Adhara, la Sheireen, e Amhal, il Marvash, impugnarono insieme il pugnale di Phenor e lo puntarono verso San con le uniche forze che avevano.
La Magia Proibita che San –no, che il Marvash!– stava evocando era forse la più potente fra tutte. Avrebbe sterminato tutti i non-elfi nella Grande Terra.
Il volto dell’uomo, Adhara e Amhal potettero vederlo bene, era trasfigurato in un ghigno che trasudava follia. La sua bocca recitava la Formula, ma la sua mente era altrove.
San stava pensando a tutto ciò che aveva fatto in quegli ultimi, inutili cinquant’anni. Aveva da subito perso il conto dei morti, ma ricordava benissimo di aver ucciso Learco e di non essersi per nulla dispiaciuto quando aveva visto il corpo di Dubhe appeso sulla terrazza di Salazar. Non aveva provato nulla quando aveva visto Amhal sgozzare Neor né quando aveva ucciso Shyra.
Non aveva mai pianto per aver ucciso, né si era mai sentito male quanto Amhal per aver adempiuto al suo destino. Ma non aveva goduto alla morte di Kryss, nonostante fosse avvenuta per mano sua.
Nuova Enawar stava cedendo all’esercito degli elfi –doveva cedere! –e lui sentiva di essere una parte importante di quel piano che gli dei avevano progettato. Come tutti, era solo una pedina tra le mani di quelli più grandi e potenti di lui.
Mentre la magia esplodeva in tutta la sua potenza, San sentì il suo corpo sbriciolarsi. Poi li vide.
Adhara e Amhal, il pugnale magico in mano, che tentavano di sconfiggerlo insieme. Sheireen e Marvash che collaboravano. Gli sembrò impossibile, credette di star delirando, eppure i due erano reali, ne era certo.
D’un tratto, mentre sentiva il suo corpo sgretolarsi per la potenza dell’incantesimo invocato, sentì come se il suo cuore fosse diventato più leggero. Un sentimento lo colse alla sprovvista. La speranza.
Per un istante solo, il ghigno si trasformò in un sorriso. Davanti a lui, come un sogno, apparve un volto ben conosciuto.
I capelli, la barba e i baffi raccolti in delle treccioline bianche, il corpo tozzo, gli occhi scrutatori, la cicatrice sulla palpebra sinistra, quell’immancabile espressione beffarda sul viso, la pipa in bocca.
“Ido…”
San aveva sempre tentato di riportarlo indietro con tutte le sue forze, che non si era reso conto della verità, o meglio, non aveva voluto accettarla.
La verità era che l’unico modo per rivedere il suo amato maestro, il suo amato Ido, era morire.
Anche se non lo mostrava, San aveva una paura tremenda della morte che gli avrebbe anche impedito di combattere al fianco di Kryss, se non fosse stata per quella stupida profezia che gli confermava che l’unica persona in grado di ucciderlo era la Sheireen.
E così stava accadendo: il potere di Adhara e di Amhal lo stava distruggendo, facendo in modo che di lui non rimanesse neppure polvere.
Lanciò un ultimo sguardo ai due amanti, poi sorrise, guardando davanti a sé, dove Ido lo aspettava.
<< Grazie >> mormorò, ma probabilmente non lo notò nessuno. Così come nessuno ricordò mai la lacrima di gioia che scivolò sul suo volto prima che scomparisse per sempre.



Angolino dell'autrice.
Se potessi descrivere questa storia con una sola parola, questa sarebbe "deprimente". Però la adoro, forse anche per questo.
Okay, adesso mi volatilizzo, prima che mi metta a piangere.
Ah, e ditemi la vostra, mi raccomando!
A presto,

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