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Autore: Alexiel Mihawk    26/10/2014    4 recensioni
Saori Kido è stata spesso vista come un personaggio negativo, nel corso della sua storia personale ha però seguito un lungo cammino di maturazione, di sviluppo, passando dalla giovane fanciulla viziata, abituata a vedere divenire ogni suo desiderio realtà, a una divinità vera e propria, sempre pronta a dare la propria vita per un ideale di giustizia, per un bene superiore.
Saori è poco amata dal fandom, ne sono consapevole e in parte dispiaciuta, perché penso sempre che questa ragazzina di soli tredici anni si sia ritrovata ad avere a che fare con qualcosa di più grande di lei e ogni volta mi domando come. Come sia riuscita ad affrontarlo.
Con questa breve raccolta vorrei fare un ritratto della sua persona per cercare di approfondire quei lati che troppo spesso lasciamo da parte, perché alla fine odiarla è più facile.
[Raccolta | Saori Kido ]
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Saori Kido
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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διχοτομα


Bianco e nero.
Quando sei giovane tendi a fare distinzioni molto nette tra gli opposti: giusto e sbagliato, buono e cattivo, ricco e povero, amore e odio. Non esistono le vie di mezzo; i sentimenti sono troppo forti, guidati da impulsi quasi incontrollabili, perché tu possa riuscire a farti condurre in ragionamenti lucidi e logici.
Saori ha tredici anni e le sue emozioni sono un agglomerato inconsulto e confuso, ma Atena ne ha più di duemila, è qui dall’alba dei tempi – poco dopo la nascita dell’universo stesso, o era dell’uomo? non ricorda più bene – e a modo suo sarà ancora qui quando il tempo cesserà di esistere. Quella massa disordinata è come un gomitolo di lana ai suoi occhi, basta districare il filo perché la verità appaia chiara e lampante.
Atena è consapevole che non esistono il bianco e nero, il bene assoluto e il male assoluto: la vita è una costante scala di grigi, alle volte i toni sono più scuri e la scala è ripida ed erta, altre invece la sfumatura è più chiara e la scala discende tranquilla verso un altro grigio, ancora indefinito. È un costante trovarsi nel mezzo. Perché Saori sa bene che non potrebbe esistere giustizia senza un crimine da giudicare, non potrebbe esistere ombra se non esistesse la luce; è una dicotomia senza fine quella del mondo a cui appartiene, un ossimoro vivente. D’altra parte lei ne è l’emblema più evidente, lei che è bene, ma anche male, che è giudice, giuria e carnefice: Atena è giustizia, ma è anche morte e a morte seguono sempre sangue e distruzione, e fin troppo spesso è accompagnata da guerra.
Per questo ogni tanto si ritrova a sorridere pensando a quanto sia stata idealizzata dai suoi cavalieri – e se non fosse una dea, forse le farebbe piacere chiamarli amici – che vedono in lei un ideale senza macchia, una divinità senza paura, che non verrà mai sconfitta, perché giusta. E dentro di sé pensa ad Aracne, pensa a Medusa, pensa a Tiresia, e senza tornare così indietro nel tempo pensa a cosa – ora, in questo momento della sua vita mortale – sia pronta a sacrificare pur di vincere in guerra e dentro di sé vorrebbe sentirsi turbata dalla risposta che si dà, ma così non è. Perché lei lo sa, il sacrificio è necessario, la morte è solo un tributo da pagare per una causa più grande. Il fine giustifica i mezzi, quando il fine è la pace.
Perché Atena è Promachos, è Nike, è Atritonia e la sconfitta non è contemplata.


 
 
NOTE: Prima di tutto qualche informazione pratica: La frase Atena è giustizia, ma è anche morte e a morte seguono sempre sangue e distruzione, e fin troppo spesso è accompagnata da guerra. è una eco di una drabble scritta un paio di anni fa sempre Saori centric che potete trovare qui. Aracne è la fanciulla che Atena trasformò in ragno ai tempi del mito come punizione per la sua Hybris, ma anche perché invidiosa della sue effetive abilità come tessitrice (ok, in realtà è un po' più complesso di così, ma non ho voglia di raccontare tutta la storia); Medusa venne trasformata in mostro per essersi congiunta a Poseidone nel tempio della dea; Tiresia venne reso ceco per averla vista nuda mentre faceva il bagno (e secondo me Tiresia direbbe che ne è valsa la pena, ma questo è un altro conto). In questo elenco la dea sta pensando a quanto sia ironico che le venga attribuito l’epiteto di giusta, perché se si deve a mettere a fare un esame di coscienza, non è che lei sia proprio una santa. I termini finali sono epiteti attribuiti alla dea e il loro rispettivo significato è: Promachos, prima in battaglia; Nike, dea della vittoriosa, in questo caso Atena vincitrice/vittoriosa; Atritonia è composto da Tryo – logorare – preceduto dall’alfa privativo e significa instancabile.
Questa flash, come la successiva, è legata al concetto di sacrificio e alla visione che Atena/Saori ha dello stesso.

Ora qualche notizia di ordine diverso: SONO SENZA INTERNET. Mi sono trasferita da poco in Francia per l'erasmus e stanno impiegandoci ere geologiche per attaccarmi e attivarmi internet, se dio vuole il 5 dovrebbe venire il tecnico. Fortunatamente fino al 3 sarò a Milano quindi sarò tra i vivi, se poi sparirò sappiate che non è per mancanza di ispirazione, ma per assenza di connessione, parte delle drabble sono infatti già scritte.
Detto ciò vi ringrazio di cuore per le bellissime parole e recensioni che mi avete lasciato risponderò a tutte piano piano!




   
 
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