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Autore: inu_ka    27/10/2014    1 recensioni
il passato a volte può essere davvero doloroso soprattutto se chi ti fa soffrire è la persona che dovrebbe lenire il dolore. A volte anche una madre può essere crudele con il proprio figlio, e questo è quello che è accaduto ad Inuyasha. Ma se una madre in punto di morte vuole chiedere perdono al proprio figlio per il male che gli ha fatto, cosa succederà? Sarà disposto a perdonarla?
Genere: Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: inu taisho, Inuyasha, izayoi, Kagome, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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K: Pronto.
Se: Kagome sono Sesshomaru, Inuyasha è in casa?
K: No è andato a prendere Serin all’asilo, puoi dire a me se vuoi altrimenti dovrai aspettare che torna perché ha lasciato qui il cellulare, ultimamente è un po’ sbadato non so perché.
Se: Va bene chiamo dopo è una questione un po’ delicata.
K: Se arriva prima ti faccio chiamare da lui. Ciao salutami Rin e dai un bacione alle gemelle.
Se: Sarà fatto, ciao.
Terminata la chiamata Kagome cominciò a rassettare la camera della bambina dove erano sparsi i giocattoli.
K: Accidenti mai che mettano i giocattoli al loro posto. Non se sia più bambina Serin o il padre, vabbè.
Disse sospirando.
K: Però è bello vederli sorridere, chissà Sesshomaru cosa voleva.
Dopo una mezz’oretta si ritirarono tutti sorridenti.
K: Finalmente vi avevo dati per dispersi.
I: Bhe abbiamo fatto un giro al parco giochi.
S( Serin): Sì papà bravo, fatto volare sull’altalena.
K: Inuyasha quante volte devo dirti che non devi spingerla veloce sull’altalena?
I: Eddai non succederà un bel niente. Non sarò un demone completo ma sono pur sempre un mezzo demone e quindi la forza e la velocità non mi manca. E poi la signorina qui presente mi aveva promesso di non dire niente alla mamma. Non è così?
Disse prendendo delicatamente la bambina e portandosela all’altezza del viso. Kagome ogni volta che li vedeva così si emozionava. Ricordava bene l’Inuyasha che aveva conosciuto quando entrambi erano piccoli. Lui era sempre triste, arrabbiato e a volte anche violento. Aveva sofferto molto per la sua condizione di mezzo demone e il fatto di avere un fratello che era un demone completo non lo aiutava per niente anche se lui non glielo faceva pesare per niente. Ora l’Inuyasha che aveva davanti a se era completamente diverso. Era dolce, affettuoso e protettivo, a volte anche troppo, e per lei vederlo finalmente felice era la cosa più bella che potesse desiderare.
Lei gli era sempre stato accanto nonostante il carattere scontroso che aveva, perché lei guardava oltre le apparenze, e aveva capito che lui si comportava così solo per proteggersi. Con gli anni era cambiato anche grazie a lei che gli aveva insegnato ad accettare la sua condizione di mezzo demone e avevano finito col mettersi insieme e in seguito erano andati a convivere. Ricordava bene il momento in cui gli aveva detto di aspettare un bambino, inizialmente si era incupito ma non perché non lo volesse ma solo perché temeva di condannarlo a vivere una vita come quella che aveva passato lui, però lei gli aveva fatto capire che loro sarebbero stati dei perfetti genitori così cambiò immediatamente umore promettendo che non avrebbe mai fatto mancare niente a suo figlio. E per quello che vedeva adesso Kagome, Inuyasha aveva mantenuto perfettamente fede alla sua promessa.
Inuyasha si accorse che Kagome si era incantata a guardarli, così li passò una mano davanti agli occhi per ridestarla.
I: Kagome, ci sei?
K: Eh, sì ero sovrappensiero. Ah mi sono ricordata che poco fa ha chiamato tuo fratello e mi ha detto che ti avrebbe richiamato.
I: E non poteva dire a te cosa voleva?
K: No ha detto che è una questione delicata.
A quella frase Inuyasha posò la bambina a terra, con il disappunto della piccola che voleva rimanere in braccio al padre, ed assunse un espressione cupa. La gioia che aveva mostrato prima era volata via al suono di quella semplice frase.
K: Inuyasha tutto bene? Perché non lo chiami tu.
S: Papà in braccio.
Disse la bambina piagnucolando.
K: Serin ascolta papà deve fare una chiamata importante e quando avrà finito giocherete insieme. Va bene?
S: Sì. Mamma perché papà diventato triste? A chi chiamare?
Kagome osservò la piccola e constatò per l’ennesima volta che la bambina era proprio come il padre. Anche lui aveva la capacità di capire gli stati d’animo degli altri.
K: No papà non è triste, è solo che quando deve chiamare zio Sesshomaru non gli piace.
S: Perché lui fa punture.
K: Esatto, adesso perché non vai di la a giocare? Tra poco viene anche la mamma.
S: E papà.
K: Sì anche papà adesso da brava bambina vai nella tua stanzetta.
Così la bambina obbedì a sua madre e andò nella sua cameretta mentre Kagome andò da Inuyasha.
K: Inuyasha forza chiamalo forse deve solo dirti che sono arrivati i risultati delle analisi che hai fatto la settimana scorsa.
I: Kagome già mi ha avvisato per quello e stamattina prima del lavoro sono andato a ritirarli.
Kagome li posò una mano sulla spalla era chiaramente preoccupata per quello che poteva essere uscito, ma lui le sorrise.
I: Tranquilla sono in perfetta salute. Ne dubitavi?
K: No. allora se non è per quello perché hai fatto quella faccia?
I: Kagome lui lavora in ospedale, e se per caso volesse dirmi qualcosa di lei? Io non la voglio sentire più nemmeno nominare.
K: Inuyasha tranquillo con te ci siamo noi non può farti niente. Adesso chiama.
I: Va bene.
Così Inuyasha chiamò suo fratello a casa sua per vedere se aveva terminato il suo turno.
Se: Pronto.
I: Sesshomaru, Kagome ha detto che volevi parlarmi di una questione delicata. Ti avviso se si tratta di lei non ne voglio sapere niente per me quella donna è morta tanti anni fa.
Se: Inuyasha mi dispiace ma è di lei che si tratta.
I: Ti ho detto che non ne voglio sapere.
Se: Stupido prima ascolta e poi parla. Stamattina è arrivata con un codice rosso.
I: E con ciò?
Inuyasha diventava sempre più nervoso e Kagome per farlo calmare lo fece sedere sul divano e lo abbracciò poggiando la testa sulla sua spalla anche lui di rimando la abbracciò.
Se: Inuyasha è gravemente malata non fa altro che nominare il tuo nome, mi ha fatto chiamare più volte per dirmelo.
I: Non ci siamo capiti, lei per me non esiste più, e qualunque cosa le stia capitando ben le sta è quello che si merita.
Se: Io ti ho avvisato poi vedi tu quello che vuoi fare ma sappi che non le resta molto da vivere.
I: Tzè, non mi importa. Ciao salutami Rin e i bambini.
Così Inuyasha chiuse il telefono poi abbassò la testa nascondendo i suoi occhi ambrati sotto la frangetta del colore della luna.
K: Inuyasha forza non fare così, non ti vorrai far vedere in questo stato da quella peste di nostra figlia? Sappi che si è accorta di tutto.
I: Mi dispiace non volevo. Nostra figlia è fortunata ad avere una madre come te.
K: E’ di lei che si tratta?
I: Sì, Sesshomaru ha detto che è gravemente malata e continua a chiedere di vedermi. Tzè sul serio si aspetta che io vada.
K: Inuyasha dovresti andare poi una volta che sarai lì deciderai cosa dirgli. Ti accompagno io se vuoi. Lasciamo la bambina con Rin e andiamo oggi stesso così ti togli il pensiero.
I: Kagome ma ti rendi conto di quello che dici?
Disse urlando mentre senza che se ne accorgessero la bambina li stava osservando con le lacrime agli occhi.
S: Noooo… perché mamma e papà litigano. Non vi volete più bene?
Kagome prese in braccio la bambina cullandola mentre Inuyasha le poggiò una mano sul viso asciugandoli le lacrime.
I: Ma no che dici. Papà e mamma non stavano litigando.
S: E allora perché hai gridato?
I: Ehm papà ha detto così alla mamma perché lei vuole lasciarti con lo zio ghiacciolo oggi per andare a fare un servizio.
S: Sì bello a me piace zia Rin e zio Searu.
K: Inuyasha vedi com’è più matura tua figlia di te? Non riesce ancora a dire il nome di tuo fratello ma a modo suo lo dice, non come te che continui a dirgli che è un ghiacciolo.
I: Perché davvero lo è.
S: No zio Searu quando tu non ci sei da tanti baci a me e a zia Rin come quelli che tu dai a mamma.
I due arrossirono alle parole della bambina.
I: Non ci credo, non riesco ad immaginarmelo così.
K: Ehi tuo fratello ama Rin e non per nulla hanno due figli.
I: Sì due al prezzo di uno.
S: Papà anch’io voglio fratellina, me la compri?
K: Ahhahha bel modo per dire che le va bene un fratello o una sorella. Piccola quelli non si comprano.
S: Uffa fate come fatto con me.
Ancora una volta Serin era riuscita a far arrossire i suoi genitori.
I: Va bene. Allora Serin oggi pomeriggio vuoi andare da zia Rin?
Disse guardando Kagome che con un lieve sorriso annuì. Dunque Inuyasha aveva accettato di andare a trovare sua madre per l’ultima volta.
S: Sìììì.
I: Va bene allora dopo il riposino andiamo.
Dopo pranzo Kagome mise a dormire la bambina e ne approfittò anche lei mentre Inuyasha era rimasto sul divano dove venne assalito dai ricordi più dolorosi del suo passato.
Pensò a com’era stata la sua infanzia.
FLASHBACK
I: Mamma papà non litigate.
Disse il bambino piangendo.
Iz( Izayoi): Zitto è colpa tua da quando sei nato non hai portato altro che scompiglio in questa casa.
In( Inu): Fa silenzio e non parlare così al bambino, non è colpa sua se ho sposato una serpe invece di una donna. Dov’è finita quella ragazza dolce e gentile che ho conosciuto e di cui mi sono innamorato?
Iz: Non è mai esistita. Davvero pensi che mi sarei messo con un vedovo che aveva già un figlio?
In: Già l’ho capito dopo che tu lo hai fatto per soldi. E dimmi lui per cosa l’hai fatto?
Iz: E’ stato un terribile sbaglio ed è anche uno scherzo della natura, o non vedi la differenza tra lui e il fratello?
In: Non vedo nessuna differenza sono entrambi miei figli demoni o mezzo demoni che siano io li amo in egual modo.
Iz: Belle parole intanto Sesshomaru viene rispettato e ben voluto da tutti mentre questo ibrido torna sempre a casa con qualche livido e i vestiti strappati. Cosa mi dici?
In: Non dico un bel niente per me non c’è nessuna differenza.
Iz: Per gli umani e i demoni sensati sì. Mi vergogno di aver partorito uno come lui, non sarebbe mai dovuto nascere. Tu mi hai impedito di abortire adesso anche le mie amiche a causa sua non mi parlano più.
Inuyasha non ce la faceva più a sentire anzi aveva ascoltato fin troppo così se ne andò.
In: Inuyasha vieni qui. Maledetta se gli succede qualcosa hai chiuso con me.
Così le diede uno schiaffo e si diresse verso la stanza del bambino, sperando di trovarlo lì.
In: Inuyasha apri la porta. Su la mamma era solo arrabbiata non voleva dire quelle cose.
I: Non è vero, la mamma me lo dice sempre che è colpa mia se voi non andate più d’accordo.
Inu era rimasto shoccato davvero quella donna era capace di tanta cattiveria.
In: Figliolo ti prego apri la porta così parliamo da uomo a uomo.
Disse sforzandosi di sembrare quanto più tranquillo, così il bambino aprì la porta.
Inu strinse forte a se suo figlio, era vero Inuyasha o Sesshomaru, mezzo demone o demone, per lui non faceva differenza.
I: Papà perché sono nato?
In: Perché lo abbiamo voluto.
I: Non è vero. Mamma dice sempre che lei non mi voleva e che per farmi nascere tu gli hai detto che l’avresti mantenuta a vita. dice che anche quando sono nato ci stava ripensando e voleva che io morissi. Papà dimmi è vero?
Era vero Izayoi non voleva che Inuyasha vivesse ma come poteva dire una cosa del genere ad un bambino di appena dieci anni.
In: Inuyasha quello che dice la mamma non è vero. Vedi io ti voglio tanto bene e anche tuo fratello a modo suo te ne vuole, lascia stare quello che dice tua madre.
I: Papà lo so che tu e Sesshomaru mi volete bene però perché non posso avere una mamma come tutti i bambini? Sesshomaru dice che la sua era l’opposto della mia e lui in camera sua ha tante foto.
Poi si interruppe e iniziò a piangere a dirotto, suo padre cercò di calmarlo ma con scarsi risultati. Ad un certo punto Inuyasha urlò.
I: Perché non sei rimasto con la mamma di Sesshomaru.  Perché mi hai fatto nascere? Vi odio, vi odio tutti.
Dopo questo Inuyasha uscì di corsa dalla camera e anche da casa mentre usciva sua madre ghignava felice. Corse per non so quanto tempo finchè urtò contro qualcuno.
K: Ahia stai attento.
I: Che vuoi togliti dai piedi.
K: Non si trattano così le bambine sei un bambino cattivo.
I: Non sono un bambino sono un mezzo demone.
K: Non mi interessa per me mezzo demone o bambino non fa differenza.
Inuyasha rimase sorpreso per la prima volta qualcuno non lo aveva insultato per la sua natura semi demoniaca.
I: Davvero non hai paura di quello che sono?
K: No però sei un gran maleducato e vedo che non hai intenzione di chiedere scusa. Comunque mi chiamo Kagome Higurashi, e tu? O vuoi fare il maleducato anche in questo?
I: Mi chiamo Inuyasha No Taisho.
K: Aspetta il tuo nome l’ho già sentito. Ah ora ricordo tu non sei quello che fa a botte con tutti.
Ecco la sua unica opportunità di avere un’amica era sfumata grazie alla sua reputazione.
I: Sì.
Disse dispiaciuto.
K: Perché lo fai? Gli altri ti prendono in giro per le tue tenere orecchie?
I: Tenere orecchie? Ma che assurdità dici?
K: Sono così graziose sembrano quelle del cane di un mio amico.
I: Non sono un animale.
K: Lo so sei un mezzo demone scontroso e scorbutico che non vuole chiedere scusa alle bambine. Comunque non sei l’unico che prendono in giro, lo fanno anche con me.
I: E perché?
K: Perché porto gli occhiali.
I: Solo per questo?
K: E perché non ho il papà, molti dicono che se n’è andato perché io sono brutta per via degli occhiali e quindi lui se n’è andato.
Inuyasha stentava a credere molti avevano la cattiveria nel sangue. Dunque gli umani non prendevano in giro solo i mezzi demoni, ma prendevano in giro anche i loro simili. Si stupì anche di quanto stesse parlando, non lo aveva mai fatto con nessuno anche perché nessuno lo voleva fare con lui. Poi si decise a fare la domanda di cui temeva che la risposta fosse come la sua.
I: E la tua mamma non ti difende?
K: Sì che lo fa. Lei è una donna stupenda e anche una bravissima madre nonché ottima cuoca. Mi dice sempre che non devo dargli ascolto e che il mio papà è lassù che mi protegge.
I: Quindi tuo padre è morto?
K: Sì una brutta malattia se lo è portato via. E la tua non ti difende?
Inuyasha si rabbuiò e rispose con un tono secco pieno di amarezza.
I: No lei mi odia. Se non ti dispiace adesso vado a cercarmi un posto dove stare.
K: Non torni a casa tua?
I: No finirebbero col litigare di nuovo per colpa mia.
K: Puoi venire a casa mia se vuoi, la mamma non mi dice niente, poi c’è il mio fratellino che sarà felicissimo di vedere un maschietto a casa lo è sempre quando viene Miroku. Ora che ci penso oggi vengono anche lui e la mia migliore amica. Vedrai ci divertiremo. Però il tuo papà non si preoccuperà se non avvisi?
I: No non preoccuparti non voglio dare fastidio.
K: Ma che scemenze dici.
Così lo prese per mano e lo tirò finchè non arrivarono a casa sua.
Come aveva detto Kagome sua madre fu felice di ospitarlo.
 MK(mamma di K): Kagome è un tuo amichetto questo?
K: Sì mamma resta da noi. Può rimanere?
MK: Ma certo. Dimmi come ti chiami?
I: Inuyasha.
MK: Dimmi la tua mamma sa che sei qui?
Inuyasha abbassò la testa non gli andava di raccontare come stavano le cose, fortunatamente in suo aiuto venne Kagome.
K: Ehm mamma noi andiamo a giocare in camera mia poi scendo a prendere i biscotti.
Kagome fece l’occhiolino a sua madre che capì subito che a breve sua figlia gli avrebbe detto come stavano le cose.
K: Inuyasha aspetta qui, vedo se la mamma ha preparato i biscotti.
Inuyasha annuì mentre Kagome scese giù.
K: Mamma sono pronti i biscotti?
MK: Sì.
K: Grazie.
Kagome si fermò ancora un po’ per dire a sua madre quello che le aveva detto Inuyasha.
MK: Kagome bisogna avvisare comunque, la sua famiglia saranno sicuramente in pensiero.
Inuyasha stava ascoltando da  sopra le scale.
I: No non voglio non chiamate mia madre a lei non interessa niente di me anzi sarà felicissima.
MK: E il tuo papà?
I: Lui sì.
MK: Allora chiamiamo il tuo papà e diciamo che rimani qui. Se vuoi puoi dormire anche qui nella camera di Sota.
K: Mamma possiamo dire a Miroku e a Sango di dormire qui così staremo tutti insieme.
MK: Buona idea. Allora Inuyasha facciamo così?
Il bambino annuì così chiamarono suo padre.
MK: Pronto parlo con il signor No Taisho?
Se: Ora lo chiamo.
In: Pronto.
MK: Pronto signor No Taisho volevo dire che suo figlio è qui da noi.
In: Oh siano ringraziati i Kami. Mi dica come sta? Non è ferito o altro?
MK: No no sta benissimo.
Disse facendo l’occhiolino al bambino.
MK: Le volevo chiedere se per lei va bene di farlo dormire qui da noi.
La madre di Kagome fornì l’indirizzo di casa sua con il loro numero di telefono.
In: Per me va bene sempre se non le da fastidio.
MK: Si figuri.
In: Signora Higurashi la ringrazio.
MK: Di niente. Per i vestiti non si preoccupi quelli di mio figlio dovrebbero andarli. Buongiorno.
Chiuso il telefono la signora riferì la decisione che aveva preso suo padre.
MK: Non mi è sembrata una persona cattiva.
I: No no lui è una persona bravissima.
Dopo poco arrivarono anche Sango e Miroku. Inuyasha passò così il più bel giorno della sua vita.  
Dopo quel giorno divennero sempre più amici soprattutto con Miroku mentre con Kagome col tempo divennero qualcosa di più. Ora erano una famiglia
Qualche anno dopo i suoi genitori si erano separati e lui e suo fratello andarono a vivere con il padre. Da allora non aveva quasi più visto sua madre. Non l’aveva invitata al suo matrimonio e nemmeno fatto vedere la sua bambina. Con lei lui aveva chiuso per sempre.
FINE FALSHBACK
Inuyasha si svegliò con il volto rigato dalle lacrime, ma non perché le mancasse la madre ma per la rabbia per quello che le aveva fatto. Se non avesse avuto Kagome al suo fianco a quest’ora non sapeva che fine avrebbe fatto.
K: Inuyasha stai bene?
I: Sì.
K: Hai pianto. Inuyasha ci ho pensato bene non sei costretto ad andare se questo ti fa stare così male, non voglio vederti così.
I: Figurati è stato solo un momento di debolezza non è niente. Quella donna non merita le mie lacrime è stata la rabbia a farmi piangere e Kagome ancora una volta ti ringrazio è grazie a te se sono così.
K: Inuyasha il passato è passato lo so che è difficile ma non devi pensarci. Diciamo che una cosa buona l’ha fatta.
I: Sì ci ha fatto scontrare.
K: E non ti ha fatto chiedere scusa, anzi le aspetto ancora.
I: Non te lo dirò mai.
Disse facendo la linguaccia.
I: Comunque oggi vado voglio proprio vedere cos’altro sputerà anche in punto di morte. Tu non preoccuparti vado da solo resta con Rin almeno non resterà sola con tutte quelle pesti.
K: Sei sicuro? Vedi che non c’è nessun problema per me e poi Rin è rimasta molte volte da sola con tutte e tre le bambine.
I: No Kagome preferisco andare da solo, ci vediamo quando finisco tanto non ci metterò molto.
K: E va bene come vuoi tu. Ti ho messo i vestiti sul letto.
I: Grazie tesoro sei una moglie perfetta. “una come te avrebbe dovuto trovare mio padre non una come mia madre”.
Pensò.
Dopo essersi preparati Inuyasha accompagnò le sue donne, come amava chiamarle lui, da suo fratello.
I: Kagome quando finisco ti chiamo, ciao.
Diede un bacio a sua moglie ed uno alla sua piccolina.
S: Papà fai il bravo o zio Searu ti fa la puntura.
R: ahhahaha questa bambina è uno spasso. Brava piccola di al tuo paparino che se fa il monello zio gli fa la bua.
S: Papà io faccio la brava così zio Searu mi da tanti bacini.
I: Rin è vero che Sesshomaru la bacia?
R: Bhe si che male c’è in fondo è sua nipote.
I: No è che non me lo riesco ad immaginare. Ah siete pregati di non sbaciucchiarvi davanti alla bambina sai racconta tutto al suo papà, è vero?
S: Sì e anche a mamma.
Rin diventò rossa per l’imbarazzo ma sparì subito quando Inuyasha salutò per andarsene, sul viso di Kagome si era dipinta un’espressione preoccupata. Non sapeva cosa sarebbe successo e non vedeva l’ora che la giornata finisse.
Arrivato in ospedale Inuyasha cercò la stanza dove si trovava sua madre. Suo fratello aveva detto la verità non le sarebbe rimasto molto da vivere infatti respirava con l’ausilio dei macchinari e aveva varie flebo attaccate. Quando lei lo vide sorrise e lui entrò mostrandosi sempre freddo.
Iz: Inuyasha sei venuto.
I: Non ho intenzione di restare a lungo.
Iz: Capisco. Inuyasha come vedi non mi resta molto da vivere.
I: E in punto di morte ti sei ricordata di avere un figlio? E dimmi per caso hai cercato anche mio padre? O è vero dimenticavo che ti ha sbattuto fuori casa anni orsono. Dimmi cosa vuoi e sbrigati a differenza tua io ho qualcuno che mi aspetta.
Iz: Mi dispiace per quello che ti ho fatto in passato ma cerca di capire ero una ragazza se fossi stata più grande, più matura non ti avrei di certo trattato così.
I: Una ragazza? Ma ti rendi conto di quello che dici? L’amore per un marito o per i figli non ha età. Kagome era più piccola di quanto lo eri tu quando è uscita incinta e a differenza tua lei ama nostra figlia e se provi a toccarla diventa una bestia, la stessa bestia che eri tu nei miei confronti. Lei lo fa per proteggerla e non per incolparla di essere nata e anche mia figlia è un mezzo demone ma a lei non importa. Tu invece cos’hai fatto per me? Niente mi hai solo rinfacciato ogni giorno della mia vita però in uno di questi ho incontrato una donna che mi ama per quello che sono e che se qualcuno prova ad ironizzare sulla mia natura lo aggredisce, come avresti dovuto fare tu. Mi dispiace ma le tue scuse non mi servono a niente e soprattutto non mi servi tu.
Iz: Lo so che è troppo tardi ma ti prego perdonami.
I: No sarei un bugiardo a dire che ti perdono. Non ti perdono per il semplice motivo che è impossibile perdonarti. Cosa speri di ottenere la pace eterna chiedendomi perdono? Bhe se è per questo che mi chiedi perdono sono spiacente ma non l’avrai, non meriti di riposare in pace perchè nell’aldilà dovrai soffrire come hai fatto soffrire me, mio padre e mio fratello.
Iz: Che centra tuo fratello? Non avevo nessun obbligo di volerlo bene, lui non mi apparteneva.
I: Io sì e tu hai trattato me peggio di come trattavi lui. L’ho sempre invidiato, non perché è un demone completo ma semplicemente perché ha avuto una madre di cui serba un bellissimo ricordo. Io invece coso devo ricordare di te, la patetica scenetta teatrale che stai facendo adesso? Si me la ricorderò e mi farò due risate.
Iz: Figliolo ti prego…
I: Non chiamarmi così. Sai tutta questa bella chiacchierata mi ha fatto tornare alla mente una canzone che ascoltavo quando ero piccolo e immaginavo me e te come protagonisti. Se vuoi te la faccio ascoltare è  l’unica cosa che farò per te.
Inuyasha prese il cellulare e digitò il nome della canzone “ROOM OF ANGEL”.
 
You lie silent there before me
Your tears they mean nothing to me
The wind howling at the window
The Love you never gave
I give to you

Really don't deserve it
But now there's nothing you can do
So sleep in your only memory of me
My dearest mother
Here's a lullaby to close your eyes goodbye
It was always you that I despised
I don't feel enough for you to cry, oh well
Here's a lullaby to close your eyes goodbye
Goodbye...
Goodbye...

So insignificant sleeping dormant deep inside of me
Are you hiding away lost
Under the sewers, maybe flying high in the clouds
Perhaps you're happy without me

So many seeds have been sown in the field
And who could sprout up so blessedly, If I had died
I would have never felt sad at all
You will not hear me say I'm sorry
Where is the light, I wonder if it's weeping somewhere

Tu menti silenziosamente prima di me
Le tue lacrime non significano niente per me
Il vento che ulula alla finestra
L'Amore che non mi hai mai dato
Io lo do a te

 Davvero non lo meriti
Ma ora non c'è niente che puoi fare
Quindi, dormi nell’ unica memoria che hai di me
Mia carissima madre
 Ecco una ninna nanna per farti chiudere gli occhi addio
E 'stato sempre te che disprezzavo
Non mi sento ancora di piangere per voi, vabbè
Ecco una ninna nanna per farti chiudere gli occhi addio
Arrivederci ...
Arrivederci ...

 Così insignificante da letto dormiente dentro di me
ti Stai nascondendo
Sotto le fogne,o forse stai volando alto tra le nuvole
Forse sei felice senza di me

 Così molti semi sono stati seminati nel campo
E chi potrebbe spuntare così fortunatamente, se fossi morto
non Mi sarei mai sentito triste
Non sentirete dire mi dispiace
Dove è la luce, mi chiedo se stai piangendo da qualche parte
 
 
Mentre la musica andava avanti Inuyasha si perse nei suoi pensieri, mentre sua madre al suono di quelle parole suonate da quella dolce melodia cominciò a piangere. Quella melodia era tanto dolce quanto crudele.
I: Quando ero piccolo davvero ti amavo nonostante tu mi odiassi, non ne comprendevo il motivo in fondo non davo nessun fastidio, ma tu non mi hai mai amato. Le lacrime che adesso stai versando per me non hanno alcun significato forse in passato lo avrebbero avuto ma adesso è tardi per rimediare perciò la chiacchierata di oggi è l’unico ricordo che avrai di me. Ti ho sempre disprezzata per quello che mi hai fatto, anche dopo che tu e papà vi siete lasciati tutt’ora ti disprezzo e il vederti ridotta così non mi fa alcun effetto, mi dispiace ma per te non verserò nemmeno una lacrima. Ricordo ancora il ghigno che mi hai fatto quel giorno che scappai di casa e il viso amareggiato che hai fatto alla madre di Kagome quando mi riportò a casa. E dopo tutto questo pretendi che ti perdoni? E’ già troppo se sono venuto e di questo devi ringraziare Kagome la donna che tu hai odiato perché lei mi aveva reso felice. Non verserò una lacrima per te non lo meriti e non ti chiederò scusa perché per colpa mia sei rimasta sola. Perciò mamma dopo questo ti dico davvero addio, torno da chi amo e da chi mi ama mentre tu rimarrai sola per quel poco che ti resta da vivere. Muori sola come un cane.
Iz: Inuyasha.
Inuyasha non si voltò nemmeno e continuò a camminare. Sapeva di essere stato duro ma era quello che si meritava e lui dopo tanti anni era riuscito a dirgli tutto ciò che aveva provato nella sua infanzia. Nei corridoi incontrò suo fratello che gli chiese cosa avesse fatto ma lui non diede spiegazioni.
Si diresse verso casa del fratello per andare a prendere le sue donne.
Din don din don
S: Mamma papà arrivato.
Re( Reira): No è il mio papà.
S: No il tuo è a fare le punture e se fai la cattiva fa a te.
K: Bambine non litigate ora vediamo, tanto o prima o dopo tutti i papà torneranno.
Rin nel frattempo andò ad aprire la porta.
Re: Mamma è papà?
R: No è lo zio Inuyasha.
Re: Uffa volevo papà.
S: Visto? E’ il mio papà.
Disse facendoli la linguaccia e correndo verso il padre.
I: Ehi Serin cos’è questo baccano e perché Reira piange?
S: Voleva lo zio Searu.
I: Reira papà sta per tornare non ti preoccupare.
Kagome lo guardò teneramente era impressionante come riusciva a farsi capire dai bambini lei a volte con Serin doveva alzare la voce mentre lui solo parlando, suo fratello invece solo guardando.
Dopo un po’ suonarono alla porta e questa volta fu l’altra gemella a correre verso la porta.
Sei(Seiko): Mamma è arrivato papà.
Rin aprì la porta ma nemmeno questa volta era Sesshomaru.
S: Nonno Inu.
Serin corse in direzione del nonno buttandosi addosso stessa cosa fecero Reira e Seiko.
R: Bhe visto che ci siamo tutti e manca solo Sesshomaru che ne dite di cenare tutti insieme?
K: Per me va bene ti do anche una mano. Voi cosa dite.
I: Ok.
In: E’ sempre un piacere stare in famiglia con queste pesti di nipotine.
Dopo un’ora arrivò anche Sesshomaru, per la gioia delle gemelle, così cenarono e verso il tardi tornarono tutti a casa. A tavola nessuno menzionò Izayoi, davvero era stata lasciata a se stessa. Dopo qualche giorno morì ma nessuno di loro andò al funerale. Inuyasha pensò ad una sola frase.
I: Si dice che l’erba cattiva non muore mai, ma io spero vivamente che tu sia morta. E sono sicuro che anche la tua anima presto morirà perché non ci sarà nessuno che ti ricorderà. Addio.

Here's a lullaby to close your eyes goodbye
It was always you that I despised
I don't feel enough for you to cry, oh well
Here's a lullaby to close your eyes goodbye
Goodbye...
Goodbye...

ANGOLO DELL'AUTRICE:
Bene per una volta ho reso Izayoi una madre davvero meschina che odia suo figlio e che si è messa con il padre solo per soldi. Qui i fratelli No Taisho sono dei papà perfetti che sanno farsi amare dai propri figli.
ps: le frasi che dicono le bambine sono state scritte male di proposito per simulare il linguaggio dei bambini. Poi per quanto riguarda i nomi mi sono usciti così. :p
La storia è ispirata alla canzone ROOM OF ANGEL di YAMAOKA

BACI INU_KA
  
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