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Autore: Sarugaki145    28/10/2014    3 recensioni
Heiji correva a perdifiato, sentiva i polmoni lacerati dall’aria fredda di quel pomeriggio invernale, mentre delle gocce di sudore iniziavano a scorrere sulla sua fronte.
Dove poteva essere finita? Perché non era rientrata a casa dopo scuola??
Se solo quella mattina fosse stato più gentile, se solo non l’avesse ferita con quelle parole. La mente di Heiji continuava a ripensare a tutto ciò che era accaduto quella mattina, cercando una spiegazione di cosa poteva aver spinto Kazuha a sparire, ma più si sforzava più l’orribile sospetto che le fosse accaduto qualcosa di grave gli penetrava fin dentro le ossa.
Ma da ora non ti avrei più lasciata, sarei sempre stato con te, come il tuo angelo custode.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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_Your Guardian Angel_

 
Dopo la proposta di Shinichi il morale di Kazuha migliorò notevolmente.
Continuò a parlare con Heiji il minimo indispensabile, considerandolo solo quando lui le rivolgeva la parola e liquidandolo con risposte secche. Cercò di distrarsi con le amiche il più possibile, mentre la sera si faceva aggiornare dal padre sullo svolgimento del caso di Christal.
 
L’unico pensiero che ancora le rimaneva era il ballo a cui Heiji l’aveva invitata e di cui non avevano più parlato. Lei aveva comunque acquistato un bel vestito ed era intenzionata ad andarci con o senza quel detective da strapazzo.
 
Due giorni prima del ballo Kazuha scrisse un messaggio ad Heiji e chiese se lui fosse ancora intenzionato a portarla. Ovviamente il ragazzo rispose che non sarebbe certamente venuto meno alla sua parola, quindi si diedero appuntamento davanti a casa della ragazza.
 
La fatidica sera, quando il padre di Kazuha la vide scendere le scale, rimase per un momento senza parole, rendendosi conto di come ormai sua figlia fosse diventata una donna.
 
Indossava un vestito verde smeraldo senza spalline, sotto il seno era fermato da un nastrino dello stesso colore, dopodiché il vestito scendeva lungo e sinuoso fino ai piedi. Sulle spalle indossava una stola nera per proteggersi dal freddo di Febbraio, mentre i capelli erano elegantemente raccolti in uno chignon con qualche ciuffo che sfuggiva e si arricciava sulle spalle.
 
-Sei veramente bellissima.-
 
Ammise il padre abbracciandola e dandole un bacio sulla fronte.
 
-Questa sera il tuo cavaliere non potrà che avere occhi per te. Vedi di non fare troppi cuori infranti.-
 
Lei arrossì per quei complimenti insoliti, quindi rispose:
 
-Stai tranquillo papà, sarò bravissima!-
 
L’uomo sorrise e andò alla finestra per controllare se fosse arrivato qualcuno a prenderla.
 
-Heiji non è ancora arrivato, è in ritardo?-
 
Kazuha diede un’occhiata nervosa all’orologio e rispose:
 
-Di una decina di minuti, ma sono sicura che arriverà.-
 
Dopo più di mezz’ora Kazuha capì di aver sbagliato le sue previsioni, ma al posto di deprimersi si fece accompagnare dal padre, pronta a godersi la sua serata. Prima di entrare nella palestra allestita per l’evento, scrisse un messaggio:
 
“Potevi per lo meno avvisarmi che non avevi intenzione di venire, non mi sarei offesa. Corri pure dietro alla tua ladruncola per sempre.”
 
Appena ebbe premuto l’invio sfoderò il suo miglior sorriso ed entrò in palestra, pronta a godersi una bellissima serata, come gli avevano raccomandato sia Shinichi che Ran.
 
*
 
Il cellulare di Heiji vibrò nella tasca, facendolo sbuffare per essere disturbato durante un appostamento.
 
Christal aveva anticipato che avrebbe rubato il famoso gioiello “Sogno nella notte” quando la luna l’avrebbe baciata con i suoi raggi, quindi il ragazzo era nascosto da ormai due ore affianco al diamante, in attesa della donna.
 
Quella notte aveva intenzione di vederla in tutta la sua bellezza, con l’aiuto dei raggi luminosi e quindi non stava più nella pelle solo all’idea di poterla rivedere. Era quasi un’utopia l’idea che se un giorno l’avesse catturata avrebbe potuto addirittura conoscerla e quell’idea lo teneva sveglio nonostante l’ora.
 
Il pendolo attaccato al muro ticchettava scandendo lo scorrere inesorabile dei minuti e ancora della ladra non c’era traccia. A mezzanotte, quando l’orologio scandì i dodici rintocchi, ci fu un piccolo scoppio sopra il gioiello e un fogliettino poco più grande di una carta da gioco cadde fluttuando verso il gioiello, fino ad appoggiarsi ad esso, facendo scattare l’allarme.
 
Heiji si precipitò immediatamente a prelevare il foglio e vide subito la scritta con l’inconfondibile scrittura:
 
“Questa notte, mio bel cavaliere, ho avuto un contrattempo. Rimanderemo il nostro incontro di una settimana.”
 
Il ragazzo lesse avidamente le parole, sicuro che “il bel cavaliere” fosse lui, quindi quando il biglietto gli fu strappato di mano dai poliziotti si limitò ad appoggiarsi al muro e farsi scivolare a terra con un sospiro felice.
 
Era sicuro che lei lo avesse notato in tutti quegli appostamenti e quindi ora non gli rimaneva che riuscire a conoscerla e portarla sulla strada giusta, salvarla da quel destino meschino che si era scelta.
 
Quando appoggiò la testa al muro chiudendo gli occhi, un po’ sconsolato per l’incontro mancato, prese il cellulare dalla tasca senza neanche rendersene conto e si stupì quando si trovò davanti il messaggio ricevuto più di due ore prima.
 
Quando lo aprì sentì il sangue gelarsi nelle vene.
 
“Potevi per lo meno avvisarmi che non avevi intenzione di venire, non mi sarei offesa. Corri pure dietro alla tua ladruncola per sempre.”
 
Sentiva l’odio di Kazuha in ogni lettera di quel breve sms, la delusione, la profonda tristezza.
 
Si era completamente dimenticato del ballo della scuola ed era un perfetto idiota. Aveva raccolto tutto il suo coraggio per invitare Kazuha a quel ballo, nella speranza che finalmente riuscisse a confessarle quanto ci tenesse realmente a lei e ora si era bruciato tutto per uno stupido appostamento andato a vuoto. Lei gli aveva criticato fin troppe volte che si facesse prendere dai casi estraneandosi dal mondo, ma quella volta era troppo e se ne rendeva conto anche lui.
 
Si alzò in piedi come in trance e corse fuori a prendere la moto, nella
speranza di potersi ancora far perdonare.
 
Era consapevole di quanto Kazuha ci tenesse a quel ballo, come tutte le ragazze della loro età, e quindi sapeva che non l’avrebbe perdonato facilmente. Accellerò ulteriormente nella speranza di arrivare prima della conclusione del tutto, ma quando arrivò davanti alla scuola vide varie coppie uscire dal cancello, pronte per tornare a casa.
 
Corse fino alla palestra, dove fermò Manobu e gli chiese:
 
-Hai visto Kazuha?-
 
Quello lo guardò per la prima volta con severità e rispose scrollando la testa:
 
-Heiji sei un cretino. Non capisco come tu abbia potuto dimenticarti del ballo.-
 
-Dov’è lei?-
 
Chiese lui senza alcuna intenzione di perdere tempo in quel momento ad ascoltare la predica dell’amico.
 
-E’ andata a casa accompagnata da Morita, il suo compagno per tutta la sera.-
 
Heiji sbiancò, rendendosi immediatamente conto che era stato lui stesso a spingerla tra le sue braccia, dopo tutti i suoi sforzi per separarli.
 
-Sono un coglione.-
 
Mormorò Heiji prima di iniziare a correre verso casa dell’amica, seguito dagli occhi rassegnati da Manobu, ben concio della scemata che avesse fatto il ragazzo quella sera.
 
Nella foga Heiji non aveva neanche pensato di riprendere la moto, quindi quando arrivò a casa di Kazuha era sudato e con il fiatone. Immediatamente individuò due figure sedute sui gradini di ingresso di Kazuha e senza farsi notare si mise a spiarli.
 
Kazuha e Morita stavano parlottando a bassa voce e lui le teneva le mani, mentre lei spiegava qualcosa che Heiji non riusciva a sentire.
 
In quel momento il moro si rese conto che si era lasciato sfuggire l’occasione della sua vita e che qualcuno più sveglio di lui era stato pronto a prenderla al volo.
 
Heiji non riuscì a sopportare quella vista ancora e quindi si avviò stanco, deluso e amareggiato verso casa sua, pronto a passare un’intera notte in bianco da solo con i suoi pensieri e i suoi rimorsi. Aveva promesso poco tempo prima al padre della ragazza che sarebbe stato il suo angelo custode, che non avrebbe permesso a nessuno di farla soffrire, eppure era stato lui stesso il primo a deluderla. Tirò un pugno contro un palo della luce, scorticandosi la mano, ma non diede peso alla cosa, troppo distrutto dalla sua stupidità.
 
*
 
Kazuha aveva passato una bellissima serata, nonostante fosse iniziata nel peggiore dei modi, probabilmente grazie a Morita, che l’aveva riempita di attenzioni tutto il tempo. Avevano ballato, riso e scherzato, quindi mentre sedeva con lui sui gradini dell’ingresso di casa sua ormai aveva completamente dimenticato Heiji.
 
-Ma quindi tu e tua sorella vivete qui da soli?-
 
Domandò la ragazza dopo che lui le aveva raccontato di come sua sorella cucinasse sempre per lui pasti tipicamente occidentali.
 
-Si, i miei genitori vivono all’estero, ma io e Chieko ce la caviamo egregiamente da soli, anche se qua non abbiamo nessun amico di famiglia che ci possa aiutare.-
 
Spiegò il ragazzo con un sorriso orgoglioso sulle labbra sottili.
 
-Lei lavora?-
 
Si informò Kazuha, curiosa di capire come facessero due giovani a vivere soli ad Osaka.
 
-Diciamo di si, opera nel campo dell’arte.-
 
Le rispose Morita evasivo, come se volesse chiudere così in discorso. Kazuha però domandò chiarimenti:
 
-Dell’arte?-
 
-Si, si occupa della vendita di opere d’arte all’asta.-
 
Cercò di liquidarla lui, eppure sembrava che la ragazza non avesse capito il disagio dell’amico, quindi chiese nuovamente:
 
-Che bello! A casa hai qualche cimelio?-
 
-Ne ho parecchi, i miei sono sempre stati delgi appassionati. Se vuoi questa domenica puoi venire a pranzo a casa mia, così ti mostro qualche mio tesoro!-
 
La invitò lui, cogliendo la palla al balzo per potersi prenotare per un altro appuntamento.
 
-Con molto piacere Morita!-
 
Accettò lei con un sorriso radioso, quindi lui rispose galante:
 
-Penso che la nostra conoscenza ti permetta ormai di chiamarmi Bakin e non più Morita, Kazuha cara.-
 
La ragazza accettò con un sorriso, prima di augurargli la buonanotte e ritirarsi esausta a dormire.
 
*
 
Il rapporto di Heiji e Kazuha, già in crisi prima del ballo, aveva rimediato una rottura che sembrava quasi definitiva. Heiji non si era andato a scusare con la ragazza per non essersi presentato, offeso di come lei l’avesse subito sostituito con Morita, mentre lei era arrabbiata per le mancate scuse. I due amici d’infanzia facevano ormai fatica anche solo a salutarsi, quindi quando Morita rinnovò la proposta a Kazuha di andare a mangiare a casa sua lei accettò immediatamente, stando ben attenta a farlo sapere anche a Heiji.
 
Lei e Morita tornarono a casa assieme dopo le lezioni in una giornata fredda e piovosa, quindi non appena la ragazza mise piede in casa dell’amico non poté che apprezzare il caldo che l’accolse. Prima del pranzo il biondo la portò a fare un giro per mostrarle la casa, ma appena entrati in salotto la ragazza domandò curiosa, avvicinandosi ad un buffet pieno di ceramiche:
 
-E questo gioiello? Sembra il “sogno della notte”!-
 
Cinguettò lei affascinata dalla lucentezza della collana, mentre la ammirava.
 
-Lo conosci?-
 
Chiese lui affiancandosi a lei e osservando orgoglioso il gioiello.
 
-Ho letto sui giornali che è appena stato rubato dalla ladra Christal, c’era la foto sul giornale.-
 
Lo informò lei, osservando attentamente la sua reazione.
 
-Magari questo fosse il “sogno della notte” autentico! E’ solo una copia fatta veramente bene.-
 
Rispose lui rilassato, senza dar particolare peso alla cosa.
 
-Posso toccarlo?-
 
Chiese quindi Kazuha, continuando ad osservare il ragazzo con instistenza.
 
Il ragazzo esitò un attimo prima di rispondere, serrando la mascella, poi però si ricompose e con un sorriso, prendendo la ragazza a braccetto e portandola in un'altra stanza piena di quadri rispose:
 
-Lascialo perdere, ho dei pezzi molto più interessanti!-
 
Kazuha lanciò un ultimo sguardo al gioiello, prima che la sua attenzione fosse attirata dall’arrivo di una giovane donna, che le fu presentata come Chieko Morita.
 
Il primo pensiero di Kazuha fu quanto fosse bella quella ragazza, con i lunghi capelli biondi e dei lineamenti sottili. Era una delle donne più belle che avesse mai visto, al pari di una modella, sia per bellezza che per portamento.
 
Nel vedere quella ragazza le tornò in mente uno dei tanti racconti deliranti di Heiji sulla bellezza della ladra Christal e Kazuha pensò che doveva essere almeno così bella perché lui se ne fosse innamorato così perdutamente senza averci mai parlato. Non si soffermò però troppo su quel pensiero, ma si presentò e si fece condurre fino in cucina, dove la donna aveva appena servito il pranzo.
 
Alla conclusione della giornata Kazuha domandò:
 
-Bakin, ti andrebbe di venire con me al cinema a vedere quel film appena uscito sabato sera?-
 
Il ragazzo lanciò un’occhiata alla sorella, che scrollò leggermente la testa, mandandogli uno sguardo eloquente. Quindi lui rispose diplomatico:
 
-Mi dispiace ma quella sera abbiamo una cena con degli amici di famiglia, quindi non posso. Possiamo fare domenica?-
 
La ragazza alzò un sopracciglio dubbiosa, ma accettò comunque l’invito per la domenica sera.
 
 
 
 
 
 
 
 
*Angolo della disgrazia*
Ehilà!
Eccoci alla fine anche dell’undicesimo e penultimo capitolo della fanfic!
Ebbene si, il prossimo sarà il capitolo conclusivo, dove si tireranno le sorti di tutta la questione!
La ladra Christal verrà smascherata?
Heiji si riprenderà?
Kazuha lo vorrà ancora o preferirà il buon Morita?

Lo scoprirete nel prossimo e ultimissimo capitolooo!! :D
A presto!
Saru

 
  
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