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Autore: Frafra9    27/10/2014    3 recensioni
Prologo
Dopo la "cordiale" visita dei Volturi a Forks e la scoperta che Renesmee non è l'unico ibrido tra i vampiri, ne è passato di tempo.
Renesmee è cresciuta e con lei è cresciuta anche l'amicizia verso Jacob, il suo Jacob, fratello/miglior amico e forse anche qualcosa altro che Nessie, deve e cerca di capire cosa prova veramente per il “suo” Jacob. Il ragazzo che le è vicino da quando è nata.
Jacob, dal parte sua, sa di amarla. ma sa che ciò che prova per lei non è, solamente, frutto dell'imprinting. Ma è bensì amore perché l’ha vista nascere e la vede crescere giorno per giorno.
Lei ricambierà questo amore o è solo amicizia?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Oggi è domenica e sono insieme alla famiglia a Black al mercato rionale di La Push. Billy ha un banco del pesce che gestisce ormai da anni e nonostante la sua disabilità continua a pescare e vendere il pesce. Billy è un uomo straordinario, rispettato e ammirato da tutti i Quileute, non solo da chi è a conoscenza dei lupi e del suo ruolo da “capo tribù”, perché continua a vivere come se la sua sedia a rotelle non esistesse.
 
Mentre Jacob e Paul aiutano Billy al banco del pesce, Rachel ed io giriamo per i banchi del mercato. Prima di uscire di casa mi ero promessa di non comprare nulla, ma poi una borsa in pelle stile indiano, cattura la mia attenzione e l’acquisto.
 
Renesmee, avevi promesso.
 
Mi rimprovero mentalmente da sola.
 
Con Rachel parliamo del più e del meno, soprattutto sul mio primo giorno di scuola, dove mi dà qualche consiglio su come affrontare un primo giorno di scuola da “New entry” o “matricola”.
< L’High School non è poi molto diversa dall’Università cioè non hai un’aula fissa, dove i professori entrano e fanno lezione. Sei tu a spostarti di lezione in lezione > mi dice mentre ci fermiamo a comprare delle mele.
< Ti confesso che ho un po’ paura. Non conosco nessuno e inizio già da ora a sentirmi un’aliena > le dico. Prendo la busta con le mele e altra frutta, mentre Rachel sta pagando.
< Devi essere solamente te stessa. La Renesmee che sei quando stai con Charlie o con noi alla riserva.  L’importante è che studi e non dai problemi agli insegnanti, ma non credo sia il tuo caso... > mi dice mentre camminiamo verso il banco del pesce di Billy.
 
< Oh ecco qui due belle ragazze che hanno fatto spesa! > dice sorridendo Billy da dietro il bancone. Lo raggiungiamo. Paul va subito a salutare Rachel dandole un bacio sulle labbra. Io poso le buste sul tavolo dietro.
< Tuo padre, mi ha fatto lavorare tantissimo! > dice scherzando Paul a Rachel.
< Ho faticato di più io > s’intromette Jacob sempre scherzando. E intanto va a frugare nelle buste e prende una mela.
< Posa quella mela Jake, o niente torta per te > lo intima Rachel puntandogli il dito contro. Paul se la ride con Billy.
< Mi spiace l’ho morsa > le risponde Jacob, dando un altro morso alla mela.  Fa spallucce, mi guarda e ride.
< Pazienza Jake la tua parte di torta la mangerò io > dico stando al gioco.
< No, così non è giusto. > dice fingendo di lamentarsi. Lascia la mela sul tavolo e mi pizzica i fianchi. Ecco quella voglia di girarmi e baciarlo che mi assale ma che per la paura di sbagliare mi fermo. - < La mia parte la mangio io se no... solletico > sorride e mi pizzica i fianchi. Rido.
 
È quasi ora di pranzo, Jacob ed io salutiamo tutti e usciamo dal mercato.
In mezzo alla folla,  mi afferra per mano per non perderci, c’è davvero tantissima gente. E andiamo verso la sua auto parcheggiata fuori dal grande cancello dell’area del mercato.
< Ciao Jacob. Signor Black > lo saluta una ragazza castana capelli mossi, labbra rosse e carnose. Alta qualche cm più di me. Io sono 1,67 cm, lei sarà alta  1,72 cm all’incirca. Ben vestita.
< Ciao Savannah > risponde Jacob, lasciando la mia mano.
< Anche tu al mercato? > chiede Savannah con voce da “gatta morta”. Mi sento invadere dalla gelosia e ripeto dentro di me, come un mantra di stare calma.
< Ho dato una mano a mio padre > le risponde Jacob. Io sono scomparsa dalla sua testa. Li lascio parlare fingendo di leggere il cartellone con gli orari del mercato appeso al muro vicino al castello.
Mentre i due parlano, mi allontano in silenzio per andare a vedere un ragazzo che, seduto davanti  al suo cavalletto da pittore, ritrae una famiglia felice. Appena finisce di dipingere chiedo al pittore se può farmi un ritratto e dice di sì. Ferma in posa davanti al foglio da disegno con la coda dell’occhio, osservo Jacob e quella , soprattutto lei, che ridono.
 
Lui è mio, è sempre stato mio. E tu, gattamorta, piovra, strega  Malefica, giù quelle zampe dal mio lupo.
 
Li vedo salutarsi con due baci sulla guancia, e poi lui si avvicina a dove sto io.
< Quanto vuoi per questo? > dice Jacob al pittore, indicando il ritratto che mi sta facendo.
< Veramente, lo sto facendo per la signorina. > gli risponde il pittore continuando a disegnare.
< Alla signorina non dispiacerà se lo prenderò io, vero Principessa? > mi chiede Jacob.
< No, non mi dispiace > dico, restando ferma il più possibile.
 
Finito il ritratto, Jacob lo prende e paga il pittore.  E riprendiamo a camminare verso la macchina.
< Perché ti sei allontanata prima? > mi chiede.
< Stavi parlando con la tua amica e non volevo fare da terzo incomodo > dico con una punta di acidità. Faccio spallucce e allungo il passo. Mi prende la mano, la tolgo.
< Ti sei offesa perché non ti ho presentato? E comunque Savannah non è il mio tipo > mi dice. Sorrido sotto i baffi.
 
 E la gattamorta è fuori gioco!
 
< Io, offesa? No. > - dico sorridendo - < Chi arriva ultimo alla macchina è un barbagianni! > rido e inizio a correre verso la macchina.
< Non vale così! > ride e corre anche lui. Vinco io. Mi lascia vincere come sempre.
 
A casa dei nonni, continuo per quanto mi è possibile, a evitare Nahuel. Non ho voglia di restare da sola con lui, ho paura che riprovi a baciarmi o a convincermi che non ho bisogno della scuola e andare via con lui. Va beh  che con papà e Jacob che osservano ogni sua mossa, è difficile che possa farmi o dirmi qualcosa.
 
“Bip – Bip – Bip”
 
Suona la sveglia, guardo l’ora, le 6;45 a.m. la spengo e riprendo a dormire.
< Sveglia oggi è il tuo primo giorno di scuola. > urla mamma. Apre la finestra della mia stanza e fa entrare quella poca luce solare che Forks ci concede.
< Mamma ti prego lasciami dormire un altro pochino > dico coprendomi la testa con il cuscino, realizzando subito dopo l’ultima parola di mamma. “Scuola”.
 
In un nano secondo mi alzo dal letto correndo in bagno a lavarmi, sotto lo sguardo sorridente di mia madre.
< Fai con calma. Non sei in ritardo > mi dice mamma da dietro la porta del bagno.
< Ti ricordo che è il mio primissimo giorno di scuola > - dico aprendo la porta del bagno per andare a vestirmi - < E poi non voglio passare per la malvestita della scuola >
< Non passeresti mai per malvestita, lo sai > - mi dice. La guardo male perché sa come ci tengo a fare bella figura - < Ti lascio vestire e ci vediamo in salotto >
 
Da sopra il divano, prendo i vestiti preparati la sera prima in modo da non dover passare tanto tempo nella cabina armadio nell’indecisione più totale. Maglia bianca a righe blu, jeans nero e ballerine blu. Una pettinata ai capelli e sono pronta per andare a scuola.
Tolgo dalla carica il cellulare, lo accendo e subito mi arriva un messaggio da parte di Jake.
 
Buon primo giorno di scuola, principessa! Non essere agitata e vedrai che andrà tutto bene. Jake :)
 
Sorrido e rispondo.
 
Grazie Jake. Nessie :)
 
 
Prendo la borsa comprata ieri al mercato, metto il cellulare e vado in salotto, dove i miei mi aspettano per andare dai nonni a far colazione. Come al solito c’è Nahuel che saluto appena e mi siedo a tavola. Mangio in silenzio. Fino a quando lo zio Emmett non entra in cucina.
 
< Allora nipotina, sei pronta per questo giorno a scuola? > mi chiede lo zio Emmett mentre alza la mano per scapigliarmi i capelli, ma io lo fermo.
< Alt! Non ci provare > gli dico guardandolo brutto. Ride.
< A scuola, non ci si va in stile perfettivo. Non lo sapevi? > mi risponde e mi spettina i capelli.
 
Uffa!
 
< Quella regola vale per i maschi, non per le femmine > - interviene la zia Rose, mentre entra in cucina e mi sistema i miei capelli- < Sei stupenda e vedrai andrà benissimo >
< Grazie zia! > le rispondo.
domanda lo zio Jasper scendendo le scale insieme alla zia Alice.
< Non sono agitata > rispondo allo zio Jazz e poi salgo in bagno a lavarmi i denti.
 
Ad accompagnarmi a scuola sono lo zio Jazz e la zia Rose. I miei, come primo giorno di scuola e forse anche come tradizione per gli umani, volevano essere loro ad accompagnarmi a scuola, ma io ho detto di no perché non devo frequentare la scuola elementare e perché sapendo di essere accompagnata da mamma e papà, mi fa sentire piccola. Ok che in teoria ho sei anni e quindi sarei una bambina, ma in pratica no. Il mio corpo è di un’adolescente. Penso e ragiono, come le persone adulte.
 
Sto per uscire da casa quando papà mi ferma.
< Nessie, mi raccomando... cerca di comportarti come loro, non usare troppa forza, non correre, no...  > dice papà. Mamma ed io ci guardiamo un attimo e alziamo gli occhi al cielo.
 
“Papà!”
 
Lo interrompo con il pensiero, senza farlo sapere agli altri e poi a voce così anche mamma sente, lo rassicuro.
< Papà, lo so. Stai tranquillo non succederà nulla e starò attenta! Sai benissimo quanto ho desiderato essere qui e non farò nessun passo falso, non commetterò nulla che non sia umano > gli dico dando un bacio affettuoso sia a lui sia a mamma.
< Renesmee, in bocca al lupo! > mi augura mamma.
< Grazie! > le rispondo e salgo poi sulla Volvo di papà guidata da zio Jazz.
 
Andare a scuola, conoscere nuova gente, fare amicizie ed esperienze nuove, è sempre stata la cosa che desideravo di più da quando ho cominciato a capire chi fossi  e non farò passi falsi.
 
La macchina si ferma al parcheggio della scuola. Resto per qualche minuto in auto a osservare gli studenti da soli, o in gruppo camminare verso l’edificio, dove per nove mesi trascorrerò la maggior parte del tempo. Prendo un bel respiro e scendo dall’auto. Se prima nessuno guardava la macchina parcheggio, ora tutti i ragazzi sono lì che mi fissano.
< Mi sento un’aliena > dico agli zii che sorridono.
< Andrà tutto bene > mi dice zia Rose mentre lo zio usa il suo potere su di me.
< Sii te stessa, ma non mordere nessuno > mi dice scherzando lo zio Jazz.
< Ok ci proverò > gli rispondo sorridendo. Li abbraccio e mi avvio verso l’edificio.
 
Per prima cosa vado in segreteria a prendere il foglio con l’orario delle lezioni e la chiave del mio armadietto, ringrazio la signora della segreteria ed esco dalla stanza.
 
1.Inglese. Edificio 2. Aula B.
2.Storia. Edificio 3. Aula A
3.Geografia. Edificio 3. Aula C
4.Biologia. Edifico 1. Aula D
5.Arte. Edificio 4. Aula H
6.Educazione fisica. Edificio 6
 
Dovrei passare a vedere il mio armadietto, ma non ho nulla da metterci e preferisco andarci dopo. Adesso preferisco, cercare l’aula d’inglese.
 
< Buongiorno ragazzi! Passate bene le vacanze? Spero abbiate letto i due libri che vi ho assegnato > domanda il professore d’inglese Barlow, mentre entra in aula e si siede alla cattedra, posa la sua 24ore e osserva la classe.
< Prof ma erano due mattoni! > dice un ragazzo che, da quanto ho capito, sembra essere il bello della scuola. Un gruppo di ragazze prima stava sbavando dietro a questo ragazzo!
< Che per te, erano due mattoni, non c’era alcun dubbio > - risponde il professore a questo ragazzo. Poi legge il registro della classe - < Vedo che abbiamo una nuova amica. Renesmee Carlie Cullen, giusto? > mi domanda.  E tutta la classe mi guarda.
< Salve > saluto alzandomi in piedi.
< Cullen... > - dice il professore > - < Cullen, come dei ragazzi che frequentavano questa scuola >
 
 Papà e gli zii.
 
< Sì, io sono una loro parente. Il dottor Cullen e sua moglie mi hanno preso in affidamento > affermo.
< Bene. Spero che la mia materia ti piaccia e che tu possa fare amicizia > mi dice e sorride il professore.
< Grazie e senz’altro > rispondo al professore e cominciamo la lezione.
 
Finita la lezione, vado al mio armadietto. Lo apro e resto qualche minuto a osservarlo mentre penso a come potrei personalizzarlo.
 
Uno specchietto ci vuole. Qualche vecchia foto di me prima di essere affidata al dottor Cullen e poi vedrò. Ho tanto tempo per sistemarlo.
 
Poso il libro d’inglese che il professore mi ha dato. Chiudo l’armadietto e mi dirigo verso l’aula di storia.
 
Anche a storia, mi capita la stessa cosa della lezione precedente. Il professore entra in classe, fa l’appello, vede me e mi fa presentare. Poi fa lezione finita la sua ora, vado al mio armadietto, poso il libro e pronta per la prossima lezione. E così fino a quando non arriva l’ora di pranzo.
Non sapendo dove si trova la mensa, mi basta seguire la massa degli studenti che si dirige lì.
 
La prima cosa che faccio non appena arrivo nella sala mensa, è cercare un tavolo libero, ma poi mi ricordo che devo prima andare al bancone a prendermi da mangiare.
 
Mentre sono in fila per prendermi da mangiare scruto quello che gli alunni prima di me, hanno nei vassoi.
 
Non c’è niente che stuzzichi il mio appetito, ma ho promesso che avrei mangiato qualcosa.
 
Sebbene io possa stare anche due giorni senza mangiare perché per metà sono vampira e quindi il mio organismo non ha la necessità di nutrimento costante, posso stare a digiuno. Ho promesso ai miei che qualcosa avrei mangiato.
 
E’ arrivato il mio turno. Con il vassoio in mano sono davanti al bancone, indecisa se prendere il primo o passare direttamente al secondo.
 
 
< Ti consiglio lo sformato di pasta, ha un aspetto delizioso > mi consiglia una ragazza, che se non sbaglio, l’ho vista a biologia ed era seduta due banchi dopo il mio.
< Grazie. Allora lo prenderò > dico sorridendo
< Io mi chiamo Suzie. Se non hai nessuno perché non ti siedi al tavolo con me e i miei amici? > mi domanda.
< Volentieri, grazie. Io sono Nessie > le rispondo sorridendole. Mi sono voluta presentare con il mio soprannome, perché mi sta simpatica e credo possiamo diventare amiche.
 
Arrivate al tavolo, mi presenta subito ai suoi amici. Il primo è Matthew, il suo fidanzato. Poi mi presenta Jenna con il fidanzato Vincent e migliore amico di Matt e per finire Lilian.
< Nessie, che nome curioso... > dice Vincent mentre beve la sua bibita.
< Come il mostro di Loch Ness > - dice Matthew beccandosi una gomitata da Suzie. A me viene da ridere - < Che ho detto? > la guarda.
< Matt, hai dato alla nostra amica del mostro > gli risponde Suzie.
< Non fa nulla e, in effetti, il mio soprannome è curioso > - intervengo - < Il mio nome è Renesmee. È stato un mio amico a soprannominarmi così per via delle mie origini scozzesi >
 
Tra me e me, sorrido pensando a quando Jacob mi ha affibbiato questo nomignolo, solamente per il fatto che il mio nome per lui era complicato. A me piace tanto. I miei si stanno abituando.
 
I miei nuovi amici, mi raccontano alcune cose della scuola che vanno dallo studio ai corsi extra scolastici, alle feste tradizionali come il ballo di primavera a quello di fine anno.
< L’hai il ragazzo?  > mi domanda Lilian che fino a poco fa se ne stava zitta.
< No, non ho il ragazzo. Tu, lo hai? > le rispondo e chiedo curiosa.
< No, neanche io. Se ti va, posso farti conoscere i ragazzi più carini della scuola > mi dice.
< Ok, volentieri > le rispondo sorridendo.
 
Fare nuove amicizie, è il mio obiettivo.
 
Pausa pranzo finita. Con i miei nuovi amici svuotiamo e posiamo il vassoio e ci dividiamo, ognuno va per la sua ultima lezione. Io a educazione fisica.
 
Come nelle lezioni precedenti, l’insegnante mi fa presentare. L’unica cosa diversa è che la professoressa Hikari, non conoscere i Cullen.
< Adesso ragazzi andate a cambiarvi e cominciamo con due giri di corsa > ci dice la professoressa battendo le mani.
< Prof oggi è il primo giorno di scuola e anche l’ultima ora, siamo stanchi. Perché non passiamo l’ora a parlare?  > gli domanda una ragazza.
< Signorina Lauren, so bene che ora è e che non avete il cambio, ma nei vostri spogliatoi, trovate dei pantaloni e magliette. E adesso andate > risponde la professoressa a questa ragazza.
 
Tornata dallo spogliatoio con indosso un pantaloncino grigio e una maglietta bianca, inizio il mio giro di corsa. A correre non ho nessun problema, corro come tutti gli esseri umani anche se, sono figlia dl un  vampiro. Il problema si presenta quando la professoressa ci fa giocare a pallavolo e qui, devo sminuire la mia forza per non far del male a qualcuno. Alcune ragazze le sento ridere per il mio modo di giocare, altre mi dicono chiaramente di non essere capace a giocare, ma con tanta pazienza mi trattengo per non mandare a quel paese. Le loro prese in giro mi sanno di sfida ed io amo le sfide, ma con loro non c’è gusto. Vincerei facile.
 
La campanella suona annunciando che l’ultima lezione scolastica è finita e si torna a casa. Prendo le mie cose dall’armadietto ed esco dall’edificio con la speranza di trovare Jacob o uno della mia famiglia e invece... trovo Nahuel. 
 
Doveva venire la zia Rose, perché lui?
 
Decido di ignorarlo e gli passo davanti come se nulla fosse, mentre alcune ragazze lo fissano incantate, altre addirittura hanno gli occhi a cuoricino.
 
C’è di meglio...
 
< Renesmee Carlie Cullen > mi chiama Nahuel ad alta voce, quasi urlando facendo girare tutta la scuola professori compresi, a guardare me, mentre io voglio sotterrarmi e uccidere lui per la figuraccia.
< Ciao Nahuel > gli dico abbozzando un falso sorriso.
< Ciao Nesme, com’è andata? > mi chiede con aria entusiasta.
< Bene > rispondo secca, acida.
< Sono passato a prenderti perché sto partendo. Torno a casa, cosi il tuo amichetto è contento > - dice con aria strafottente mentre andiamo verso la macchina di mamma, la prima che papà le ha regalato - < A casa, ti riporto io >.
< Jacob! SI chiama Jacob! Comunque ciao e fai buon viaggio > dico oltrepassando la macchina preferisco andare a piedi piuttosto che sedermi accanto a lui! Mi ferma per un braccio. Lo guardo male e lascia la presa.
< Ok non ho scusanti per quello che ho detto, ma di certo non volevo offenderti > dice in tono dispiaciuto. L’apparenza a volte inganna. Meglio non fidarsi e poi, ci sto ancora male perciò che ha fatto e detto.
< Ecco non hai scusanti! E adesso, lasciami passare che devo andare dal mio Jacob >dico marcando la parola “mio”.
 
Ho una voglia matta di vederlo, spiarlo mentre è nella sua officina intento a riparare un motore mi fa impazzire! Quando sarà mio, però non lo spierò più perché starò lì accanto a lui come quando nel garage di casa sua, riparava la bicicletta ed io gli passavo gli attrezzi.
 
< Adesso è il tuo Jacob! > - mi dice in tono serio, arrabbiato. Lo vedo serrare la mascella e stringere i pugni - < Tu vieni in macchina con me >
< Jacob, è sempre stato mio > - gli rispondo fissandolo negli occhi - < E ora vado a dirgleilo > gli passo davanti e mi giro a guardarlo. Alzo la mano per salutarlo e sorrido - < Fai buon viaggio e stammi bene > mi rigiro e m’incammino verso il bosco.  Lasciando fermo, davanti alla vecchia auto di mia madre, come un imbecille e in compagnia della folla che sicuramente domani parleranno di me.
Durante la passeggiata nel bosco telefono a casa per avvertire che sto andando da Jacob e che con me c’è Seth. Invento che durante la pausa pranzo, mi ero messa d’accordo con Jacob per andare alla riserva e mi era venuto a prendere Seth.  Che con me c’è lui è vero. L’ho incontrato per caso e da bravo lupo, mi accompagna fino alla riserva.
< Ciao Seth e grazie del passaggio > gli dico appena scendo dalla sua schiena.
Arrivo davanti alla sua officina. È impegnato a sistemare una moto e non voglio disturbarlo così mi nascondo dietro la sua moto e lo spio.
 
Nessie, da quando è che hai vergogna di... ?
 
Mi dico tra me e me, mentre continuo a guardare Jacob chino su quella moto.
 
Alla fine devi uscire da qui, ma non ora.
 
Vedo Embry guardare nella mia direzione e gli faccio segno di star zitto.
 
< Tana per Nessie dietro la mia moto! > mi saluta Jacob ancora di spalle.
 
Come non detto...
 
< Io non ho detto nulla, il capo se n’è accorto da solo > dice Embry.
 
Sto per crederti Embry.
 
< Ciao > saluto entrando in officina.
< Come è andata a scuola? > mi domanda Embry.
< Bene, grazie. Ho già fatto amicizia. L’unica cosa antipatica, è stata ripetere la storia dei Cullen > rispondo.
< Sapevi che sarebbe successo > - mi dice Jacob mentre si gira verso di me - < Sei venuta direttamente da scuola e senza che nessuno ti ha accompagnato >
< Esatto! Ho incontrato Seth e mi ha scortato lui fin qui > gli dico mentre lui si pulisce le mani sporche di grasso, su uno straccio.
< Se non potevano venire a prenderti. Potevano chiamarmi... > mi dice sbuffando e alzando gli occhi al cielo. Gesto che fa ogni volta che i miei, più precisamente mio padre, lo vuole tenere fuori da qualcosa che mi riguarda.
< Fuori la scuola c’era Nahuel, ma è venuto di sua volontà perché voleva salutarmi. Torna in Amazzonia > gli dico sorridendo. 
 
Non sono passata soltanto per dirti di Nahuel che se ne torna a casa sua nelle Amazzoni. Sono passata per dirti che ti amo.  Solamente ora mi sono resa conto di amarti da sempre. Che tu sei sempre stato mio da subito, da quando sono nata. Sei sempre stato mio e lo sarai per sempre.
 
< A cosa pensi? > muove la sua mano davanti al mio viso.
< A quale attività extra scolastica mi posso iscrivere... > gli rispondo con la prima cosa che mi viene in mente. Ancora non mi è stato proposto nessun corso extra, ma devo però cominciare a pensarci.
< Che ne pensi di quello sulla meccanica? > mi domanda ridendo.
< Stai scherzando, vero? > gli rispondo e lo guardo storto.
 
Sporcarmi di olio e grasso? Non ci penso proprio!
 
< Scherzavo! > mi dice ridendo. 
 
Mentre aspetto che anche l’ultimo cliente va via con la sua auto, me ne sto seduta sul divano del piccolo ufficio ad ascoltare musica dal mio fedele mp3.
< Principessa, mi lavo le mani e ce ne andiamo. Ok? > mi domanda Jake, togliendomi una cuffia dall’orecchio.
< Ok > rispondo e mi tolgo l’altra cuffia. Spengo l’mp3 e lo rimetto nella borsa.
 
Salutato Embry. Jacob ed io ce ne andiamo in spiaggia.
Ci sediamo sul solito tronco sradicato continuando a parlare della nostra giornata. Io racconto dei professori, dei compagni appena conosciuti e lui mi racconta del suo lavoro in officina e dei suoi clienti strani che pretendono di sapere più del meccanico sul come riparare un’auto o una moto.
L’estate non è ancora finita, anche se manca poco all’arrivo dell’autunno, e sulla spiaggia ci sono ancora alcune mamma con i propri figli che giocano allegramente con la sabbia.
 
Un gruppo di ragazze, su per giù dell’età che dimostro, passa davanti a Jacob e me. Si fermano, guardano Jacob con insistenza, alcune cercano di avere la sua attenzione dicendogli frasi abbastanza colorite, del tipo “Se vengo in officina, ripara me!”. Lui non sembra notarle e presta attenzione solamente a me.  Nel sentire quelle frasi, la mia gelosia si fa sentire, ma purtroppo non sono la sua fidanzata e quindi non posso dire niente a queste ragazze. L’unica cosa che posso fare è abbracciare forte Jake e lasciarmi stringere da lui.
< Nessuna di quelle ragazze è il mio tipo > mi sussurra al mio orecchio e sorride.
 
Nessuna di quelle è la sua tipa. Ok ora gli dico che lo amo.
 
< Jake è da qualche... > comincio il mio discorso per dirgli dei miei sentimenti, quando per fortuna o sfortuna, si sente un ululato e tutto in spiaggia si ferma. Le mamme richiamano i propri figli, i gruppi di ragazzi smettono di parlare e giocare.
< Questo è Collin e sa che non deve farlo quando è vicino alla riserva > mi dice Jacob alzandosi in piedi.
< Se lo fa, forse è perché è successo qualcosa... > gli rispondo alzandomi in piedi anch’io.
< Ti porto a casa da me > mi dice e annuisco.
 
Arrivati a casa sua, dove ci sono Rachel e Billy, posa la moto e si trasforma e sparisce poi nel bosco.
 
Era solo un vampiro di passaggio, affamato di umani.
 

*Note Autore* Renesmee ha capito cosa o meglio chi vuole.
Partiamo dall’inizio. Ho voluto mettere un altro piccolo dialogo tra Renesmee e Rachel, stavolta cambiando argomento della loro chiacchierata (infondo le amiche parlano di tutto), non volevo concentrarmi soltanto e sempre sul triangolo Renesmee- Jacob – Nahuel. 
La Guida illustrata ufficiale di Twilight, nella biografia di Billy Black, dice che in gioventù che come lavoro faceva il pescatore ma non dice se ha smesso. Io ho voluto farlo continuare a pescare e vendere anche il pesce e la sua famiglia lo aiuta. Un momento famigliare insomma.
Renesmee ha capito chi vuole ma riuscirà nel suo intento? 
Alla prossima. Mi raccomando se vi piace, recensite e non fermatevi solo a dirmi che vi piace ma ditemi cosa vi è piaciuto o no, ma soprattutto cosa ne pensate dei personaggi.
Mi trovate anche su Facebook. Malate di Taylor è la mia pagina. Ciao :D 
Frafra
 
 
   
 
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