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Autore: GaladriellePeriwinkle    27/10/2014    1 recensioni
Una semplice storia d'amore. Una fanfiction per fangirlare su due miei compagni di classe. L'Enessia *^* (Enea + Alessia)
Sono sana di mente? NO OuO
Entrate e troverete dei biscotti!
Genere: Parodia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota: ho fatto leggere la fanfiction ai diretti interessati e mi hanno minacciato, così sono stata costretta a cambiare i loro nomi in Gianvincenzo e Costanza. Enea, se stai leggendo: sei imbecille. :3

[1] qualunque riferimento alla sottoscritta è puramente casuale.

La campanella suonò. Ed era ora. Enea Gianvincenzo finì di preparare lo zaino e uscì dalla classe, diretto al giardino dove avrebbe aspettato Stefania e Alessia Costanza. Alessia Costanza. Perché ogni volta che la vedeva gli batteva il cuore? Perché è l'anatomia umana: se non ti batte il cuore non vivi.
Si fermò sugli scalini, fendendo il flusso di studenti. Vide la testa riccioluta di Alessia Costanza e i capelli scuri di Stefania. Alzò un braccio e loro lo raggiunsero.
-Ciao.- salutò Enea Gianvincenzo.
-Ciao.- rispose Alessia Costanza.
-Cosa vi salutate a fare se avete parlato tipo dieci minuti fa! Su, muoviamoci, che perdiamo il pullman.-
Andando verso l'ingresso salutarono dei loro compagni di classe: Francesca e Francesca e Anna, che vivevano in quei paesini sperduti nelle montagne dove si viveva tipo Heidi; Laura, Maria, Valentina e la fantasticherrima Elettra[1], dirette nella piazza dove avrebbero preso il pullman dirette a casa; altra gente inutile per questa storia e personaggi irrilevanti che non sto a nominarvi perché potrebbero denunciarmi per aver preso i nomi dei miei compagni di classe.
Enea Gianvincenzo faceva solo qualche metro con Alessia Costanza e Stefania, perché quel culo scemo viveva a uno sputo dalla scuola eppure si alzava alle sei del mattino, però per lui quei secondi erano preziosi. Non per Stefania, ma per Alessia Costanza. Era in quei momenti in cui avrebbe voluto vivere lontano, per stare di più con la ragazza.
Arrivarono davanti al portone di casa di Enea Gianvincenzo e lui si fermò. -Be', ciao, ci vediamo domani.- salutò col suo accento strano.
-Ciao.- disse Stefania un po' sbrigativa.
-Ciao Enea Gianvincenzo.- salutò Alessia Costanza, e lo disse con una strana nota nella voce, come di malinconia, e Enea Gianvincenzo capì che lei aveva detto "ciao Enea Gianvincenzo" ma intendeva "PORTAMI A LAS VEGAS E SPOSIAMOCI!".
Elettra spuntò dal terreno e disse: -Enea Gianvincenzo smettila di farti tutti questi film mentali! E comunque vi shippo.- E sparì.
Enea Gianvincenzo guardò perplesso il punto in cui Elettra era prima comparsa poi sparita, ma sembrava che nè Alessia Costanza nè Stefania avessero visto qualcosa. Si era immaginato tutto? E che ne so io? Io scrivo la storia, ma non so cosa passa esattamente nella mente delle persone stupide.
Stefania stava già tirando Alessia Costanza per un braccio, ma la ragazza disse: -Aspetta un attimo, Ste'. Devo dire una cosa a Enea Gianvincenzo.-
Il ragazzo iniziò a sudare e sentì il cuore battere più forte. Smise di correre sul posto.
-Cacchio Ale Costanza, è tardi!-
-Eh un attimo, cribbio.-
-Okay, ma spicciati.-
Stefania iniziò ad allontanarsi e Alessia Costanza guardò negli occhi Enea Gianvincenzo. -Senti... ti va uno di questi giorni di pranzare insieme?-
Enea Gianvincenzo non voleva credere alle sue orecchie. Davvero Alessia Costanza l'aveva invitato a pranzare insieme? LUI?
La testa di Elettra rispuntò dal terreno. -No, questo è solo un sogno della tua mente intellettualmente inferiore alla mia mentre la professoressa di Latino "spiega" Latino parlando di spaghetti al sugo. Ora torna a prendere appunti, idiota!-
-Mi spieghi perché devi essere sempre così cattiva con me?- Enea Giavincenzo guardò imbronciato Elettra.
-Piuttosto dovresti preoccuparti del fatto che mentre ti fai film mentali su Alessia Costanza spunto io che ti riporto alla realtà.-
-Oh. Giusto.-
-Sono la coscienza di qualcuno! FIGO! Cavoli sei messo male sul serio.-

Enea Gianvincenzo si destò. Come aveva detto Elettra, la professoressa di Latino stava parlando di spaghetti al sugo. Stava per caso parlando dell'etimologia della parola o era tutto uno stratagemma per far venire fame ai poveri ragazzi? Non lo sapremo mai.
La campanella suonò (questa volta per davvero) e i ragazzi corsero fuori dall'aula, mentre l'insegnante continuava a parlare convinta che gli alunni sarebbero rimasti cinque minuti in più a sentire a fine della lezione. Povera illusa.
Alessia Costanza raggiunse Enea Gianvincenzo. -Allora, si va?-
-Dove?-
-A casa, idiota.-
-Oh. Sì. E Stefania?-
Elettra fece capolinio dietro la schiena di Alessia Costanza. -Capisco che sei cotto perso di lei, ma manco accorgerti di chi è assente oggi perché il tuo cervello va in pappa ogni volta che la vedi! Madonna santa...- e si allontanò, lasciando un Enea Gianvincenzo rosso e una Alessia Costanza perplessa. ("Alessia perplessa"... Wao che rima fasulla!)
I due amici si incamminarono. In silenzio. Il ragazzo stava pensando a cosa dire, fissandosi i piedi, quando sbattè contro un palo.
-AHIA!- Enea Gianvincenzo si massaggiò la testa. -E questo? Non c'era ieri!-
Una voce tuonò: -Mia storia mie decisioni su cosa farti fare e non farti fare, okay?-
-OK!- rispose l'idiota, dicendo "ok" apposta per far arrabbiare la scrittrice, che tanto insiste per convincerlo a scrivere "okay". Ma si sa, i culi scemi non capiscono niente, neanche che si finisce male se non si accontenta una persona con degli stivali dalla punta ferrata.
-Tutto okay?- chiese Alessia Costanza, aiutando Enea Gianvincenzo a rialzarsi.
-Sì... ahia però.- Enea Gianvincenzo si rialzò, e incrociò lo sguardo della mora. Arrossirono entrambi.
-Okay, io... Devo correre, è ta..-
Enea Gianvincenzo non volle sentire che Alessia Costanza doveva andare. Non voleva lasciarla. La tirò per un braccio e la baciò. Alessia Costanza si lasciò sfuggire un gemito sorpreso, ma poi gli cinse il collo, felice per questo bacio tanto atteso. E anche Enea Gianvincenzo era felice di aver trovato il coraggio di farlo. Amava Alessia Costanza, l'amava davvero. E stava diventando troppo i tempo che stavano passando senza baciarsi.
I due ragazzi si separarono. Seppur sorridente, Alessia Costanza gli chiese: -Perché l'hai fatto?- Sapeva la risposta, ma questa furbacchiona voleva sentirlo dire. L'hai capita lei!
-Perché... perché ti amo.-
-Ah. Pensavo fosse perché sono icredibilmente attraente e non sei riuscito a resistere alla mia sexaggine.-
Elettra si materializzò, incacchiata nera. -NON RUBARMI LE BATTUTE!- E scomparve.
   
 
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