Oh her eyes her eyes 

Make the stars look like they're not shining. 

Her hair , her hair 

falls perfectly without her trying 


She's so beautiful and I tell her every day 

 
Lydia Martin ha otto anni e tre mesi ed è seduta in tribuna, sulla punta della panchina grigiastra appiccicosa di Coca-Cola. Si guarda intorno, annoiata.

Ha i capelli tenuti stretti in due codini biondi, appena più scuri del sole e più chiari delle mele mature. Ha la bocca rosa chiusa in una linea retta. Ha gli occhi stretti, annoiati, occhi di quel verde un po’ marroncino che Stiles non riesce mai a riprodurre, quando disegna lui e Lydia e i loro figli – non che lo faccia spesso, eh! Solo qualche volta, quando lei gli sorride o gli risponde, di tanto in tanto, interrompendo l’incessante flusso di parole che generalmente esce dalla sua bocca. Ha le guance rosee, accaldate dalla luce dei riflettori troppo forti, quasi puntati su di lei – Stiles vorrebbe che fosse così, perché almeno il pubblico potrebbe vedere qualcosa di davvero bello, non lui che gioca a basket.

Lydia Martin ha otto anni e tre mesi ed è seduta a pochi metri da lui, sulla punta di quella panchina grigiastra dove Scott ha vomitato solo tre giorni addietro. Forse, se lo sapesse, non sarebbe così annoiata.

 

I know, I know 

When I compliment her she won’t believe me 

And it's so, it's so 

Sad to think she don't see what I see 

Lydia Martin ha dodici anni e mezzo e se ne sta accanto al palo della porta, in punta di piedi. Fissa il suo primo ragazzo correre per fare goal.

Ha i capelli sciolti al vento, capelli di quel biondo rossastro che Stiles ancora non riesce a definire. Ha la bocca aperta in muto grido di incoraggiamento. Ha gli occhi spalancati, vigili, occhi castani dai riflessi smeraldo che Stiles ha imparato a conoscere in tutti quegli anni, quando la guardava in silenzio e la studiava, sicuro che un giorno avrebbe scoperto la tattica per piacerle. Ha le guance troppo rosa, impiastricciate da un fard che ancora non sa usare – eppure è bella, bella da togliergli il fiato.

Lydia Martin ha dodici anni e mezzo e se ne sta a pochi passi da lui senza vederlo, senza farlo davvero. Forse, se sapesse che il suo ragazzo ha baciato Sarah Herrison dietro la scuola presterebbe più attenzione ai complimenti di Stiles.

 

And when you smile 

The whole world stops and stares for a while 

'Cause girl you're amazing 

Just the way you are 

 
Lydia Martin ha sedici anni e siede in terza fila, attenta.

Ha i capelli tenuti fermi da una pinzetta dietro la testa, capelli biondo fragola che ormai Stiles conosce come le sue tasche. Ha la bocca schiusa in un sorriso rosso di lucidalabbra. Ha gli occhi allegri, incantati dal movimento dei giocatori – pur a quella distanza, può coglierne ogni sfumatura. Ha le guance tinte di scuro, un rosa naturale e bellissimo.

Lydia Martin ha sedici anni e non sa che è il suo urlo a smuovere Stiles, a farlo correre più veloce che mai – più veloce degli avversari, di Denny, perfino più veloce di Jackson. Non sa che è lei, con il suo carattere tanto estroverso quanto timido, con le sue lacrime di quella sera al ballo, con la sua superbia e il suo sentirsi una spanna più in alto degli altri a far correre Stiles. Non sa che è il suo sorriso e le sue mani che applaudono e la sua presenza. Lei siede solo in terza fila, attenta.


N.d.A.: Okay, è la mia prima storia sul Fandom e ho una terribile paura di essere finita nell'OOC. Spero non sia così, in ogni caso tutti i consigli sono bene accetti ^^'