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Autore: Eynis96    28/10/2014    1 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa hanno pensato i nostri due protagonisti Teresa e Thomas prima di entrare nel Labirinto? Sono sempre stati convinti della necessità del loro sacrificio?
Entrate e scopritelo.
Buona lettura :)
Eynis96
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minho, Newt, Teresa, Thomas, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Teresa uscì barcollando dalla stanza, gli occhi spalancati, la mano stringeva spasmodicamente un foglio fitto di scritte.

Nuovi dubbi si insinuarono nella sua mente, cosa stavano facendo? Era giusto? Tutto quello era reale?

A volte Teresa aveva paura che fosse tutto una subdola trovata di alcuni scienziati pazzi annoiati che avevano deciso di inventarsi quel gioco solo per passare il tempo.

Poi però costrinse la sua mente a tornare all'obbedienza, doveva credere in quello che faceva, altrimenti il loro scopo non sarebbe mai stato portato a termine, dovevano sintetizzare la cura per l'intera razza umana, per evitare che venisse annientata completamente.

Doveva concentrarsi, sapeva che il suo contributo era importante se non fondamentale per la missione della CATTIVO dunque fece profondi respiri inalando l'odore di neveina del corridoio, sentendo la testa girare un pochino.

Ora che il respiro le era tornato normale e la piccola crisi di panico era terminata la mente di Teresa non poteva fare a meno di tornare a galoppare tra quei pensieri che da mesi ormai la tormentavano, sentiva che c'era qualcosa di sbagliato nell'intera faccenda, qualcosa che cozzava con il suo sesto senso.

E poi c'era la domanda fondamentale, quella che la spaventava più di tutte: l'umanità era degna del loro sacrificio? Avrebbe saputo cogliere questa seconda possibilità di migliorarsi? Il mondo meritava...Thomas.

Seppe che era lui ancor prima di voltarsi, e sapeva anche perché era venuto lì.

-Non dovresti essere qui- disse Teresa con così poca enfasi che non convinse nemmeno se stessa.

-Hai...hai letto il protocollo?- balbettò lui deglutendo a fatica, quasi stesse masticando quel foglio di carta che aveva in mano.

Teresa si voltò, senza accorgersene si era appoggiata al muro candido del corridoio, le tremavano le ginocchia, sollevò il volto cercando di mantenere un contegno distaccato, anche se probabilmente assomigliava più ad un cucciolo spaurito.

-Si...-il peso di quella parola aleggiava nell'aria e si dilatava riempiendo lo spazio tra i due, dilatatosi enormemente, uno spazio che negli ultimi mesi si era fatto sempre più profondo, un altro sacrificio in nome della Causa.

Teresa non era mai stata una ragazza debole e tra i due Thomas era il sognatore, lei era quella che trovava sempre il lato razionale delle cose mentre lui si alzava ogni giorno trasportato dal vento della fantasia animato da una forza interiore non comune, lui era quello empatico ed emotivo tuttavia quella volta, la ragazza crollò.

Attendeva quasi di sentire l'urto con il pavimento che ammaccava le sue ginocchia ma tutto quello che percepì fu un forte braccio che la adagiò per terra con la schiena al muro.

-Io...Tom...io non so se ce la faccio- le lacrime sgorgavano piano dai suoi occhi.

-Devi, dobbiamo, altrimenti tutti i nostri sacrifici saranno stati inutili, e poi non puoi smettere di crederci perché ora come ora l'unico motivo che mi spinge a collaborare con loro sei tu perciò non mollare altrimenti ogni speranza andrà in frantumi ok?- Thomas le accarezzava i capelli come faceva lei con lui da bambini dopo un test particolarmente duro che aveva aperto delle ferite difficili da curare da soli, e infondo la situazione non era poi tanto diversa, a distanza di anni erano ancora seduti per terra con le gambe aggrovigliate una sull'altra a chiedersi che senso aveva la loro vita.

Teresa era sconvolta:-Hai letto la mia parte?- quasi urlava tendendogli il foglio che la cancelliera le aveva appena consegnato.

-Andiamo T peggio del mio non può essere: sarò il responsabile del crollo del labirinto e più della metà dei...- non riusciva davvero a pronunciare quella parola- miei compagni morirà a causa mia, direi che era proprio quello di cui la mia autostima aveva bisogno!- disse Thomas cercando di ironizzare, anche se la sua espressione faceva trasparire il suo dolore.

Poi però gli occhi gli caddero sull'intestazione della pagina: Theresa Agnes: Traditrice.

Spostò lo sguardo su di lei che ora però non lo fissava più.

-Cosa pensi significhi?-

-Un altro dei loro test suppongo...ti farò del male- sussurrò la ragazza prendendosi il volto tra le mani.

-Lo so, abbiamo accettato anche questo lavorando con la CATTIVO: pacchetto completo-era drammaticamente vero.

-Thomas mi odierai dopo tutto questo-

Il giovane avrebbe voluto disperatamente consolarla ma sapeva di non poterlo fare perché sapeva che molto probabilmente era vero e Teresa non era mai stata una ragazza da consolare con false illusioni, anzi, di solito non s faceva nemmeno consolare quindi Thomas era decisamente impreparato.

Senza contare che da lì a qualche giorno ogni loro singolo incubo si sarebbe avverato primo fra tutti la loro separazione, e cosa più assurda lo avevano deciso proprio loro, quindi non c'era nulla da dire con le parole, solo stringendosi forse si poteva evitare di perdere i pezzi di se stessi.

Thomas e Teresa erano stati migliori amici sin dal momento in cui si erano conosciuti nell'ufficio della cancelliera Paige undici lunghi anni prima, all'inizio di tutto quel casino, e anche se le prove che avrebbero dovuto affrontare prevedevano che loro fossero messi l'una contro l'altro, non lo avevano mai realizzato tanto come in quel momento.

E se pochi mesi di lontananza li avevano ridotti in quello stato Thomas sapeva che dopo i progetti della CATTIVO non ci sarebbe più stato spazio per loro forse, e questo lo devastava.

-T devo uscire da qui a prendere un po d'aria altrimenti divento uno Spaccato- si sollevò e la tirò in piedi.

Le loro mani rimasero allacciate.

-Mi sei mancato Tom- sussurrò Teresa fissando le loro dita intrecciate come se lo avesse realizzato solo n quel momento.

-Anche tu-

Non sai quanto concluse col pensiero il ragazzo sapendo che lo poteva sentire come se lo avesse detto ad alta voce.

  
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