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Autore: Reika_Kun    27/10/2014    0 recensioni
Tratto dal capitolo:
"La stanza, fino a quel momento avvolta dalle tenebre, s’illumino rivelando il corpo tremante di un bambino. Quando il tuono rimbombò per tutto il villaggio il piccolo si strinse a sé, cercando di farsi coraggio e di affrontare quella sua paura. Il boato gli scosse le membra, pietrificando tutto il suo coraggio. Lasciando solo con le sue angosce. Sconfitto ed impaurito, si portò la coperta fin sopra la testa e chiuse forte gli occhi."
Ripercorriamo brevemente alcuni frammenti della vita dei due fratelli Uchiha, prevalentemente dal punto di vista indiretto di Itachi.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Thunder’s lullaby

 

 

La stanza, fino a quel momento avvolta dalle tenebre, s’illumino rivelando il corpo tremante di un bambino. Quando il tuono rimbombò per tutto il villaggio il piccolo si strinse a sé, cercando di farsi coraggio e di affrontare quella sua paura. Il boato gli scosse le membra, pietrificando tutto il suo coraggio. Lasciando solo con le sue angosce. Sconfitto ed impaurito, si portò la coperta fin sopra la testa e chiuse forte gli occhi.

 

Itachi aveva sempre avuto paura dei temporali, ma non lo aveva mai detto a nessuno. Fin da piccolo, i suoi genitori lo avevano lasciato a sé stesso obbligandolo a crescere da solo e privandolo in parte del concetto di famiglia. Non era mai stato abituato ad affidarsi a qualcuno che non fosse lui stesso, difficilmente si confidava con qualcuno perché, quelle poche volte che lo aveva, fatto si era sempre sentito dire che era un debole, aveva paura di provare affetto per gli altri perché non voleva soffrire dopo, nel caso in cui quelle persone morissero o peggio, lo abbandonassero. Aveva raggiunto un livello intellettivo fuori dal normale contando solo sulle proprie forze, ponendosi domande e cercando di ottenere da solo delle risposte. Cosi era cresciuto: intelligente e diffidente. Tuttavia leale. Lo era sempre stato con quei pochi avevano avuto il privilegio di diventare sui amici, non perché fosse il tipico figlio di papà con la puzza sotto al naso, ma perché era una persona che difficilmente dava fiducia agli altri a causa delle piccole cicatrici che il termine “tradimento” aveva lasciato sul suo petto. Eppure dietro quella fortezza di sicurezza e capacità c’era un ragazzino insicuro, con ancora un’infinità di domande senza risposta, quesiti irrisolti, che ancora si portava dietro pezzi delle sue paure ormai infantili.

 

Sasuke era stato, dopo un periodo di assoluta lontananza, quello che Itachi avrebbe potuto definire il suo primo grande amore. Ma l’amore, si sa, non è solo quello che un uomo dedica ad una donna. Difatti l’amore di Itachi era quello incondizionato, indistruttibile di un fratello maggiore, puro amore dedito solo al suo fratellino. Non voleva amarlo, Itachi, ma non era stato in grado di farne a meno quando quel fagottino lo aveva guardato negli occhi per la prima volta e lo aveva riconosciuto come la sua guida, il suo scudo. Quando, dentro il fagottino bianco che lo proteggeva gli aveva preso il dito e lo aveva stretto a sé sorridendo contento. Itachi non era più stato capace di placare il suo cuore scalpitante nel suo petto, aveva capito che quel pargolo sarebbe stato diventato l’unica cosa che avrebbe amato incessantemente per tutta la sua vita. E cosi era stato.

Mentre gli altri bambini della sua età passavo le giornate a giocare al parco, ridendo e scherzando fra di loro, lui li guardava da lontano senza invidia. Perché lui aveva qualcuno che lo aspettava a casa, un paio di grandi occhi neri che brillavano ogni volta che si specchiavano nei suoi, c’era una boccuccia che gli sorrideva e che lanciava strani versi quando era felice di giocare con lui. C’era Sasuke. E ancora come la prima volta, il suo cuore batteva all’impazzata quando lo vedeva dopo solo qualche ora, quando tornava dall’accademia.

Col passare degli anni Sasuke era cresciuto ed aveva imparato a parlare e Itachi ancora non poteva fare a meno di vedere i suoi occhi brillare ogni volta che gli correva goffamente in contro per salutarlo, di sentire il proprio nome venire pronunciato con tanta felicità, di sentirsi chiamare fratellone. Dopo ben quattro anni il suo cuore ancora batteva solo per lui. Era contorto il sentimento che provava, al limite dello spirito, perché era solo quello che un bambino poteva provare. Itachi sapeva di essere il suo punto di riferimento, capiva che lui veniva ancor prima di mamma e papà per Sasuke.

 

Fu per caso, però, che Itachi scoprì come anche Sasuke avesse delle paure infantili proprio come le aveva lui. Perché nonostante Itachi avesse finalmente compiuto dodici anni, aveva ancora vergognosamente paura dei temporali, non era mai riuscito a superarla. E quella sera il temporale era forte e rimbombava violento, scuotendo i vetri della sua stanza assieme alle sue membra. Come soleva fare in quelle notti turbolente, si portò le coperte fin sopra la testa e si girò dalla parte opposta alle finestre, sperando di non vedere quegli schizzi di luce accecarlo di terrore. Ma era inutile perché lo strano fischio alle orecchie che sentiva ad ogni lampo lo rendeva consapevole dell’imminente tuono. E cosi accadde anche quella sera. Appena il tuono squarciò il silenzio con prepotenza, la porta della sua stanza si aprì.

“F-fratellone..” Era Sasuke. Ed era spaventato. Itachi si mise meccanicamente a sedere quando la voce impaurita del più piccolo arrivò alle sue orecchie. Capiva che suo fratello aveva bisogno di lui e non lo avrebbe deluso. Non lo avrebbe abbandonato. “Hai paura..?” Gli chiese soltanto lui, sperando che fosse cosi. Anche lui ne aveva. Il piccolo annuì, un po’ vergognandosene. “Posso.. Posso dormire con te, fratellone?” Itachi non avrebbe mai potuto dire di no ad una richiesta cosi dolce, cosi fece segno di si con la testa ed alzò le coperte, invitando Sasuke ad entrare. Il più piccolo si fiondò sotto le coperte e attese che anche il maggiore si fosse messo a suo agio prima di artigliargli la maglietta del pigiama e di stringersi forte al suo petto, in cerca di conforto.

Nonostante fuori il temporale infuriasse imperterrito, Itachi non ne ebbe timore. E la ragione era semplice. Sasuke aveva bisogno di lui, aveva bisogno che lui estirpasse quella paura dalla sua mente e anche se inconsciamente aveva appena fatto la stessa cosa, Itachi non si dimostrò mai debole di fronte a lui. Perché il suo cuore ancora batteva forte per Sasuke.

 

 

Erano passati tre anni dall’ultimo incontro che aveva avuto con Sasuke. Era cresciuto, il suo fratellino e stava diventando sempre più forte. Ora era li, di fronte a lui, pronto a sfidarlo per vendicare il clan che lui aveva glacialmente sterminato. Itachi sapeva che in realtà lui era ancora troppo forte perché Sasuke potesse sconfiggerlo, ma era il suo fratellino e gli avrebbe concesso anche quella vittoria. E mentre combattevano, Itachi non poteva fare a meno di sentire ancora quel cuore malato galoppare nel suo petto, avrebbe voluto pensare che fosse per via dei rapidi movimenti fisici che sia lui che Sasuke eseguivano, ma non poteva. Non poteva e non voleva, perché sotto quella coltre di freddezza e indifferenza c’era ancora quel sentimento limpido che aveva brillato fin dal primo mento che aveva incrociato gli occhi di suo fratello. Itachi lo amava ancora. Ed era sempre lo stesso, incrollabile amore che legava la sua intera vita a Sasuke e non quel vago amore carnale che si potrebbe provare per chiunque e con chiunque. Era tutt’altra cosa, ad Itachi non importava nulla dei piaceri della carne, lui aveva giurato a sé stesso di dedicare il suo amore solo a Sasuke, con tutta la sua anima. E in quel momento, proprio per quell’amore Itachi chiudeva gli occhi per sempre, ma con il sorriso sulle labbra. Aveva mantenuto la sua promessa in vita. Eppure sentiva ancora quei battiti rapidi. E il tuono che rimbombava nel cielo, anche se gli parve solo una lontana ninna nanna.

 

 

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Cari lettori,

un piccola one-shot per iniziare la settimana! E’ molto triste, ma si sa, a me raramente vengono fuori cose allegre..

L’unica piccola precisazione che voglio fare è che, nonostante si parli di amore, non c’è NIENTE di fisico da parte di Itachi. È tutto amore spirituale. :)

A presto!

Reika_Kun

 

 

 

  
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