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Autore: Lachiaretta    29/10/2014    15 recensioni
Cosa sarebbe successo se dopo l'esplosione che portò via a Katniss una delle poche persone che realmente amava invece di essere salvata dalle forze della ribellione fosse stata catturata dai pacificatori. Quale sorte poteva riservare per lei il presidente Snow.
Katniss ora vive una vita tranquilla insieme alla sua nuova famiglia. Ignara di tutto ciò che era successo a Capitol City. Nessun ricordo degli Hunger Games. Della morte di Prim. Ma qualcuno non vuole rinunciare a lei e farà di tutto per ritrovarla.
DAL CAPITOLO 17: IO PEETA MELLARK PRENDO TE KATNISS EVERDEEN COME MIA LEGITTIMA SPOSA...
DAL CAPITOLO 10: mi lascio sfuggire due parole che non pensavo avrei mai potuto dire a nessuno. “TI AMO”.
Sono Katniss Everdeen, la ragazza in fiamme, e ora sto bruciando di passione e amore per il mio ragazzo del pane. Katniss Everdeen ama Peeta Mellark.
ATTENZIONE! SPOILER!!
Genere: Romantico, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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CAPITOLO 26
 
 
 
“Peeta, io… sono … incinta!”
 
Le parole di Katniss fanno eco all’interno dei corridoi desolati dell’ospedale e nella mia testa. Le rivolgo ancora le spalle, la mano stretta al maniglione della porta antincendio.
 
“Peeta, io… sono … incinta!”
 
Rimbombano nella mia testa senza darmi la possibilità di elaborare un solo pensiero coerente. Lei è incinta.
 
“Da quanto?” Le domando rivolgendole ancora le spalle.
 
“Sono solo al primo ritardo. Quindi direi un mese.” Mormora.
 
“Non intendevo questo. So fare i conti da solo. Se è mio come dici puoi essere solo di un mese. Intendevo da quanto lo sai?”
 
“Ah! Con certezza lo so da ieri, mia madre ha esaminato il mio sangue. Prima lo sospettavo a causa di un ritardo.”
 
“E da quando hai questo ritardo?” Insisto senza nemmeno aver chiaro perché voglio saperlo.
 
“Ma Peeta. Vuoi guardarmi? Cosa centra da quanto ero in ritardo. Sono incinta, non vuoi nemmeno guardarmi?” Grida esasperata. Il suo tono mi spinge a far perno sulla mia protesi e voltarmi verso la mia donna.
 
“Perché non me lo hai detto prima?” Le domando facendo qualche passo verso di lei che rimane in silenzio senza però distogliere i suoi occhi di cenere dai miei. “Perché lo hai detto a lui?” Alzo la voce indicando con la mano un punto indistinto alle nostre spalle, raffigurandomi nella mia mente il volto di Gale.
 
In tutta risposta sbuffa sonoramente. “Se te lo avessi detto non mi ti saresti mai separato da me e io dovevo saperti al sicuro.”
 
“AL SICURO?” Grido interrompendola.
 
“SI! AL SICURO! Lo so che anche senza conoscere il mio stato… interessante … Avresti fatto qualche sciocchezza, ti saresti messo in pericolo e io…” Katniss crolla sulle ginocchia coprendosi il volto con entrambe le mani “… non posso nemmeno immaginare di perderti. Io ti amo Peeta. Non sai quanto sia stata dura per me quando eri stato rapito!” Singhiozza sonoramente mentre copiose lacrime le rigano le splendide guance olivastre.
 
Mi inginocchio al suo fianco stringendola al mio petto. “Si che lo so. Come è stata dura per me quando sei stata rapita tu! Per questo non lo perdonerò mai.”
 
Lei stringe la mia canottiera bianca con entrambe le mani e affonda il volto nel mio torace. Sento chiaramente la stoffa bagnarsi a causa delle sue lacrime salate.
“Diventeremo genitori?” Le domando incapace di reprimere un sorriso e delicatamente le poggio un candido bacio sul capo.
 
Deve aver percepito il mio cambio d’umore, Katniss alza lo sguardo per scrutare il mio volto. “Ne sei felice?”
 
“Certo amore. Come puoi immaginare che non lo sia? Io pensavo che mi volessi lasciare per lui. Se avessi anche solo immaginato che… Puoi perdonarmi amore mio?” Poggio la mia fronte contro la sua senza interrompere il nostro contatto visivo.
 
“Certo che ti perdono.” Singhiozza sorridendo. E io comincio a baciarla sulla punta del naso, sulla guancia destra, sulla guancia sinistra, sul mento ed infine sulla bocca, dapprima delicatamente, a fior di labbra, e poi con sempre più passione approfondendo il bacio con tutto il mio amore e la mia passione.
 
“Vai a casa nostra.” Le dico quando dopo un tempo interminabile riesco a staccarmi da lei.
 
“Tu non vieni?” Mi domanda titubante.
 
“Non subito. Voglio chiedere un paio di cose a tua madre.”
 
“Mia madre?” Katniss spalanca i suoi bellissimi occhi grigi per lo stupore.
 
“Si, tu vai intanto. Ci vediamo a casa.” Le sussurro all’orecchio baciandole il lobo destro mentre sfilo dalla tasca posteriore dei pantaloni le chiavi della nostra abitazione.
L’aiuto ad alzarsi da terra e le apro la porta. “Ti raggiungerò prestissimo.” Le dico prima di baciarla un’altra volta e ripercorrere i corridoi dell’ospedale.
 
DIVENTERO’ PADRE.
 
 
 
Raggiungo le stanze delle Sig.ra Everdeen. Da quando ci siamo trasferiti in questo villaggio, nonostante anche lei sia stata assegnata un’abitazione, passa la maggior parte delle notti qui per essere sempre reperibile in caso di urgenze. Non che ce ne siano mai state in verità, tranne per le ferite di Gale ieri notte, o quando abbiamo riportato Katniss.
Ogni tanto si ferma da Haymitch, il suo nuovo compagno, ma questa sera sono sicuro che sia qui a tenere in osservazione Howtorne.
Busso alla sua porta e apro la porta non appena sento la sua voce assonnata invitarmi ad entrare.
 
“Buonasera Signora Everdeen, o forse dovrei dire buongiorno.”
 
“Peeta! Entra pure. Posso aiutarti?” Mi domanda indicandomi la sedia accanto a quella sulla quale sta riposando.
 
Mi avvicino a lei e mi accomodo al suo fianco. “Io.. Io.. Vorrei” Balbetto incapace di proseguire.
 
“Aventi ragazzo, dimmi tutto.” Mi sprona lei fissandomi con i suoi splendidi occhi azzurri, gli stessi della ragazzina con le treccine che ora non c’è più. Non posso immaginare quanto sia difficile per Katniss guardarla. Quegli occhi così simili ai miei. Deve essere stata molto bella da giovane, quasi quanto la figlia che mi ha rubato il cuore. Ogni volta che la vedo capisco quanto mio padre potesse amarla e la cosa mi rabbrividisce. Il pensiero che io e l’amore della mia vita potevamo essere fratelli ancora mi terrorizza. E invece adesso stiamo per avere la nostra famiglia.
 
“Fammi indovinare… L’hai saputo?” Sussurra avvicinando il suo volto al mio, ripescandomi tra i miei pensieri.
 
“Si.” Ammetto abbassando lo sguardo imbarazzato per la troppa vicinanza. “Me l’ha detto prima.”
 
“E sei venuto da me?” Mi domanda inarcando un sopracciglio per lo stupore.
 
Annuisco leggermente.
 
“Perché? Non vorrai…” I suoi occhi si inscuriscono leggermente. “Ti avviso che Katniss vuole portare avanti la gravidanza! Devi parlarne con lei, non con me”
 
Mi alzo di scatto dalla sedia che cade pesantemente al suolo. “Cosa hai capito? No no! Assolutamente no!”
 
“E allora perché sei qui?”
 
Sollevo la sedia da terra e mi ci siedo nuovamente comprendoni il volto con le mani. “Che imbarazzo. Signora Everdeen, io sono qui perché mi hanno insegnato che le cose vanno fatte per bene e con un certo ordine. Allora è chiaro che io e Katniss non abbiamo atteso il matrimonio per … consumare … il nostro rapporto.”
 
La mia ultima frase fa scoppiare a ridere la donna di fronte a me. “Mi sembra evidente Peeta. Sto per diventare nonna!”
 
“Lo so.. Ma vorrei comunque cercare di fare le cose per bene lo stesso. Vorrei tutelare la sua virtù”
 
“Mi stai dicendo che hai appena creato una macchina del tempo? Perché invece di usarla per sistemare le cose con mia figlia potresti, che ne so, evitare la guerra? Gli Hunger Games?” Ride sarcastica.
 
“Non era quello che intendevo… Vorrei sposare Katniss.” Sbotto alla fine sentendo la mia pelle chiara arrossarsi per l’imbarazzo.
 
“Lo stai chiedendo alla persona sbagliata? Devi chiederlo a mia figlia e considerato che lo stavate già facendo in quella cella e che lei porta in grembo tuo figlio, credo non abbia nulla in contrario.”
 
“Ti sto chiedendo il permesso…” Perché non capisce. La tradizione vuole che prima di chiedere alla futura moglie di unirsi il matrimonio, bisogna chiedere il benestare al padre, in questo caso alla madre… O forse dovrei chiederlo ad Haymitch?
 
“Ah ah ah… Forse dovevi chiedermi il permesso per altro ma soprattutto prima. Ma se è il mio benestare che vuoi, tranquillo Peeta, ce l’hai. Ammetto che all’inizio, dopo i 74esimi Hunger Games, non ero contenta del vostro amore. Era nato malato, in quel luogo pieno di dolore. Incubi e sofferenza vi avevano unito. E sinceramente facevo il tifo per Gale! Ma adesso è diverso, c’è solo amore e lei sembra finalmente aver fatto la sua scelta.”
 
Anche lei era una fan di quel bellimbusto. “Quindi posso chiederle di diventare mia moglie?”
 
“Certo Peeta, anzi devi! Adesso che hai profanato la sua virtù!” Ride ancora calcando l’ultima parola.
 
A queste ultime parole capisco che è arrivato il momento di uscire da quella stanza. “Grazie.” Mormoro alzandomi dalla sedia.
 
“Aspetta Peeta.” Mi blocca sulla porta. “Ce l’hai l’anello?”
 
Sbianco capendo di aver dimenticato quel piccolo importantissimo particolare. “No, qui non ci sono molte gioiellerie.”
 
“Immaginavo.” Annuisce. Senza più dire una parola alza la sua mano sinistra e sfila prima la fede e poi un piccola fedina d’argento con incastonate tre piccole pietre verdi, e me lo porge.
 
“No! Non posso accettarlo!” Nego alzando il palmo aperto della mia mano.
 
“Peeta, so che non è bellissimo, ma è tutto quello che ho. È l’anello con cui il padre di Katniss mi ha chiesto in moglie. Il posto migliore su cui verrei vederlo è all’anulare di mia filgia”
 
“Signora è meraviglioso!” Prendo il piccolo cerchietto tra il pollice e l’indice e lo stringo con cura. Il mio piccolo tesoro. “Sono onorato”
 
“Ora vai Peeta e rendi felice mia figlia!” Con la mano destra mi spinge oltre la porta e la richiude senza darmi il tempo di salutarla.
 
 
 
Corro a perdifiato per tutto il villaggi. Corro a perdifiato verso la donna che amo, la mia futura moglie, la madre di mio figlio. Spero tanto che sia una femmina, una dolce piccola bambina con gli occhi grigi e bellissima proprio come la sua mamma.
 
Spalanco la porta della nostra casa, la panetteria. Anche se non cucino da un paio di giorni nell’aria c’è ancora odore di pane e cannella. Domani le preparerò le sue adorate focaccine al formaggio, le cucinerò ogni giorno della nostra vista insieme, e anche i Muffin al cioccolato, e le pastine alla frutta, e qualunque altra cosa lei voglia.
 
Non mi accorgo subito della sedia, ribaltata a terra in mezzo al corridoio, non finché non ci inciampo con la protesi e cado rovinosamente al suolo. Trattengo un’imprecazione sistemando la protesi e facendo leva sulle braccia per alzarmi di nuovo in piedi quando noto che la sedia non è l’unica cosa fuori posto. Tutte le sedie sono sparse lungo la stanza. Alcuni piatti e altri utensili sono stati lanciati al suolo. L’intero pian terreno è sottosopra. Eppure quando ero uscito di qui con Johanna Mason la casa era in ordine.
 
Come un fulmine corro al piano di sopra che sembra apparentemente normale. Tutto è in ordine. Non manca nulla. Manca solo Katniss.
 
“KATNISS. KATNISS”
 
Urlo il suo nome senza ottenere risposta alcuna.
 
“KATNISS. KATNISS”
 
La chiamo di nuovo sperando di vederla saltare fuori da un armadio e dirmi che è solo uno scherzo.
 
“KATNISS. KATNISS”
 
Le parole escono così forti da bruciare la mia gola.
 
“Peeta? Tutto bene?” La voce di Finnick dal piano di sotto. “Cosa diavolo è successo qui dentro?”
 
“Finnick! Hai visto Katniss?” Grido precipitandomi al piano di sotto.
 
Lui nega con il volto scrutando il raccapricciante disordine del locale.
 
“Doveva essere qui, ma al suo posto ho trovato solo questo.” Allargo le braccia indicando il caos intorno a me.
 
“Usciamo a cercarla, magari è qui fuori!” Mi invita il mio amico cercando di celare la tensione.  Lo seguo fino all’ingresso quando con la cosa dell’occhio scorgo un particolare che ancora non avevo notato.
 
A terra, accanto alla ciotola in cui di solito sciolgo il lievito di birra, c’è una ciocca di capelli lunga all’incirca una ventina di centimetri e dallo stranissimo color argento.
 
Come abbiamo potuto dimenticarci di lei?
 
ALMA COIN.
 
 
 
 
Angolo Autrice.
 
Eccomi qui, finalmente.. Grazie a tutti voi che avete atteso per questo capitolo.. Che come avrete chiaramente capito non è l’ultimo.. :) Proprio come Peeta avevo totalmente dimenticato di aver lasciato ancora a piede libero la Coin e non potevo terminare la storia senza di lei.. Allungherò quindi di un paio di capitoli!!!
 
Mi scuso per l’attesa ma come spiegavo mi aspetta un durissimo esame e devo studiare… La botta di culo è essenziale ma non sufficiente. :) Quindi non so quando posterò il prossimo capitolo… Perdonatemi!!!
 
Spero vi sia piaciuto come sempre e attendo di conoscere la vostra opinione.
 
XOXO
 
 
  
 
 
 
 
 
 
   
 
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