Anatawa suki desu.
Parte 1
Ambientata subito dopo il volume 7. Non tiene conto dei numeri
successivi. Slas, Domeki/Watanuki.
Scritta per la mezzatabella, prompt “risveglio”
Yuko era andata via, con il suo solito sguardo enigmatico. Aveva detto a
Watanuki di riflettere sul fatto che quando c’era Himawari
di mezzo, si presentava sempre qualche complicazione, ed il ragazzo non aveva
saputo ribattere. Qualche tempo prima l’avrebbe difesa a spada tratta, ma ora…
perché per qualche ragione non sembrava più poi così importante?
Domeki sembrava esserci rimasto molto male per l’accaduto, e Watanuki se ne
accorse subito. Non appena Yuko ebbe varcato la soglia per portare i libri al
negozio ed esaminarli meglio, gli si avvicinò mormorando mesto:
- Era il libro di tuo nonno… era prezioso, vero?
Vedrai che Yuko lo sistemerà.
Il ragazzo si sforzò di sogghignare.
- È forse un modo carino per dirmi che ti dispiace?
- SCEMO! - ribattè Watanuki, - NON È STATA COLPA MIA
SE C’ERA QUEL COSO IN GIRO!
- Quel coso… - ripeté Domeki mentre si tappava
le orecchie, sottolineando il termine utilizzato. - Comunque non importa. Non è
per il libro che mi preoccupo.
Watanuki intuì che l’altro si sentisse in colpa per il suo occhio. Finalmente
avevano trovato una soluzione e l’avevano persa… era
per quello che Domeki ci era rimasto così male? Era strano vederlo preoccuparsi
per lui, nonostante l’avesse salvato molte volte. In genere nonostante fossero
legati da quella sorta di strana amicizia, infatti, non perdevano mai occasione
per litigare… per questo Watanuki non sapeva come
reagire.
- È il caso che ora vada.
Si limitò a dire. Ma Domeki lo bloccò prima che potesse alzarsi.
- Aspetta.
Watanuki lo guardò confuso.
- Lì fuori… sarà pieno di quegli spiriti che ti danno
sempre fastidio, no? Non è il caso che tu vada in giro a quest’ora, e per
giunta da solo.
Aggiunse Domeki.
- Cos’è, vorresti riaccompagnarmi per caso?
Scherzò lui, non aspettandosi in risposta di essere fulminato dall’altro.
- Non ci penso nemmeno. Hai idea di che ora sia?
- Quindi?
- Resta qui per stanotte.
Affermò tranquillamente.
- Cosa?! Stai scherzando?
Watanuki era sbigottito. Davvero Domeki lo stava invitando a restare?
- Ho dei futon in più, per i viaggiatori. E delle stanze libere. Sai, un tempio
deve essere sempre pronto ad accogliere i forestieri in cerca di un posto per
la notte…
Sembrava quasi che volesse convincerlo. Certo, da una parte aveva ragione:
quegli spiriti l’avrebbero senz’ombra di dubbio infastidito se si fosse
avventurato per strada a quell’ora. Ma il pensiero di restare a dormire da Domeki… perché gli faceva venire il batticuore?
- Va bene.
Rispose infine, con un tono che trasmetteva una lieve incertezza.
Domeki sembrò soddisfatto della risposta ricevuta, e lo guidò fino ad una
stanza libera. Tirò fuori il futon e delle coperte, poi si rivolse a Watanuki.
- Puoi cominciare a metterti a letto, se vuoi. Vado a prenderti un asciugamano
pulito e uno spazzolino per domani mattina. Il bagno è in fondo a destra.
Watanuki annuì, ed osservò in silenzio l’amico allontanarsi. Si tolse gli occhiali e la benda, dopodiché, non vedendo l’altro arrivare si stese, socchiudendo gli occhi.
Si rese conto quasi subito
dell’errore commesso: essendo senza benda, una volta tornato Domeki l’avrebbe
di nuovo visto in quello stato… lui non voleva. Non
voleva trovarsi di fronte quello sguardo arrabbiato ma pieno di sensi di colpa,
non di nuovo. Ma non fece in tempo ad afferrarla per rimettersela che udì dei
suoni fuori della porta. Fu per questo che decise di fingere di dormire.
Il ragazzo entrò con gli asciugamani e lo spazzolino in mano, e li posò accanto
all’amico disteso sul futon. Sul suo volto si formò un sorriso triste nel
vederlo lì, con l’aria così innocente e vulnerabile. E lui aveva permesso che
lo ferissero… non riusciva a perdonarselo.
Con una mano gli sfiorò l’occhio, mormorando in modo appena percettibile:
- Scemo, non dovevi farlo…
Dopodiché uscì, richiudendosi la porta alle spalle.
Watanuki non poté evitare di portarsi una mano sull’occhio, scusandosi
mentalmente con Domeki per tutte le preoccupazioni che gli stava dando e
maledicendolo in parte per come lo faceva sentire. Se solo non fosse finito
nella tela di quel maledetto ragno…
Troppo preso da questi pensieri, quasi si scordò del calore che aveva sentito
quando Domeki l’aveva sfiorato. Dopotutto, erano solo amici. Sì, era per questo
che si preoccupavano l’un l’altro e non riusciva a smettere di pensare a… No. Watanuki non provava nulla per lui, se non un vago
sentimento di gratitudine ed amicizia.
O almeno questo era ciò che voleva credere.
La mattina dopo giunse presto, ma Watanuki si sentì incredibilmente riposato.
Chissà se dipendeva dall’aura benefica del tempio, che impediva a qualunque
spirito di avvicinarsi a lui mentre dormiva. O forse aveva solo avuto un sonno
particolarmente profondo per la stanchezza.
Si sarebbe aspettato che Domeki lo svegliasse, ma ciò non avvenne.
Così, una volta essersi lavato e sistemato, andò lui stesso a cercarlo:
immaginava dove potesse essere. Ed infatti lo trovò subito: era ancora a
cercare soluzioni sui libri, con l’aria corrucciata di chi non crede più che
serva a molto ma non può e non vuole arrendersi.
Watanuki lo vide sbattere un pugno sul tavolo, prima di palesare la sua
presenza.
- Ben svegliato.
Disse senza troppe cerimonie Domeki, continuando a leggere. Così Watanuki,
irritato, gli sfilò il libro da sotto gli occhi.
- ADESSO BASTA! È INUTILE, LO VUOI CAPIRE O NO?!
Domeki si coprì le orecchie, infastidito dalle urla, poi tentò di riprendersi
il proprio libro.
- Non è inutile. Non lo è stato ieri e non lo sarà oggi.
Disse con la calma che gli era usuale, nonostante i suoi occhi sembrassero
infuocati.
- INVECE SÌ CHE LO È! PERCHÉ NON LO ACCETTI? L’HO FATTO IO, PUOI BENISSIMO
FARLO ANCHE TU!
- PERCHÈ NON È GIUSTO!
Sbraitò, afferrandolo per il colletto. Era la seconda volta che Watanuki lo
vedeva perdere la calma, ma questa volta sembrava davvero infuriato…
rimase impietrito nel vederlo così. Era davvero tanto in pensiero per lui?
- È stata colpa mia. Tu… mi hai solo liberato dalla
ragnatela. Non era giusto che se la prendesse con te, quindi, non sarebbe stato
giusto se io non avessi fatto nulla. Ma questo…
insomma, non devi preoccuparti, perché ho fatto quello che dovevo. E mi va bene
così, per cui smettila di angustiarti.
- Ma non va bene a me.
Disse semplicemente, lasciandolo andare.
- MA TU MI SALVI SEMPRE, DOVE STA IL PROBLEMA SE PER
UNA VOLTA LO FACCIO IO?
- Non è questo il punto. Hai pagato un prezzo troppo alto, e non ti rendi
nemmeno conto che io…
- Che tu cosa? COSA?! Che hai il complesso dell’eroe, che non puoi permettere
che qualcuno ti salvi? Eh, sarebbe un’onta, non è vero?
Domeki assottigliò gli occhi.
- Sei davvero uno stupido, vedi solo ciò che vuoi vedere e non ti preoccupi
nemmeno di come gli altri possano sentirsi per le tue azioni.
- Perché, come dovresti sentirti? Scusami tanto se ho osato aiutarti scatenando
il tuo senso di colpa, sai?
Ribatté Watanuki, i pugni serrati e le braccia tenute rigidamente lungo i
fianchi. Sembrò fermarsi un attimo a riflettere, prima di continuare:
- Hai ragione, avrei dovuto lasciarti così e far finta di non vederti star
male.
Mormorò, con tono stanco. Era palese che non credesse in ciò che diceva.
- Forse sarebbe stato meglio. Lo capisci ora in che situazione mi trovo, come
mi sento? Come ti saresti sentito tu se Yuko non avesse potuto aiutarti, e se
non avessi trovato altro modo?
- Non lo so, e non mi interessa! Io…
Avrebbe voluto continuare, ma fu interrotto da Domeki, che aveva un’aria sempre
più cupa.
- Già, tipico. Non ti preoccupi di pensare prima di agire, vero? Fai sempre
così, con chiunque. Almeno in genere lo fai per chi senti vicino, ma io non ti
sono nemmeno simpatico, quindi perché lo hai fatto?!
- LO SO CHE NON MI SEI SIMPATICO, COSA CREDI? NON MI SEI SIMPATICO E NON LO SARAI MAI, MA NON È COLPA MIA SE MI PIACI, DANNAZIONE!
Immediatamente si portò le mani alla bocca, rendendosi conto di ciò che aveva
appena detto. Poi si allontanò di qualche passo verso la porta, biascicando un:
- È ora che io vada… scusami.
Per poi scappare a gambe levate.
Domeki rimase immobile, come stordito da quella rivelazione inaspettata. E
quando si mosse, era troppo tardi: Watanuki era già uscito, e non gli sarebbe
stato possibile raggiungerlo.
[continua]
Note dell’autrice
Ringrazio moltissimo KawaiiSai, Yusaki e Lav_92 per aver commentato la oneshot “Reminescenze”… mi ha
fatto davvero tanto piacere che vi sia piaciuta.
Per la long fic su Xxxholic che sto traducendo, mi
sono un po’ bloccata perché il pc ha dato problemi,
ma presto (spero) la inserirò su EFP.