Fanfic su attori > Jamie Campbell Bower
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Autore: Philly123    29/10/2014    1 recensioni
Clara è una venticinquenne che abita a Londra. Lavora sodo come costumista, ma non si risparmia quando c'è da fare altro lavoro. Due anni prima ha conosciuto Jamie e adesso stanno insieme.
La ragazza ha deciso di tornare dai genitori che non vedeva da molto tempo e poi al paese in cui ha vissuto le estati della sua adolescenza, mentre Jamie è rimasto nella grande città. Si troveranno ad affrontare la loro vita e molte cose cambieranno durante pochissimo tempo. Se c'è una cosa che però è certa è l'amore tra i due, che nulla potrebbe mai fare vacillare.
*Autrice: ho voluto distaccarmi dal cliché "lei che si innamora di attore". Ho fatto cominciare la storia in medias res, per così dire. Non per questo non ci saranno dei colpi di scena.*
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jamie Campbell Bower, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Sammy cosa c’è che non va?- chiedo perplessa, cercando di sollevare lo sguardo.
La porta si spalanca mentre Samuel si ritira da me, coprendosi il viso con le mani e asciugandosi le lacrime, ma quando mi giro trovo Charlie, il mio cane, che scodinzola e ansima.
-Charlie! Vieni qui- esclamo, così lui, senza farselo ripetere, si butta a capofitto sopra il letto, saltando in grembo a Sam. Il ragazzo emette un gemito quando i trenta chili del mio cane gli piombano sullo stomaco e il pelo lungo, bianco e grigio gli finisce in bocca.
-Samuel, cosa mi stavi dicendo prima?-
Lui mi guarda perplesso, con la bocca dischiusa. –Non lo so, lascia perdere. Andiamo dagli altri.-
-Sam, io voglio aiutarti. Per favore, parla almeno con me, non dirò niente a Jamie!-
-Lascia stare, Clara. Grazie comunque.-
A quel punto capisco che ha davvero finito di parlare. Fa sollevare gentilmente Charlie e si alza dal letto, gli occhi puntati sul cane e poi verso terra. Esce dalla stanza e sbatte la porta.
Non so cosa pensare, deve essersi cacciato in guai seri, altrimenti mi avrebbe confidato il problema. Quella crisi di pianto, poi… ogni volta che ci penso mi rende sempre più inquieta.
Dopo essere rimasta per qualche minuto in stanza, con un’espressione allibita, scendo le scale per raggiungere gli altri.
-Ehi Clara, finalmente!- esclama Tristan dal divano.
-Vogliamo prendere la pizza, ti va?- chiede poi Jamie, mentre si agita con il telefono all’orecchio.
-Sì, vada per la pizza- rispondo dopo qualche secondo.
Vedo Sam schizzare fuori dalla cucina e prendere il telefono dalle mani del fratello.
-Vuoi che vada io? Vado a prendere le pizze e compro qualche alcolico!- esclama Samuel. Il suo tono è piatto, quasi volesse nascondere le sue emozioni.
-Sammy, non andare da solo. Ti servirà aiuto per portare tutto. Posso venire con te?- chiedo, cercando di essere più pacifica possibile.
Lui inspira lievemente, ragionando sul da farsi.
-Credo che sia meglio che mi accompagni qualcun altro, scusa Clara.- risponde poi, senza possibilità di replica.
Mezz’ora dopo Sam e Roland escono da casa, i cappucci calati sulla testa a causa del temporale che imperversa in città.
 
Dopo la cena continuiamo a bere senza sosta. Il mondo si fa un po’ più indistinto e muovermi velocemente mi risulta difficile. Mi ritrovo spesso sopra Jamie, lui ride per ogni cosa, mi bacia e poi si alza. Non sta mai fermo, come sempre ma in modo esagerato.
A mezza notte festeggiamo il compleanno di Sam, lui diventa subito rosso appena riceve le attenzioni di tutti. Jamie prende la sua chitarra e inizia a strimpellare qualche motivetto mentre canta con voce decisamente stonata.
-Jamie così ci farai morire!- gridano gli altri, ma dopo qualche secondo ci mettiamo a cantare in coro, mentre Dan mostra la torta che ha portato a sorpresa.
La distribuzione delle fette diventa subito una lotta di cibo. Il cioccolato si appiccica ai capelli biondi di Jamie e io stessa vengo colpita più volte, fino a sporcarmi completamente.
Senza capire bene come, mi ritrovo seduta a terra, con la schiena al muro. Sento le voci degli altri provenire dalla stanza accanto, Jamie urla ancora ma non capisco cosa dica.
Provo un dolore alla spalla, per poi accorgermi che Sam ci si è seduto praticamente sopra, buttandosi a terra accanto a me. Si accascia sulle mie gambe e poi mi rivolge uno sguardo tenero e infantile.
-Scusa, Clara.- mi dice, la sua voce è sinceramente triste e io riesco solo ad abbracciarlo.
-Ora mi puoi dire cosa succede?- chiedo, con la paura di farlo scappare.
-No.- lui si solleva dalle mie gambe, un po’ per la discussione e un po’ perché credo che gli sia venuto da vomitare.
-Sammy, c’è qualcosa di tanto grave da non poterlo dire nemmeno a me? Non lo dirò a nessuno, se è questo che vuoi, nemmeno a Jamie!- esclamo, alzando un po’ la voce.
Lui mi ammonisce per il tono troppo alto, poi si mette a fissare le sue scarpe, ricoperte da strati di cibo. Anche il pavimento è completamente macchiato e spero che l’indomani riuscirò a pulire tutte quelle schifezze.
Sam mi guarda e poi mi prende una mano. L’atmosfera si fa pesante e in quel momento mi passano per la testa un milione di pensieri. Quello che prevale, però, è: “Fa che non si sia innamorato di me!”.
-Voglio che tu sappia che non dirò mai niente del genere a nessuno, tranne a te. È molto importante per me ma credo che non sia il caso che lo sappiano gli altri-
Non essere innamorato di me, non essere innamorato di me
-Quindi, è una cosa molto personale. Sento che nemmeno Jamie capirebbe, forse si incavolerebbe.-
Non essere innamorato di me!
-Ti ho già raccontato della mia ultima ragazza e di come l’ho lasciata, perché cercava solo di raggiungere mio fratello. Tutto ciò è successo qualche mese fa e da quel momento in poi ho capito molto di me stesso, ho avuto anche una crisi personale. Ho capito chi mi piace veramente.-
Sento il sangue gelare nelle vene, se qualcuno sentisse quella conversazione penserebbe che lui stia per dichiararsi. Tutto ciò viene esaltato dalla sua mano che stringe la mia. Penso di stare sudando ma non ne sono sicura.
Samuel sbuffa sonoramente, poi si schiarisce la voce, come qualcuno che si prepara a tenere un convegno.
-Ho capito… di essere più attratto da qualcun altro-
-Sam, vai avanti, per favore.- riesco appena a dire.
-Mi piacciono i ragazzi.-
A quel punto sento tutta la tensione accumulata scendermi giù dalle spalle, cadermi fino ai piedi. Gli stringo la mano più forte. Non mi importa proprio il genere delle persone con cui esce Sam, sarebbe stato molto più grave se mi fossi ritrovata in un triangolo amoroso.
-Sammy, perché pensi che nessuno capirebbe? Non riesco a comprendere il problema! Siamo nel 2014 e conosci i tuoi amici, non sono tipi che giudicano gli altri per qualcosa del genere!- esclamo.
-Lo so, ma non riesco nemmeno io a capire cosa mi stia succedendo, come posso comunicarlo agli altri? Prima o poi troverò qualcuno che mi prenderà in giro e allora cadrò in depressione per davvero. Te l’ho detto solo perché sono ubriaco, e perché sei l’unica persona con cui parlo di certe cose.-
-Sai che puoi fidarti di me, Sammy. Ti voglio bene. Non posso dirti che non ci sarà mai nessuno che ti prenderà in giro per quello che sei. Ci sarà, come c’è per tutti e per qualsiasi cosa. Ti farò rendere conto che non ha senso nascondersi, però. Hai solo bisogno di credere in te stesso.- gli dico piano, mentre gli do un bacio sulla guancia.
-Ehi! Voi due!- esclama Jamie, in piedi di fronte a noi. Mi giro di scatto e noto quanto è ridotto male. Ha due grosse linee scure sotto gli occhi, che non sembrano proprio svegli, e un colorito ancora più bianco sul viso che mette in risalto le occhiaie.
-Jamie!- esclamo, alzandomi e cingendogli i fianchi. Lui rimane con le braccia distese lungo il corpo.
-Che stavate facendo?- chiede, sospettoso.
-Niente, stavamo parlando. Sammy mi stava raccontando…- mi giro per indicarlo, ma noto che è sparito. –Nulla. Ti senti bene?- chiedo, scrollando le spalle.
-Sicuro che non stavi facendo qualcosa con mio fratello?- chiede sospettoso, ma so che in verità non potrebbe mai dire sul serio. Per sdrammatizzare scoppio in una risata. Jamie sembra tranquillizzarsi o comunque cambiare pensiero.
Mi prende per mano e mi porta in soggiorno, che è tutto a macchie, con pezzi di cibo spiaccicati ovunque. Sto per sedermi sul divano quando Jamie mi dà uno strattone, chiedendomi di seguirlo. Ha la chitarra in mano.
-Che stiamo facendo, Jamie? Devo fare qualcosa? Non capisco- chiedo.
-Seguimi- mi risponde soltanto. Mi porta al piano di sopra, nella nostra stanza. Chiude la porta a chiave e a quel punto mi chiedo sul serio cosa stia combinando.
Si siede sul letto, io stringo i pugni quando noto che i suoi pantaloni luridi hanno macchiato il lenzuolo. Decido di lasciar perdere e mi siedo a terra di fronte alle sue gambe.
-Hai presente quando stamattina sono saltato in aria perché sei comparsa in soggiorno?-
-Sì, ho tentato di chiederti perché ma non mi hai risposto.- dico, ricordandomi di come fosse stato vago.
-Lo so. Volevo solo dirti che ti ho scritto una canzone. La farò sentire al più presto ai ragazzi e probabilmente la registreremo, perché ci tengo molto-.
Rimango con la bocca spalancata, non ha mai fatto una cosa del genere per me in quasi due anni, e comunque nessuno ha mai fatto una cosa del genere per me. Mi sento il viso in fiamme a causa dell’imbarazzo.
-Oh, Jamie. Mi hai scritto una canzone, sul serio?-
-Ho pensato a te per tutto il tempo in cui sei stata via, l’unico modo in cui mi sentivo meglio era scrivere per te. Di te-.
Mi alzo, la testa che mi gira violentemente, e lo abbraccio con tutte le mie forze. Lui toglie la chitarra da sotto di me e mi cinge i fianchi, per poi baciarmi con foga.
-Dai- dice dopo un po’-ascolta adesso.- così imbraccia lo strumento e si fa serio, preparandosi a suonare e cantare.
Non ricordo bene il testo, parlava d’amore. Parlava di quanto credesse in noi, e di quanto sentisse che il nostro rapporto è solido. Così mi ha comunicato di quanto si fidi di me, tutte quelle cose che ha sempre voluto dirmi e che non ha mai avuto il coraggio di comunicare.
Dopo pochissimo tempo mi ritrovo in lacrime.
Ricordo soltanto, infine, di essermi addormentata tra le sue braccia, con gli occhi gonfi e il suo odore addosso. Le sue mani strette alla mia pelle e qualche capello biondo che mi cadeva sul volto.
 
A un mese dalla festa ho ricominciato a lavorare e Jamie è partito. Lo hanno chiamato da Hollywood per girare un nuovo film. È già successo che se ne andasse per lunghi periodi quindi non sono particolarmente preoccupata, anche se mi manca molto. Spero di vederlo di frequente, ma potrebbe non essere possibile.
Samuel è rimasto con me, a Londra, dicendo che voleva farmi compagnia. Forse aveva solo voglia di stare con qualcuno che lo capisce, oppure aveva bisogno dei suoi genitori, che comunque sono del tutto ignari della situazione. Non lo so, ma mi fa piacere stare con lui, a poco a poco mi sembra di avere un fratello minore. Andrò a Copenaghen probabilmente, nei prossimi mesi.
So di avere Jamie accanto quando ascolto la mia canzone, e la sua voce mi accompagna per le strade di Londra.
  
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