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Autore: Elvish    26/10/2014    0 recensioni
Attenzione. Riuscite a sentirlo? No?, certe, non siete per nulla attenti. Ma se voi ascoltaste attentamente il mondo intorno a voi, potreste sentirmi. Potreste sentire ME!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa é la mia seconda meravigliosa fantasmagorica eccezionale (viva la modestia) creazione. Sto cercando di migliorare, quindi siate pure spietati. Ma comunque spero vi piaccia. Buona lettura!! 
Attenzione. Riuscite a sentirlo? No?, certe, non siete per nulla attenti. Ma se voi ascoltaste attentamente il mondo intorno a voi, potreste sentirmi. Potreste sentire ME!
“chi sei tu, così silenzioso?” chiederà un qualunque umano.
Ottima domanda, e la risposta è molto semplice: sono una nota musicale!
Ma sono speciale, perché non faccio più rumore di un sospiro.
“che sciocchezza, le note musicali possono essere ascoltate senza alcun problema. Non sappiamo nulla di te”.
Poveri, poveri umani. Solo perché non riuscite a sentirmi pensate che non possa essere una note musicale. O, cosa ancora più terribile, pensate che io non esista.
Io sono una nota libera, sono naturale: sono il suono di un’idea che ora sta nascendo nella tua mente, il suono di un cuore innamorato, la colonna sonora dei tuoi sogni; sono l’istante di silenzio nella confusione. Sono una nota musicale, ma sono anche Silenzio.
Qualche compositore ha provato a suonarmi ma non erano in grado: o per distrazione o per sfortuna mi persero.
Per esempio Mozart: era un uomo geniale e dopo avermi sentito un giorno, decise di mettermi in una sinfonia, così mi trascrisse; ma era davvero molto disordinato, io scivolai giù dal pentagramma e lui mi dimenticò.
Poi  incontrai Beethoven in un delicato pomeriggio di primavera: stava passeggiando nel parco, e le note della sinfonia che stava componendo in quel periodo, lo seguivano come se fossero tante piccole anatre. Capì che ero lì e gentilmente mi chiese di unirmi alla fila. Io ero felicissima, ma mentre camminavamo un’altra nota, gelosa, mi spinse, e io chiamai il compositore ma era sordo e non si accorse di quello che era accaduto, e rimasi sola di nuovo.
Poi un tizio, un tale Shubert, mi sentì in un paesaggio delle montagne d’Austria. Finalmente ero in una composizione! Ma - com’è ironico il destino a volte- si addormentò e il vento mi portò via di nuovo. Da quello che ho saputo la sinfonia è ancora incompleta.
Tanti compositori ebbero lo stesso destino: Puccini, Wagner, Verdi, Borodin e potrei dirvi tantissimi altri nomi.  Ed io sono sinceramente triste per questo: voglio essere suonata, come  ogni altra nota musicale voglio essere ascoltata.
“ma hai detto di essere una nota musicale libera,  naturale, e hai detto di essere ovunque. Perché vuoi essere imprigionata in una melodia umana?”
Miei cari umani, c’è un errore: io voglio che voi mi ascoltiate.
“ma tu sei nella Natura, così che chiunque possa ascoltarti. Giusto?”
Sì, questo è vero. Ma ogni nota musicale ha un messaggio, qualcosa da dire al mondo, ma quelle note sono state create da voi umani, e così non avete problemi a capirle.
Ma non siete più capaci di ascoltare me, e questa è la cosa peggiore, perché in questo modo non vedete più i colori del tramonto, non ascoltate più il suono del mare, non ascoltate il suono delle stelle, e io sono tutte queste cose: io sono il suono delle meraviglie dell’universo. Se voi non riuscite ad ascoltarmi, non capirete il mondo intorno a voi e lo spazio sopra di voi.
Voglio essere trascritta in una melodia umana per essere amplificata e unita alla vostra mente. Io vivo per comunicare il mio messaggio a tutti, ma se non ci riuscirò sarò inutile, e non posso accettarlo.
Cos’, la nota chiamata H girò il mondo, cercando di essere ascoltata: andò nella dolce melodia nella sala di attesa di un dentista, e chi l’avrebbe sentita avrebbe fatto grandi cose; ma nella stanza tutti riuscivano a sentire solo il metallico rumore del trapano del dentista. Poi andò nelle gocce di un tubo rotto, ma la gente lo considerava fastidioso e chiamava l’idraulico. Andò allora nel vento d’autunno, ma tutti avevano freddo, si coprivano la testa con il berretto di lana e non sentivano più nulla. Andò nella chitarra di uno zingaro che suonava nella metropolitana, ma questi veniva sempre cacciato via senza essere ascoltato.
Sfortunatamente, la nota aveva ragione: perché, umani, non riusciamo a sentirla? Cosa ci impedisce di cogliere pienamente la musica e la perfezione delle cose?
Ma un bel  giorno, la nota fu fortunata: decise di lasciare la chitarra dello zingaro e iniziò a camminare. Improvvisamente, alcune grosse borse le caddero addosso. Le raccolse la proprietaria, una donna che tornava a casa. La nota scivolò nella sua tasca e aspettò.
La sera quella donna era con un bambino. Suo figlio. Si era svegliato per colpa di un brutto sogno. Sua madre gli stava vicino, e quando il piccolo le chiese di stare con lei almeno finché i mostri non fossero andati via da sotto il letto, iniziò a cantare una vecchia, stonata ninnananna, e lo abbracciò.
La nota non ci pensò troppo e saltò tra le altre note.
E il bambino si sentì al sicuro: lentamente scivolò nel sogno e iniziò a sognare. Vicino a sua madre, sognò una piccola vocina, che lo salutava cordialmente, e lo invitava a entrare nel mondo dei sogni. Era bellissimo: ogni suo desiderio era lì,ad aspettare lui e i suoi amici.
Non fece mai più brutti sogni. Forse non farà grandi cose, o forse sì, ma io so- non tutti lo sappiamo-sarà sempre felice.
Tutti possono vedere e capire il mondo, bisogna solo ascoltare il suono delle piccole cose. Lo sentite?
   
 
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