebbe avere. Ma non posso ottenerle strappandole dai loro corpi.

-Ma tu sei splendido così come sei.- Magnus mi sorprende, e sento le guance scaldarsi. –Se avessi qualcosa di tutti loro, non saresti più il mio Alexander.-

Mio.
E’ qualcosa di nuovo, per me. Qualcosa che non avrei mai potuto immaginare: non pensavo neanche che qualcuno, un giorno, mi avrebbe amato semplicemente per quello che ero. Che io avrei imparato a convivere con ciò che sento, che sono e che provo.
Mi tiro su usando il gomito, appoggiato al cuscino: lo contemplo, forse per qualche istante, o per ore. Il tempo si ferma, quando i nostri sguardi s’intrecciano. Vorrei restare così per sempre: a osservarlo, perdendomi nei suoi occhi, ascoltandolo parlare, guardandolo muoversi sicuro e felpato come un gatto, mentre sceglie i vestiti o si trucca, o fa le sue magie.
Vorrei poter fermare il tempo, quando mi guarda e mi sorride, quando le sue labbra si muovono a formare parole che emozionano e fanno sussultare il mio cuore: quand’è triste, si appoggia a me, come se fossi io quello forte dei due. Quand’è arrabbiato, espone i suoi dubbi e mi chiede aiuto: quando mette il broncio o fa i capricci come i bambini piccoli, sono io a coccolarlo o a sgridarlo. Io, che non sono niente più che una persona schietta e riservata, e tremendamente insicura: l’unica cosa che conto sempre di fare, è proteggere lui e gli altri.

Mi dimostro forte anche quando, dentro, sono pieno di crepe: lo faccio soprattutto perché non voglio crollare, a mia volta, davanti a Magnus, e perché so quando ha bisogno di qualcuno a cui aggrapparsi per non cadere in pezzi. Nonostante sia uno Stregone immortale, è una persona normale, prova le stesse cose che proviamo noi, e ha i nostri stessi problemi: anzi, alcuni, addirittura, sono ancora più grossi e gravano su di lui come grossi macigni.
Tuttavia, da quando ci siamo incontrati, entrambi abbiamo rimesso insieme i cocci e ci siamo completati, migliorando le nostre vite, rimettendoci in sesto: sembreranno cose insensate da dire, ma è così. Smielato o meno, è vero: là dove io cedo, lui si erge. Dove lui manca, io compenso.
Mi cattura le labbra in un bacio, il suo profumo invade le mie narici, il sapore entra nella mia bocca: è caldo, confortante, bellissimo. Mi viene da piangere, ogni volta che ci penso: se rifletto su noi due, su ciò che siamo, su come sia la mia vita ora e com’era orrida prima. Vorrei esplodere in lacrime e grida di gioia, e risate: Magnus è come una tempesta. Inaspettato, complice, volubile, ma gentile: perché quando piove o scatena i suoi fulmini, o il suo vento ti sferza, qualcosa cresce rigoglioso tra le macerie.
E io lo amo, non perché è buono nei miei confronti: lo amo perché nel cuore lo sento, sento che è fatto per me.
Passiamo la nostra vita a cercare la metà dal quale siamo stati separati: lo disse Platone, raccontandolo in un mito. Spesso ci accontentiamo di qualcuno che incontriamo casualmente e con la quale ci sentiamo a nostro agio: ma con Magnus, non è assolutamente così.
Lui è tutto ciò che non mi sarei aspettato, ed è colui a cui sento di appartenere: è questo a renderlo la mia reale metà. Non so in che altro modo spiegarlo, non so come dirlo: è lui, è Magnus, ed è mio.

-Ti ho già detto che ti amo?-

-Non lo dici mai abbastanza, Alexander.-

E’ un bugiardo: sa che, se potessi, glielo direi ogni secondo, ogni attimo, ogni volta che restiamo soli e che posso avvicinarmi a lui. Ma poi perderebbe di significato, e io voglio che, quando glielo dico, sia speciale a modo suo.

-Bugiardo.- soffio, e lo bacio, lo stringo a me.

L’unica cosa che ora posso fare, è renderlo felice: ogni giorno, ogni ora, sino a quando non me ne andrò. Passare con lui tutti i momenti che l’Angelo mi concederà: non voglio pensare al futuro, al tempo che ci allontanerà.

Ora c’è lui, ed è qui, e non mi serve altro.

-Alexander…?- mi osserva, meravigliato come un bambino che apre gli occhi e guarda il mondo, nel suo lato più bello. –Riguardo alle tue parole di prima…..-

Inarco le sopracciglia, lo contemplo: quando mi guarda così, come se fossi la cosa più sbalorditiva e bella che ci sia, mi sento morire e rinascere, contemporaneamente.

-Sei semplicemente tu, e non mi serve altro.-

Sorride e io lo imito, contagiato dal suo carattere: ci stringiamo ancora, la pelle si fonde, il respiro è nostro, e penso al fatto che, davvero, non ho bisogno della perfezione. Non mi serve altro, possiedo tutto ciò che mi serve.
Ho Magnus, è tutto ciò che desidero.
E ciò che mi rende felice, amato, speciale.
Rendere ogni attimo unico.
E’ questa l’unica promessa che posso fargli: lo penso mentre facciamo l’amore, nel nostro letto.
Renderlo felice, è l’unica cosa che posso giurare di fare.
Non ho l’eternità, ho meno tempo, ma lo farò: con ogni modo e mezzo, con l’anima e il cuore, e tutto ciò che ho, io lo renderò felice.
Non perché sento di doverlo fare.
Ma perché è ciò che voglio fare.
Per lui.
Per me.
Per entrambi.

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Lo Stregatto Parla.
In attesa del nuovo capitolo della mia AU, vi lascio con questa shot sperando che possiate perdonarmi per l’immane ritardo: complice l’ispirazione mancata, e internet salterino, mi sono un po’ allontanata da quella storia. Avvicinandomi, però, ad altre due AU che voglio poi finire e pubblicare e, beh, ad uno spin-off di “Il mio elemento sei tu”.
Ma, non temete, prima finisco e poi inizio.
Beh, credo.
Di recente, mi sono chiesta se portare avanti “C/0” facendone una storia a capitoli oppure lasciarla semplice one-shot. Voi cosa ne pensate? Mi farebbe piacere conoscere il vostro parere a riguardo.
Con mille scuse da parte mia, e con la promessa che posterò, prima o poi, il nuovo capitolo (al mio ritorno da Lucca Comics, se non prima!) vi lascio con storia e disegno, sperando, come detto all’inizio, che possa tenervi buone sino ad allora. Un po’ come un antipasto.
Vi abbraccio e vi do anche un bacino, contente?
La vostra Stregatta * sorseggia lattecaffè* :3
  
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