[1] qualunque riferimento alla sottoscritta è puramente casuale.
La campanella suonò. Ed era ora.
Si fermò sugli scalini, fendendo il flusso di studenti. Vide la testa riccioluta di
-Ciao.- salutò
-Ciao.- rispose
-Cosa vi salutate a fare se avete parlato tipo dieci minuti fa! Su, muoviamoci, che perdiamo il pullman.-
Andando verso l'ingresso salutarono dei loro compagni di classe: Francesca e Francesca e Anna, che vivevano in quei paesini sperduti nelle montagne dove si viveva tipo Heidi; Laura, Maria, Valentina e la fantasticherrima Elettra[1], dirette nella piazza dove avrebbero preso il pullman dirette a casa; altra gente inutile per questa storia e personaggi irrilevanti che non sto a nominarvi perché potrebbero denunciarmi per aver preso i nomi dei miei compagni di classe.
Arrivarono davanti al portone di casa di
-Ciao.- disse Stefania un po' sbrigativa.
-Ciao
Elettra spuntò dal terreno e disse: -
Stefania stava già tirando
Il ragazzo iniziò a sudare e sentì il cuore battere più forte. Smise di correre sul posto.
-Cacchio
-Eh un attimo, cribbio.-
-Okay, ma spicciati.-
Stefania iniziò ad allontanarsi e
La testa di Elettra rispuntò dal terreno. -No, questo è solo un sogno della tua mente intellettualmente inferiore alla mia mentre la professoressa di Latino "spiega" Latino parlando di spaghetti al sugo. Ora torna a prendere appunti, idiota!-
-Mi spieghi perché devi essere sempre così cattiva con me?-
-Piuttosto dovresti preoccuparti del fatto che mentre ti fai film mentali su
-Oh. Giusto.-
-Sono la coscienza di qualcuno! FIGO! Cavoli sei messo male sul serio.-
La campanella suonò (questa volta per davvero) e i ragazzi corsero fuori dall'aula, mentre l'insegnante continuava a parlare convinta che gli alunni sarebbero rimasti cinque minuti in più a sentire a fine della lezione. Povera illusa.
-Dove?-
-A casa, idiota.-
-Oh. Sì. E Stefania?-
Elettra fece capolinio dietro la schiena di
I due amici si incamminarono. In silenzio. Il ragazzo stava pensando a cosa dire, fissandosi i piedi, quando sbattè contro un palo.
-AHIA!-
Una voce tuonò: -Mia storia mie decisioni su cosa farti fare e non farti fare, okay?-
-OK!- rispose l'idiota, dicendo "ok" apposta per far arrabbiare la scrittrice, che tanto insiste per convincerlo a scrivere "okay". Ma si sa, i culi scemi non capiscono niente, neanche che si finisce male se non si accontenta una persona con degli stivali dalla punta ferrata.
-Tutto okay?- chiese
-Sì... ahia però.-
-Okay, io... Devo correre, è ta..-
I due ragazzi si separarono. Seppur sorridente,
-Perché... perché ti amo.-
-Ah. Pensavo fosse perché sono icredibilmente attraente e non sei riuscito a resistere alla mia sexaggine.-
Elettra si materializzò, incacchiata nera. -NON RUBARMI LE BATTUTE!- E scomparve.