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Autore: Heavensent    27/10/2014    2 recensioni
Castiel viene posseduto da un demone, e rivela qualcosa che l'angelo non avrebbe mai voluto ammettere.
Destiel; spoiler nona stagione.
Genere: Generale, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Mi è venuta in mente all’improvviso, inconsciamente, quest’idea, e ho scritto questa one shot molto velocemente. L’ho proprio buttata giù, è stata quasi un’esigenza più fisica che mentale.
Se vi piace (ma anche se non vi piace) ditemi in due righe che cosa ne pensate. Il titolo è una frase di Animals dei Maroon 5, che stavo ascoltando quando ho cominciato a scrivere.

I personaggi di Supernatural non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro. 

 

I can smell your scent for miles.

 
 
 
Quando Dean guardò Castiel, che era entrato dalla porta del motel, si accorse subito che c’era qualcosa di strano nel suo sguardo. E no, non era solo perché ormai era diventato umano. Perché anche da umano aveva mantenuto quegli occhi azzurri spaesati e curiosi che lo contraddistinguevano, che in quel momento erano diversi. Maliziosi? Inquietanti? Non avrebbe saputo trovare un termine che avrebbe saputo definirli del tutto.
Castiel si chiuse la porta alle spalle:-Ciao, Dean.
Non era il solito saluto che era abituato a sentirsi dire, e istintivamente indietreggiò verso il letto. Sotto il cuscino c’erano il pugnale angelico e il coltello di Ruby e anche se non sapeva bene cosa fosse successo a Castiel, sapeva che qualcosa non quadrava. E come era successo tante volte, con suo padre, con Sam, con Bobby, Dean si trovava davanti qualcosa di diverso che si era impossessato di una persona che amava. Ed era incapace di attaccarlo.
-Ehi Cas- provò a stare al gioco, non facendo notare di aver avvertito qualcosa di diverso. Castiel camminava spavaldo, le labbra inclinate in un ghigno, una sicurezza nel camminare totalmente nuova.
-Sam non c’è?-chiese l’ex angelo, allentando il nodo alla cravatta e guardandosi intorno nella camera spoglia del motel.
-No, è andato a interrogare alcuni testimoni. Io stavo facendo ricerche al computer…
Un caso li aveva chiamati in un piccolo paese dell’Ohio e Castiel, impaurito e sprovveduto umano, li aveva implorati di portarlo con loro. Dean l’aveva mandato a fare la spesa, in  modo che prendesse confidenza con le cose da umani, ma non si sarebbe mai aspettato che sarebbe tornato in quel modo completamente mutato.
Dean riuscì a raggiungere discretamente il cuscino, ma quando stava per mettere la mano sotto di esso per afferrare il pugnale angelico si sentì scaraventare con forza al muro, aderendovi con la schiena e ritrovandosi con i piedi sollevati da terra. Grugnì dal dolore per il colpo subito. Castiel, o chiunque fosse, teneva la mano sospesa bloccandolo sul muro, impedendogli di muoversi. Poi lo fece scendere lentamente fino a fargli toccare il pavimento con i piedi, ma senza farlo staccare dalla parete.
-Non lo farai, non mi pugnalerai con quella bella spada argentata- disse Castiel con tono malvagio, e Dean ricordò terribilmente il tono di voce che l’ ex angelo aveva assunto quando era stato posseduto dai leviatani: lo sguardo pazzo, il tono di voce sicuro e sciolto.
Gli occhi azzurri erano completamente sbarrati e lucidi, il sorriso malevolo risplendeva indisturbato.
-Almeno dimmi chi sei, figlio di puttana. Non ti sei nemmeno presentato..-mormorò Dean a denti stretti, cercando di far forza sui propri muscoli per sottrarsi alla forza della mente di quell’essere.
-Sai..quando ho visto questo bell’involucro di carne non ho potuto farne a meno. Un angelo diventato umano. E’ una cosa totalmente nuova, per me, e oltretutto il tuo amichetto è un tramite veramente forte, è sopravvissuto a svariate morti..e mi fa sentire così vivo.
Castiel gli si avvicinò terribilmente, sbattendo le palpebre per mostrare due lucenti occhi completamente neri. Dean si dimenò contro il muro, cominciando a urlare:-Esci da lui, schifoso bastardo!
La gola di Castiel emise una risata, gli si avvicinò facendo scorrere le mani lungo la camicia a quadri e la aprì, scoprendo il tatuaggio anti-demone che Dean aveva sul petto:-Avresti dovuto fargli uno di questi…-disse passando le dita lungo il contorno del disegno. Dean non sapeva cosa fare. Un demone si era appena impossessato del suo amico e sembrava terribilmente potente. Se Sam non fosse arrivato da lì a breve sarebbe morto di sicuro.
-E’ divertente stare in questo corpo. Sapessi tutti i pensieri che frullano nella testa del povero Castiel..-il demone disse quest’ultima frase con tono offeso, come se avesse subito un torto.
-Cosa vuoi dire?-gli chiese Dean che mentalmente pregava che il fratello rientrasse al più presto.
-Lo fai veramente soffrire. Non sai quante cose ti vorrebbe fare…-sussurrò le ultime parole avvicinandosi all’orecchio di Dean, passò la lingua sul lobo e poi scese con essa sul collo, scuotendo qualcosa nella schiena di Dean. Un misto di stupore, paura e..curiosità, forse?
-Sono cazzate-soffiò fra le labbra, serrando gli occhi in una stretta dolorosa.
-Lo pensi davvero? Sì, so come la pensate voi Winchester. I demoni mentono..bla bla. Ed è vero, mentiamo quando ci fa comodo. Ma diciamo anche la verità, quando sortisce lo stesso effetto..e questa è la verità. L’angioletto si è innamorato del cacciatore…che cosa romantica!-esclamò sarcastico, congiungendo le mani e sbattendo le ciglia- dovresti vedere quanto si tormenta, perché è sbagliato, perché lui era un angelo e vuole tornare a esserlo..ma ora è umano e la cosa è peggiorata. Eh sì, l’amore non è per niente solo platonico, qui dentro-disse sfiorandosi la tempia, portando poi le mani sui jeans di Dean e aprendo la lampo. Uno sguardo di terrore apparve sul viso di Dean, che si ritrovò le mani di Castiel posseduto che cercavano di entrare nei suoi boxer. In quel momento si spalancò la porta, e al rumore il demone si voltò di scatto mostrando gli occhi neri. Sam agì d’istinto, cominciando a recitare l’esorcismo. Il tramite si dimenò un po’, ma alla fine il fumo nero uscì dal corpo di Castiel, dissolvendosi nell’aria. L’ex angelo cadde svenuto.
 
Castiel si svegliò sul sedile posteriore dell’Impala. La testa gli faceva male, e si alzò lentamente a sedere. A giudicare dal leggero ondeggiare era in viaggio. Guardò davanti a sé. Dean era al posto di guida, il sedile accanto era vuoto.
Il cacciatore dallo specchietto retrovisore vide la sagoma di Castiel che si svegliava e cercava di capire come fosse arrivato lì.
-Ben svegliato-commentò Dean, e prima che l’altro potesse chiedere cominciò a dargli spiegazioni- per fartela breve, sei stato posseduto da un demone. Sam ti ha esorcizzato e sei svenuto. Abbiamo deciso che avevi bisogno di riposo quindi Sam è rimasto lì a finire di risolvere il caso..noi intanto andiamo al bunker.
Disse tutto con una passività da far paura; negli ultimi anni passati Dean aveva assunto la terribile capacità di dire anche le cose più strane con apatia. Forse perché niente ormai lo stupiva più.
Castiel non rispose, anche perché poco dopo Dean riprese a parlare:-Per il momento hai un talismano antidemone al collo, domani ti porterò a fare il tatuaggio. A quanto pare sei un tramite succulento per i demoni.
Castiel si portò la mano al collo tastando con le dita un piccolo ciondolo. Si mise a sedere lasciando che la schiena si rilassasse contro il sedile posteriore, e osservò Dean guidare. Erano quasi arrivati al bunker ormai. Dean svoltò per scendere al garage.
Quando uscirono dalla macchina andando verso l’entrata, Castiel finalmente parlò:-Vi ho fatto del male?
Dean lo guardò un attimo, per poi distogliere lo sguardo. Spinse la porta entrando nel bunker, seguito dall’amico.
-Non proprio. E comunque non eri tu. Per il momento puoi dormire in camera di Sam, poi domani quando torna ti prepariamo un’altra stanza.
Il modo in cui Dean uscì dalla camera evitando il suo sguardo lo mise a disagio.
Non potè far altro che annuire, e andò in camera di Sam.
 
Castiel non riusciva a dormire. Faceva ancora molta fatica ad addormentarsi. Gli era stato consigliato di contare le pecore, una volta, ma non aveva mai capito quali pecore dovesse contare. Aveva preso l’abitudine di pensare a delle cose belle. Il paradiso per esempio. Ma anche gli hamburger. La marmellata con il burro d’arachidi. E Dean. Pensare a Dean gli dava pace, e non sapeva perché. Ma non quella notte. Aveva avvertito qualcosa di strano in quel tono di voce, qualcosa che non gli era piaciuto per niente. Si alzò, tenendo la coperta attorcigliata al corpo. Aveva freddo.
La porta di Dean si aprì con un cigolio e il cacciatore, investito dalla luce proveniente dal corridoio, si svegliò di soprassalto:-Dannazione, Cas…-imprecò mettendosi seduto sul letto ed accese l’abat jure- che vuoi?
Usò un tono più duro di quello che avrebbe voluto ma insomma, Castiel lo aveva appena fatto svegliare di soprassalto alle tre e mezza di notte. Ne aveva tutto il diritto.
Castiel si sentì a disagio, forse non ben conscio del fatto che non si poteva semplicemente andare da una persona in piena notte e svegliarla. Ma non ci badò e andò a sedersi sul bordo del letto di Dean che quasi si stesse allontanando da un insetto pericoloso indietreggiò, tenendosi le gambe vicine al corpo e appiattendo la schiena alla testata del letto.
Castiel aggrottò la fronte e assottiglio gli occhi:-Dean, hai paura per caso?
-No- disse velocemente il cacciatore -cosatelofapensare?-aggiunse poi con una sola emissione di voce.
-Me lo fa pensare il fatto che sei visibilmente impaurito-spiegò Castiel con quella sua assurda, caratteristica, fastidiosa ovvietà.
Dean provò a rilassarsi distendendo le gambe, e poi si passò una mano fra i capelli e sul viso, con un gesto stanco:-Scusa, il fatto che tu sia stato posseduto mi ha un po’ scombussolato.
-Ma si è tutto risolto per il meglio..-disse Castiel con un piccolo sorriso. Dean ancora non lo guardava.
-Sì sì certo..è che quel demone ha detto..delle cose.-solo quando disse le due ultime parole guardò Castiel, che inclinò al testa in maniera interrogativa:-Cose..tipo?
-Tipo..che tu sei innamorato di me.-Dean lo disse semplicemente, con una calma che pensava di non avere, come fosse la cosa più normale del mondo.
Ora era Castiel quello che sembrava avere paura. Indietreggiò sul materasso per poi alzarsi. Stava in piedi, davanti al letto di Dean, le mani saldamente attaccate al lenzuolo che teneva attorno al corpo.
-Allora è vero!-realizzò Dean spalancando gli occhi, e si alzò anche lui. Castiel era intimorito e spaventato. Si guardava attorno senza sapere cosa dire, e sentiva una spiacevole sensazione al petto. Il cuore gli batteva forte e sentiva l’esigenza di respirare più velocemente. Si sentiva come se fosse stato sorpreso a fare qualcosa che non doveva.
-E perché non me lo hai detto?-senza volerlo Dean aveva alzato la voce- ti rendi conto di quanto sia terribile venire a sapere una cosa del genere così?
-Non era in programma che lo sapessi-sussurrò Castiel, facendo per uscire dalla stanza. Si sentiva impaurito, triste, si vergognava da morire- ti prego Dean, fai finta che quel demone non ti abbia detto nulla.
Ma mentre si voltava per uscire sentì una mano di Dean che con forza glielo impediva, facendolo voltare di scatto. Le labbra del cacciatore premevano duramente contro le sue, mentre le mani gli afferravano saldamente il viso, accarezzando con poca dolcezza quell’accenno di barba. Castiel si ritrovò incapace di fare qualunque cosa se non rispondere a quel bacio, rude, quasi frettoloso, disattento, impacciato. Dean inclinò la testa cercando la lingua dell’altro, approfondendo il bacio, aspettando che anche Castiel si lasciasse andare. L’ex angelo lasciò cadere il lenzuolo portando le braccia sulle spalle di Dean, alzando di più il viso per andare incontro all’impeto di quel bacio. Era molto più bello di tutti quei baci che inconsciamente o no aveva sognato di ricevere mille volte. Erano in totale apnea, e quando si separarono dovettero respirare profondamente per recuperare il fiato, ma senza separarsi. Le mani di Castiel si erano aggrappate alla nuca di Dean che tenendo gli occhi chiusi teneva i loro visi vicini, sfiorando ancora le guance di Castiel con i polpastrelli.
-Avresti dovuto dirmelo prima, almeno non mi sarei scervellato a pensare che non mi avresti mai ricambiato.- disse Dean tutto d’un fiato, con quella che a Castiel sembrò una fatica immane.
-Non pensavo mi avresti ricambiato-mormorò l’ex angelo, alzandogli il mento con un dito per indurlo a fargli aprire gli occhi. Dean sorrise leggermente, facendo scivolare le mani sul suo collo- perché prima hai indietreggiato quando mi sono avvicinato a te, allora?-chiese Castiel, memore del timore di Dean di poco prima.
-Tu non hai paura?-Dean rispose con un’altra domanda e Castiel annuì.
-Ma almeno ora abbiamo paura insieme.- aggiunse il ragazzo dagli occhi azzurri, incrociando quelli di Dean.
 
Castiel non lo disse quella notte, e non lo disse mai negli anni successivi, che passò con Dean; ma essere posseduto da un demone era stata la cosa migliore che potesse capitargli.
 

Fine.

Non ne vado molto fiera, ma già che l'ho scritta la condivido con voi. Bye ;)

 
  
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