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Autore: Lucylu    19/10/2008    4 recensioni
Con un gesto distratto della mano scostò la frangia dalla fronte per poi ritornare alla posa precedente, in attesa. Sapeva che sarebbe arrivato e così attendeva tranquillo, una mano appoggiata sulla pietra e il volto verso il cielo nero... lo stesso cielo di quella notte.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Harry Potter, Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: I personaggi, i luoghi e tutto quello che riguarda Harry Potter sono di proprietà di © J. K. Rowling e delle varie case editrici che ne detengono i diritti. Questa storia non è scritta a scopo di lucro inoltre tutti i personaggi sono di fantasia quindi NON esistono.

ATTENZIONE: tutti i personaggi di questa storia sono immaginari e non hanno alcun legame con la realtà. Qualsiasi nome e riferimento a fatti o persone reali è da ritenersi ASSOLUTAMENTE casuale.

NOTE: questa mini-fic mi 6egrave; venuta in mente così, di colpo... non mi succedeva da tanto tempo! Spero vi piaccia.

 

E siamo solo noi

 

Il cielo notturno era ricoperto di nuvole, la luna era nascosta agli occhi di tutti: eppure ogni mago, babbano e studente di Hogwarts stava festeggiando l'anniversario della fine dell'incubo. Erano già passati due anni da quando Harry Potter aveva ucciso e sconfitto definitivamente Colui-che-non-deve-essere-nominato, due anni di rinascita per molti e, per alcuni, due anni di lotte in tribunale. In quella notte al Bambino-sopravissuto non importava ricordare il dolore e il sangue, il sapore della perdita.
No, festeggiarla come gli altri per lui non aveva significato.
Per questo motivo si era trovato un luogo, un posticino tutto per lui che gli permetteva di restare solo e di vedere allo stesso tempo i festeggiamenti. Stava seduto comodamente su un masso, mentre una lieve brezza portava con sé il profumo dei fiori. Harry portò una mano al pacchetto di sigarette e ne accese una.
Un boccata e già si sentì più tranquillo.
Con un gesto distratto della mano scostò la frangia dalla fronte per poi ritornare alla posa precedente, in attesa. Sapeva che sarebbe arrivato e così attendeva tranquillo, una mano appoggiata sulla pietra e il volto verso il cielo nero... lo stesso cielo di quella notte.
La sua mente si rimise a ricordare quello che era successo, ma prima di riuscirci un fruscio attirò la sua attenzione. Sorrise. Avrebbe riconosciuto quel modo di camminare e quel profumo così attraente fra mille: era arrivato, finalmente.
"L'eroe che fuma? Che scoop!" lo prese in giro una voce sogghignante eppure dolce; Harry si voltò e finalmente vide il ragazzo. Era alto poco più di lui, capelli neri corti e due gemme oscure da far perdere la testa se le si fissavano troppo a lungo.
"Ciao Tom..." rispose il moro, gettando via la sigaretta e allungando la mano verso l'altro che senza farselo ripetere due volte la prese e gli si sedette accatto.
Attimi di quiete.
"È già passato un altro anno, capisci?"
"Sì, Harry..." detto questo Tom si volse vero il ragazzo: poté specchiarsi in quei occhi così verdi e malinconici. "Mi sei mancato..." disse il grifondoro, avvicinandosi al corpo dell'altro che lo abbracciò teneramente per le spalle.
Anche a lui era mancato.
"Mica mi diventerai triste, vero?" chiese in un soffio il ragazzo più grande, mentre due mani si strinsero alla propria vita. Ora erano totalmente abbracciati, solo loro due.
"No, però è bello poterti risentire..."
"Se, come no! Lo so bene che mi odi ed..." aggiunse Tom, prima di essere interrotto, "è giusto così. Ti ho fatto troppo male e te ne faccio ancora, ma devo venire a trovarti... almeno una volta all'anno" mormorò all'orecchio di Harry che a quella dichiarazione sorrise.
"Già, devi venire a rompermi l'anima dato che per l'intero anno sono abbastanza forte da non vederti..." soffiò triste, stringendosi di più in quel caldo abbraccio.
"Proprio così... e spero che tu sia sempre così, non voglio che ti dimentichi del dolore che ti ho causato... solo così posso farmi vedere da te..." mormorò malinconico Tom, sapeva che era assurdo tutto quello che stava facendo, eppure era più forte di lui: doveva rivedere Harry.
"Solo in questa notte il mio rimpianto è talmente forte da far cedere le mie barriere... perché torni sempre?" fece serio il grifone, sciogliendo l'abbraccio e specchiandosi in quei occhi da lui tanto odiati e ammirati.
"Perché... perché..." iniziò il serpeverde non potendosi scoprire, sbuffando rispose, "non ci sono risposte, non ci sono parole e neppure sentimenti giusti..."
"Non capisco..." disse corrugando la fronte l'eroe del mondo magico, non capiva cosa centrasse tutto quel discorso. Voleva delle risposte, ma sembrava che Riddle non gliele volesse dare... come se si nascondesse, come se desiderasse nascondergli una grande verità che lui non riusciva a vedere.
Il ragazzo più grande sorrise enigmatico e lasciò le sue dita diafane sfiorare la piccola cicatrice che aveva lasciato Voldemort, il suo futuro e il suo passato. Era tutto così difficile, aveva cercato le parole, eppure non c'era nulla che potesse dire o fare per farsi capire... nulla.

Capire e non farsi capire.

Forse stava tutto in quello, ma finché Harry non avrebbe capito aveva una possibilità in più per proteggere entrambi... una mente non coinvolta ci sarebbe arrivata subito, ma...
"...e siamo solo noi... a non voler capire..." mormorò Tom specchiandosi in quei pozzi di speranza e malinconia. "Devo andare, ci rivediamo il prossimo anno, Harry..." disse dolcemente, facendo scorrere una carezza sulla guancia del giovane uomo.
Si alzò dal sasso e voltandosi riprese a camminare.
Un anno sarebbe passato in fretta e chissà forse Potter ci sarebbe arrivato: là dove lui non osava addentrarsi. Ma finché l'altro non avrebbe capito, lui lo avrebbe difeso da quella tortura perché di questo si parlava: amare e non potergli restare accanto, amarlo e non potergli dare tutto se stesso.
Già, lui, Tom Orvoloson Riddle amava Harry Potter.
Questa l'unica certezza mentre il suo corpo ritornava ad essere nulla, solo un anima in cerca di quiete, un'anima che fra un anno avrebbe ripotuto abbracciare il suo amore.




Fine

Note finali:

Cosa ne pensate?
Ho cercato di restare in linea con i personaggi, ma credo di non esserci riuscita. T_T
Voglio dare una spiegazione a questa fic, come avrete notato per tutto il racconto è Tom a parlare, non Voldemort, ma solamente l'anima di Tom liberata da tutto l'odio e il rancore che provava quando era in vita.
Bene, ora ho proprio finito e grazie a chi a letto!^O^

 

 

  
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