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Autore: LittleGinGin    28/10/2014    2 recensioni
Sakura passeggia lungo le vie di Konoha mentre la brezza mattutina le sveglia la pelle e la riporta lungo il campo di battaglia, la riporta ad un momento...
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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Eccomi! Sono tornata con una nuova storiella sulla nostra coppietta. vi sono mancata?
Non mi è venuta molto lunga, ma spero che vi piaccia ugualmente. L'avevo iniziato a scriverla prima dei recenti capitoli quindi alcune cose non torneranno però mi faceva fatica cambiarla ... Eh eh...
Vi lascio alla lettura e grazie mille a tutti per aver perso il vostro tempo per leggere una storiuccia come la mia ^^
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La tiepida luce della luna


Strinse la tracolla della borsa sotto il braccio e uscì dalla porta. La luna si nascondeva tra le morbide nuvole grigiastre, quasi invisibili nel cielo bluastro. Piccoli raggi rischiaravano le chiome degli scuri alberi che si muovevano sinuosamente cullati dalla dolce brezza della notte mentre nel cielo si contavano le stelle sulle punte delle dita. La giovane Kunoichi allungò il collo all'insù socchiudendo lentamente le palpebre per assaporare l'aria fresca e piacevole. Con passo moderato e pieno di leggerezza, si diresse verso il monte degli Hokage e con pochi balzi vi salì in cima. Lasciò cadere la borsa sul terreno fresco e, tenendosi con una mano dei ciuffi di capelli che le infastidivano gli occhi, ammirò con occhi pieni di meraviglia il villaggio a cui era tanto affezionata.
Nel buio intenso si scorgeva l'imponente palazzo dell' Hokage dove, da una finestra, una piccola luce rifletteva sul vetro. -La signorina Tsunade é già sveglia?- con un sorriso pieno di dolcezza immaginava la sua maestra mezza addormentata che scarabocchiava qualche parola messa a caso in mezzo a tutte quelle carte che avevano sempre riempito il suo ufficio.
Tutt'intorno si estendevano le centinaia di case e negozi del villaggio e che lo rendevano così particolare e pieno di vita. La rosa riusciva a scorgere anche il piccolo chioschetto di ramen, del quale ormai conosceva ogni singolo dettaglio, anche il più fittizio. Lo fisso nell'ombra che lo rendeva invisibile agli occhi, ma chiarissimo al cuore che si colmava di ricordi. Si lasciò cadere sull'erba umida e chiuse gli occhi incrociando le braccia dietro la testa.
Non erano passati molti anni dalla fine della guerra, o almeno non abbastanza per renderne il ricordo più lieve e sfumato. Ricordava ancora i colori del suolo arido e secco che si tingeva ad ogni passo di un brillante rosso porpora. Si ricordava ancora i singoli dettagli dei volti inarcati, le piccole rughe sulle fronti sudate, gli abiti sporchi di polvere, il sole battente sulle rocce, la disperazione negli occhi dei guerrieri, il debole filo di speranza che li teneva in vita, distese di corpi immobili e freddi, nonostante il calore emanato dal sole. Ricordava il volto di Ino mentre ascoltava per l'ultima volta la voce di suo padre; ricordava il volto di Neji nel momento del suo ultimo respiro, ricordava tanti di quei volti dei quali la maggior parte era ormai solo un ricordo pungente. Ricordava la paura nel corpo; ricordava l'adrenalina nelle vene; ricordava le lacrime negli occhi; ricordava la speranza nel cuore; ricordava la disperazione. Quella guerra tanto patita, tanto combattuta che li aveva uniti insieme per la prima volta, che li aveva uniti verso un unico ideale, verso un'unica direzione. Si ricorda dell'arrivo di Minato; si ricorda dell'arrivo di Sasuke; si ricorda dell'arrivo dei Kage e di Orochimaru.
Il tempo sembrava non scorresse più. Forse si era semplicemente fermato ad aspettare una svolta.
Ricorda ancora il corpo freddo dei guerrieri; ricorda ancora il corpo freddo di Naruto.
Strinse una mano al petto.
Ricorda benissimo il volto di Gaara mentre chiedeva a Tsunade di salvare Naruto, ignorando le sue domande. La preoccupazione, la paura. Ricorda il cuore di Naruto in ogni suo minimo battito, fino a quando non cessò. Ricorda ogni suo pensiero, ogni sua speranza, la sua freddezza e determinazione, la voglia di averlo di nuovo sano e salvo tra le sue braccia, la voglia di sentir la sua voce squillare di nuovo, voleva lui, voleva Naruto, vivo.
Ricordava i suoi occhi chiusi, le sue labbra semi aperte, la sua pelle graffiata, la sua maglia lacerata, i capelli sbiaditi.
Se si concentrava bene poteva sentir ancora il battito del cuore di Naruto che diminuiva e il chakra che affluiva sempre in maggior quantità nel corpo del biondo. Poteva sentir le dita che affondavano nella sua carne per poi stringere il cuore ormai spento. Poteva sentire il contatto di quelle labbra carnose, ormai secche e fredde. Poteva sentir l'aria uscirle dai polmoni e penetrare in quelli del compagno.
Delle lacrime sfuggirono da quegli occhi smeraldini.
Ricordava la voce di Gaara mentre le diceva che c'era ancora una speranza; ricordava la paura di fronte a Madara; ricordava lo stupore ma anche la tensione di fronte all'aiuto di Obito; ricordava la fremita attesa di un qualunque segnale, ma soprattutto, ricordava gli occhi celesti mentre si aprivano con difficoltà e la felicità che provò nel vederlo di nuovo sano e salvo. Sfilò, con gli occhi colmi di lacrime (delle quali non se ne fece sfuggire nemmeno una), la mano dal petto continuando a far affluire il chakra nel corpo.
Sorrise con un beffò e, alzando gli occhi verso il cielo notturno, protese una mano verso la tiepida luna.
La confusione di entrambi, lo stupore dei loro occhi. La Kunoichi dai capelli rosa ricordava ancora il fremito delle sue labbra nel rimproverarlo e la ruvidità della stoffa rovinata tra i suoi palmi che la stringevano con fermezza, rabbia, ma anche felicità e gioia; ricordava lo sguardo confuso di Naruto; le sue labbra che si muovevano per pronunciare flebili parole di conforto.
Risentì quella debolezza che la chiuse in una morsa; risentì la voce di Naruto preoccupato mentre la teneva dietro la vita chiedendogli agitato cos'aveva; risentì la stretta di Naruto che la teneva salda a se; risentì la dolcezza delle sue parole che le penetrarono nella mente. Naruto avrebbe voluto lasciarla li al sicuro, avrebbe voluto tenerla lontana da quella guerra, lontana da ogni pericolo, ma sapeva com'era fatta la sua Sakura-chan. Non era la solita ragazza che si raffigura in una principessa in pericolo, non era la ragazza da lasciar fare all'uomo. Lei era forte, coraggiosa, piena di volontà d'animo, bellissima, raggiante, insomma ... D'altronde era pur sempre Sakura. Nonostante questo non tentò, almeno una volta, di dirle di rimanere al sicuro. Lei non rispose. Fece forza nelle gambe e, premendo con i palmi delle mani sui ginocchi, si alzò in piedi barcollando pronunciando un solenne "Combatterò anch'io." il biondo si apprestò ad alzarsi per prenderla di nuovo impedendole di cadere. Poi, con dolce sorriso e occhi pieni di dolcezza, si avvicinò alla sua fronte (che tanto amava, anzi, ama) e premette le carnose labbra su quella pelle delicata. Una vitalità incredibile iniziò a scorrere di nuovo nelle vene pulsanti e subito riacquisì il chakra. Non si dissero nulla. Si guardarono negli occhi con un leggero sorriso per poi venir portati nuovamente sul campo di battaglia.
Il cielo si stava rischiarando e il sole aveva già iniziato a fare capolino. La rosa era scesa dall'alta montagna e camminava silenziosa per i viottoli della città. Passò d'avanti casa sua, poi dal negozio di Teuchi che aveva già acceso le luci per prepararsi all'apertura. Sakura fece capolino tra le tendine e subito venne salutata con un caloroso sorriso. "Oh! Sakura! Che cosa ti porta a quest'ora il vento?" "Ahah! Beh...vorrei chiederle un favore."

La busta di plastica ondeggiava qua e là mentre la rosa saltellava con un sorriso di soddisfazione. Finalmente il sole si era fatto già più alto e illuminava le vie di Konoha.
Erano le 8

Con una strana agitazione, prese la chiave e aprì la serratura della porta.
Dentro era ancora tutto silenzioso e in ombra. Ovviamente non si era svegliato. Toltasi le scarpe, posò la sua borsa su una sedia e la borsa di plastica sul tavolo. "Penso che gli piacerà." sorrise compiaciuta e arrossendo.

Un frusciare d'acqua...
Un odore invitante...

Aprì gli occhi assonnato guardandosi intorno senza capire cosa stesse succedendo. "tutto normale." pensò. Era nella sua stanza, tutto era nel suo solito disordine che lo accoglieva ogni giorno. "Eppure quei rumori di prima..." Guardò la porta e vide che dagli spiragli penetrava qualche raggio. Si alzò e con cautela aprì la porta. Entrando nel soggiorno vide la tavola tutta apparecchiata e Sakura a sedere sul divano mentre leggeva un libro di fantascienza su degli uomini senza potere che vivevano disegnando personaggi inventati per delle storie, si chiamavano mangaka.
"Sakura-chan?" la rosa chiuse il libro, tenendo il segno con un dito. "Naruto!" sorpresa di vederlo già in piedi, si diresse verso di lui. "Ma cosa?" "sono uscita un po' prima e..." "Ramen?! Sakura-chan é stupendo!" "Eh eh." rise imbarazzata sfregandosi la testa. Il biondo la prese per i fianchi e la tirò a se dandole un bacio appassionato. "Sakura-chan, mica l'hai fatto te vero?" lei rimase un attimo senza capire, poi... "Brutto stronzo! Cosa vorresti dire?!" Ed ecco che Naruto si beccò la sua razione di pugni mattutina.
   
 
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